Confedercontribuenti manifesta per la salvaguardia delle pmi

Le piccole e medie imprese italiane si trovano in una situazione di sofferenza a causa della crisi economica che, ormai da un po’, sta caratterizzando il Paese.

Per questo motivo Confedercontribuenti interverrà alla manifestazione che si svolgerà a Torino mercoledì 24 ottobre, al fianco di Imprese che resistono.

Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti, ha dichiarato la propria volontà di presenziare all’evento per protestare contro la distruzione della piccola e media impresa. E, a questo proposito, ha usato parole dure: “Insieme a tante altre sigle di base degli imprenditori, vogliamo dire basta ad un fisco che ci sembra ormai socio di maggioranza delle imprese italiane”.

Questo è il motivo che ha portato Confedercontribuenti a chiedere una riforma della fiscalità nazionale, oltre alla riforma dell’Irap, e la deducibilità dei costi al 100% sostenuti dalle imprese.

Finocchiaro ha aggiunto: “Chiediamo una modifica radicale degli studi di settore e la sospensione dell’applicazione dei parametri di Basilea nell’affidamento bancario. Sarà, insomma, una manifestazione dell’impresa che produce: quella non intende abbassare la testa ma continuare ad essere il motore centrale dello sviluppo italiano, malgrado una politica che rema contro”.

Vera MORETTI

Italiani in difficoltà: tre su dieci non hanno pagato l’F24

Da uno studio effettuato da Confedercontribuenti emerge la difficoltà, da parte dei contribuenti, di pagare in tempo la dichiarazione dei redditi 2011 e lo stesso trend sta interessando l’acconto 2012.
Sono ben 3 italiani su 10 che si trovano in questa situazione, considerato il campione di piccole e medie imprese e persone fisiche su tutto il territorio nazionale.

In percentuale, si tratta del 26% al Nord, il 32% al Centro, e il 28% al Sud.
L’acconto per il 2012, invece, non è stato pagato dal 32% al Nord, dal 36% al Centro e dal 39% al Sud.

Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti, ha commentato questi risultati come specchio della situazione del nostro Paese, che vede i cittadini in grave affanno tanto che, se riescono a mettersi in regola con il Fisco, non riescono a pagare l’F24 e a sanare il proprio debito con lo Stato. Come un gatto che si morde la coda.
L’aumento, in cifre, di coloro che non hanno saldato l’acconto per il 2012, fa capire in modo palese che anticipare i soldi per l’anno prossimo rappresenta una vera e propria difficoltà.

Tra gli intervistati, il 70% ha dichiarato che provvederà al saldo degli importi non pagati solo dopo il ricevimento dell’avviso bonario, che permette, benché con sanzioni ridotte, di saldare il debito ricorrendo ad una rateazione fino ad un massimo di 60 giorni.

E non arrivano buone notizie neppure dalla manovra appena approvata dal Governo, perché l’aumento dell’Iva di un punto colpisce ulteriormente i contribuenti e, di conseguenza, i consumi.
In questo caso, l’Italia è molto unita, come sostiene Alberto Sozzi, segretario nazionale Confedercontribuenti: “Non c’è un Sud povero e un Nord efficiente. Nella relazione con il Fisco tutti i cittadini sono uguali. A riprova che nell’economia legale tutte le famiglie e le PMI sono in difficoltà ed affrontano una strada in salita da cui è facile scivolare”.

Vera MORETTI

Centri Commerciali: la battaglia delle piccole imprese

Avete presente la moda dello struscio per le vie del centro storico per regalarsi qualche ora di shopping o di distrazione dalle noie della routine casa-lavoro-casa? D’ora in poi con buona probabilità lo struscio è destinato a trasferirsi al coperto. Dove? Nei Centri Commerciali.

Vere e proprie eterotopie della società contemporanee, i giganti del commercio sono pronti a fagocitare anche le ultime ribelli boutique del centro. Causa l’aumento spropositato degli affitti, unito al calo drastico delle vendite per la particolare congiuntura storico-economica, il caro vecchio negozietto di fiducia è destinato a estinguersi. A meno che non voglia affittare una cella nel gigantesco alveare di un nuovo Centro Commerciale.

La denuncia di Federcontribuenti parla chiaro: nel 2011 oltre 10.000 imprese hanno abbandonato i piccoli negozi in città, e le quasi totalità rischiare di finire strozzate dalle grandi aziende proprietarie dei centri commerciali.

“Questi piccoli commercianti – sottolinea Federcontribuenti – spinti dal nuovo consumatore che ormai spende solo nei grandi parchi, decidono di migrare, ma a patto di ingaggi a costi elevati e contratti da ‘strozzo’ senza alcuna tutela”.

I costi da sostenere infatti per l’allocazione nei parchi commerciali e’ notevole: varia dalle 300 ai 650 euro a metro quadro. La tipologia contrattuale poi costringe le piccole imprese a restare per sempre ‘precarie‘ e senza possibilità di avere alcuna tutela secondo le norme precise previste dal codice civile.

Un esempio? Cento metri quadri di superficie in un Centro Commerciale costano al commerciante dai 36.000 euro l’anno a punte anche di 90.000 senza considerare le spese condominiali che vanno aggiunte e che incidono per un ulteriore 30%.

Già la prossima settimana sarà presentata dal Sen. Stefano Pedica una interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico, perché, come sottolinea Carmelo Finocchiaro, Presidente di Federcontribuenti – venga avviata un’indagine che accerti l’esatta applicazione dei contratti e dei relativi comportamenti dei centri commerciali rispetto alle imprese allocate”.