Manutenzione della caldaia, cosa succede se non si fa?

La manutenzione della caldaia negli appartamenti è un obbligo molto importante da assolvere. Ecco quindi chi deve farlo, e cosa succede se si dimentica.

Manutenzione della caldaia, perché è importante?

La caldaia di casa è un elemento fondamentale per il giusto riscaldamento degli ambienti. Utilizzando gas e luce ha bisogno sempre di essere sottoposta a manutenzione, almeno una volta all’anno da un tecnico esperto. Quest’ultimo controllerà i fumi ed il corretto funzionamento per evitare dei danni, anche irrimediabili come lo scoppio. Sono molti i casi di cronaca che raccontano di persone che hanno perso la vita per questo motivo.

La manutenzione ordinaria spetta al proprietario quando esso stesso vive nell’immobile di sua proprietà. La manutenzione è annuale a partire dall’anno dopo alla sua istallazione. Se l’unità non fa parte di un condominio con sistema di riscaldamento centralizzato, in quest’ultimo caso se ne deve occupare l’amministratore con lo specialista di fiducia con cui di solito ha stipulato con contratto annuale. I costi rientrano tra le spese a carico dei proprietari immobiliari e sono ripartiti in base alla scala millesimale.

Manutenzione della caldaia, cosa succede se l’immobile è in locazione?

Se l’immobile è dato in locazione con contratto regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate le cose sono diverse. Infatti la manutenzione ordinaria della caldaia spetta all’inquilino. Quest’ultimo deve occuparsi di controlli periodici, quindi della pulizia della caldaia, il controllo dei fumi e la sostituzione dei componenti usurati. Queste operazioni devono essere fatte dall’inquilino proprio perché è lui utilizza l’elettrodomestico.

Il proprietario però deve rispondere di interventi di manutenzione straordinaria della sostituzione della caldaia, dell’istallazione ed il collaudo. In ogni caso deve tenere e conservare il libretto di impianto. Questo contiene tutti i dati, colui che ha effettuato i controlli, anche se annuali, e le caratteristiche in toto, comprese le eventuali sostituzione dei pezzi.

Cosa succede se non si eseguono questi controlli?

La mancata compilazione del libretto comporta una multa da 500 a 600 euro per il soggetto responsabile della manutenzione. Mentre se  non viene effettuata la manutenzione la sanzione va da 50 a 3000 euro. In particolare è meglio avvisare che è possibile fare dei controlli a campione preceduti dalla ricezione di un avviso di ispezione con anticipo di almeno due settimane. Si ricorda inoltre che le tempistiche in merito al controllo dei fumi sono ogni:

  • 2 anni per le caldaie a combustibile liquido o solido e potenza compresa fra 10 e 100 kW.
  • ogni anno per le caldaie con potenza superiore a 100 kW.
  • 4 anni per le caldaie a gas, metano o gpl e potenza compresa fra 10 e 100 kW.
  • Ogni anno per le caldaie a gas, metano o gpl e potenza superiore a 100 kW.

Il controllo periodo è quindi non solo un obbligo di legge, ma anche un importante passo ai fini della salute e sicurezza propria e delle abitazioni e persone vicine.

Stop incentivi su installazione caldaie dal 2027 e dismissione entro 2040

La Commissione Europea ha proposto la direttiva sulle performance energetiche degli edifici e sono in arrivo grosse novità nel settore, alcune andranno a incidere in modo sostanziale nella vita quotidiana di molti di noi.

Addio alle vecchie caldaie: nessun incentivo dal 2027

L’attenzione per l’ambiente diventa sempre più alta e proprio per questo le varie istituzioni cercano di rispondere in modo adeguato. Un input importante lo offre anche l’Unione Europea che in questi giorni ha posto l’accento sulle emissioni inquinanti degli edifici privati e pubblici. La direttiva prevede l’obbligo entro il 2030 di costruire solo edifici a emissioni zero, per gli edifici destinati ad accogliere uffici pubblici l’obbligo parte dal 2027. La direttiva contiene anche la raccomandazione agli Stati Membri di realizzare un piano che consenta la graduale dismissione dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento. La trasformazione deve avvenire al più tardi entro il 2040.

Sebbene il 2040 possa sembrare un orizzonte temporale lontano, è bene sottolineare che in realtà la direttiva prevede che già dal 2027 ci sia lo stop alla concessione di agevolazioni fiscali per l’installazione di caldaie a combustibili fossili come il gas e il metano. In poche parole gli incentivi attualmente disponibili in Italia per chi decide di cambiare la vecchia caldaia e installarne una a condensazione, presto potrebbero sparire, nonostante si tratti di un modello finora incentivato perché a basso impatto ambientale.

L’impegno degli Stati Membri

La commissaria europea all’Energia Kadri Simpson ha sottolineato che trattandosi solo di suggerimenti spetta alla buona volontà degli Stati Membri recepire la direttiva in modo ampio contribuendo così a ridurre le emissioni inquinanti.

Per raggiungere gli obiettivi prefissati con la  direttiva per la riqualificazione degli edifici della Commissione Ue l’Unione Europea ha stanziato fondi per 150 miliardi di euro entro il 2030.

Il vicepresidente della commissione Ue Frans Timmermans ha sottolineato che in realtà la direttiva non prevede alcun divieto di vendita degli immobili con impatto energetico negativo, ma spetterà agli Stati Membri decidere come attuare la direttiva e raggiungere gli obiettivi prefissati.