Atteso lieve calo del prezzo dei carburanti

Buone notizie per quanto riguarda l’andamento dei prezzi dei carburanti. ”Mentre le quotazioni del greggio Brent sono ancora attestate sui 112 dollari/barile, le chiusure del Platt’s di questi ultimi due giorni hanno segnato una ripresa di 2,6 eurocent/litro per la benzina e di 1,5 sul gasolio, Iva compresa. Per i prossimi giorni ci si puo’ attendere modeste diminuzioni di assestamento, inferiori ad un eurocent/litro”. Questo il commento di Luca Squeri, presidente nazionale Figisc Confcommercio.

In sostanza stando ai dati dell’Osservatorio settimanale sull’andamento dei prezzi dei carburanti, si dovrebbe assistere ad un leggero calo. A partecipare alla situazione positiva è stato un arretramento del cambio dollaro/euro che ha creato una stasi nelle quotazioni del greggio Brent, stabile nell’ultima settimana. mentre il mercato internazionale ha registrato un forte decremento del prezzo internazionale dei prodotti ‘finiti’ Platt’s per la benzina in misura pari a -0,032 euro/litro, ed uno molto più limitato per il gasolio pari a -0,006 euro/litro. Rispetto a questo andamento, il prezzo Italia è diminuito di -0,013 euro/litro per la benzina e di -0,010 euro/litro per il gasolio.

Per il Presidente dell’Eni pagare cara la benzina ha effetti positivi

Secondo l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, il caro benzina “non è solo uno svantaggio”, a ben guardare infatti rappresenterebbe un vantaggio su più fronti, primo tra tutti l’effetto positivo sull’ambiente e secondo in termini di risparmio “di una materia prima come il petrolio che un bel giorno finirà“.

Scaroni sostiene che “In Europa i carburanti sono tassati dal dopoguerra“. Come risultato un cittadino europeo più attento al risparmio di uno statunitense brucia ogni anno 11 barili di petrolio, contro 26 dei cittadini oltreoceano (dove non ci sono accise sui carburanti).

Secondo l’amministratore delegato di Eni, 80 dollari al barile potrebbero rappresentare una cifra ragionevole per permettere una giusta crescita economica, e garantire una buona competitività. Scaroni prosegue con le spiegazioni sugli aumenti (fino a 120 dollari il barile): l’aumento globale del consumo di petrolio (in particolare  paesi asiatici), il venir meno di qualche produzione (come in Libia), la speculazione di chi “vive le crisi internazionali come un’opportunità per rialzare i prezzi“.

Mirko Zago