Credito di imposta sull’aumento del gas e su altre spese: quali sono?

Quali crediti di imposta spettano sull’aumentato prezzo del gas naturale e su altri beni, come ad esempio per l’utilizzo dell’energia elettrica o per i beni strumentali immateriali e la formazione 4.0? Il credito di imposta maturato su tutti questi beni, come si può utilizzare? Ecco, dunque, quali sono i bonus spettanti sull’acquisto di questi beni e fonti energetiche anche alla luce degli aumenti di aliquota dei crediti di imposta.

Credito di imposta sugli aumenti dei prezzi del gas, aliquota del 25%

Sull’aumento del prezzo del gas naturale a danno delle imprese, il governo ha stabilito un contributo straordinario pari al 25%. Si tratta di una revisione al rialzo rispetto alle precedenti aliquote che introducevano un credito di imposta originariamente del 15% e, poi, del 20%. Le modalità di fruizione del bonus sono contenute nei decreti legge:

  • numero 4/2022 (decreto legge “Sostegni ter”);
  • 17/2022 (decreto “Energia”);
  • decreto 21 del 2022 (“Ucraina”);
  • 50/2022 (provvedimento “Aiuti”).

Quali imprese possono ottenere il contributo straordinario pari al 25% sull’incremento del prezzo del gas?

Il credito di imposta straordinario sul prezzo del gas per le imprese consiste nel fruire di un bonus del 25% sull’aumentato costo del gas. Per il primo trimestre del 2022 (gennaio, febbraio e marzo), il contributo è pari al 10% dei costi sostenuti per comprare il gas naturale. Riguardo ai mesi di aprile, maggio e giugno 2022 (secondo trimestre), il contributo aumenta al 25% (in precedenza era stato stabilito al 20%). Per fruire del bonus è necessario che l’azienda sia a forte uso di gas naturale. Si tratta delle imprese gasivore, ma i contributi andranno anche alle aziende che fanno un uso ridotto di gas naturale. La qualificazione delle aziende per ottenere il bonus straordinario è contenuta nell’Allegato 1 al decreto legge 541 del 2021. Oltre ai settori, il decreto stabilisce anche la quantità consumata di gas naturale corrispondente a non meno del 25% del tetto stabilito nel comma 1 dell’articolo 3 del decreto del ministero per la Transizione ecologica 541 del 2021.

Come fruire del contributo di imposta del 25% per l’incremento del prezzo del gas naturale?

Per fruire del contributo del 25% è occorrente che le imprese a forte uso di gas naturale abbiano pagato un costo superiore per il prodotto. La determinazione dell’incremento di costo del gas si basa sul prezzo medio pagato nel primo trimestre del 2022 rispetto al costo medio sostenuto nell’ultimo trimestre (mesi di ottobre, novembre e dicembre) del 2021. Per fruire del contributo, le imprese devono aver speso più del 30% confrontando i due trimestri rispetto al prezzo applicato nell’ultimo trimestre del 2019. Il contributo spettante per i mesi di aprile, maggio e giugno 2022 (secondo trimestre) si determina invece mediante il rapporto tra i prezzi medi sostenuti nei primi tre mesi del 2022 rispetto ai prezzi medi del primo trimestre del 2019. Dal rapporto ne deve derivare un incremento di prezzo di almeno il + 30%. Si tratta, dunque, dell’incremento di costi del 2022 rispetto a quelli applicati nel 2019.

Utilizzo in compensazione del bonus per l’aumento del prezzo del gas delle imprese gasivore

L’utilizzo del bonus derivante dall’aumentato prezzo del gas naturale delle imprese gasivore avviene mediante il modello F 24. Il modello deve essere presentato in via esclusiva utilizzando i servizi on line del portale dell’Agenzia delle entrate. Il relativo codice tributo da utilizzare è il numero 6962, descritto come “credito di imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale” per i mesi di aprile, maggio e giugno del 2022. Il relativo decreto di riferimento è il numero 17 del 1° marzo 2022, in particolare l’articolo 5. Nella compilazione del modello F 24, inoltre, il codice tributo si ritrova nella sezione “Erario” della colonna “Importi a credito compensati”. Ovvero, se il contribuente deve riversare l’agevolazione, il codice tributo si ritrova nella colonna “Importi a debito versati”. Nel campo dell’anno di riferimento (AAAA) deve essere inserito l’anno nel quale la spesa è stata sostenuta.

Bonus gas naturare imprese non gasivore: quale bonus spetta?

Per le imprese che utilizzano gas naturale in quantità ridotte rispetto alle aziende definite “gasivore”, il governo ha previsto il credito di imposta, sempre 25%, nel caso in cui il prezzo ha subito aumenti significativi. La determinazione dell’incremento di prezzo si ottiene dal rapporto del primo trimestre del 2022 (gennaio, febbraio e marzo) rispetto alla media del primo trimestre del 2019. Il risultato deve dare un costo aumentato di oltre il 30% per ottenere il credito di imposta.

Come utilizzare il credito di imposta sul maggior prezzo sostenuto per il gas naturale?

Il credito di imposta derivante dal maggior costo sostenuto dalle imprese non gasivore sul gas naturale non concorre a formare il reddito dell’impresa. Pertanto, il contributo ottenuto non forma la base imponibile ai fini dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e nemmeno ai fini della deducibilità degli interessi passivi e della deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi differenti dagli interessi passivi. Lo precisano gli articoli 61 e 109 (al comma 5) del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Inoltre, il bonus è cumulabile con altri contributi riferiti anche agli stessi costi. Ma dal cumulo non deve derivarne un cumulo che ecceda lo stesso costo sostenuto.

Credito di imposta sul prezzo del gas naturale: come si può cedere?

La cessione del credito di imposta del contributo spettante per il prezzo più alto pagato sul gas naturale spetta alle:

  • imprese gasivore, sia per il bonus del primo che del secondo trimestre del 2022;
  • aziende non gasivore, relativamente al secondo trimestre del 2022.

Fino a quando si può cedere il credito di imposta sul prezzo del gas?

Il credito di imposta può essere utilizzato fino al 31 dicembre 2022: entro tale data il bonus si può cedere, ma solo per l’intero importo. La cessione può avvenire verso altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. Chi riceve il credito di imposta non ha, però, ulteriore facoltà di procedere con una nuova vendita dello stesso, a meno che non si tratti di (due ulteriori cessioni):

  • banche ed altri intermediari finanziari iscritti all’albo dell’articolo 106 del Testo unico bancario;
  • società facenti parte di un gruppo bancario, iscritte all’albo sulla base del medesimo Testo unico;
  • compagnie di assicurazioni.

Credito di imposta su aumentato prezzo del gas: si può cedere solo parzialmente?

Il legislatore ha stabilito che i crediti di imposta derivanti dall’aumentato prezzo del gas sono cedibili sono per intero. Il che implica, necessariamente, che non può utilizzarsi il bonus in parte per compensazione tramite il modello F 24 e in parte cedendolo. Le eventuali cessioni concluse violando questa disposizione sono da considerarsi nulli.

Aumento del credito di imposta per le imprese che utilizzano energia elettrica

Il decreto legge “Aiuti” ha aumentato l’aliquota anche di altri crediti di imposta. Infatti, per le imprese non energivore, a parziale compensazione dell’aumento dei prezzi dell’energia elettrica usata nei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, l’aliquota è passata dal 12% al 15%.

Per quali altri crediti sono state aumentate le aliquote del bonus?

Sono altresì aumentate le aliquote del credito di imposta spettante per:

  • gli investimenti nei beni strumentali immateriali 4.0 (aliquota dal 20 al 50%) per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. L’aliquota maggiorata si applica anche per i beni immateriali prenotati entro la fine del 2022 per consegne fino al 30 giugno 2023 purché sia stato versato un acconto di almeno il 20%;
  • per le spese sostenute per la formazione 4.0 dalle piccole imprese l’aliquota di credito di imposta passa dal 50% al 70%. Se sostenute da medie imprese il bonus spettante sale dal 40% al 50%;
  • sul credito di imposta per le spese sostenute per potenziare l’offerta cinematografica, per gli anni 2022 e 2023 il bonus spettante è aumentato dal 20% al 40%.

Bonus beni materiali e immateriali 4.0, quali sono le percentuali di credito di imposta?

Aumenta dal 20% al 50% il credito di imposta per l’acquisto di beni immateriali 4.0 per tutto il 2022 e per i primi sei mesi del 2023 per i beni prenotati entro il 31 dicembre prossimo. Per tutti gli anni in cui si può ottenere il credito di imposta a questa percentuale, dal 2021 al 2023, il plafond di spesa massima è pari a un milione di euro. Gli investimenti in beni materiali e macchinari, invece, danno diritto al credito di imposta nella misura stabilita dalle vecchie percentuali con quale novità derivante dagli ultimi interventi normativi. Il quadro aggiornato del credito di imposta sui beni 4.0 deriva dai decreti legge numero 228 del 2021, dal decreto numero 4 del 2022 e dal decreto legge “Aiuti”, l’ultimo approvato lo scorso 2 maggio.

Beni immateriali 4.0, nel decreto ‘Aiuti’ aumenta al 50% il credito di imposta

Il nuovo decreto del governo modifica le percentuali del credito di imposta sui beni 4.0, in particolare dei beni immateriali. Si tratta degli acquisti dei beni compresi dell’Allegato B della legge numero 232 del 2016.  Il bonus previsto per questi beni consentirà di avvalersi del 50% di credito di imposta. L’incremento dell’agevolazione fiscale sui beni immateriali arriva successivamente all’aumento a 50 milioni di euro del tetto massimo per gli investimenti in beni materiali effettuati negli anni dal 2023 al 2025. La novità è introdotta dall’articolo 10 del decreto legge 4 del 2022.

Beni immateriali 4.0: ecco le nuove agevolazioni in vigore fino al 30 giugno 2023

Per effetto delle ultime novità della normativa dei beni 4.0, pertanto, le spese sostenute in beni immateriali 4.0 daranno diritto al credito di imposta nella misura del 50%. L’aumento del bonus si applica anche agli acquisti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022. Inoltre, l’agevolazione del 50% si applica anche ai beni ordinati l’anno scorso, entro il 31 dicembre 2021.  A decretare il diritto a ottenere la percentuale maggiorata del 50% di credito di imposta è la fattispecie della cessione del bene immateriale, oltre alla relativa consegna e al passaggio di proprietà: questi tre passaggi devono avvenire nell’anno 2022.

Fino a quando si può ottenere il 50% di credito di imposta per l’acquisto di beni immateriali 4.0?

Sarà possibile utilizzare il credito di imposta del 50%, inoltre, fino al 30 giugno 2023 purché entro il 31 dicembre di quest’anno le aziende “prenotino” i beni immateriali. Per la prenotazione è necessario che entro il 31 dicembre 2022 l’impresa versi almeno il 20% di acconto del prezzo del bene. Per i beni immateriali 4.0 non prenotati entro il 31 dicembre 2022, la percentuale di credito di imposta diminuisce al 15%.

Credito di imposta beni immateriali 4.0: quale percentuale per i prossimi anni?

L’aliquota del credito di imposta del 2023 del 15% rimarrà in vigore fino a tutto il 2024, con la coda semestrale fino al 30 giugno dell’anno successivo. Per non far scendere l’aliquota ulteriormente, è necessario prenotare i  beni immateriali entro il 31 dicembre 2024. A partire dal 2025, infatti, l’aliquota del credito di imposta scenderà ulteriormente al 10%, a eccezione dei beni prenotati entro il 31 dicembre 2024 sui quali vigerà ancora la percentuale del 15% di credito di imposta. Il tetto di spesa per investimenti in beni immateriali acquistati dal 16 novembre 2020 al 30 giugno 2024, è di un milione di euro.

Acquisto beni materiali 4.0, quali sono le novità?

Cambiamenti sono previsti anche per comprare i beni materiali 4.0. Si tratta dei beni materiali Industria 4.0 di cui all’Allegato A della legge numero 232 del 2016. Nell’anno 2022, se la prenotazione è stata fatta entro il 31 dicembre 2021, con versamento dell’acconto di almeno il 20%, l’aliquota del credito di imposta applicabile è quella in vigore dal 16 novembre 2020. Ossia il credito di imposta è corrispondente al 50% per spese di investimento fino a 2,5 milioni di euro; al 30% per acquisti da 2,5 a 10 milioni di euro; e del 10% per investimenti oltre i 10 milioni di euro ma non eccedenti i 20 milioni di euro.

Ulteriore credito di imposta del 5% per i beni materiali

La novità sugli acquisti di beni materiali 4.0 riguarda essenzialmente gli investimenti da 10 a 50 milioni di euro per gli anni 2023, 2024, 2025 e per il primo semestre del 2026. Si potrà applicare un ulteriore 5% di credito di imposta per i beni rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) aventi come obiettivo quello della transizione ecologica. Pertanto, per beni materiali 4.0 dal costo dai 10 ai 50 milioni di euro, si potrà applicare l’ulteriore 5% di bonus.  La relativa disciplina della misura fiscale si ritrova nel decreto legge numero 4 del 2022.

Aliquote di credito di imposta per il 2022 inerenti l’acquisto di beni materiali 4.0

Le aliquote di credito di imposta per l’acquisto dei beni materiali 4.0 nel 2022 sono al ribasso. Infatti, per i beni non prenotati entro il 31 dicembre 2021, le relative percentuali di credito di imposta sono pari al:

  • 40% per gli investimenti entro i 2,5 milioni di euro;
  • 20% per gli investimenti dai 2,5 milioni di euro ai 10 milioni di euro;
  • 10% per gli investimenti dai 10 milioni di euro ai 20 milioni di euro.

Beni materiali 4.0, quando si applica il 50% e quando il 40%?

Sono dunque queste le percentuali di spesa previste per l’anno in corso, a meno che il bene non sia stato prenotato entro il 31 dicembre 2021. In tal caso, le percentuali di credito di imposta sono pari, rispettivamente, al 50%, al 30% e al 10%. Le nuove percentuali, per beni acquistati a partire dal 1° gennaio 2022, rimarranno in vigore per tutto l’anno in corso e per il 2023 (fino al 30 giugno) per beni immobili prenotati entro il 31 dicembre di quest’anno.

Credito di imposta su beni materiali 4.0 dal 2023 al 2025, quali percentuali?

La riduzione delle aliquote di credito di imposta per acquistare beni materiali 4.0 proseguirà anche nel triennio dal 2023 al 2025. Infatti, per gli investimenti effettuati in beni materiali di questi tre anni (con coda di 6 mesi entro il 30 giugno 2026 per gli investimenti prenotati entro il 31 dicembre 2025), le aliquote scenderanno ulteriormente. Non ci sarà più la distinzione dei plafond di spesa, ma si applicherà un’unica percentuale pari al:

  • 20% per acquisti effettuati nell’anno 2023;
  • 10% per acquisti effettuati nell’anno 2024;
  • 5% per acquisti effettuati nell’anno 2025.

Si continuerà ad applicare l’ulteriore bonus del 5% per investimenti in beni 4.0 di importo variabile da 10 a 50 milioni di euro.

Investimenti in beni materiali ordinari, non 4.0: qual è la percentuale del credito di imposta che spetta?

Per gli investimenti in beni materiali ordinari, non rientranti nel Piano Industria 4.0, si applica il credito di imposta del 10% per spese effettuate nel 2022. Per questa percentuale – che aumenta al 15% per investimenti legati al lavoro agile – tuttavia è necessario che il bene sia stato prenotato entro il 31 dicembre 2021 con versamento dell’acconto del 20%. Altrimenti, per gli investimenti nel 2022 in beni materiali non 4.0 (e per quelli prenotati entro la fine del 2022 con coda semestrale fino al 30 giugno 2023), l’aliquota del credito di imposta è del 6%. Il plafond di spesa è pari a due milioni di euro.

Investimenti in immateriali ordinari non 4.0: quale aliquota di credito di imposta spetta?

Per gli investimenti in beni immateriali ordinari, non appartenenti all’Industria 4.0, effettuati durante quest’anno ma con prenotazione entro il 31 dicembre 2021, la percentuale del credito di imposta è del 10%. Altrimenti, senza la  prenotazione e l’acconto del 20%, l’aliquota si riduce al 6%. Tale aliquota rimarrà in vigore fino al 30 giugno 2023 purché si provveda alla prenotazione dei beni immateriali entro la scadenza del 31 dicembre 2022. Il plafond di spesa è pari a un milione di euro. Non è previsto alcun credito di imposta su questa tipologia di investimento negli anni 2023 (tranne la coda semestrale del 2022), 2024 e 2025.

 

Credito di imposta beni immateriali: nel 2022 sale dal 20% al 50%

Sale dal 20% al 50% il credito di imposta sui beni immateriali 4.0 per il 2022. Il plafond di spesa per gli acquisti nel triennio dal 2021 al 2023 è di un milione di euro. Gli investimenti in beni materiali e macchinari rimangono con le vecchie percentuali di credito di imposta. La nuova agevolazione sui beni immateriali era attesa e arriverà con il decreto “Aiuti” approvato al governo. Si potrà applicare il 50% di credito di imposta fino ai primi sei mesi del 2023, qualora i beni siano stati prenotati entro la fine del 2022.

Beni immateriali 4.0, nel decreto ‘Aiuti’ credito di imposta aumentato al 50%

Il nuovo provvedimento del governo rivede le percentuali del credito di imposta sui beni 4.0. In attesa della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, l’acquisto dei beni immateriali 4.0 consentirà di beneficiare del 50% del credito di imposta. Il potenziamento dell’agevolazione fiscale sui beni immateriali arriva dopo l’innalzamento a 50 milioni di euro del limite per gli investimenti in beni materiali effettuati dal 2023 al 2025. La novità è contenuta nell’articolo 10 del decreto legge numero 4 del 2022.

Beni immateriali 4.0: ecco le nuove agevolazioni in vigore fino al 30 giugno 2023

Per effetto delle ultime modifiche normative, dunque, gli investimenti effettuati in beni immateriali 4.0 beneficeranno del credito di imposta al 50%. La percentuale potenziata al 50% vale anche sugli acquisti effettuati a decorrere dal 1° gennaio scorso. A tal proposito, l’agevolazione del 50% opera anche se i beni sono stati ordinati nel 2021. Fa la differenza il fatto che la cessione del bene immateriale, la relativa consegna e il passaggio di proprietà siano avvenuti nell’anno  2022. L’agevolazione fiscale sarà in vigore fino al 30 giugno 2023 purché entro il 31 dicembre 2022 le imprese “prenotino” i beni immateriali (con il versamento di almeno il 20% di acconto). Per i beni non prenotati entro fine anno, il credito di imposta scende al 15%.

Credito di imposta beni immateriali 4.0 per gli anni 2024 e 2025

La percentuale del 15% rimarrà in vigore fino a tutto il 2024, con la coda fino al 30 giugno per i beni prenotati entro il 31 dicembre 2024. Il limite di spesa di investimento, per acquisti effettuati dal 16 novembre 2020 al 30 giugno 2024, è pari a un milione di euro. Per l’anno 2025, la percentuale di credito di imposta scenderà ulteriormente al 10%, a eccezione dei beni prenotati entro il 31 dicembre 2024 che beneficeranno ancora del 15% di credito di imposta.

Acquisto beni materiali 4.0, quali sono le novità?

Cambia qualcosa anche per l’acquisto dei beni materiali 4.0. Nell’anno in corso, se l’acquisto è stato fatto entro il 31 dicembre 2021, con prenotazione e acconto di non meno del 20%, le percentuali di credito di imposta applicabili sono quelli in vigore dal 16 novembre 2020. Ovvero il credito di imposta è pari al 50% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; al 30% per acquisti da 2,5 a 10 milioni di euro; del 10% per investimenti oltre i 10 milioni di euro ma non eccedenti i 20 milioni di euro.

Ulteriore credito di imposta del 5% per i beni materiali

La novità sugli acquisti di beni materiali 4.0 riguarda essenzialmente gli investimenti da 10 a 50 milioni di euro. Si potrà applicare il 5% ulteriore di credito di imposta per i beni relativi al Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) aventi come obiettivo quello della transizione ecologica. A disciplinare la misura fiscale è il decreto legge numero 4 del 2022.

Percentuali di credito di imposta del 2022 per l’acquisto di beni materiali 4.0

Le percentuali di credito di imposta sull’acquisto di beni materiali 4.0 nel 2022 sono al ribasso. Infatti, per i beni non prenotati entro il 31 dicembre 2021, si applicano le nuove percentuali pari al:

  • 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • 10% per investimenti da 10 milioni di euro a 20 milioni di euro.

Tali percentuali saranno in vigore per tutto il 2022 e nel 2023 (fino al 30 giugno) per beni prenotati entro il 31 dicembre di quest’anno.

Credito di imposta su beni materiali 4.0 dal 2023 al 2025, quali percentuali?

La riduzione delle percentuali del credito di imposta per l’acquisto di beni materiali 4.0 proseguirà nel triennio dal 2023 al 2025. Infatti, per i beni acquistati in questi anni (con coda di sei mesi fino al 30 giugno 2026 per i beni prenotati entro il 31 dicembre 2025), le percentuali scenderanno ulteriormente. Non ci sarà più la distinzione dei plafond di spesa, ma si applicherà un’unica percentuale pari al:

  • 20% per il 2023;
  • 10% per il 2024;
  • 5% per il 2025.

Si applicherà l’ulteriore credito di imposta del 5% per investimenti in beni 4.0 per importi da 10 a 50 milioni di euro.

Acquisto di beni materiali ordinari, non 4.0: quale credito di imposta spetta?

Per l’acquisto di beni materiali ordinari, non 4.0, si applica il credito di imposta pari al 10% per investimenti effettuati nel 2022. È necessario che l’ordine sia stato fatto entro il 31 dicembre 2021 ed entro tale data sia stato versato l’acconto di almeno il 20%. Il plafond di spesa è pari a due milioni di euro. Altrimenti, per i beni acquistati nel 2022 (e per quelli prenotati entro fine anno con coda fino al 30 giugno 2023), la percentuale del credito di imposta è pari al 6%.

Beni immateriali ordinari, non 4.0: quale credito di imposta spetta?

Per i beni immateriali ordinari, non 4.0, effettuati nel 2022 ma con prenotazione entro il 31 dicembre 2021, il credito di imposta è pari al 10%. Altrimenti, senza prenotazione e acconto del 20% nello scorso anno, la percentuale scende al 6%. Tale percentuale resterà in vigore fino al 30 giugno 2023 purché i beni immateriali siano prenotati entro il 31 dicembre 2022. Il plafond di spesa è pari a un milione di euro.

 

Bonus Beni 4.0: quando va ultimato l’acquisto per non perdere credito di imposta?

Chiarimenti e maggiori vantaggi sui crediti di imposta legati all’acquisto dei Beni Industria 4.0 arrivano  dall’approvazione del decreto legge “Milleproroghe” di fine febbraio scorso. In particolare, per i Beni 4.0 prenotati nel 2021, l’ultimazione deve avvenire entro dicembre del 2022. L’operazione serve per non perdere le condizioni fiscali più vantaggiose applicate sull’acquisto di questi beni nello scorso anno. Inoltre, se il costo complessivo finale è maggiore di quello pattuito al momento dell’ordine facendo abbassare l’acconto al di sotto del 20%, il credito di imposta si sdoppia.

Bonus Beni 4.0, il Milleproroghe ha spostato di 6 mesi i vantaggi del credito di imposta 2021

Nel dettaglio, il decreto legge Milleproroghe ha spostato al 31 dicembre 2022 la scadenza per ultimare gli acquisti dei Beni Industria 4.0 prenotati entro il 31 dicembre del 2021. Il termine di fine 2022 costituisce il limite per poter beneficiare dei più vantaggiosi bonus spettante nel momento in cui si è fatto l’investimento. In particolare, l’articolo 3 quater del provvedimento ha spostato di 6 mesi sia i benefici degli acquisti dei beni materiali e immateriali ricadenti nel bonus 4.0 che quelli dei beni materiali ex iperammortizzabili.

Beni 4.0, quali sono i vantaggi del bonus 2021?

Per poter usufruire dei vantaggi del bonus sui Beni 4.0 alle condizioni del 2021 è necessario che l’acquisto sia stato fatto entro il 31 dicembre scorso e sia stato versato l’acconto del 20%. Ciò consente al beneficiario di “prenotare” il bene oggetto di credito di imposta alle percentuali di credito di imposta più vantaggiose dello scorso anno.

Beni materiali ed ex iperammortizzabili 4.0: quali sono le percentuali del bonus del 2021 e 2022?

Per l’acquisto dei beni 4.0 materiali ed ex iperammortizzabili della legge numero 178 del 2020, il bonus nel 2021 è pari al:

  • 50% per acquisti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% per importi tra i 2,5% milioni di euro e i 10 milioni di euro;
  • 10% per i beni con costi maggiori e fino a 20 milioni di euro.

Nel 2022 le percentuali sono state riviste al ribasso. Infatti risultano, rispettivamente, del 40%, del 20% e del 10%.

Beni non industria 4.0, quali sono le agevolazioni fiscali del credito di imposta?

Il credito di imposta è stato riconosciuto anche per i beni materiali e immateriali che non fanno parte dell’Industria 4.0. Si tratta di attrezzature, pc, tablet, software o autocarri con credito di imposta pari al 10% per acquisti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021. Il bonus scende al 6% per l’acquisto di questi beni effettuato nel 2022.

Come ottenere il maggior credito di imposta nel 2022 per l’acquisto di beni 4.0?

La proroga di 6 mesi per gli acquisti prenotati nel 2021 dovrà dunque essere completata entro il 31 dicembre 2022. Prima del decreto legge Milleproroghe la conclusione dell’acquisto doveva avvenire entro il 30 giugno 2022. Gli ulteriori 6 mesi concessi per concludere l’acquisto, dunque, confermano il credito di imposta sulla prenotazione di detti beni avvenuta entro il 31 dicembre 2021 purché sia stato versato un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo complessivo.

Come ultimare l’acquisto del 2021 in beni 4.0 per avere il massimo del bonus?

I soggetti che dovessero concludere l’acquisto dopo il 30 giugno 2022, purché entro la fine di quest’anno, beneficeranno delle percentuali di bonus più vantaggiose dello scorso anno. Ciò significa che:

  • la consegna o la spedizione del bene deve avvenire entro il 31 dicembre 2021, sia per la compravendita che per il leasing;
  • l’accettazione senza riserve o ultimazione deve avvenire entro fine 2022;
  • il termine vale anche per l’ultimazione dell’opera per i contratti in appalto.

Bene 4.0 prenotato nel 2021 che aumenta di prezzo nel 2022: cosa succede?

Può capitare che l’acquisto di un Bene Industria 4.0 prenotato ed effettuato nel 2021, da ultimare nel 2022, possa presentare un costo complessivo nel frattempo più alto. Questo passaggio potrebbe far abbassare la quota richiesta di almeno il 20% di acconto al di sotto di questa percentuale. In questo caso, il credito di imposta si sdoppia. Ovvero, sulla parte del costo coperta dal 20% si applica il credito di imposta con la percentuale prevista nel 2021; sulla restante parte si applica il bonus con percentuale inferiore del 2022.

Bonus su Bene 4.0 prenotato nel 2021 con costo più alto nel 2022: come calcolare il doppio credito di imposta

Ad esempio, se un Bene 4.0 prenotato nel 2021 aveva un costo di un milione di euro ed è stato versato un acconto del 20% pari a 200 mila euro e nel 2022 ha un costo di un milione e 150 mila euro, si applicherà il doppio credito di imposta, ovvero:

  • sul primo milione si applicherà la percentuale del 50% di credito di imposta prevista per il 2021;
  • sulla restante quota (di aumento del 2022), pari a 150 mila euro, si applicherà la percentuale del 2022, ovvero del 40%.

Credito di imposta per pc, stampanti e software ai professionisti: scadenza 31 dicembre 2022

Il credito di imposta ai professionisti per l’acquisto di pc, stampanti e software sarà possibile solo fino al 31 dicembre 2022. Si tratta di agevolazioni per investimenti in beni strumentali nuovi rientranti nella misura del credito 4.0. Il beneficio fiscale del credito di imposta 4.0 è stata prorogato fino a tutto il 2025, ma non per queste tipologie di beni, indicati come “generici“. Tali beni possono beneficiare del credito di imposta per il loro acquisto e sono accessibili ai liberi professionisti, per l’appunto fino al termine del 2022.

Credito di imposta 4.0 per acquisto di pc, stampanti e software: cosa sono i beni generici?

Fino al 31 dicembre 2022 i liberi professionisti possono acquistare pc, stampanti e software rientranti nei beni generici. Si tratta di beni diversi da quelli ad alto contenuto tecnologico individuati dagli allegati a) e b) della legge numero 232 del 2016. Rientrano tra i beni generici, pertanto:

  • i computer;
  • le stampanti,
  • le altre macchine ordinarie per l’ufficio;
  • le attrezzature necessarie allo svolgimento della professione;
  • i programmi gestionali e software, programmi informatici. Sono da escludere i canoni periodici su questi prodotti;
  • gli arredi.

Rimane invariato, è ovvio, che i beni oggetto di credito di imposta debbano possedere il carattere della strumentalità. Ovvero devono essere utilizzati per svolgere l’esercizio della professione. Risulta di conseguenza escluso l’utilizzo personale.

Credito di imposta su beni generici, quali sono le spese ammissibili all’agevolazione fiscale?

L’acquisto di computer, stampanti, software e degli altri prodotti generici rientra negli investimenti differenti da quelli materiali e immateriali 4.0 dei prodotti ad alto contenuto tecnologico degli allegati a) e b) della legge numero 232 del 2016. La successiva legge numero 178 del 2020, al comma 1061, ha consentito ai liberi professionisti e a chi svolge l’attività di arti di poter beneficiare del credito di imposta legato all’acquisto dei beni generici. I professionisti risultano esclusi, tuttavia, dal poter beneficiare del credito di imposta sull’acquisto dei beni ad alto contenuto tecnologico. Si tratta dei beni materiali e immateriali 4.0 elencati negli allegati a) e b) della legge 232 del 2016.

Credito di imposta, in quale misura si beneficia per l’acquisto di computer, stampanti e software?

Di conseguenza, la legge di Bilancio 2022 non ha previsto delle modifiche per gli investimenti in beni generici. L’agevolazione sull’acquisto di pc, stampanti e software e degli altri prodotti generici risulta ridotta rispetto al 10% o al 15% del 2021.  Il credito di imposta per tutto il 2022 risulta fissato al 6%. L’utilizzo del credito di imposta si può fare in tre quote annuali di uguali importi. Non è consentito utilizzare il credito di imposta tutto in un’unica soluzione. L’acquisto dei beni generici può essere concluso anche entro il 31 dicembre 2023, ma a determinate condizioni. Infatti, entro la fine del 2022 l’ordine deve essere stato concluso dal venditore e deve essere stato versato un acconto pari al 20%.

Credito di imposta 4.0 su acquisto dei beni generici, c’è un tetto minimo di spesa?

Sul tetto di spesa minimo rientrante nella disciplina dell’acquisto dei beni generici (e in generale sui beni 4.0) è intervenuta l’Agenzia delle entrate con la circolare 9/E del 2021. Nel chiarimento fornito, l’Agenzia delle entrate ha stabilito che l’acquisto non richiede un investimento minimo in termine di spesa. È necessario tuttavia rispettare il carattere della strumentalità del bene rispetto all’attività esercitata dai professionisti. Per tale motivo, l’Agenzia ha chiarito che per i beni materiali strumentali dal costo unitario fino a 516,46 euro si può procedere con il credito di imposta, a prescindere dal fatto che il professionista abbia scelto di dedurre o meno l’intero costo sostenuto per l’acquisto nell’esercizio in cui abbia sostenuto il costo stesso.