Camicissima, il franchising delle camicie

I franchising che operano nel settore dell’abbigliamento sono molti, ma ce ne sono alcuni che non temono la concorrenza, poiché propongono prodotti capaci di farsi notare.

Un esempio è quello di Camicissima, marchio molto famoso ed apprezzato, presente nei centri commerciali più in vista, in tutte le principali città italiane.

Coloro che hanno intenzione di entrare a far parte di questo brand possono, dunque, appoggiarsi ad un nome che si avvale di ben 120 negozi in Italia e all’estero, con più di 200 milioni di contatti annui e inoltre:

  • Buon rapporto qualità/prezzo
  • Esclusive di zona
  • Nessun investimento di magazzino
  • Monitoraggio continuo delle vendite
  • Gestione semplificata dell’attività di vendita
  • Elevato giro d’affari per ogni addetto alle vendite
  • Elevata redditività del capitale investito

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Camicissima.

Moda uomo alla riscossa

di Vera MORETTI

Riflettori puntati sulla moda maschile: in concomitanza con l’apertura di Pitti Immagine a Firenze il 10 gennaio, lo SMI ha diffuso le prime stime sul fatturato della moda uomo, e, a sorpresa, si tratta di buone nuove.

Il settore dedicato al vestiario esterno, quello più importante, dovrebbe infatti chiudere l’anno con un incoraggiante +4,7%, a seguito di un risultato che, già alla fine del 2010, era parso incoraggiante.
Bene, quindi, maglieria e pelle, un po’ meno camicie, +0,5%, e cravatte, queste ultime in caduta libera.

In generale, comunque, non si può dire che la produzione italiana goda di buona salute, perché, solo quest’anno, dovrebbe registrare una flessione del -8,9%, causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime ed un conseguente incremento dell’import al valore.
Il 2011, perciò, è stato l’anno del mercato estero che, dopo una timida crescita nell’anno precedente, si è incanalato nella strada giusta, tanto da vantare una crescita del 10,4%, con buone prospettive anche per l’import, previsto a +10,2%.

A fronte di questi risultati, il 56% delle aziende operanti nel settore prevede, per l’anno appena iniziato, un mantenimento delle attuali condizioni e il restante 44% si divide tra ottimisti e pessimisti.