Fininvest resiste in Borsa nonostante la sentenza

 

Non sembrano risentire della sentenza della Cassazione i titoli della galassia Fininvest riconducibili a Silvio Berlusconi. Nei giorni immediatamente successivi alla condanna dell’ex premier per frode fiscale, le società controllate dall’imprenditore milanese si muovono in ordine sparso in Borsa, ma senza le reazioni eccessivamente negative che ci si poteva aspettare.

Negativa venerdì, ma nella media delle contrattazioni non andate a buon fine, Mediaset, che ha chiuso in calo del -1,96%. Non sembra risentire della condanna nell’ultimo grado di giudizio di Berlusconi, Mondadori, società controllata dalla figlia maggiore Marina, che durante la giornata ha toccato picchi positivi del +2%. In leggerissimo calo, invece, Mediolanum, nell’ordine del 0,52%.

Berlusconi, la Cassazione: condanna confermata ma rinvio in appello per l’interdizione

I Giudici della Corte di Cassazione si sono riuniti oggi dalle 12.30 in camera di consiglio per emettere l’atteso verdetto, e finalmente è arrivata la sentenza definitiva alle 19.45. Confermata la condanna a 4 anni, ma annullata con rinvio l’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset.

Dieci anni di scontri giuridici e politici, al centro l’intricata vicenda Mediaset e il Cav, condannato in appello a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici ha visto la propria condanna confermata dalla Cassazione, con la soluzione “democristiana” per l’incandidabilità. Berlusconi rimane comunque senatore e quindi libero.

Ora la sentenza relativamente all’interdizione dai pubblici uffici tornerà a una diversa sezione della corte d’appello di Milano ma solo per la rideterminazione della pena accessoria, non per la condanna.

Mercoledì la difesa di Silvio Berlusconi, l’avvocato Niccolò Ghedini e il professor Franco Coppi avevano chiesto l’assoluzione per l’ex premier sostenendo l’inesistenza del reato: “Nessuna prova è stata raccolta su ingerenze di Berlusconi nella gestione di Mediaset dal 1995 ad oggi” aveva chiosato Coppi. Alle sue parole hanno fatto eco quelle dell’avvocato Ghedini:Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio“.

Martedì invece era toccato all’accusa. Il procuratore Antonio Mura definiva il Cav “l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali“, sostenendo che le sentenze dei gradi precedenti avessero  “una coerenza logica nella valutazione probatoria” e pertanto chiedeva il rigetto dei ricorsi della difesa.

Francesca RIGGIO