Estate fredda per il mercato immobiliare

Nonostante le previsioni avverse, anche quest’estate 2013 è stata rovente, con punte di 40 gradi nei primi mesi di agosto.
Ma, meteo a parte, per molti settori la stagione calda non è mai decollata, registrando temperature autunnali senza mai impennarsi.
Un esempio lampante arriva, ancora una volta, dal mercato immobiliare che, anche per le seconde case, langue paurosamente.

Questo è quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di Casa.it, il portale immobiliare n.1 in Italia: la vivacità che generalmente contraddistingue i mesi estivi non ha saputo contagiare il settore che, anzi, ha rispettato il trend, negativo, di inizio anno.

L’introduzione dell’IMU ha certamente scoraggiato gli eventuali acquirenti delle seconde case, soprattutto perché i comuni costieri, dove gli italiani desidererebbero stabilire il loro buen retiro, sono quelli che applicano le aliquote massime di questa odiata tassa. Conseguenza di ciò è un calo del 35% sulle compravendite di seconde case in zone turistiche.

I risultati considerevoli raggiunti nel biennio 2005-2006, quando sono state vendute 45.000 abitazioni, sono ormai lontani, anzi, più che dimezzati, e nessuna zona sembra salvarsi: da Nord a Sud la situazione è la stessa, e per ora lontana dall’essere risolta.

La crisi sicuramente ha contribuito a mettere in difficoltà il comparto, ma la decisione, da parte delle agenzie immobiliari, di calare i prezzi, a volte anche del 12-13%, non è servita a portare a casa risultati soddisfacenti, con cali consistenti in tutta la Penisola, ma soprattutto in Liguria, Toscana, Campania, Calabria.

Questa volta, inoltre, hanno risentito della crisi anche le abitazioni di alta gamma, site nelle località di lusso: anche in questo caso si parla di valori di vendita diminuiti in una percentuale che va dal 5,5 all’8,7%.

Ma se gli italiani non hanno soldi da spendere, gli stranieri, invece, sì e ne hanno approfittato per fare affari in Sardegna, dove già dall’anno scorso si è registrata una migliore tenuta di domanda in acquisto da parte straniera che nazionale. Anche Puglia e Sicilia hanno tenuto meglio di Toscana e delle isole minori (Elba, Eolie, Egadi e Pontine).

Lo scenario cambia, anche se non sostanzialmente, per quanto riguarda le locazioni: le famiglie italiane che non vogliono rinunciare a trascorrere le vacanze al mare in una casa, hanno optato per l’affitto, ma ciò non è bastato per risollevare le sorti del comparto.

Dopo un inizio incoraggiante, con giugno e inizio luglio, già a fine mese e ad agosto la contrazione è stata del 7%, con punte del 13% nelle località della Riviera Ligure, in Toscana e nelle isole principali. Meglio la riviera adriatica, con Puglia e Calabria in testa e tassi di assorbimento dell’offerta pari o lievemente superiori a quelli del 2012.

In questo caso, i ribassi praticati per gli affitti settimanali sono serviti: sulla Riviera Ligure di Levante, ad esempio, nel mese di agosto di qualche anno fa era possibile pagare oltre 1.000 euro la settimana per un bilocale, mentre ad agosto 2013 il canone medio si è attestato intorno ai 750 euro (-25%).

I ribassi praticati sugli affitti per mancanza di domanda non hanno risparmiato neppure località top come Portofino, Capri e Forte dei Marmi. Già nel mese di luglio, infatti, la media degli sconti superava il 22%, mentre i last minute di agosto sono arrivati sino al -35% in media, con punte anche del -44% rispetto a 12 mesi fa.

Vera MORETTI

Affittasi ufficio. Ma nessuno lo vuole

Commercianti, imprenditori, professionisti spesso hanno bisogno come il pane di un ufficio o di uno spazio commerciale nel quale svolgere la propria attività. Peccato, però, che con la crisi economica non sempre questo “pane” lo si riesce a guadagnare. Aumenta, infatti, il numero di uffici e spazi commerciali che nessuno riesce ad affittare a causa della crisi. Un fenomeno che, secondo l’Osservatorio Casa.it, interessa un po’ tutta Italia, con differenze da città a città. L’Osservatorio ha infatti svolto un’indagine nelle principali città italiane sul mercato degli affitti di spazi destinati ad uso commerciale, come uffici e negozi. Il motivo della contrazione degli affitti? La disponibilità economica media della domanda continua a decrescere, con punte fino al 20% rispetto ai prezzi dell’offerta registrati a Milano.

Di fatto si è ridotta notevolmente la capacità di spesa di imprenditori e lavoratori rispetto ai costi dell’offerta. La differenza più sostanziale si rileva a Milano. Nelle zone commercialmente più vive del capoluogo lombardo, l’offerta di affitto sta intorno a un canone medio mensile di 2.300 euro, a fronte di una domanda disposta a spenderne 1.850. In percentuale, una differenza del 20%. Non poco.

Discorso non dissimile a Roma, dove i costi d’affitto medi nelle zone del centro si attestano sui 3.050 euro al mese per uffici e locali commerciali; qui la differenza rispetto alla capacità di spesa della domanda è circa del 15%: 2.600 euro è infatti il canone mensile medio che professionisti e commercianti sono disposti a spendere per questa tipologia d’immobili nelle zone considerate.

Sempre restando tra le principali città italiane, a Firenze il disallineamento tra domanda e offerta di affitto di uffici e locali commerciali è più contenuto (9%), ma registra comunque una disparità di canone medio di 1350 e 1.500 euro al mese.

Caso a parte quello di Torino. Nel capoluogo piemontese, infatti, calano come in tutta Italia le offerte di affitto per i locali commerciali, mentre crescono, e di molto, le richieste di acquisto per le stesse tipologie di immobili. Un dato in controtendenza rispetto al mercato italiano che fa di Torino un caso unico.

In sostanza, quindi, sembra che la crisi metta paura anche nel momento in cui un imprenditore deve fare il passo importante dell’affitto di uno spazio tutto per sè. Perché se di acquistare proprio non se ne parla (anche grazie all’introduzione dell’Imu), pare che l’aria che tira sia quella di considerare buttati i soldi per un affitto, se superano una certa soglia di spesa. Banalmente, con la contrazione dei consumi, nessuno garantisce al professionista e al commerciante che quella cifra sarà ripagata a fine mese. Con l’aria che tira, anche questo non è un bellissimo segnale.

Puglia, il mattone conviene

La Puglia si conferma una regione nella quale poter fare ottimi affari a livello immobiliare. Secondo l’Osservatorio Casa.it, che ha analizzato il mercato immobiliare della regione, le quotazioni sono in calo in tutto il Tacco d’Italia. Se a Bari si registrano le quotazioni più alte nel centro storico per l’acquisto di un bilocale, Lecce si aggiudica il titolo di seconda provincia più cara, con una media di 2.750 euro al mq per l’acquisto della stessa tipologia d’immobile nelle zone centrali.

Secondo Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it, “nel centro storico di Bari per l’acquisto di un immobile la media si attesta sui 3.100 euro al metro quadro. In generale, le tipologie maggiormente richieste sono i trilocali di piccole dimensioni in particolare dotati di box o posto auto le cui quotazioni oscillano in media tra i 2.000 e i 2.400 euro al metro quadro a seconda che l’immobile sia o meno da ristrutturare“. “Da un’analisi delle richieste pervenute al nostro portale abbiamo rilevato, inoltre, che la domanda immobiliare barese in questo ultimo anno sembra essersi concentrata maggiormente su zone meno centrali, dove sono presenti immobili di più recente costruzione con costi più bassi“, conclude Mancini.

Secondo l’osservatorio Casa.it, dopo Bari è Lecce la città pugliese più costosa, con la media di 2.750 euro al metro quadro per l’acquisto di un bilocale ristrutturato nel centro storico. Fuori dal centro, invece, i prezzi si attestano sui 1.500 euro al metro quadro. A Foggia, nelle zone centrali più ambite di Corso Garibaldi, Corso Roma e Corso Giannone, il prezzo medio si aggira sui 2.000 euro al metro quadro, mentre nel centro di Taranto vengono richiesti circa 1.550 euro per appartamenti in buone condizioni, che salgono fino a 2.300 euro se accompagnati da un garage. Più economica Brindisi, dove nei quartieri centrali di Bozzano e Corso Garibaldi il costo medio di un bilocale è di 1.450 euro al mq.

Poche sorprese anche dal mercato degli affitti. Bari si conferma la città più costosa, con una media di 650 euro mensili per un bilocale. Brindisi, Foggia e Lecce seguono con una situazione omogenea fra di loro di 550 euro circa per la stessa tipologia d’immobile nelle zone centrali. Taranto chiude la classifica con una media di 350 euro d’affitto per un bilocale in centro.

I genitori comprano casa per garantirsi attenzione

Un’indagine di Casa.it  rivela che i genitori italiani non accettano l’indipendenza dei figli, che spesso collima con un allontanamento dalle loro vite, e che anzi trovano stratagemmi per bloccarne l’indipendenza. La maggior parte dei giovani under 30 infatti, ricorre ai risparmi dei genitori per l’acquisto della prima casa, non rendendosi però conto, o forse in certi casi sì, che i genitori così facendo stanno opzionando il controllo sulle loro vite.

Il sostegno di papà e mamma infatti spesso non è disinteressato: due famiglie italiane su tre offrono aiuto per l’acquisto delle prima casa, pretendendo però di avere voce in capitolo sul da farsi: posizione, metratura, fino alla ristrutturazione e all’arredo interno.

Tendenza prevalente al Sud Italia (43,7%), quando i più giovani decidono di trasferirsi nelle grandi città del Nord per studio prima e lavoro poi.

Questo fenomeno messo in luce dalla survey è un atteggiamento tipicamente italiano, negli altri paesi europe i giovani si rendono indipendenti molto presto, acquistando la prima casa senza aiuti familiari”, commenta Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it.

Il 58% dei giovani meridionali nello specifico si lamenta della tendenza a comparire alla porta senza preavviso dei genitori, azzerando la loro privacy. Al Nord ci si lamenta invece dell’intrusione di madri e padri nella scelta dell’abitazione “perfetta”.

Da cosa nasce la richiesta di aiuto ai genitori sapendone gli effetti collaterali? Senz’altro dalla complessità riscontrata nel gestire tutte le pratiche burocratiche legate all’acquisto della casa, come la scarsa conoscenza di tutte le fasi del processo di acquisto, la complicata scelta del mutuo/finanziamento e la lettura del contratto, tra le principali.
La colpa è soprattutto delle banche che,  mentre i paesi come gli Usa regalano mutui causando i già noti crack finanziari, in Italia fanno l’opposto, chiedendo ai giovani spesso e volentieri garanzie che solo i genitori possono coprire, per cui per acquistare la prima casa i ragazzi non hanno altra scelta se non quella di rifarsi al patrimonio familiare, qualunque sia il budget.

Quale il budget stimato per l’acquisto di una casa da parte dei giovani? Il 28,5% è disposto a spendere sotto i 150 mila euro, il 26,9% sotto i 200.000 euro, mentre solo un giovane su cinque si prefigge una spesa tra i 200 e i 300 mila euro.
Infine due gli estremi: dai più danarosi che si possono permettere immobili dal valore di 400 mila euro in su, (6,3%), ai più limitati,(12,6%), che cercano di non superare i 100 mila euro.

Le difficoltà economiche rendono però frequente anche l’opzione del monolocale (21%) o dell’appartamento in condivisione (18,7%).

Marco Poggi

Cambiare città? Meglio trasferirsi al Nord

Il sito Casa.it ha condotto una interessante indagine tra i propri utenti, chiedendo loro dove avrebbero voluto trasferirsi se avessero dovuto cambiare città e quali sarebbero state le qualità determinanti per la loro scelta. Ne è emerso che l’area più gettonata è quella del Nord Italia, grazie alla maggiore offerta di lavoro disponibile.

Nello specifico, il 24,3% degli intervistati sceglierebbe la Lombardia, il 17% il Veneto e il 14,3% l’Emilia Romagna, seguite da Toscana (12,1%), Lazio (11%) e Puglia (8,7%), prima delle regioni del Sud.

Il motivo principale che spingerebbe gli intervistati in quelle aree sarebbero le maggiori opportunità di lavoro offerte (67%), un buon grado di sicurezza (56,8%), l’aria pulita e il verde (42%). Altri elementi considerati sono la pulizia (37,2%) e l’efficacia dei mezzi di trasporto (27,4%).

Dall’analisi delle richieste pervenute a Casa.it, si riscontra un maggiore interesse verso l’affitto rispetto al 2008, preferito all’acquisto nella maggioranza delle zone indicate come gradite dal sondaggio. Solo la Lombardia riporta un trend positivo, pari a un +4% nella richiesta di case in vendita, contro il -7,1% della Toscana, il -6,4% dal Veneto, il -5,3% dalla Puglia, il -4% dall’Emilia Romagna e il -3% dal Lazio. Il mercato degli affitti, invece, conferma un andamento positivo con al primo posto per richieste l’Emilia Romagna (+14%) e il Lazio (+11,9%). Seguono il Veneto (+10,6%), la Lombardia (+8,2%), la Puglia (+7,7%), la Toscana (+1,6%).