Anche la birra tra i prodotti Made in Italy più esportati

Non solo vino, anche la birra artigianale italiana piace molto, anche e soprattutto all’estero.
In questo periodo dell’anno, poi, la birra è la bevanda più richiesta, perché è dissetante, si beve fredda ed è un ottimo accompagnamento per una cena informale tra amici, specialmente se a base di pizza.

Come accade per il vino, anche per la birra negli ultimi tempi si fanno scelte più oculate, alla ricerca di gusti e lavorazioni particolari. Non ci si accontenta più delle marche che si trovano sugli scaffali dei supermercati, ma si vuole altro, che magari sia legato più alla tradizione artigianale e meno al largo consumo.
Negli ultimi anni, infatti, riscuote molto successo la produzione agricola-artigianale, e le esportazioni sono aumentate del 144% in soli 10 anni.

Per questo motivo, sono molti i giovani che, intuendo le potenzialità di questo settore, hanno deciso di cimentarsi ed investire le proprie idee innovative in birrifici.
La produzione di birra ha convinto molto giovani agricoltori ad impegnarsi nel trovare alternative gustose, per soddisfare ogni tipo di palato. Dalla birra aromatizzata alla canapa, fino a quella pugliese al carciofo, passando per quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp oppure al riso.

Un esempio curioso è quello di Giorgio, Emanuele e Marco, tre giovani della zona di Savona che coltivano luppolo e orzo, con l’obiettivo di produrre una gustosa birra a km zero partendo proprio dal loro birrificio agricolo.
C’è chi, invece, ha iniziato la sperimentazione di una birra ad alta fermentazione di mais corvino, e anche gluten free.

Mercato che si può definire nuovo anche se il prodotto è appartenente all’antichità, addirittura risalente all’antico Egitto, quando la birra era considerata una vera e propria medicina. Ma le sue proprietà sono conosciute anche ora: oltre ad essere un analgesico naturale, capace di alleviare il mal di testa, consumata con moderazione aiuterebbe a prevenire l’osteoporosi, e proteggerebbe dalle malattie cardiovascolari, senza contare l’apporto di vitamina B.

Vera MORETTI

Birra italiana campione di export

Chi beve birra campa cent’anni e se beve birra italiana aiuta anche l’economia. E, specialmente all’estero, di gente che beve birra italiana ce n’è davvero tanta. Lo conferma la Coldiretti, che in una sua analisi ha rilevato come in 10 anni le esportazioni di birra italiana sono quadruplicate, toccando nel 2015 il massimo storico per un valore di 183 milioni di euro, la maggior parte dei quali fatturati in Paesi del Nord Europa, dalla Gran Bretagna alla Germania.

La birra italiana ha dunque tutte le carte in regola per continuare a crescere anche in Paesi con una forte tradizione di consumo, come la Repubblica Ceca (144 litri pro capite), l’Austria (107,8), la Germania (105), l’Irlanda (85,6), il Lussemburgo (85), la Spagna (82).

Quelle dell’export sono percentuali di crescita importanti: in Germania e Olanda +49%, nel Regno Unito +10%, mentre in Belgio le vendite di birre italiane sono decuplicate. Un trend di crescita nei consumi che, con la bella stagione, viene replicato anche in Italia (+6%), come rileva un’analisi di Coldiretti su dati Ismea, nella quale si sottolinea la grande crescita delle birre artigianali made in Italy sul mercato.

Secondo Coldiretti, i microbirrifici artigianali sono passati dalla trentina di 10 anni fa a circa un migliaio, per una produzione stimata annua in 45 milioni di litri. Un’espansione che, oltre a contribuire alla crescita dell’economia, fa della birra italiana artigianale un importante volano di occupazione, specialmente tra gli under 35.

La progressione delle tecniche brassicole e la giovane età di chi lavora nei microbirrifici artigianali fanno sì che nel settore si sperimentino profonde innovazioni, dalla certificazione dell’origine a chilometri zero della birra italiana al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità distintive o forme distributive innovative, come i cosiddetti brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

Coldiretti invita anche a ricordare che, alla base di una buona birra italiana, vi è anche una buona materia prima. Le coltivazioni nazionali di orzo danno infatti una produzione annuale di circa 950mila tonnellate su una superficie complessiva investita di circa 243mila ettari. Se si considera che la filiera cerealicola, unitamente al ministero delle Politiche agricole, ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90mila tonnellate, si capisce quanto la birra italiana sia importante per i motore economico dell’agroalimentare nazionale.

Birre artigianali, tesoro d’Italia

Nei giorni scorsi ha fatto sensazione il matrimonio miliardario tra i colossi mondiali della birra SabMiller e AB-Inbev, che ha portato alla creazione di un gruppo globale che controllerà un terzo del mercato con 224 etichette. Birre industriali, non birre artigianali.

E proprio tra le birre artigianali si sta registrando, in Italia, un vero boom, che non ha sicuramente i numeri delle grandi multinazionali ma che testimonia un fenomeno sempre più forte nel mondo delle eccellenze agroalimentari made in Italy, grazie anche agli oltre 30 milioni di consumatori presenti nel nostro Paese (29 litri pro capite all’anno).

Secondo i dati di Coldiretti, infatti i microbirrifici italiani che producono birre artigianali sono aumentati del 1900% negli ultimi 10 anni (sono oltre 600 realtà sparse in tutto il Paese) sfornano circa 30 milioni di litri.

Dalla parte delle birre artigianali italiane, a sostenerne la produzione, c’è l’importante coltivazione nazionale di orzo che, sempre secondo Coldiretti, nel 2014 ammontava a circa 860mila tonnellate, frutto dei circa 226mila ettari coltivati. Un aspetto importante e non sempre tenuto in considerazione, ma che dà un importante contributo alla causa delle birre artigianali italiane: non a caso, la filiera cerealicola nazionale e il ministero delle Politiche Agricole stimano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90mila tonnellate per la produzione italiane di birra

Il valore e la qualità delle birre artigianali italiane sono sempre più riconosciuti anche all’estero. Le esportazioni sono infatti triplicate negli ultimi 10 anni, con un +28% in quantità fatto segnare nel primo semestre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014.

E il lato buono delle birre artigianali italiane non è solo il fatto di piacere a giovani, ma anche di farli lavorare. Sono principalmente gli under 35 gli imprenditori più attivi nel settore grazie anche, ricorda Coldiretti, a “profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a km 0 al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative, come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica”.

Italia a tutta birra artigianale

Che quella della birra artigianale, in Italia, sia passata dall’essere una moda a una vera nicchia economica in crescita, lo dicono i numeri. Nello specifico, quelli emersi a Roma in occasione dell’incontro MicroMaxi, i mille volti della birra, promosso nei giorni scorsi dal Corpo Forestale dello Stato.

Ebbene, i dati della birra artigianale italiana parlano di 30 milioni di litri prodotti nel 2014 e di quasi 600 microbirrifici censiti su tutto il territorio nazionale. Solo 10 anni fa erano circa 30. Un’onda lunga che ha dato lavoro a diverse migliaia di persone, soprattutto giovani sotto i 35 anni, la tipologia più diffusa alla guida dei microbirrifici italiani.

Ma i numeri della birra artigianale italiana sono anche altri. In Italia sono oltre 30 milioni i consumatori di birra, con un consumo pro capite di soli 29 litri, staccatissimi da altre nazioni come Repubblica Ceca (144 litri), Austria (107,8), Germania (105), Irlanda (85,6), Lussemburgo (85) e Spagna (82).

Inoltre, la produzione di birra artigianale italiana spinge anche l’export; nel periodo gennaio-ottobre 2014 le esportazioni di birra artigianale italiana all’estero sono cresciute del 13% in quantità. Il principale mercato è quello del Regno Unito e dei suoi pub, che assorbe quasi la metà delle esportazioni.

Ma quella della birra artigianale è anche una filiera, sostenuta in primo luogo dalle coltivazioni nazionali di orzo; nel 2014 la produzione di questo cereale fondamentale per la realizzazione della birra artigianale è stata di circa 860mila tonnellate, distribuite su una superficie produttiva di circa 226mila ettari.