Esonero contributivo partite IVA: nuovo messaggio Inps

Sull’esonero dei contributi per le partite IVA nuovo messaggio Inps che spiega cosa fare in caso di reiezione della domanda.

Argomento del messaggio Inps n° 803 del 2022, le istanze di riesame per le richieste di esonero contributivo per le partite IVA.

L’Istituto previdenziale quindi spiega come fare in caso di reiezione delle domande.

Esito negativo della domanda di esonero contributivo per le partite IVA

L’esonero dei contributi per le partite IVA è un provvedimento nato con la legge di Bilancio. La manovra finanziaria ha introdotto questo esonero dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti. Si tratta di quei soggetti iscritti alle Gestioni INPS e alle Casse professionali autonome, che hanno fatto registrare un calo di fatturato pari o superiore al 33% e con redditi complessivi al di sotto di 50mila euro.

Il nuovo messaggio Inps, oltre a confermare la platea degli interessati, fornisce le istruzioni utili per provvedere all’invio delle istanze di riesame. E naturalmente viene messo in luce il meccanismo attraverso il quale si può arrivare alla verifica delle motivazioni per le quali l’istanza di richiesta dell’esonero è stata respinta.

 

Cosa mette in evidenza l’Inps nel messaggio n°803 del 2022

Dopo aver ricevuto la domanda da parte dei contribuenti, l’Inps provvede alla verifica della detenzione dei relativi requisiti di accesso alle agevolazioni. Lo sgravio dei contributi avviene esclusivamente ad esito positivo di queste verifiche. Se invece sopraggiunge esito negativo della domanda di accesso alle agevolazioni, l’Inps provvede a darne immediata comunicazione ai diretti interessati. In questo modo il contribuente oltre ad essere messo al corrente della reiezione, può trasmettere la domanda di riesame con tutti i documenti eventualmente in suo possesso per far si che l’Inps riveda la sua precedente posizione.

Come controllare la posizione della domanda, l’esito o le motivazioni della reiezione

Proprio questo ciò che l’Inps fa con il prima citato e nuovo messaggio pubblicato oggi 18 febbraio 2022 sul portale ufficiale dell’Istituto nell’area “Inps Comunica”.

Nella comunicazione Inps viene imposto anche il termine entro cui far rilevare le motivazioni per le quali si intende provvedere al riesame. Termine perentorio anche per inviare l’istanza di riesame all’Istituto Previdenziale. Viene sottolineato anche da dove scaturiscono i controlli dell’Istituto. Parliamo di quelli che l’Inps ha prodotto dopo aver ricevuto le istanze. Controlli che hanno riguardato tutti i requisiti che davano diritto alla corresponsione del beneficio dello sgravio. Quindi, dall’assenza di un contratto di lavoro subordinato in capo al richiedente, alla effettiva iscrizione alle gestioni Inps.

Il messaggio si è reso necessario dal momento che non sono state poche le domande respinte ai richiedenti. Domande respinte nella stragrande maggioranza dei casi per mancanza di alcuni dei requisiti necessari per accedere al beneficio. L’Inps infine ricorda come verificare il tutto. Per gli interessati basterà accedere all’area riservata del sito dell’Inps. Così facendo è possibile in qualsiasi momento verificare lo stato delle domande di esonero contributivo.

Bonus Partita IVA: lo sai che nel 2022 bonus dopo bonus si arriva si arriva a cifre considerevoli?

Se c’è un settore in sofferenza che richiede bonus e che balza sicuramente agli occhi è lo spaccato delle Partite IVA. Professionisti, piccoli imprenditori, piccoli negozianti o commercianti. Sono questi i più in sofferenza a causa della continua emergenza Covid e della crisi economiche che ne è scaturita. I numeri di cui in queste ore stanno parlando i media, che si riferiscono ai dati della CGIA di Mestre riguardanti le chiusure di moltissime attività da Nord a Sud proprio per questa sofferenza, sono allarmanti.

Il governo fin da inizio pandemia ha previsto bonus e indennizzi in aiuto di queste attività, ma forse non sono stati sufficienti. Eppure ce ne sono davvero tanti di bonus, a tal punto che come si legge sul sito “Investireoggi.it”, nel solo 2022 è possibile arrivare a recuperare fino a 15.000 euro.

I bonus per le partite IVA del 2022, cos’è il Bonus bancomat

Una misura poco nota è senza dubbio il bonus bancomat. Parliamo di un benefit che può essere assegnato, dietro richiesta a professionisti e commercianti. Si tratta di un bonus sotto forma di credito di imposta che si riferisce all’ammodernamento dei sistemi di pagamento nelle attività e all’acquisto o noleggio dei Pos.

Il bonus massimo può arrivare a 480 euro.  L’incentivo altro non è che uno sconto a favore di questi soggetti che comprano o prendono in affitto questi nuovi strumenti di accettazione dei pagamenti da parte della loro clientela. Il bonus è diviso in due, con 160 euro appannaggio di chi compra o affitta solo il Pos, e 320 euro per chi passa anche allo scontrino telematico, con la memorizzazione elettronica quindi.

E si tratta di un bonus variabile in base alle proporzioni di fatturato del richiedente. Infatti per Partite IVA con fatturati fino a 200.000 euro il bonus è pari al 70%. Scende al 40% per le Partite IVA con fatturati sopra 200.000 e fino ad un milione di euro ed infine al 10% per le Partite IVA con fatturati sopra il milione e fino a 5 milioni di euro.

Naturalmente ilo 100% di bonus spetta a Partite IVA con fatturati inferiori a 200.000 euro.

Bonus impianti di compostaggio e soluzioni meno inquinanti

Come stabilito dalla legge di Bilancio 2022 esiste un bonus per le Partite IVA che istallano nuovi impianti di compostaggio . Si rammenda che per impianto di compostaggio si fa riferimento a quella struttura che trasforma la parte umida dei rifiuti nel cosiddetto humus, accelerandone il processo.

Il bonus vale sia per l’istallazione che per la messa in funzione e come si legge in manovra, vale per le aree del Mezzogiorno, cioè Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise. Evidente l’impegno del governo nel rendere meno inquinanti possibili le imprese. Si tratta di un bonus fiscale sotto forma anche in questo caso di  credito d’imposta.

ISCRO, di cosa si tratta?

Uno strumento inserito nel nostro ordinamento dal 2020 e valido fino al 2023 è la cosiddetta Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa , cioè l’Iscro.  Sono gli iscritti alla Gestione Separata INPS i soggetti interessati da questa indennità. SI tratta di una specie di indennità di disoccupazione per liberi professionisti. Infatti l’Iscro è un bonus mensile erogato per 6 mesi dall’Inps, parametrata all’ultimo reddito da lavoro autonomo che il professionista ha certificato. Una indennità variabile da 250 ad 800 euro proprio in base al redito del libero professionista.

Come siu legge nella circolare dell’Inps, l’indennità è pari al 25 per cento dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e già trasmesso da quest’ultima all’INPS alla data di presentazione della domanda. Per capire bene come si arriva al beneficio spettante, il reddito annuo va diviso per 12 mesi, moltiplicato per 6 e poi moltiplicato per il 25%.

Bonus 480 euro per chi ha partita IVA: il beneficio sostituisce il cashback

Il bonus di 480 euro spetta alle partita Iva per dotarsi di strumenti per il pagamento elettronico. Ecco a chi spetta e come farne richiesta.

Bonus 480 euro, come nasce il provvedimento

Archiviato il Cashback che era stato un provvedimento che aveva incontrato il gusto degli italiani, arriva un nuovo bonus. Ma stavolta è dedicato alle partite Iva per dotarsi degli strumenti per il pagamento elettronico. In realtà il bonus, per un importo massimo di 480 euro, consiste in un credito d’imposta per l’acquisto, il noleggio e l’utilizzo di Pos collegati a registratori di cassa.

Si tratta di un altro provvedimento legato alle misure messe in atto dal Governo per limitare la circolazione del contante. All’interno di un’ottica più complessa legata alla lotta all’evasione fiscale. E favorire la tracciabilità di tutti i pagamenti e le transazioni commerciali che avvengono sul territorio italiano.

Bonus di 480 euro, in cosa consiste il credito d’imposta

Fino al 30 giugno 2022 gli esercenti potranno usufruire di un credito d’imposta al 100% per le commissioni sostenute utilizzando i Pos. Tuttavia sono previsti, entro la stessa data, fino a 160 euro per l’acquisto, il noleggio, l’utilizzo di strumenti elettronici per il pagamento dei clienti.

In particolare secondo quando previsto dal decreto legge n. 99 del 30 giugno 2021, “gli esercenti attività di impresa, arte o professioni che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizio nei confronti di consumatori finali potranno usufruire di un beneficio parametrato al costo di acquisto, noleggio o utilizzo di pos e altri strumenti che consentono forme di pagamento digitale”. Inoltre si prevede il rimborso sulle commissioni per noleggio, uso oppure acquisto di mezzi elettronici nel periodo che va  tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022. 

160 euro di credito d’imposta per noleggiare un pos

Oltre all’acquisto di questi strumenti di pagamento elettronico, c’è anche un rimborso parziale con importo massimo fino a 160 euro. Il valore è collegato al valore dell’ultimo fatturato dichiarato dal lavoratore autonomo munito di partiva Iva. I rapporti sono i seguenti:

  • 70%, fino a 200mila euro;
  • 40%, da 200mila a 1 milione di euro;
  • 70%, da 1 a 5 milioni di euro.

Inoltre è previsto un altro credito fino a 320 euro per i “pos smart” definiti dalla legge come “strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione e la trasmissione telematica” dei dati. Il massimo importo assegnabile è sempre erogati in base ad una percentuale stabilità tenendo in considerazione il fatturato dichiarato:

  • 100%, fino a 200mila euro;
  • 70%, da 200mila a 1 milione di euro;
  • 40%, da 1 a 5 milioni di euro.

Come usufruire dei bonus?

Come abbiamo detto si tratta di un credito d’imposta e non di soldi che vengono versati a fondo perduto nei confronti del lavoratore autonomo. Pertanto per sfruttare il contributo occorre utilizzare il modello F24 dell’agenzia delle entrate. Tuttavia c’è tempo fino al 30 giugno 2022 per poterlo richiedere. Si ricorda di conservare gli scontrini, le fatture e le ricevute comprovanti l’acquisto, o il noleggio di questi strumenti elettronici.