Se un litro di gasolio costa più di un litro di latte

di Alessia CASIRAGHI

Nel 2012 ogni 1.000 euro di spesa per famiglia italiana, 191 se ne andranno in trasporti, combustibili ed energia elettrica mentre 190 in alimentari e bevande. E’ la prima volta che la spesa dell’energia supera quella alimentare. A renderlo noto un’analisi condotta da Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’aumento stimato del 2,8 % dell’inflazione nel 2011.

I dati relativi allo scorso anno hanno fatto registrare un aumento record dei prezzi per trasporti, combustibili ed energia – complice la benzina alle stelle – mentre l’aumento per gli alimentari e’ rimasto contenuto al 2,4 %, al di sotto dell’inflazione media registrata.

Nel solo mese di dicembre i prezzi del ‘fresco’, vale a dire frutta, carni e verdure, sono addirittura scesi dello 0,2%. Ad assorbire buona parte dei rincari, fa sapere Confagricoltura, i produttori agricoli, visto “il forte incremento tendenziale dei prodotti energetici, saliti nel 2011 dell’11,3%”.

Sempre a dicembre 2011, rispetto allo stesso mese del 2010, gli aumenti della spesa energetica sono stati del 15,8 % per la benzina, del 24,3 % per il gasolio da autotrasporto e del 16,8 % per il riscaldamento, mentre i trasporti aerei passeggeri sono lievitati del 18,3 % come quelli marittimi, seguiti da quelli ferroviari aumentati del 9,8 %.

In breve un litro di gasolio costerà di più di un litro di latte o di un chilo di pasta. E se nel 2012, come rende noto il Codacons, il costo della vita aumenterà di 1.059 euro per una famiglia media italiana, le previsioni sono tutt’altro che rosse: “Bisogna evitare il rischio reale che le famiglie italiane per far fronte ai rincari energetici – sottolinea Coldiretti – siano costrette a risparmiare con l’acquisto di cibo a basso prezzo, a cui può corrispondere anche bassa qualità e rischi per la salute”.

Istat: aumenta l’inflazione

L’inflazione schizza in alto: secondo le stime preliminari dell’Istat il tasso d’inflazione medio annuo per il 2011 è pari al 2,8%, in sensibile accelerazione rispetto all’1,5% del 2010. Si tratta del valore medio annuo più alto dal 2008, quando raggiunse + 3,3%.

L’inflazione registra nel mese di dicembre un aumento dello 0,4% rispetto al mese di novembre e un aumento del 3,3% rispetto a dicembre 2010, lo stesso valore annuo registrato a novembre.

A dicembre, spiega ancora l’Istat, si registrano forti rialzi congiunturali dei prezzi di tutti i carburanti: la benzina aumenta dell’1,9% su novembre, mentre il relativo tasso di crescita tendenziale scende al 15,8% (dal 16,6% di novembre). Il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto segna, inoltre, un rialzo congiunturale del 5,6% e cresce su base annua del 24,3% (dal 21,1% di novembre): si tratta dell’aumento tendenziale maggiore dal luglio del 2008.

In calo, invece, il tasso di inflazione annuo della zona dell’euro nel mese di dicembre: si è attestato al 2,8%, rispetto al 3% di novembre secondo le stime flash di Eurostat.

Fonte: Confesercenti.it

Benzina e diesel, prezzi alle stelle

Ecco i primi effetti della manovra “salva-Italia” varata dal governo Monti. Tutti sulle tasche dei cittadini, o meglio, sui serbatoi delle loro auto. Dopo il super aumento delle accise, i prezzi di benzina e gasolio salgono entrambi sopra gli 1,7 euro al litro, secondo quanto riporta Staffetta Quotidiana. Su base nazionale la verde sale a 1,708 euro (+9,9 cent) e il gasolio a 1,702 euro (+13,5 cent).

I prezzi di tutte le compagnie sono aumentati in media di 9,9 cent a botta sulla benzina, di 13,6 sul gasolio e di 2,6 centesimi sul Gpl. Sulla benzina Eni, Tamoil e TotalErg hanno aumentato i prezzi di 10 cent, sul gasolio, Eni, Shell e Tamoil hanno rialzato di 13,6 cent. I prezzi medi nazionali della benzina vanno ora da 1,709 euro (Tamoil) a 1,716 euro (TotalErg), quelli del gasolio da 1,7 euro (IP, Q8 e Tamoil) a 1,715 euro (Shell).

Al Sud si arriva a sfiorare gli 1,8 euro al litro per la verde. Secondo Quotidiano Energia, che conferma il balzo in avanti dei carburanti, solo la benzina sale sopra gli 1,7 euro al litro, con un massimo per Tamoil a 1,709 euro e un minimo per Esso a 1,697 euro, mentre il diesel rimane ancora sotto tale livello di qualche centesimo, con il massimo di TotalErg a 1,691 euro ed il minimo di IP a 1,677 euro. Il Gpl, infine, è venduto tra lo 0,735 euro di Eni e lo 0,750 di Shell.

Da domani sciopero dei benzinai

E’ iniziata una settimana difficile per gli automobilisti italiani, soprattutto per quelli che viaggiano, dal momento che lo sciopero dei benzinai, tanto temuto quanto annunciato, è stato confermato.

I distributori, dunque, saranno chiusi dalle 19.30 di martedì sera alle 7 di venerdì mattina. Neppure in autostrada sarà possibile fare rifornimento, dal momento che l’adesione sarà pressoché totale dovunque. Cambiano solo gli orari, dal momento che sulle strade a pedaggio sarà possibile fare carburante fino alle 22 di martedì sera e a partire dalle 8 di venerdì mattina.

Una speranza che questo sciopero sia revocato c’è ancora, dal momento che domani pomeriggio, a poche ore dalla chiusura delle pompe di benzina, si riunirà ancora il tavolo al Ministero dello Sviluppo con le associazioni dei gestori di impianti di distribuzione dei carburanti per cercare una intesa in extremis.

Tutto dipende dal destino del bonus fiscale in vigore da diciassette anni e in scadenza a fine anno. Per questo, il Ministero invierà ai gestori una proposta, firmata dal ministro Paolo Romani e dal sottosegretario Stefano Saglia, che individuerà il percorso legislativo per rendere il bonus strutturale.

Le associazioni di categoria, quindi, hanno di che riflettere e domani, a poche ore dall’inizio dello sciopero, daranno una risposta definitiva.

Luca Squeri, presidente della Figisc-Confcommercio, difende il valore del bonus, anche se non è solo questo che preoccupa il settore, poiché ci sarebbe “il rischio di una decurtazione retroattiva dello stesso bonus: come dire, oltre al danno la beffa di una richiesta ai gestori di rimborsare dei soldi, una cosa preoccupante“.

A questo sciopero sono state escluse Liguria e Toscana, dal momento che, dopo l’alluvione dei giorni scorsi, sarebbe impensabile ostacolare gli interventi di soccorso.

Vera Moretti

Con l’Iva al 21% attenti alle speculazioni

Dell’aumento dell’Iva dal 20 al 21% già si sa, ma ora Coldiretti lancia un allarme per mettere in guardia i cittadini da eventuali, e purtroppo probabili, speculazioni sui rincari.

Se, infatti, per alcuni prodotti gli aumenti sono previsti, per altri no, e se in questi casi i prezzi dovessero subire un rigonfiamento, si tratterebbe di una vera e propria truffa.

Il rincaro che pesa di più, nelle tasche degli italiani, è sicuramente quello della benzina, che rischia di essere l’ennesimo ostacolo verso una ripresa economica che continua a tardare, aggravando i costi delle imprese nazionali che si devono confrontare sul mercato.

E se la maggior parte degli alimenti non ha subito rincari, alcuni beni di largo consumo, come acqua minerale, birra e vino, ad esempio, lo sono, e, a questo proposito, la Coldiretti ha stimato un introito aggiuntivo allo Stato di 35-40 milioni di euro.

Anche in questo caso, però bisogna stare attenti allo scontrino, perché per una bottiglia di tre euro il giusto aumento sarebbe pari a 3 centesimi e quindi occorre che i ritocchi al rialzo rispettino questa proporzione e non diventino, invece, il pretesto per aumentare ancora di più i prezzi.

E’ necessario che i cittadini prestino molta attenzione a ciò che comprano e che soprattutto controllino quanto spendono perché, come dice il proverbio, “Fidarsi è bene, non fidarsi è ancora meglio“.

Vera Moretti

Consumi fermi ma prezzi su: ad agosto inflazione +2,8%

C’era da aspettarselo. Dopo la fiammata dei prezzi dei beni energetici, l’Istat ha comunicato che l’inflazione ad agosto ha raggiunto il 2,8% dal 2,7% di luglio, toccando il valore più alto da ottobre 2008. L’Istat ha sottolineato che i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,3% rispetto a luglio, a causa, guarda caso, del traino dei beni energetici non regolamentati e dai servizi relativi ai trasporti. I prezzi dei beni energetici non regolamentati (carburanti e gasolio per riscaldamento) sono cresciuti dello 0,9% su luglio e del 15,5% su agosto 2010. La benzina ad agosto è aumentata dell’1,1% congiunturale e del 16% rispetto ad agosto 2010. Un impatto significativo sull’andamento dei prezzi è stato dato anche dai servizi relativi ai trasporti con un aumento dei prezzi del 2,5% rispetto a luglio e del 5,7% rispetto ad agosto 2010. Imbarazzante il dato sulla crescita delle tariffe dei traghetti: +61% rispetto ad agosto 2010.

Stabile invece il tasso di disoccupazione che a luglio è rimasto all’8% come a giugno, in calo di 0,3 punti rispetto a luglio 2010. I disoccupati nel mese erano poco più di 2 milioni, mentre la lieve crescita del numero degli occupati (+36mila rispetto a giugno, +8mila rispetto a luglio 2010), secondo l’Istat, si spiega con l’aumento proporzionale della popolazione nella fascia 15-64 anni.

L’Istat sottolinea che gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-33mila) rispetto al mese precedente, portando il tasso di inattività nella fascia di età considerata al 38%. A luglio l’occupazione ha registrato variazioni positive sia nella componente maschile (+0,1% rispetto a giugno e + 0,2% rispetto a luglio 2010), sia per quella femminile (+0,2% in termini congiunturali, +0,6% su base annua). Il tasso di occupazione maschile risulta stabile sia su giugno sia su luglio 2010 al 67,5%, mentre quello femminile resta stabile al 46,3% rispetto a giugno mentre aumenta di 0,1 punti rispetto a luglio 2010. Il tasso di disoccupazione maschile a luglio era al 7,2% (stabile su giugno) mentre quello femminile era al 9,3% (stabile su giugno, in calo di 0,2 punti su luglio 2010.

Carburante, prezzi ancora alti ma fermi per questa settimana

Prezzi alti per i carburanti ma stabili: da venerdì 16 luglio, infatti, nessuna variazione per la benzina e solo +0,001 euro al litro per il gasolio.  Il saldo tra variazioni internazionali e variazioni nazionali è per questa settimana pari a +0,008 euro/litro per la benzina e a +0,008 per il gasolio, importi, cioè, che sono stati scaricati in più sui prezzi interni” ad affermarlo è Luca Squeri, presidente nazionale Figisc Confcommercio.

Le quotazioni del greggio Brent sono ancora ferme sui 118 dollari al barile con una variazione in aumento di circa 0,25 eurocent al litroiva compresa sia per benzina che gasolio. Questa situazione lascia ipotizzare che per la settimana in corso sia probabile un sostanziale mantenimento del prezzo alla pompa.

 

Prezzi dei carburanti ancora in salita

Cattive notizie per la situazione dei prezzi dei carburanti: nei prossimi giorni fare il pieno di benzina tornerà a costare di più. Dopo giorni di tregua i prezzi, a causa della crisi libica, torneranno a salire nell’ordine di +1- 1,5 centesimi al litro. Ecco il commento di Luca Squeri presidente della Figisc Confcommercio sui dati dell’osservatorio sui prezzi dei carburanti: “Le quotazioni del greggio Brent sono arrivate ai 117 dollari/barile, la chiusura delle sessione del Platt’s di giovedi’ 31 ha fatto registrare movimentazioni in aumento nell’ordine di 1,0-1,5 centesimi/litro a seconda dei prodotti. Per i prossimi giorni l’aspettativa è che i prezzi aumentino nell’ordine di 1,0-1,5 centesimi/litro“.

Rispetto all’andamento internazionale il prezzo Italia e’ aumentato di +0,003 euro/litro per la benzina, ed e’ rimasto assolutamente stabile per il gasolio. Lo scarto tra variazioni internazionali e variazioni nazionali e’, dunque, per questa settimana pari a -0,005 euro/litro per la benzina, importo, cioè, che non è stato scaricato sul prezzo alla pompa, ed e’ pari a +0,010euro/litro per il gasolio, importo, cioè, che è stato scaricato in più sul prezzo alla pompa“.

Per gli automobilisti quindi non rimane che sperare in aumenti non troppo eccessivi, ridurre l’utilizzo dell’auto o rifornirsi ai cosiddetti distributori bianchi, quelle pompe di benzina di marchi non pubblicizzati che solitamente riscono ad abbattere leggermente il prezzo finale.

M. Z.

Scheda carburante, ecco come compilarla

La scheda carburante è un documento importante che si utilizza per documentare gli acquisti di qualsiasi carburante per autotrazione (benzina, miscela, gasolio, gas metano, gpl) effettuati dai soggetti passivi dell’IVA nell’esercizio dell’attività di impresa o di lavoro autonomo. Il fine è poter beneficiare della detrazione dell’Iva e della deducibilità del costo sostenuto ai fini delle imposte dirette.

I dati che devono essere indicati nella scheda carburante sono i seguenti:

  • dati identificativi del contribuente:
    – la ditta, la denominazione sociale o ragione sociale ovvero il cognome e nome, il domicilio fiscale e il numero di partita Iva del soggetto che acquista il carburante;
    – l’ubicazione della stabile organizzazione in Italia, se il soggetto è domiciliato all’estero;
    i dati possono essere indicati anche a mezzo timbro.
  • dati identificativi del veicolo:
    – gli estremi d’individuazione del veicolo, vale a dire la casa costruttrice, il modello e la targa, oppure, in alternativa, il numero di telaio o altri elementi identificativi attribuiti dalla casa produttrice;
    l’indicazione delle targa è imprescindibile perchè rappresenta il principale elemento di individuazione del veicolo.

L’esercente presso cui si fa rifornimento deve annotare:

  • la data del rifornimento
  • spesa al lordo dell’Iva
  • Denominazione o ragione sociale ovvero cognome e nome dell’esercente e ubicazione dell’impianto (il tutto anche a mezzo timbro)
  • apporre la propria firma (elemento essenziale di convalida).

Mirko Zago