Voluntary disclosure, le Entrate: fasi istruttorie in ogni Direzione regionale

In un primo momento l’adesione dalla voluntary disclosure avrebbe richiesto che le fasi istruttorie si svolgessero nel Centro Operativo delle Entrate di Pescara. Ora, l’Agenzia delle Entrate, per cercare di rendere più semplici i passaggi dell’istruttoria ha deciso che chi vuole aderire alla voluntary disclosure può espletare i primi passaggi in qualunque Direzione regionale o alla Direzione provinciale di Trento.

La decisione delle Entrate è stata comunicata attraverso un apposito provvedimento emanato il 27 novembre che, di fatto, annulla quello del 6 novembre con il quale le Entrate indicavano proprio il Centro operativo di Pescara come la sede per l’istruttoria delle pratiche di voluntary disclosure.

Chi volesse aderire questa prima fase istruttoria della pratica di voluntary disclosure deve inviare un’apposita richiesta via mail attraverso posta certificata, all’indirizzo vd.cop@postacert.agenziaentrate.it, allegando la relazione e i documenti a integrazione delle istanze di adesione.

La richiesta di instaurazione delle fasi istruttorie del procedimento può essere inviata fino a 10 giorni prima della data fissata nell’invito al contraddittorio. Unitamente alla documentazione, il contribuente deve anche comunicare alle Entrate la propria disponibilità a comparire personalmente o tramite rappresentanti alla prima fase istruttoria di adesione alla procedura.

Confermato il termine per le domande di voluntary disclosure

Il tira e molla delle scorse settimane sulla voluntary disclosure, con proroghe prima negate poi confermate e con un clima di incertezza che è rimasto fino all’ultimo sui tempi e sulle modalità delle proroghe concesse, potrebbe diventare forse un ricordo.

A porre fine ai dubbi ha pensato la Presidenza del Consiglio dei Ministri che, con un errata corrige inviata al Senato il 20 ottobre scorso ha spazzato via ogni ombra sull’efficacia della proroga dei termini per trasmettere agli Uffici la relazione accompagnatoria alla richiesta di ammissione alla procedura di voluntary disclosure e i relativi documenti.

Stando al documento della Presidenza del Consiglio, la proroga al 30 dicembre 2015 dei termini di trasmissione della voluntary disclosure vale sia per le domande presentate entro il 30 settembre, sia per quelle presentate entro il 30 novembre. Tale proroga, inoltre, non è più soggetta al termine di 30 giorni previsto dal provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 30 gennaio 2015.

Che sia davvero la parola fine in fondo alla interminabile (e tutta italiana) vicenda della voluntary disclosure?

Ecco la proroga per la voluntary disclosure

Che ci sarebbe stata una proroga dei termini per aderire alla voluntary disclosure lo sapevano anche i sassi ma, come al solito, il Governo ha fatto il prezioso aspettando fino all’ultimo per dare ufficialità alla cosa.

Ebbene, ora è certo che il termine per l’adesione alla voluntary disclosure per regolarizzare i patrimoni detenuti all’estero viene prorogato per decreto dal 30 settembre 2015 al 30 novembre 2015. L’integrazione dell’istanza e la documentazione possono invece essere presentate entro il 30 dicembre 2015.

La proroga si è resa necessaria soprattutto a causa del numero molto elevato di richieste di adesione; in questo modo, il Governo dà agli aderenti più tempo per completare gli adempimenti previsti, viste le molte problematiche legate al recepimento della documentazione necessaria ad aderire alla voluntary disclosure.

La proroga dei termini al 30 dicembre 2015 per la presentazione della documentazione a supporto vale anche per i soggetti che hanno già presentato l’istanza entro la data di entrata in vigore del decreto.

Il decreto di proroga conferma che le norme sulla collaborazione volontaria non hanno impatti sull’applicazione dei presidi previsti dal dl 231 del 21 novembre 2007 in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.

Voluntary disclosure, stavolta il rinvio c’è (o quasi)

Quella della voluntary disclosure rischia di diventare una telenovela al pari di quella che, all’inizio di quest’anno, ha interessato l’Imu agricola, con un tira e molla su termini, proroghe e modalità che ha fatto perdere parecchi punti di popolarità a governo e Mef tra gli addetti ai lavori.

Dopo che nei giorni scorsi era stato prorogato di 30 giorni il termine per la presentazione delle relazioni a supporto dell’adesione alla voluntary disclosure e dopo che si erano susseguite voci e smentite su una possibile proroga dei termini di adesione ecco che, su questo punto, ci siamo di nuovo.

È stata infatti avanzata l’ipotesi di una nuova proroga del termine per aderire alla voluntary disclosure, non solo tecnica, come quella prevista dal provvedimento delle Entrate dello scorso 14 settembre relativo ai termini per la presentazione delle relazioni; si tratterebbe infatti di una vera e propria proroga di tre mesi del termine per l’adesione alla collaborazione volontaria, che vedrebbe così spostata la deadline per l’adesione alla voluntary disclosure al 31 dicembre.

Facile che, se così dovesse essere, la proroga arriverà con un decreto legge omnibus sulle scadenze fiscali, atteso per la fine di settembre. I bene informati, ancorché in via ufficiosa, sostengono che sarebbe questo l’orientamento del Governo per cercare di districare la matassa di norme e scadenze che ha via via avvolto all’operazione di rientro dei capitali illegittimamente detenuti all’estero. Prima di un ok definitivo a questa proroga della voluntary disclosure, il governo sta comunque esaminando i costi della procedura.

Voluntary disclosure, 30 giorni in più per le relazioni

Qualche giorno fa avevamo scritto della smentita da parte del Mef di uno slittamento dei termini per aderire alla cosiddetta voluntary disclosure, ossia l’adesione volontaria al programma di rientro in Italia dei capitali detenuti all’estero.

Ebbene, il termine della presentazione della prima o unica istanza rimane fissato al 30 settembre 2015 ma, con un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate emesso in data 14 settembre 2015, viene concesso più tempo trasmettere la relazione di accompagnamento e la documentazione a corredo della richiesta di adesione alla voluntary disclosure.

In base a quanto stabilito dal provvedimento in oggetto, la trasmissione della relazione di accompagnamento e della documentazione a supporto può essere effettuata fino a 30 giorni dalla data di presentazione della prima o unica istanza di adesione alla voluntary disclosure.

Per evitare la punibilità, coloro i quali hanno visto scadere il proprio accertamento devono evidenziare nella relazione di accompagnamento e nella documentazione a essa relativa gli imponibili, le imposte e le ritenute correlati alle attività dichiarate nell’ambito della procedura di voluntary disclosure.

Chi invece ha già presentato la propria relazione ha 30 giorni di tempo, a partire dal 14 settembre 2015 per effettuare le necessarie integrazioni con i documenti e le informazioni relativi agli imponibili, alle imposte e alle ritenute correlati alle attività dichiarate nell’ambito della procedura di voluntary disclosure, per i quali è scaduto il termine per l’accertamento.

I commercialisti sui termini della voluntary disclosure

La proroga dei termini per perfezionare la relazione di accompagnamento all’istanza di adesione alla voluntary disclosure, disposta dall’Agenzia delle Entrate, non basta, è necessario prorogare anche il termine stesso di adesione alla voluntary disclosure, fissato per il prossimo 30 settembre

È quanto chiedono i commercialisti italiani, in una lettera inviata dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi, al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Nella lettera sulla voluntary disclosure, Longobardi sostiene che la proroga dei termini “si rende anzitutto necessaria per non vanificare il lavoro che l’Amministrazione finanziaria e i professionisti hanno sin qui svolto per il buon esito della procedura, con tutti i conseguenti positivi effetti per il nostro Paese sia in termini di gettito, sia in termini di emersione di attività fino a ora sconosciute al Fisco“.

Una richiesta, quella dei commercialisti sulla voluntary disclosure, originata, secondo Longobardi, da una serie di motivazioni tecniche che rendono la proroga più che necessaria.

Innanzitutto – continua Longobardi nella missiva – solo lo scorso mese di agosto, e quindi in pieno periodo feriale, sono stati risolti alcuni rilevanti dubbi interpretativi sull’applicazione della disciplina da parte dell’Agenzia delle Entrate con le Circolari 30/E dell’11 agosto e 31/E del 28 agosto. Inoltre, soltanto il 27 agosto è stato finalmente reso disponibile sul sito dell’Agenzia il waiver svizzero, ossia l’autorizzazione che i contribuenti, i quali intendono continuare a detenere le proprie attività finanziarie in Svizzera, devono rilasciare agli intermediari finanziari elvetici per l’invio all’Agenzia delle Entrate di tutti i dati e le informazioni riguardanti le attività oggetto della procedura“.

Inoltre, scrive ancora Longobardi, “è del 2 settembre l’entrata in vigore della norma che sterilizza il raddoppio dei termini per l’accertamento – con le connesse certezze in ordine agli eventuali riflessi penali dell’adesione alla voluntary disclosure – con la conseguenza che solo a partire da tale data molti contribuenti si sono attivati per aderire alla procedura. Considerati anche i tempi tecnici di invio della documentazione da parte degli intermediari esteri, la scadenza del 30 settembre risulta impossibile da rispettare, costringendo i professionisti interessati a rinunciare, responsabilmente, all’accettazione dell’incarico“.

Senza contare il fatto che “la formazione del dossier documentale da consegnare all’Agenzia delle Entrate è adempimento oltremodo complesso, tenuto conto della necessità di ricostruzione analitica degli imponibili da regolarizzare. In particolar modo per le attività estere più datate si stanno riscontrando notevoli difficoltà nel reperimento dei documenti necessari”.

Staremo a vedere se queste obiezioni sui termini di adesione alla voluntary disclosure, così come quelli sottolineati da altre parti, porteranno a una modifica degli stessi.

Voluntary disclosure, niente rinvio dei termini

Sono in tanti coloro i quali continuano a sperare in uno slittamento in avanti dei tempi per l’adesione alla voluntary disclosure, ossia la collaborazione volontaria al rientro in Italia dei capitali detenuti all’estero.

Nei giorni scorsi erano infatti circolate alcune voci che davano come possibile un differimento del termine per chi voleva avvalersi della voluntary disclosure, termine inizialmente fissato per il 30 settembre prossimo.

Ci ha pensato direttamente il ministero dell’Economia a diradare ogni dubbio con una risposta ad hoc fornita appunto alla richiesta di chiarimenti sulle voci relative ad un eventuale differimento dei termini di adesione alla procedura di collaborazione volontaria per il rientro dei capitali dall’estero.

In una dichiarazione, il Mef, attraverso il sottosegretario Paola De Micheli, ha ribadito che “non è in corso alcuna iniziativa del Governo volta alla proroga del termine di adesione alla voluntary disclosure”. Chi guardava a questa possibilità, infatti, considerava il 30 settembre come termine per prenotare la propria presentazione della domanda, che sarebbe poi stata completata in tempi successivi. La risposta della De Micheli suona come smentita di qualsiasi cambio di rotta in tema di voluntary disclosure.