Quali sono i requisiti affinché un’idea venga brevettata

Le idee spesso sono vincenti, ed in certi casi sono pure rivoluzionarie. E quando le idee sono rivoluzionarie allora è alto il rischio che queste vengano imitate e quindi copiate. Chi inventa qualcosa, infatti, in genere ha un vantaggio competitivo che, pur tuttavia, nel tempo può essere perso.

E questo avviene in genere quando a far leva sulla stessa idea è, per esempio, una società che ha ingenti mezzi e risorse finanziarie per investire e per sfruttare proprio quell’idea per assumere una posizione dominante nel mercato di riferimento.

Pur tuttavia, quando l’idea è davvero vincente e rivoluzionaria, questa si può in ogni caso proteggere  e tutelare proprio da chi vuole provare a copiarla. E questo, nella fattispecie, grazie alla brevettazione. Ed allora, vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti affinché un’idea venga brevettata.

Quali sono i requisiti per trasformare un’idea in un brevetto

Al fine di poter trasformare un’idea in un brevetto, l’idea stessa deve rispettare dei requisiti che sono molto stringenti. A partire dal fatto che l’idea da un lato deve essere nuova e originale, e quindi non deve essere simile alle altre idee già brevettate, e dall’altro lato deve essere lecita. Ovverosia deve essere un’idea non contraria al buon costume e all’ordine pubblico.

In più, l’idea da brevettare deve essere un’opera dell’ingegno utile, ovverosia tale da poggiare su criteri non solo di utilità, ma anche di realizzabilità. Così come, presentando la domanda di brevettazione per la propria idea/invenzione, questa deve essere descritta e illustrata in maniera chiara e precisa. In quanto la brevettazione o meno dell’idea passa poi sempre attraverso la valutazione che sarà fornita da tecnici/esaminatori.

A chi rivolgersi in Italia per brevettare un’idea e per accedere agli incentivi ed ai contributi statali

In Italia per brevettare un’idea occorre rivolgersi al MiSE, ovverosia al Ministero dello Sviluppo Economico. Precisamente all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi – Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale. Per incentivare la brevettazione, specie quando le idee sono proposte da micro e piccole imprese, sono inoltre accessibili risorse pubbliche.

Ovverosia bandi per la brevettazione. Per esempio, dal prossimo 27 settembre del 2022, grazie a risorse per complessivi 46 milioni di euro, si apriranno i termini per la presentazione delle domande per l’accesso ai contributi dei bandi Brevetti+, Marchi+ e Disegni+.

Brevetti green: l’Italia è quarta in Europa

L’innovazione italiana è sempre più green, tanto che, in dieci anni, il numero di brevetti Made in Italy è aumentato del 22%, andando così a rappresentare il 10% delle 3.645 domande di brevetto registrate nel 2015.
Si tratta di invenzioni regolarmente registrate che introducono innovazioni a basso impatto ambientale nei processi o nei prodotti realizzati.

I settori in cui sono più diffusi, secondo l’analisi effettuata da Unioncamere-Dintec sulla base dei brevetti pubblicati dall’European Patent Office (EPO), sono il medicale e gli imballaggi, anche se aumentano gli elettrodomestici/casalinghi e arredo, che recuperano ben tre posizioni rispetto al 2006, rubando il podio ai veicoli stradali.
In calo del 60%, invece, i brevetti legati a una parte delle tecnologie che compongono la Digital economy e communication, che passano dal sesto posto occupato nel 2006 al diciottesimo del 2015.

Le KET, Key Enabling Technology, tecnologie abilitanti a più alta intensità di conoscenza associate alla ricerca applicata e allo sviluppo sperimentale, che ovviamente richiedono investimenti elevati e lavori altamente specializzati, si mantengono costanti, sui mille brevetti all’anno.
Riguardano i settori biotech, fotonica, manifattura avanzata, materiali avanzati, nano/micro-elettronica e nanotech, che rappresentano il 29% del totale dei brevetti italiani pubblicati dall’EPO nel 2015.

Grazie a queste performance, l’Italia si posiziona al quarto posto nella graduatoria europea, dopo Germania, Francia e Olanda. Ci seguono Svezia e Spagna, molto vicine.

Leader, dal punto di vista territoriale, rimane per l’Italia il Nord Ovest, con Milano, Torino e Genova in pole position, anche se ultimamente è stato registrato un deciso calo, che però non è stato colmato da nessun’altra area. Alle regioni del Nord Ovest si devono 26.000 brevetti europei registrati nel decennio, contro i 19.000 circa del Nord Est, i 9.000 del Centro e i poco più di 2.000 del Mezzogiorno.

A livello provinciale, confrontando il numero dei brevetti pubblicati nel 2006 con quelli del 2015, in vetta alla classifica delle province più innovative si posiziona Treviso (41 brevetti in più del 2006), seguita da Firenze (+37) e Parma (+30). Sul fronte opposto, a risentire di più della congiuntura negativa del decennio mostrano di esser state Monza Brianza (i cui brevetti pubblicati all’EPO nel 2015 sono stati 53, contro i 247 del 2006), Milano (-126) e Torino (-88).

Vera MORETTI