Alle Pmi 1,7 miliardi: la prima tranche dei debiti delle PA

Non è che l’inizio o, almeno, è quanto ci si augura: lo Stato, infatti, ha deciso di mettere a disposizione 1,712 miliardi per cominciare a rimborsare i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese.
A fronte di 80 miliardi di euro dovuti ai privati, si tratta di una cifra irrisoria, ma può essere anche considerata un primo segnale di risanamento dell’economia nazionale.

Un’altra buona notizia deriva dai proventi relativi a privatizzazioni destinate all’abbattimento del debito pubblico: da 5,4 miliardi, si è passati a 6,140.

La Cassa depositi e prestiti ha comunicato di aver versato al ministero per l’Economia il conguaglio relativo all’acquisto di Sace e Simest: sinora, infatti, a fronte della girata delle azioni era stato pagato un corrispettivo provvisorio, pari a 3,831 miliardi (di cui 3,721 per Sace e 109 milioni per Simest), corrispondente al 60% del valore del patrimonio netto delle società in attesa che fosse completata la due diligence sugli asset.

Il lavoro dei valutatori è stato ultimato e il valore finale delle partecipazioni nelle due società è stato stabilito in 6,283 miliardi, portando l’ammontare del conguaglio a 2,452 miliardi. Destinazione del conguaglio stesso è il fondo di ammortamento dei titoli di Stato o, in alternativa, il risanamento dei debiti della Pa.
In particolare, ben il 70% dei conguagli, pari appunto a 1,7 miliardi, è stato destinato al fondo per il pagamento dei debiti; il restante 30%, circa 740 milioni, va al fondo di ammortamento dei titoli di Stato nel quale era già stato versato l’intero importo del corrispettivo provvisorio che è stato di 5,4 miliardi. Sale dunque a 6,140 miliardi la quota dell’incasso già destinata alla riduzione del debito pubblico.

Un’analoga procedura relativa alla cessione del controllo di Fintecna è in dirittura di arrivo, ma si chiuderà soltanto nel 2013 per tenere conto di un’operazione realizzata lo scorso 21 dicembre. Fincantieri, controllata da Fintecna, ha annunciato l’acquisizione del 50,75% di Stx Osv, leader mondiale nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale.
L’acquisizione di nuovi asset dovrebbe comportare una revisione al rialzo di quel valore di patrimonio; in ogni caso è presumibile che il conguaglio sarà di almeno 1-1,1 miliardi. Anche in questo caso è molto probabile che si proceda a destinare il 70% al pagamento dei debiti della Pa, portando la dotazione complessiva a 2,4-2,5 miliardi.

Vera MORETTI

Le Pmi verso un’internazionalizzazione?

di Vera MORETTI

E’ nata una nuova alleanza siglata da Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi, e Giovanni Gorno Tempini, Alessandro Castellano e Massimo D’Aiuto, rispettivamente amministratori delegati di Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest.

Ciò porterà ad una proroga fino al 6 aprile 2013 per il sistema Export banca. Questo sistema era stato creato nel 2010 tramite una convenzione tra Cdp e la Sace, la società controllata dal ministero dell’Economia che garantisce il credito all’esportazione assicurando gli investimenti esteri. Ora è entrata anche Simest, Società italiana per le imprese all’estero, nell’ambito di un’azione di abbattimento degli interessi sui crediti.

La convenzione mira alla costituzione di compartecipazioni con le banche, nazionali e non, per la quota che rimane scoperta.
Questa operazione potrebbe rendere le imprese italiane maggiormente competitive a livello europeo, e poter, dunque, stare al passo con Francia e Germania, che godono già di strumenti analoghi.

Le misure varate nell’ambito di questo progetto traghetteranno le 40 operazioni da 9 miliardi ciascuna in fase di istruttoria, che si avvalgono di una quota di finanziamenti firmati Cdp pari a 4,5 miliardi. La maggior parte di queste sono di credito all’acquirente estero mentre oltre una decina sono di sostegno all’internazionalizzazione delle Pmi, per l’apertura di filiali e acquisizioni all’estero.
Nel 2011 sono state cinque le operazioni avviate nei settori dei cantieri navali, dell’edilizia e delle infrastrutture, gas e petrolio: due finanziate per un totale di circa 800 milioni, altre tre sono in fase di conclusione.

Ma le manovre non si fermano qui, perché è previsto un incontro il 19 aprile prossimo per affrontare il tema spinoso del credit crunch e la proposta Abi per smobilizzare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende.

Acconto Ires 2012: nuove riduzioni e dilazioni nel pagamento

Novità in vista per il versamento dell’acconto Ires 2012 per le piccole e medie imprese. L’acconto Ires è stato ridotto dal 100 al 98,5% rispetto al 2011, mentre il decreto legge fiscale che il Governo porterà al Consiglio dei Ministri venerdì prossimo rivoluziona l’intero calendario dei versamenti delle imposte a carico delle imprese.

Al posto di due versamenti, il versamento dell’Ires sarà suddiviso in quattro appuntamenti annuali:

  • 16 marzo, versamento del 30% dell’acconto complessivo dovuto nel periodo d’imposta precedente
  • 16 giugno, versamento del 50% dell’acconto dovuto, tenuto conto dell’acconto versato
  • 16 settembre, 25% della quota restante dovuta
  • 16 novembre, quota restante dovuta

Per quanto riguarda il versamento in acconto di ritenute, premi e altri frutti corrisposti dalle aziende e istituti di credito nonché i termini di pagamento delle ritenute sugli interessi corrisposti da Poste italiane e dalla Cassa depositi e prestiti, le date di pagamento vengono anticipate. Non più il 16 giugno ma il 16 marzo, e non più il 16 ottobre ma il 16 maggio. Passa al 16 marzo anche il termine per il pagamento della “mini-patrimoniale” introdotta dal decreto del dicembre scorso, che riguarda depositi titoli e conti correnti.

Restando in materia di pagamenti, il decreto legge fiscale che sarà discusso il prossimo venerdì prevede a rinuncia dell’amministrazione al recupero degli importi tributari sia erariali che locali fino a 30 euro, mentre oggi il limite minimo era fissato a 16,53 euro.

Equitalia si dice poi disposta a concedere piani di ammortamento più flessibili e non più con rate costanti ai contribuenti in difficoltà con il saldo dei propri debiti fiscali verso lo Stato. Dal momento della richiesta di rateizzazione, poi, Equitalia non potrà più procedere all’iscrizione di eventuale ipoteche nei confronti del debitore. Una novità importante, perché grazie alla rateizzazione del debito fiscale molte aziende avranno opportunità di rientrare nelle gare per l’assegnazione di appalti pubblici, partecipando alle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, forniture e servizi all’impresa.

Nuovo contributo alle imprese per la Regione Veneto

Regione Veneto e Cassa Depositi e Prestiti stanno per attivare un Fondo di rotazione regionale per il sostegno delle imprese e degli investimenti in ricerca, per un totale di 197 milioni di Euro, sui quali verranno applicate vantaggiose agevolazioni.

Ciò è stato possibile grazie ad un protocollo di intesa che la giunta veneta, nella persona di Isi Coppola, assessore all’economia, ha approvato ed è in attesa di essere sottoscritto.

Grazie a questo fondo, si potrà disporre di una “provvista” a costo agevolato presso banche e società di leasing convenzionate per finanziamenti a medio-lungo termine, con rimborso previsto entro 15 anni. Questi finanziamenti saranno erogati per permettere alle imprese investimenti produttivi e progetti legati alla ricerca e all’innovazione.

Coppola ha così commentato: “ La Legge Finanziaria nazionale ha esteso l’ambito di operatività del FRI, attivo presso la Cassa Depositi e Prestiti dal 2006, agli interventi previsti da leggi regionali di agevolazione o conferiti alle Regioni, per gli investimenti produttivi e per la ricerca. Lo scorso aprile, con un decreto interministeriale, è stato adottato l’atto di indirizzo per l’attuazione di questa strumentazione finanziaria, dando il via, dopo lunghe attese, alla fase operativa. Le risorse complessivamente a disposizione, pari a 1,75 miliardi di euro, sono state suddivise tra le Regioni con i medesimi parametri del “Fondo Unico per le Imprese” e per il Veneto sono utilizzabili oltre 197 milioni

Una buona notizia, dunque.

Vera Moretti

Prolungata la moratoria per le imprese in crisi

A partire da oggi le aziende che in seguito a una crisi hanno già usufruito della moratoria di un anno per il pagamento dei  mutui ipotecari, qualora abbiano ancora problemi di liquidità potranno ottenere l’allungamento dei finanziamenti senza aumentare il tasso originario. Questo quanto stabilito dall’accordo raggiunto tra l’Abi, Confindustria, Rete imprese Italia Alleanza delle cooperative e tutte le altre organizzazioni imprenditoriali insieme al ministero dell’Economia, Giulio Tremonti, alla presenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

In una nota si legge: “il Comitato di Gestione del Fondo di garanzia per le Pmi ha deliberato le modalità con cui le banche accederanno alla copertura di tali misure. In caso di default dell’impresa il Fondo interverrà a copertura del capitale residuo relativo alle rate aggiunte al piano di ammortamento originario. Le imprese prosegue l’Economia non sosterranno pagamenti di alcuna commissione o oneri aggiuntivi rispetto a quelli eventualmente sostenuti dalla banca nei confronti di terzi per la conclusione delle operazioni di allungamento“.

L’Abi ha comunicato i dati relativi alla moratoria di un anno, i cui termini sono stati riaperti fino a giugno 2011: al 31 marzo di quest’anno erano pervenute 273mila domande di sospensione e ne risultavano accolte 203mila per un ammontare di mutui superiore a 59 miliardi e una liquidità disponibile per le imprese pari a 15 miliardi. Il Presidente dell’Abi ha espresso opinione positiva sul decreto “sviluppo”: “tra le importanti novità contenute nel decreto – spiega – alcune intervengono sull’attività bancaria per allineare le norme italiane con quelle europee e sono un contributo alla trasparenza fra banche e imprese“.

Mirko Zago

Fondo Italiano di Investimento: 1 miliardo di euro per le Pmi

Arriva in aiuto alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita il nuovo Fondo Italiano di Investimento da un miliardo di euro.

E’ stato ufficialmente istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e sottoscritto con un’equa suddivisione delle quote (14,3%) dallo stesso MEF d’accordo con  Cassa Depositi e Prestiti, Confindustria, Associazione bancaria italiana, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena e Unicredit.

Partirà con un capitale di investimento di 3,5 milioni di euro, durerà 15 anni (5-6 anni per la fase di investimento e 7-9 anni per quella di disinvestimento) e, secondo le previsioni, dovrà coinvolgere ben 15mila imprese nazionali, di cui 10mila manifatturiere con un fatturato compreso tra i 100 e i 100 milioni di euro.

Il Fondo interverrà in ausilio dalle piccole e medie imprese in modo nuovo, quindi non attraverso la concessione di finanziamenti bancari classici, bensì con operazioni di capitale di rischio o quasi capitale di rischio ovvero:

– investimenti diretti di minoranza in imprese aventi un fatturato superiore ai 20 milioni di euro;
– co-investimenti diretti di minoranza in partenariato con altri fondi di capitali di rischio
– strumenti di finanziamento di quasi capitale (finanziamento mezzanino, prestiti partecipativi, etc.)
– investimenti in fondi di capitale di rischio operanti sul territorio e che svolgano, a loro volta, attività di investimento in imprese eligibili ad essere finanziate dal Fondo italiano di investimento.

Per l’effettivo avvio del Fondo mancano la predisposizione del regolamento, la creazione del team di gestione ed il raggiungimento del primo closing (fundraising) che è stato previsto per il prossimo mese di settembre.

Dal mese di ottobre 2010, invece, il veicolo potrà essere sottoscritto da altri investitori e raggiungere il target finale di 3 miliardi di euro.

Le prime operazioni saranno realizzate nel quarto trimestre del 2010.

Paola Perfetti