Banca e impresa, prove di dialogo online

di Davide PASSONI

Da qualche settimana a questa parte, Bnl spinge la comunicazione pubblicitaria sulla propria iniziativa Mestiere Impresa. Radio, tv, internet, affissioni, con messaggi nei quali passano le storie di piccoli imprenditori “veri” che raccontano di come hanno potuto sviluppare il proprio business grazie al supporto della banca. Niente da dire, gli spot sono ben fatti e i 6 video che raccontano altrettante storie d’impresa, ancora meglio: nulla di strano se alle spalle ci sono Tbwa\Italia e Shootin’Gun. Però… Però la voglia di capirne di più ci è venuta; del resto, tutti i giorni noi di Infoiva scriviamo d’impresa, parliamo con gli imprenditori e sappiamo quanto, in questo momento, per molti di loro i rapporti con le banche siano tutt’altro che rilassati… Possibile che per Bnl e le sue imprese clienti sia tutto rose e fiori? Che strategie commerciali ci sono dietro all’iniziativa? Insomma, viva le storie d’impresa ma, alla fine… Bnl che cosa vuole venderti?

Nulla. Siamo noi che, come al solito, pensiamo male, pare. Dall’ufficio stampa di Bnl precisano subito che Mestiere Impresa nasce come una “piattaforma” realizzata per aprire un canale di sostegno e di relazione con l’impresa: quello che la banca fa normalmente, ci dicono. Il passaggio in più è la creazione di una via di comunicazione strutturata, nella quale alcuni esperti (per ora interni a Bnl, poi anche esterni) possono rispondere alle domande che l’imprenditore pone attraverso la rete. Domande molto pratiche, di business, per le quali ci si aspettano risposte pratiche, di business. Il fine di Mestiere Impresa non è vendere un prodotto ma aprire un canale privilegiato di ascolto, comunicazione e confronto tra banca e impresa. Anche verso aziende non clienti di Bnl nonostante, per ovvi motivi, i protagonisti dei video siano clienti dell’istituto.

Delusi? No, stupiti. Perché, come detto, quando si parla di rapporto banche-imprese siamo portati a pensare male e l’uscita di Mestiere Impresa, in un momento delicato come l’attuale, ci sembrava un’operazione “simpatia” messa in campo da un grosso istituto di credito per reagire a un clima di diffidenza e sfiducia che caratterizza le banche agli occhi delle aziende. Del resto, sono molti gli istituti di credito che hanno delle business unit dedicate specificamente alle piccole imprese con a portafoglio prodotti finanziari ad hoc, salvo poi applicare delle condizioni molto pesanti, quando non proibitive, per l’accesso al credito. E invece no, da Bnl ci invitano a mettere da parte la malizia e a pensare a Mestiere Impresa solo come a “un luogo virtuale, ma con l’obiettivo reale e concreto di offrire agli imprenditori informazioni ed aggiornamenti, appuntamenti di loro interesse e tutto quello che può essere utile per renderli sempre più consapevoli anche per affrontare le sfide che il mercato italiano e quelli internazionali presentano loro quotidianamente“. Già la qualità dei video (non certo realizzabili in pochi giorni) fa capire che il progetto era in gestazione da tempo.

Bene, tutto molto chiaro. Ma, a fronte di 6 storie “a lieto fine”, quanti saranno gli imprenditori che con la banca hanno avuto problemi più o meno grandi e si sentiranno in dovere di dire la loro, sul sito o nei forum, contestando la linea editoriale di Mestiere Impresa? Accontentare tutti è impossibile, nella vita come nell’impresa. Un consiglio amichevole a Bnl; si attivi in maniera seria anche su questo fronte, come ha fatto con profitto su quello della promozione dell’iniziativa: un solo feedback negativo può fare più danni di quanti benefici possano portare 50 video con storie positive. Visto l’investimento in termini di creatività e, pensiamo, in termini finanziari, sarebbe un peccato per la banca, se succedesse.

Imprese sempre più etiche

Le imprese sono sempre più etiche e sempre più sensibili ai temi della responsabilità sociale d’impresa. Questo anche grazie ad un meccanismo di “contagio” e di “buon esempio”: un’impresa che attua pratiche virtuose viene spesso imitata dalle altre, sia in orizzontale, cioè tra imprese, sia in verticale, ovvero quando una grande azienda sensibilizza anche gli attori più piccoli della filiera.

Ed è proprio di “contagio” che si parlerà al convegno Dal dire al fare, il salone dedicato alla Csr, giunto all’ottava edizione, in programma all’Università Bocconi di Milano fino al 31 maggio.

Se sul fronte dell’impegno le aziende stanno migliorando, lo stesso non si può dire della comunicazione. Come spiega Rossella Sobrero di Koinética, in questo campo c’è ancora molto da fare. Sempre in occasione del Salone, quindi, si discuterà di Reporting Integrato, il sistema che permette alle imprese di documentare i risultati finanziari, ambientali, sociali e di governance attraverso uno strumento unitario.

Nel rispetto dei principi della sostenibilità, il salone quest’anno diventa ancora più digitale: tablet per poter navigare tra le buone prassi delle organizzazioni presenti, realtà aumentata attraverso la copertina del programma e del catalogo, Facebook, Twitter, coinvolgimento dei blogger e degli influencer della rete.

d.S.

Milano: CdC lancia il blog della città

In Camera di Commercio è nato il primo “blog” (un diario su internet) dedicato al futuro di Milano, alla sostenibilità ambientale e alle sue prospettive di miglioramento da qui al 2030. Il blog, creato e gestito da un gruppo di giovani collaboratori dell’ente, vuole raccogliere idee e aprire il dibattito alla cittadinanza su 5 temi: infrastrutture, casa ed abitare, ambiente, reti digitali, modi di vivere la città. 

Ogni settimana vengono pubblicati post (editoriali) legati all’attualità, relativi alle 5 aree tematiche, sui quali chiunque può lasciare commenti o fare proposte: le migliori potranno diventare linee di azione dell’istituzione.

Il blog ha anche 3 rubriche: le “Previsioni” meteo-politiche, i “Desideri per Milano 2030” e “Shop scout” dedicato alle più accattivanti “tendenze” imprenditoriali. 


Per accedere al blog basta cliccare su questo sito

“Un blog sul futuro di Milano, è questa la sfida digitale che ha raccolto la Camera di Commercio di Milano – ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano – per ragionare sulle opportunità della città e sulla sua evoluzione. E per farlo “pubblicamente” – ovvero con mente “pubblica” – alcuni giovani collaboratori della Camera di commercio hanno aperto il blog, un blog corale, aperto ai contributi esterni e all’arena virtuale che riflette sul futuro della città secondo la logica del partecipare per cambiare”. 

Multietnica, meno inquinata, turistica, internazionale: ecco come appare la Milano del 2030 nell’immaginario dei suoi cittadini. La coesistenza di una pluralità di popoli e culture diverse sarà il connotato distintivo della metropoli del futuro per circa un milanese su tre (30,2%) mentre uno su 10 teme una città conflittuale e socialmente frammentata (9,4%). Per circa la stessa quota di intervistati, invece, tra vent’anni Milano primeggerà nel mondo come città globale (9%), mentre un milanese su 7 ha una percezione meno positiva (14%). Riduzione dell’inquinamento (23,1%), rafforzamento della rete di trasporto pubblico (22,1%) e incremento del verde urbano (12%) costituiscono la ricetta per una Milano migliore. E più della metà dei milanesi si dimostra fiduciosa anche riguardo la previsione della propria condizione economica futura tra vent’anni, considerata perlomeno stabile (21,1%) quando non addirittura in crescita (per il 33,3% degli intervistati, un milanese su tre). Un cittadino su due, infine, ritiene mediamente adeguata la propria situazione finanziaria attuale mentre il 17,2% si reputa benestante, ma uno su cinque fa fatica. Emerge da un’indagine della Camera di Commercio di Milano su circa 2.050 persone realizzata nel 2011.

Fonte: Camcom.gov.it

Milano vista dai blog

Milano vista dai blog? Promossa per qualità della vita, bocciata per smog e traffico. Un risultato che emerge da una analisi su oltre 5.300 blog apparsi in rete nei mesi di agosto e settembre, condotta dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Voices from the Blogs (http://voicesfromtheblogs.com/).

Prevalgono i giudizi positivi: nell’82% dei casi la parola che meglio riassume Milano è “lusinghiera”. La città è vista soprattutto come una metropoli alla e della moda (per il 42,4% dei blogger) e cosmopolita (20,1%). Significativa la quota di chi considera Milano la città dello sport (9,3%). Pochi (il 17,8% del totale) scelgono una sintesi negativa (città infelice, inquinata, complessa nell’amministrazione), anche se va sottolineato che chi pensa che Milano non sia una città per le donne (3,1%).

Di Milano piacciono la vita sociale e i divertimenti che offre (35,1%), le opportunità economiche (19,1%), ma anche i cittadini (10,4%), l’architettura (9,3%). Per la rete i punti di forza di Milano sono rappresentati dalle imprese (per il 16%), ma anche dalla qualità dei servizi pubblici e di trasporto (15,8%), dalle condizioni di vita (12,6%), dalla società civile (9,7%).

Il 3,6% considera invece Expo 2015 come il vero punto di forza di Milano. E così non è un caso che prevalgano i pareri positivi sulla qualità della vita a Milano: circa la metà delle opinioni indica infatti una qualità della vita alta o molto alta, mentre i giudizi estremi raccolgono il 29% dei blogger nel caso positivo e solo il 10,4% nel caso negativo.

Una situazione che contagia anche le previsioni sul futuro di Milano: il 41% delle opinioni dei blogger è ottimista riguardo al futuro della città rispetto al 37,8% che si mostra al contrario più tiepido, mentre un quinto dei blogger rimane indeciso.

Un giudizio sostanzialmente positivo, dunque, ma che può ancora migliorare se si affrontassero con successo le criticità principali di Milano: inquinamento (il problema principale di Milano per il 28% dei blogger), ambiente (9%), traffico (17,2%) , abitazione (13,2%).

Laura LESEVRE