Da Arezzo, il Made in Italy vola in Oriente

La creatività italiana dà il meglio di sé quando le barriere tra le diverse artigianalità si abbassano per realizzare qualcosa di unico e, per questo, prezioso.

Risultato eccelso di una “contaminazione” di alta gamma è la Golden Hat_Titude, la mostra evento allestita da Arezzo Fiere e Congressi, il polo fieristico che nelle ultime stagioni celebra il mondo del gioiello e quello della moda.
Protagonisti sono 16 cappelli creati da Borsalino e reinterpretati da 16 orafi aretini, che danno vita ad un evento senza precedenti.

Raul Barbieri, direttore di Arezzo Fiere e Congressi, ha presentato la mostra con entusiasmo e soddisfazione: “Quello di Gold Up e di Golden Hat_Titude è stato un investimento che ha dato e continua a dare i suoi frutti. Le nostre mostre sono richieste nel mondo e portano un valore aggiunto anche dal punto di vista strettamente culturale. Una volta di più Arezzo Fiere e Congressi si fa portatore di elementi di straordinario appeal che fanno da contorno alla creatività e al know-how riconosciuto delle nostre aziende”.

Le parole di Barbieri sono state confermate dall’evidente interesse che ha mostrato, nei confronti delle iniziative del polo fieristico toscano, anche lo Shenzhen Yuehao Jewelry Co. Ltd, che da sempre collega l’Italia con i mercati emergenti di Cina, Indonesia, Giappone e Turchia, nella persona di Tanya Chan, la sua responsabile.

In occasione della 34esima edizione di OroArezzo, infatti, Chan ha sancito una collaborazione con Arezzo Fiere, con l’obiettivo di portare il Made in Italy in Oriente: “I mercati asiatici seguono con particolare attenzione e interesse il mercato dell’oreficeria italiana in quanto portatore di valori importanti come stile, creatività e attenzione ai dettagli. Anche e soprattutto per questo riteniamo fondamentale aggiungere, nel corso di questi incontri, un quid di eleganza e cultura che possa avere un’ulteriore funzione attrattiva per i nostri clienti”.

Ma non è certo il primo “scambio” che avviene tra Shenzhen e il polo fieristico aretino, poiché già due anni fa la mostra Gold Up, allestita insieme a Vogue Gioiello con la partecipazione di 16 star dell’alta moda nazionale, era stata ospitata proprio dalla compagnia di Tanya Chan, la quale ha aggiunto: “Arricchire la proposta delle aziende orafe con eventi speciali significa creare un mood particolarmente suggestivo che coinvolge i compratori, con effetti positivi sugli acquisti. Noi abbiamo tra le 500 e le 800 aziende dall’Italia e oltre 1.000 potenziali acquirenti; il che significa creare delle situazioni di grande appeal sul versante business, con un ritorno importante dal punto di vista economico. Proporre un evento come quello legato a un’icona del calibro di Borsalino determina uno standard elevatissimo, base essenziale per mantenere alta l’immagine del Made in Italy”.

Vera MORETTI

Capi di lusso dalle boutique al negozio sotto casa

Si sente sempre più spesso parlare di democratizzazione della moda e di lusso democratico. Concetti usati, e spesso abusati, per spiegare una tendenza molto diffusa nel fashion system che induce le più importanti maison di moda a stringere partnership con le cosiddette catene del fast fashion.

Il colosso svedese low cost H&M è stato tra i primi a stringere collaborazioni con i grandi marchi. Karl Lagerfeld, Stella McCartney, Jimmy Choo, Versace e, da ultimo, Marni hanno lanciato speciali capsule collection, in edizione limitata, al “nobile” scopo di avvicinare la moda al popolo. Sulla base del crescente successo delle partnership di H&M, il Gruppo Coin ha deciso di affrontare la sfida della moda democratica, prima con Elio Fiorucci che ha firmato una collezione per Ovs, poi con Ennio Capasa di Costume National che ha lanciato, sempre per Ovs, EEqual.

Oggi è il turno di Kristina Ti, maison di moda della stilista torinese Cristina Tardito, che, prima di approdare al prêt à porter delle passerelle milanesi, disegnava intimo e romantici costumi da bagno. Si chiama “Ti per Te by Kristina Ti” la label, approdata il 22 marzo 2012 nei grandi magazzini Ovs, che propone leziose sottovesti, reggiseni e slip su cui sono stampati romantici fiorellini, tratto distintivo dell’heritage della maison. A maggio sarà la volta dei costumi e del beachwear.

Una collezione, quella di Kristina Ti, vezzosa e bon ton, così come nell’animo del brand, rifinita e curata nei minimi dettagli (l’appendiabito, infatti, è realizzato in velluto perché la lingerie non scivoli via) ad un prezzo decisamente cheap: i costi sono a partire da 9,99 euro e raggiungono un tetto massimo di 39,99 euro.

Che il mondo della moda sia improvvisamente diventato buono e abbia smesso di avere quella puzza sotto al naso che da sempre lo contraddistingue? Ci chiediamo se, davvero, le grandi maison del lusso si siano inaspettatamente redente dallo snobismo e abbiano cominciato ad accettare l’idea di concedere al volgo di indossare i loro preziosissimi capi. Non sarà forse che il vento gelido della crisi si sta facendo sentire minaccioso anche sulle loro teste protette da cappelli Borsalino o avvolte in foulard di Hermès?

Sia come sia, il vero banco di prova per comprendere dove andrà questa tendenza sono i negozi sotto casa. Se queste maison cominceranno a realizzare collezioni da vendere anche nel negozietto all’angolo, allora la rivoluzione sarà davvero cominciata. Stiamo a vedere.