I nuovi requisiti per accedere alla detassazione del salario produttività

Le norme per poter usufruire della detassazione del 10% sul salario di produttività sono cambiate: dal 2013, i lavoratori che possono beneficiarne non devono avere un reddito annuo lordo che superi i 40mila euro, e comunque il bonus annuale sarà, al massimo, di 2.500 euro.

Le risorse dalle quali attingere sono i 950 milioni stanziati dalla Legge di Stabilità 2013, definiti in seguito all’accordo sulla produttività fra sindacati e imprese, anche in relazione a orari di lavoro, ferie, nuove tecnologie e mansioni.

Rispetto alla legge precedente, si alza la soglia di reddito da 30mila a 40 mila euro lordi, anche se alcune modifiche riguardano anche i parametri per definire la produttività.
Per far scattare il bonus fiscale, infatti, l’incentivo dovrà essere legato a precisi indicatori quantitativi di produttività, redditività, efficienza, innovazione, previsti dai contratti.

Altrimenti il premio dovrà essere collegato a contratti che attivano almeno una misura in almeno tre diverse aree di intervento fra quelle indicate:

  • Orari di lavoro: vanno applicati modelli flessibili che assicurino un efficiente utilizzo degli impianti per raggiungere obiettivi fissati nella programmazione mensile.
  • Ferie: vanno distribuite con flessibilità, attraverso una programmazione aziendale anche non continuativa per quelle eccedenti le due settimane.
  • Nuove tecnologie: vanno adottate misure che rendano compatibile l’utilizzo delle tecnologie con la tutela dei diritti dei lavoratori.
  • Mansioni: vanno attivati interventi in materia di fungibilità delle mansioni e integrazione delle competenze.

Questi punti salienti sono stati indicati nell’accordo tra imprese e sindacati avvenuto nel novembre 2012, che è stato siglato con l’obiettivo di non elargire incentivi a pioggia ma di legare i finanziamenti a precisi requisiti di produttività.

Vera MORETTI

Torna il credito d’imposta per incentivare le imprese

Per incentivare le imprese a realizzare innovazioni di prodotto o di processo, il Decreto Legge Sviluppo ha reintrodotto il credito d’imposta, relativo ad attività di ricerca appaltate ad università ed enti di ricerca.

I beneficiari possono essere imprese di qualsiasi dimensione di tutto il territorio nazionale e possono accedere all’incentivo se esternalizzano le spese di ricerca affidandole a:
– università,
– stituti di ricerca (statali e non)
– enti pubblici di ricerca,
– Asl e organismi di ricerca,
– istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs).

Il bonus fiscale spetterà per gli investimenti in ricerca sostenuti nel corso dei periodi di imposta 2011 e 2012, purché “incrementali” rispetto alla media delle stesse spese sostenute nel triennio 2008-2010.

La fruizione potrà avvenire in tre tranche annuali (di pari importo) a decorrere da ciascuno degli anni 2011 e 2012. In ogni caso – assicura la norma stessa – l’investimento nei progetti di ricerca beneficiari del bonus rimane integralmente deducibile dall’imponibile delle imprese.

Luca Squeri: sul bonus fiscale non molliamo

In queste ore di indecisione sulle sorti del Governo Berlusconi, una certezza si rincorre sulle strade e sui media italiani: lo sciopero dei benzinai “non s’ha da ritirare”. Almeno, non per i gestori di Fegica e Faib-Confesercenti che hanno confermato la serrata fino alle 7 di venerdì 11 novembre.

A riaprire saranno gli aderenti a Figisc e Anisa Confcommercio che hanno accettato il tentativo di mediazione del Governo. Di fatto, Luca Squeri, presidente nazionale Figisc Confcommercio, sulla questione del bonus fiscale proprio non transige.

EJournal lo ha intercettato ieri pomeriggio mentre si trovava a Roma, impegnato a trovare una soluzione a questo sciopero che, a detta di molti, “non era il momento di realizzare”.

Dottor Squeri, perché questa serrata?
La serrata è stata sospesa perché abbiamo firmato l’accordo che ci ha portato al rinnovo strutturale del bonus fiscale oltre il 2011, il motivo della nostra richiesta.

Quale crede possano essere le ipotesi di soluzione alternative da chiedere al Governo?
La vertenza era sul bonus fiscale. Saremo pienamente soddisfatti quando il Parlamento approverà l’emendamento promesso dal Governo che inserirà nella legge di stabilità con tutte le nostre richieste incluse. Finalmente il bonus sarà definitivo dal 2012 in avanti.

Tra un mese e mezzo è Natale. Gli italiani, sotto l’albero, troveranno nuovi rincari alla pompa?
Dipende dall’andamento del mercato internazionale del petrolio oltre che dalle quotazioni dollaro-euro. Con il petrolio in discesa e l’euro rafforzato sul dollaro avremo finalmente un prezzo alla pompa inferiore.

Paola Perfetti

Ristrutturazioni edilizie: quali documenti conservare

Quali sono i documenti da conservare ed esibire in caso di controllo da parte di chi fruisce del bonus del 36% per le ristrutturazioni edilizie? Lo chiarisce il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre.

Dopo le norme che hanno abolito gli obblighi di inviare la comunicazione di inizio lavori al Centro operativo di Pescara e di indicare separatamente nella fattura il costo della manodopera (Dl 70/2011), il provvedimento dell’Agenzia fornisce proprio l’elenco di questa documentazione:

abilitazioni amministrative (concessioni, autorizzazioni o comunicazioni di inizio lavori), se previste (in alternativa, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà contenente la data di inizio lavori e attestante che si tratta di interventi agevolabili anche se non è richiesto un’abilitazione specifica)
domanda di accatastamento per gli immobili non censiti
ricevuta dell’Ici, se dovuta
delibera assembleare e tabella con ripartizione delle spese in base ai millesimi, in caso di lavori concernenti parti comuni di edifici
dichiarazione di consenso ai lavori da parte del possessore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi
comunicazione alla Asl, se prevista dalla legge per la sicurezza dei cantieri
fatture e ricevute delle spese sostenute
ricevute dei bonifici di pagamento

Credito d’imposta per le attività di ricerca appaltate ad università ed enti di ricerca

Per incentivare le imprese a realizzare innovazioni di prodotto o di processo, il Decreto Legge Sviluppo ha reintrodotto il credito d’imposta, relativo ad attività di ricerca appaltate ad università ed enti di ricerca.

I beneficiari possono essere imprese di qualsiasi dimensione di tutto il territorio nazionale e possono accedere all’incentivo se esternalizzano le spese di ricerca affidandole a:
– università,
– stituti di ricerca (statali e non)
– enti pubblici di ricerca,
– Asl e organismi di ricerca,
– istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs).

Il bonus fiscale spetterà per gli investimenti in ricerca sostenuti nel corso dei periodi di imposta 2011 e 2012, purché “incrementali” rispetto alla media delle stesse spese sostenute nel triennio 2008-2010.

La fruizione potrà avvenire in tre tranche annuali (di pari importo) a decorrere da ciascuno degli anni 2011 e 2012. In ogni caso – assicura la norma stessa – l’investimento nei progetti di ricerca beneficiari del bonus rimane integralmente deducibile dall’imponibile delle imprese.