Decreto flussi 2023: le aziende devono prima cercare lavoratori italiani

Il 28 dicembre 2022 è stato firmato in decreto flussi 2023, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per tutti i dettagli. Sono stabilite le quote di immigrati non comunitari che possono entrare regolarmente nel Paese, ma soprattutto cambiano le regole per le imprese che ora avranno maggiori oneri.

Decreto flussi 2023: ecco quanti immigrati potranno entrare in Italia

Il decreto flussi 2023 è un appuntamento annuale e prevede le quote di ingresso per lavoratori stagionali, autonomi e lavoratori subordinati. si procede in base a quelle che sono le esigenze emerse dal mercato del lavoro e in parole povere va a determinare il numero massimo di stranieri che possono regolarmente entrare nel Paese per motivi di lavoro.

In base al comunicato diramato dal Governo, nel 2023 in Italia potranno fare ingresso 82.570 lavoratori non comunitari ( extra UE). La novità però rilevante è data dal fatto che i datori di lavoro prima di procedere all’assunzione di personale extracomunitario hanno l’onere di effettuare una richiesta presso il Centro per l’Impiego territorialmente competente al fine di verificare la mancata disponibilità sul territorio di personale adatto all’impiego. Solo quindi nel caso in cui non sia disponibile personale si potrà procedere con l’assunzione di extracomunitari.

In base a quanto emerge dal comunicato, a breve l’Anpal ( Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro) a breve metterà a disposizione un modello che i datori di lavoro che vogliono assumere devono compilare in modo da iniziare la ricerca di lavoratori dando la priorità a quelli comunitari. Inoltre come annunciato dal Ministro dell’Interno Piantedosi, alcune quote dei flussi migratori saranno riservate ai Paesi con i quali sono intervenuti accordi di cooperazione.

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Decreto flussi e assunzione di percettori di reddito di cittadinanza

Per ora non ci sono particolari novità per quanto riguarda invece la precedenza nell’assunzione di percettori di reddito di cittadinanza, ma è probabile che a breve possa arrivare in provvedimento specifico, infatti in base alle ultime modifiche, il reddito di cittadinanza per la maggior parte dei beneficiari avrà durata di 7 mesi, inoltre si perderà il diritto alla percezione nel caso di rifiuto di una proposta di lavoro. Infine, la proposta di lavoro non deve per forza essere congrua, infatti il Presidente del Consiglio ha sottolineato che non si può vivere a carico della comunità in attesa del lavoro dei sogni. Occorre dire che pur saltando il requisito dell’offerta congrua resta comunque che i datori di lavoro devono rispettare il contratto di categoria.

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NASpI: spetta la tredicesima mensilità ai percettori?

La Naspi è la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e si percepisce per un periodo massimo di 24 mesi a coloro che hanno involontariamente perso il lavoro. Molti lavoratori si chiedono: spetta la tredicesima mensilità a chi percepisce la Naspi?

Chi percepisce la tredicesima mensilità?

La tredicesima mensilità è un pagamento ulteriore erogato a lavoratori e pensionati generalmente nel mese di dicembre, una sorta di gratifica natalizia corrispondente a uno stipendio mensile. Spetta a pensionati e lavoratori indipendentemente dal reddito percepito.

La Naspi invece nasce nel 2015 in sostituzione di altre forme di sussidio riconosciuto a coloro che perdono il lavoro. Il presupposto della Naspi è che il lavoro non sia stato perso volontariamente (disoccupazione involontaria) quindi in caso di dimissioni, solo in limitati casi viene riconosciuto, cioè in caso di dimissioni per giusta causa, negli altri casi non si ha diritto a questo assegno.Per poter presentare la domanda è necessario recarsi al centro per l’impiego e dare la propria disponibilità ad accettare offerte di lavoro ( patto di servizio).

La durata della percezione e l’ammontare dipende dalla durata del rapporto di lavoro, massimo però si può percepire per 2 anni e all’ammontare dello stipendio percepito (importo massimo 1.360,77 euro) con decalage mensile del 3%.

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I percettori di  Naspi ricevono la tredicesima mensilità?

Fatta questa premessa, la normativa purtroppo non prevede la corresponsione dell’assegno di disoccupazione Naspi con la mensilità aggiuntiva. Di conseguenza non sarà versata la tredicesima mensilità. Ricordiamo però che i percettori NASpI dovrebbero aver ricevuto già il bonus di 200 euro previsto dal decreto Aiuti Bis, mentre potranno ricevere insieme ai pensionati e quindi con la mensilità di novembre il bonus di 150 euro previsto dal decreto Aiuti Ter per le persone che hanno un reddito personale inferiore a 20.000 euro. Essendo già noti i dati reddituali all’INPS, la misura sarà corrisposta in modo automatico senza bisogno di alcuna autocertificazione.

Concorso centri per l’impiego per diplomati (249 posti). Domanda entro il 30 settembre

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 16 agosto 2022 due bandi di concorso per l’assunzione presso i centri per l’impiego della regione Lazio. I bandi sono rivolti uno ai laureati in materie giuridiche/economiche e l’altro a diplomati (naturalmente si può partecipare anche con titoli ulteriori rispetto al diploma). La domanda deve essere presentata entro il 30 settembre 2022. Vediamo i requisiti per il concorso centro per l’impiego diplomati che mette a disposizione 249 posti.

Concorso centro per l’impiego diplomati

Il primo concorso di cui parliamo è riservato ai diplomati, costoro possono accedere a 249 posti a tempo indeterminato in categoria C, posizione economica C1, in qualità di Assistente Mercato e Servizi per il lavoro. La principale attività che dovrà svolgere questo professionista sarà la gestione dei colloqui individuali e di gruppo mirati soprattutto a soggetti che si trovano in posizione svantaggiata. In un certo senso l’assistente dovrà svolgere le mansioni generalmente gestite dai navigator.

I requisiti per l’accesso al concorso per il potenziamento dei centri per l’impiego della regione Lazio sono quelli generalmente richiesti per la partecipazione a pubblici concorsi, quindi maggiore età, godimento dei diritti civili e politici, requisiti morali e di onorabilità. Per quanto riguarda i titoli di studio è richiesto un diploma che dia accesso all’iscrizione presso una facoltà universitaria.

Per poter partecipare al concorso è necessario versare la tassa di concorso del valore di 10,33 euro da effettuarsi online attraverso il servizio PagoPA – Pagamenti OnLine, entro il temine previsto per la presentazione della domanda. La ricevuta del pagamento dovrà essere presentata al momento dello svolgimento della prima prova.

L’iscrizione al concorso avviene esclusivamente per via telematica al sito https://www.inpa.gov.it/ . Per potersi registrare è necessario avere un codice di identità digitale: Spid, Cie o Cns. Inoltre è necessario essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

Come si svolge il concorso centro per l’impiego Lazio (diplomati)?

Il concorso prevede 2 prove di cui una scritta e l’altra orale. La prima prova scritta potrà essere espletata anche in forma decentrata, in più sessioni non contestuali e soprattutto sarà svolta con strumenti informatici.

Consiste in 40 quesiti a risposta multipla da risolvere in 60 minuti. Verterà su elementi di diritto amministrativo, legislazione sociale, diritto del lavoro. La prova si intende superata con un punteggio di 21/30. Per conoscere in modo esatto tutte le materie di concorso vi invitiamo a scaricare il bando in allegato all’articolo.

La prova orale sarà espletata in videoconferenza, proprio per questo motivo fin dalla compilazione della domanda di partecipazione sarà necessario dichiarare di essere in possesso di strumenti idonei alla videoconferenza ( connessione internet stabile, webcam, microfono e tutto ciò che occorre).

Segue la valutazione dei titoli.

Scarica al link seguente il bando regione-lazio-bando-concorso-assistenti-mercato-e-servizi-lavoro

Per conoscere altre opportunità di lavoro leggi anche:

Concorso infermieri: nuove opportunità con iscrizioni aperte fino al 12 settembre

Concorsi: pubblicato il bando per 1394 posti per diplomati e laureati

I 10 lavori più richiesti a marzo: imprese cercano 359mila lavoratori

Segnali di ripartenza nel mercato del lavoro per il mese di marzo 2022. Le imprese sono alle prese con 359 mila nuove assunzioni. Ma non mancano i profili che latitano delle giuste competenze: il 41% dei lavoratori ricercati dalle imprese andrà deserto a causa del disallineamento tra la domanda e l’offerta. È quanto emerge dall’indagine di Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior per il mese in corso. Dall’indagine si ricavano anche quali sono i 10 lavori più richiesti dalle imprese.

Offerte di lavoro marzo 2022, come andrà la richiesta di lavoratori da parte delle imprese?

Segnali di ripresa nel mercato del lavoro per marzo 2022. Secondo l’indagine di Unioncamere e Anpal, in questo mese la crescita delle assunzioni previste dalle aziende sarà di 359 mila lavoratori. Si tratta del 13% fabbisogno lavorativo in più rispetto al mese di febbraio (41 mila posti di lavoro in più). Ma sono alti anche i numeri dei posti di lavoro che andranno deserti per mancanza di candidati ideali. Il 41,1% delle nuove assunzioni non avverrà perché le imprese non riusciranno a reperire le competenze richieste.

Lavoratori in entrata nel mondo del lavoro, quali categorie andranno meglio a marzo 2022?

Dei 359 mila posti di lavoro richiesti dalle imprese nel mese di marzo 2022, le maggiori offerte di lavoro si concentrano tra le categorie di impiegati, di professionisti nei settori commerciali e dei servizi con 115.660 nuove assunzioni. A seguire, le imprese cercheranno operai specializzati e conduttori di impianti di macchine e di impianti (per 111.610 posti) e dirigenti, professionisti ad alta specializzazione e tecnici (75.020 le figure richieste). A chiudere le professioni non qualificate (servizi di pulizia e consegna merci) per 56.710 posti.

Quali sono i settori dove ci sono maggiori opportunità di lavoro a marzo 2022?

Tra i settori dove vi è la maggiore richiesta di lavoratori e il maggior numero previsto di assunzioni, primeggia l’area della produzione di beni e di erogazione dei servizi con 162.300 richieste di lavoratori da parte delle imprese. A seguire le aree commerciali e delle vendite con 62.850 offerte di lavoro; le aree tecniche e della progettazione con 54.660 opportunità di impiego; le aree della logistica con 45.280 offerte di lavoro; l’area amministrativa, finanziaria, di controllo di gestione e legale con 17.500 offerte di lavoro. Infine, le aree di direzione e dei servizi generali richiederanno 16.420 nuove assunzioni.

Quali sono i 10 lavori più richiesti dalle imprese a marzo 2022?

Più nel dettaglio, la ricerca stima anche quali sono le figure professionali più richieste sul mercato del lavoro. Ecco quali sono i 10 lavori con più possibilità di assunzione a marzo 2022:

  • cuochi, camerieri e altre professioni nei servizi turistici con 43.550 assunzioni previste;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone con 30.070 offerte di lavoro;
  • operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici con 27.730 nuove offerte di lavoro previste;
  • operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche con 20.930 nuove opportunità di impiego;
  • commessi e altro personale qualificato nei negozi e negli esercizi all’ingrosso con 19.670 nuove assunzioni previste;
  • tecnici nel campo dell’informatica, dell’ingegneria e della produzione con 19.590 nuove opportunità di lavoro;
  • conduttori di mezzi di trasporto con 19.500 offerte di lavoro;
  • personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali con 16.620 nuove opportunità di lavoro;
  • tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale con 15.260 nuove offerte di lavoro;
  • personale non qualificato nella logistica, corrieri e facchini con 14.660 nuove assunzioni previste.

Altre figure professionali ricercate dalle imprese e offerte di lavoro di marzo 2022

Oltre alle 10 figure professionali maggiormente richieste dalle imprese per il mese di marzo 2022, altre occasioni di lavoro sono presenti tra:

  • gli operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori con 13.540 nuove offerte di lavoro;
  • addetti all’accoglienza, alle informazioni e all’assistenza dei clienti con 9.900 nuove assunzioni previste;
  • gli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari con 9.360 nuove offerte di lavoro;
  • i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione con 8.890 nuove opportunità di lavoro;
  • tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione con 8.380 nuovi lavoratori richiesti;
  • i conduttori di macchinari mobili con 8.160 nuove offerte di lavoro;
  • gli operai specializzati e conduttori di impianti nell’industria alimentare con 6.600 nuovi lavoratori;
  • i commessi e altro personale qualificato nella grande distribuzione con 6.050 nuove assunzioni previste;
  • il personale non qualificato nelle attività industriali e figure assimilate con 5.940 nuove opportunità di lavoro;
  • gli operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, abbigliamento e calzature con 5.530 nuove offerte disponibili;
  • i progettisti, ingegneri e professioni assimilate con 5.340 nuove figure da assumere.

Offerte di lavoro, quali sono le figure più difficili da reperire a marzo 2022?

Poco più del 41% delle offerte di lavoro provenienti dalle imprese andrà deserta. Ciò significa che le imprese non riusciranno a reperire candidati con le competenze richieste. Sarà così per i tecnici della gestione dei processi produttivi dei beni e dei servizi per i quali il 67,2% dei posti di lavoro rimarrà vacante. A seguire gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 67,1% dei posti vacanti; i fonditori, i saldatori, i lattonieri, i calderai, i montatori di carpenteria metallica per i quali il 65,8% delle offerte di lavoro non troverà il candidato ideale; i tecnici informatici, i telematici e i tecnici delle telecomunicazione (61,1% dei profili introvabili); i meccanici artigianali, i montatori, i riparatori e i manutentori di macchine fisse e mobili (il 61% delle offerte di lavoro non troverà il profilo ideale).

Offerte di lavoro marzo 2022, i settori produttivi nei quali ci saranno più assunzioni

Più nello specifico, i settori che hanno programmato il maggior numero di assunzioni a marzo 2022 risultano:

  • l’industria, con 112 mila nuove assunzioni a marzo, in crescita del 2,2% rispetto a febbraio 2022. Tra le industrie si menzionano quelle della meccatronica con 20 mila nuove assunzioni nel mese; quelle metallurgiche e dei prodotto in metallo (18 mila assunzioni previste); quelle alimentari, delle bevande e dei tabacchi (9 mila nuove assunzioni);
  • il manifatturiero con 75 mila nuove assunzioni a marzo, il 2,3% in più rispetto a febbraio 2022 e il 5,9% in più rispetto al 2021;
  • le imprese di costruzioni avranno bisogno di assumere 37 mila nuove figure, in aumento dell’1,9% rispetto a febbraio 2022 ma in flessine del -4,6% rispetto al 2021.

Assunzioni nel settore dei servizi, dove ci sono maggiori opportunità di lavoro?

Il settore dei servizi avrà bisogno di 246 mila nuove assunzioni. Le offerte di lavoro crescono del 18,8% rispetto al mese scorso e di ben il 35,5% rispetto allo scorso anno. Maggiori opportunità di lavoro saranno presenti nei servizi di alloggio, di ristorazione e nei servizi turistici con circa 64 mila nuove assunzione nel mese. A seguire il settore del commercio con circa 44 mila nuove assunzioni e i servizi alla persona con 40 mila nuove offerte di lavoro.

Quali tipologie di contratto offrono le imprese per le assunzioni?

Nella maggior parte dei casi, le assunzioni delle imprese nel mese di marzo avverranno mediante contratto di lavoro a termine. Per questa tipologia le assunzioni saranno 184 mila, oltre la metà rispetto alle 359 mila nuove assunzioni previste dalle imprese. A seguire i contratti a tempo indeterminato (78 mila) e quelli in somministrazioni (circa 41 mila). A chiudere, gli apprendisti che verranno assunti saranno circa 16 mila.

Cos’è il programma GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori

Il programma GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, è stato messo a punto dal ministero del Lavoro. Prende il via dal 2021 e prevede una serie di misure volte a ridurre la disoccupazione e aumentare l’occupabilità dei lavoratori. Si tratta di un piano complesso che mira all’inserimento o reinserimento lavorativo, di persone che sono difficili da occupare a causa di ostacoli come disabilità, età, bassa formazione e per chi ha perso il lavoro.

Cos’è il programma GOL

Il programma GOL si inserisce nelle politiche attive per il Lavoro, inoltre è parte del PNRR e in particolare della Missione 5 componente 1, denominata Coesione e Inclusione e che prevede sostegno ai Centri Per l’Impiego, ha una durata quinquennale quindi 2021- 2025 con investimento di 4,4 miliardi di euro a cui si aggiungono 600 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri Per l’Impiego e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale.

Gli obiettivi del programma GOL

Il programma ha obiettivi abbastanza importanti, in primo luogo entro il 2025 si prevedono 3 milioni di occupati attraverso il GOL e di questi il 75% dovrebbero essere donne. Dei 3 milioni di nuovi occupati, 800 mila saranno coinvolti in attività di formazione, si mira quindi a dare l’opportunità ai disoccupati di acquisire nuove competenze spendibili nel mondo del lavoro, 300 mila saranno coinvolti nell’acquisizione di nuove competenze digitali.

Per raggiungere questi obiettivi sono previsti diversi strumenti, in primo luogo vi è l’intenzione di sfruttare la capillarità sui territori dei Centri Per l’Impiego che vengono quindi rafforzati attraverso nuove assunzioni e attraverso un programma per obiettivi. Vi sarà inoltre una collaborazione tra i CPI e le agenzie per il lavoro private. Si agirà in modo mirato attraverso la personalizzazione dei servizi offerti alle persone e il coinvolgimento delle imprese.

Beneficiari del programma GOL Garanzia Occupabilità dei Lavoratori

Il programma individua soggetti verso cui saranno dirette le politiche attive del lavoro del programma GOL. Si tratta di:

  • lavoratori in costanza di rapporto di lavoro con riduzione dell’orario di lavoro superiore al 50% su base annua;
  • percettori di reddito di cittadinanza;
  • disoccupati percettori di NASPI e Dis Coll;
  • lavoratori fragili o vulnerabili, in particolare si tratta di NEET, cioè i giovani sotto i 30 anni che non seguono percorsi di formazione e non lavorano; donne in condizione di svantaggio, persone con disabilità; lavoratori disoccupati che hanno superato 55 anni di età.
  • Lavoratori con reddito molto basso.

Piani per l’attuazione del programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori

Il programma GOL prevede 5 percorsi:

  1.  Reinserimento lavorativo per coloro che sono vicini al mercato del lavoro (quindi hanno già buone competenze e formazione), per loro è previsto un percorso di orientamento e intermediazione;
  2.  Aggiornamento (upskill) per coloro che sono lontano dal mondo del lavoro quindi hanno scarse competenze e sono di difficile collocazione nel mercato del lavoro, è previsto un percorso di aggiornamento con corsi di formazione volti ad acquisire competenze spendibili nel breve periodo. Si tratterà prevalentemente di percorsi professionalizzanti;
  3. Rivalutazione (Reskilling) percorsi di riqualificazione per persone che sono lontane dal mondo del lavoro, ma hanno già competenze sviluppate. In questo caso vengono aiutati a riqualificarsi in modo da poter essere utili nel mercato moderno;
  4.  Lavoro e inclusione in caso di bisogni complessi ( questa misura è rivolta principalmente ai percettori di Reddito di Cittadinanza);
  5. Ricollocazione collettiva, questa misura si rivolge prevalentemente a soggetti interessati da crisi aziendale e mira a reinserire il complesso dei lavoratori interessato da problematiche comuni.

La sperimentazione per aumentare l’occupazione

Il programma offre ampio spazio anche alla sperimentazione attraverso progetti su scala ridotta. Le aree di sperimentazione saranno 3:

  • competenze digitali;
  • accelerazione di progetti di auto impiego, questa particolare area si rivolge a lavoratori che per le loro caratteristiche più difficilmente si rivolgono ai centri per l’impiego. In questo caso la sperimentazione è volta a una mappatura efficiente al fine di individuare tali soggetti e un accompagnamento verso l’autoimprenditorialità;
  • infine, il terzo settore di sperimentazione prende il nome di “ fragilità e vulnerabilità” e intende creare forme di occupazione “protetta” per disabili gravi o disoccupati particolarmente fragili. L’obiettivo è creare percorsi di accompagnamento che includono la collaborazione di Enti del Terzo Settore .

Tra i progetti che rientrano nel programma GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) vi è anche l’estensione delle agevolazioni previste per il rientro dei cervelli e la possibilità per la Pubblica Amministrazione di assumere con contratti di lavoro a tempo indeterminato 12.000 soggetti che attualmente si occupano di Lavori Socialmente Utili.

Se vuoi conoscere le agevolazioni per il rientro dei cervelli, leggi l’articolo: Rientro dei cervelli: agevolazioni fiscali fino a 11 anni dal rientro

Addio ai Navigator: chi assorbe il loro ruolo con i beneficiari del RdC?

I navigator sono una figura professionale nata in concomitanza con il Reddito di Cittadinanza, il loro ruolo è affiancare i beneficiari e aiutare i Centri per l’Impiego nello svolgimento delle mansioni inerenti la ricollocazione nel mondo del lavoro. Questi professionisti però cesseranno le loro funzioni il 31 dicembre 2021, resta quindi da chiarire come sarà effettuato il passaggio e chi assorbirà le funzioni.

Navigator: il 31 dicembre 2021 cessano le loro funzioni

Il reddito di Cittadinanza è una misura importante di contrasto alla povertà, si tratta di uno strumento però pensaoa come temporaneo e quindi affiancato da una serie di iniziative volte ad aiutare i percettori a trovare una collocazione nel mondo del lavoro. Vista però la carenza di personale presso i Centri per l’Impiego, al fine di coadiuvare il personale, ci fu un concorso per i Navigator in forza all’ANPAL, Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro.

Il ruolo era a tempo determinato, le funzioni dovevano cessare il 30 aprile 2021. Con il decreto Sostegni, al fine di dare continuità, la durata dei contratti è stata prorogata al 31 dicembre 2021. Non sono però previste ulteriori proroghe, anzi, nella manovra finanziaria per il 2022 è previsto l’assorbimento delle funzioni. Questo implica che non saranno assunti o reinseriti in una qualche funzione simile, è previsto il potenziamento dei CPI, ma non con assunzione dei Navigator che potranno semplicemente avere un punteggio di servizio partecipando al concorso.

Di cosa si occupano i Navigator

Per capire come funzionerà l’assorbimento dei Navigator è necessario capire il loro ruolo nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza.

I 2980 vincitori del concorso ANPAL hanno stipulato un contratto di collaborazione, ad essi hanno rinunciato 7 Regioni (Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia e Sardegna). Deve però essere sottolineato che nel frattempo i Navigator effettivamente in servizio sono molto diminuiti, infatti da un’inchiesta del Sole 24 Ore emerge che a giugno 2021 il totale degli addetti era 1300.

Il loro compito è affiancare i CPI nella redazione del Patto per il Lavoro che ogni percettore deve sottoscrivere. Terminata questa fase preliminare, i Navigator restano al fianco dei percettori del Reddito di Cittadinanza, selezionano per loro le offerte di lavoro, che devono essere congrue rispetto a formazione professionale e aspettative, forniscono supporto operativo e motivazionale; controllano che siano rispettate le normative per la percezione, organizzano laboratori di lavoro, danno consulenza alle aziende che vogliono assumerli, controllano che il rapporto di lavoro stipulato si svolga con soddisfazione delle varie parti.

Naturalmente non mancano le proteste dei Navigator che pseravano in una proroga dei contratti se non addirittura in una trasofrmazione del contratto in tempo indeterminato presso i centri per l’Impiego che appunto devono essere potenziati. Ciò anche in virtù del fatto che loro hanno già partecipato a un concorso quindi potrebbero accedere. Propongono l’uso delle risorse del PNRR destinate alle Politiche Attive per il Lavoro alla loro assunzione.

Chi assorbirà le funzioni dei Navigator?

La manovra finanziaria 2022 che è approdata già al Senato, all’articolo 21, comma 1, lettera g, prevede che il ruolo dei Navigator sia svolto dai Centri per l’Impiego che saranno potenziati con nuove assunzioni e attraverso le agenzie per il lavoro interinali autorizzate.

Queste riceveranno incentivi in base al risultato.

Per ogni percettore del Reddito di Cittadinanza assunto in base alla normativa l’Agenzia riceverà il 20% dell’incentivo attribuito al datore di lavoro. L’incentivo si ottiene qualunque sia la tipologia contrattuale stipulata quindi a tempo determinato, indeterminato o contratto di apprendistato, inoltre si riconosce sia per contratti attivati full time, sia per contratti part time.

A queste misure vengono affiancati controlli ulteriori sui percettori del reddito di cittadinanza che avranno una decurtazione di 5 euro mensili per ogni offerta di lavoro non accettata, perdita del beneficio dopo due rinunce e una verifica mensile presso il Centro per l’Impiego sulla effettiva ricerca attiva del lavoro.

Garanzia Giovani: a chi è rivolto il programma e come funziona

Garanzia Giovani è il programma dell’Unione Europea, conosciuto anche come Youth Guarantee,  volto a far fronte all’emergenza disoccupazione. Ecco a chi è rivolto e come funziona.

Garanzia Giovani: scopo

La lotta alla disoccupazione giovanile è uno dei principi cardine dell’Unione Europea infatti è una misura che consente ai vari Stati Membri di essere allineati, cioè di avere uno sviluppo uguale nei vari Paesi e condizioni di vita simili per i cittadini dell’Unione Europea. Purtroppo, sebbene la Strategia Europea per l’Occupazione sia stata varata nel 1997, ancora oggi non tutti i Paesi si trovano nella stessa situazione, è noto che quelli del Nord  hanno tassi di occupazione maggiori, offrono opportunità migliori ai loro cittadini e di conseguenza anche le condizioni di vita sono diverse. Per cercare di equilibrare le situazioni economiche è stato introdotto il programma Garanzia Giovani che v iene applicato negli Stati Membri il cui il tasso di disoccupazione giovanile supera il 25%. L’Italia naturalmente rientra tra questi Paesi.

A chi è rivolto il programma Garanzia Giovani

Il programma intende favorire l’inserimento lavorativo del giovani disoccupati:

  •  che abbiano dai 15 ai 29 anni di età;
  •  cittadini Ue o extra-Ue ma regolarmente soggiornanti in Italia;
  • non impegnati in attività lavorative o percorsi di studio ( i NEET).

Il programma agisce su più fronti, da un lato c’è una sorta di presa in carico del giovane che si trova nelle condizioni previste, cioè non lavora e non è inserito in un percorso di studio e formazione. Dall’altro lato si rivolge alle aziende a cui riconosce agevolazioni di tipo fiscale nel caso in cui assumano uno dei ragazzi del progetto Garanzia Giovani.  Deve essere sottolineato che i programmi di Garanzia Giovani di anno in anno vengono innovati e in virtù della Crisi Covid il programma Next Generation UE contiene ulteriori misure di rafforzamento del programma. Questo perché è naturalmente aumentata la disoccupazione giovanile e quindi occorrono incisive azioni d’urto per rilanciare economia e occupazione. Segno di questa crisi sono i numeri di coloro che si sono registrati al programma dall’inizio del 2021, si tratta di ben oltre un milione e 600.000 Neet registrati.

Cosa prevede il programma

Per i ragazzi che vogliono aderire al programma Garanzia Giovani è previsto un colloquio conoscitivo che mira a comprendere le esigenze e potenzialità del soggetto e quindi a inserirlo in un programma personalizzato.  Ad occuparsi delle procedure è ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) attraverso i Centri per l’Impiego regionali che devono sviluppare le iniziative volte ad attuare il programma nazionale. In particolare sono messi  a disposizione:

  •  percorsi di formazione specifici: prevedono corsi professionalizzanti con formazione individuale e collettiva della durata da 50 a 200 ore o percorsi di reinserimento nel sistema di istruzione. I secondi sono rivolti a coloro che ancora non hanno compiuto 19 anni e non hanno un diploma o una qualifica;
  • contratti di apprendistato con percorsi di formazione della durata minima di 6 mesi, i percorsi possono essere di diverso livello, ad esempio vi è il percorso per l’Alta Formazione e la Ricerca;
  • periodi di tirocinio in aziende della durata di 6 mesi e retribuiti (500 euro al mese e non più di 3.000 euro totali. I costi non sono a carico delle aziende;
  • servizio civile: i ragazzi sono impegnati in progetti di volontariato di diversa natura con un contributo di 433,80 euro al mese per 12 mesi;
  •  percorsi per l’autoimprenditorialità: il responsabile del progetto di inserimento offre un aiuto concreto nella realizzazione di un progetto imprenditoriale. Ad esempio si prevede la consulenza  per la redazione di business plan e del progetto,  consulenza per l’accesso al credito e supporto alle start up, tutoraggio per il disbrigo delle pratiche burocratiche, insomma un vero e proprio aiuto per far nascere l’attività;
  • sostegno alla mobilità, questo programma intende aiutare i giovani a trovare opportunità di lavoro all’altezza delle sue potenzialità anche al di fuori dei confini del Paese di origine. In questo caso sono messi a disposizione voucher e altri aiuti per le spese di viaggio e alloggio.

Chi aderisce al programma Garanzia Giovani può avere anche accesso ai corsi di formazione a distanza attraverso la piattaforma di e-learning di Cliclavoro, il portale del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.

Come Iscriversi

Per aderire al programma Garanzia Giovani è necessario collegarsi al sito www.anpal.gov.it e registrarsi nella sezione MyAnpal (in alto a destra), occorre selezionare la voce “cittadino”. A questo punto basta seguire la procedura per registrarsi e quindi aderire al programma. Una volta fatto ciò, entro 60 giorni un referente regionale contatta gli iscritti per proporre la sottoscrizione del Patto di Servizio, una sorta di contratto in cui  le parti si impegnano a svolgere un’attività volta all’inserimento lavorativo. Dopo aver sottoscritto il patto, entro 4 mesi  dovrebbe arrivare almeno una proposta concreta per formazione e/o lavoro dallo sportello di riferimento. Deve essere sottolineato che se un giovane aderisce al programma e rientra in un progetto, ad esempio il servizio civile, al termine di questo, se non è utilmente collocato in una posizione lavorativa, può comunque usufruire di ulteriori servizi, ad esempio un tirocinio.

Benefici per le aziende

Naturalmente appare molto importante sottolineare anche i benefici per le aziende che decidono di avvalersi dei ragazzi del progetto Garanzia Giovani. Per loro vi è la possibilità di ottenere bonus e sgravi fiscali, l’ammontare dei benefici si determina di anno in anno e sono commisurati al tipo di contratto proposto: apprendistato, tirocinio, apprendistato per l’Alta Formazione e la Ricerca.  Sono disponibili inoltre sgravi contributivi nel caso in cui sia proposto un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato.

Centri per l’impiego, l’80% sono inutili

Va dritto al punto il presidente di Italia Lavoro, Paolo Reboani, durante un’audizione alla Camera: i centri per l’impiego sono dislocati male territorialmente, il che non aiuta, ovviamente, la ricerca del posto di lavoro. “Sui 556 centri per l`impiego attivi sul territorio nazionale – ha dichiarato Reboani – soltanto 106 hanno un bacino di utenti in età di lavoro superiori a 100mila unità, soglia minima prevista. Ed è quindi particolarmente grave che l’80% degli sportelli risulti attivo laddove meno se ne ravvisi l’utilità fotografa in modo chiaro una situazione di palese squilibrio territoriale, e così la pressione esercitata sul singolo centro per l’impiego dalla platea dei cittadini richiedenti servizi, è molto diversa da regione a regione”.

“Ogni ipotesi di riforma del sistema – ha concluso – non può prescindere dalla revisione di questo particolare aspetto relativo alla eterogeneità dell’organizzazione dei servizi, come non può assolutamente trascurare la questione che si ricollega sempre al decentramento gestionale in capo alle Regioni e cioè il processo di autorizzazione e accreditamento degli operatori privati”.

Nei centri per l’impiego, nati sul finire del millennio scorso dai vecchi uffici di collocamento, non c’è alcun incontro tra domanda e offerta, bensì troppo spesso un eccesso di domanda che non trova alcuno sbocco. E pensare che in Europa sono strutture funzionali e di supporto a migliaia di disoccupati…

JM

Giovani, carini e disoccupati

 

Ma cosa devono fare i ragazzi italiani per darsi da fare? Lauree, master, stage, concorsi sembrano soluzioni inutili stando ai dati emessi dall’indice Istat in queste ore.

A maggio 2012, il tasso di disoccupazione giovanile calcolato sui ragazzi di età compresa tra i 15 ai 24 anni ha registrato un’incidenza del 36,2%, ovvero 1 ragazzo su 3 si trova senza lavoro.

“Bravo, ma hai troppa esperienza”, oppure “Sei in gamba, ma non possiamo pagarti”, o ancora, “Hai famiglia, non possiamo rispettare le tue aspettative”, quante volte ce lo siamo sentiti dire?

Turnover e stagisti: agli italiani delle Human Resources piacciono i nomi esterofili, peccato che non ne seguano anche i modelli di pianificazione delle risorse.

Gli esaminatori dei colloqui recitano sempre le solite frasi che sanno di scherzo, ed anche cercarsi un lavoro dignitoso diventa un’impresa per chi, di voglia di fare e di mettere al servizio buona volontà o conoscenze fresche di scuola.

Il risultato? Più vacanze per tutti, che se non sono un male con queste ondate di caldo ma che di certo nuocciono allo spirito di chi, sfaccendato dopo anni di studio o dopo una consapevole riflessione sulle proprie potenzialità, non vede spiragli nel suo futuro più imminente.

E non parliamo dei progetti a lungo termine…

I dati sul tasso di disoccupazione, dunque, rimangono sconfortanti, senza parlare della crisi degli over 30-40 che, per colpa della crisi, perché poco meritevoli o semplicemente “troppo formati” per vedere confermato il loro impiego, subiscono l’egemonia dei famosi Co. Co.Pro. o non si vedono rinnovato il contratto di impiego dopo mesi, se non anni di lavoro.

C’è da dire che se nulla o poco possono le piccole medie imprese nazionali, ancora meno fanno le grandi aziende, dove “essere un numero” diventa sempre più sinonimo di precarietà.

Mettere su una start up? In molti ci provano, nonostante le agevolazioni messe in atto e le difficili condizioni per accedervi.

In questo possono molto i franchising, ma al contempo fare i conti con il classico “27 del mese” diventa una responsabilità troppo alta per chi, già, ha da mettere il pane in tavola.

Certo, la provincia di Milano ha da poco proposto al governo un nuovo volano strategico per lo sviluppo economico, una nuova no tax area destinata a chi vuole intraprendere “l’impresa di mettere su un’impresa”. L’idea, non del tutto malsana, è quella di creare delle condizioni favorevoli e delle agevolazioni tributarie in favore di chiunque decida di avviare una nuova impresa nel territorio.
A sostenerla, Cristina Tajiani, assessore del Comune di Milano, il cui obiettivo è quello di creare un progetto che potrebbe ispirarne anche altri. Ma intanto?

Dal gennaio 2004 ad oggi mai la situazione era stata così grave e nonostante spread, bond, CCT, i giovani – che intanto invecchiano – continuano a rimanere inoccupati, con un aumento di 0,9 punti percentuali su aprile che segnano un record storico.

C’è da dire che, sempre secondo i dati Istat, il tasso di disoccupazione tra la popolazione nel suo complesso è scesa di -01 punti percentuali a maggio 2012, ed è la prima diminuzione, anche se lieve, del tasso di disoccupazione da febbraio del 2011. Ciononostante, per i tecnici il risultato rimane “sostanzialmente stazionario” e la disoccupazione persiste su “valori molto elevati”. Ovvero, non va niente bene.

Non che altrove le cose siano differenti: nei Paesi della zona Euro la stessa percentuale, a maggio, è salita all’11,1%, quando ad aprile era all’11% e nel maggio 2011 era al 10%.

Espatriare? Rimettersi alla canonica fuga di cervelli? “Varrebbe la pena” in Austria (dove i tassi di disoccupazione sono minimi, attestati all’4,1%), Olanda (5,1%), Lussemburgo (5,4%) e Germania (5,6%), ai massimi di Spagna (24,6%) e Grecia (21,9% il dato di marzo 2012).

In Italia, invece, il numero dei disoccupati è calato di 18mila unità ed è sceso 2.584 mila rispetto ad una base annua del 26% pari a 534mila unità che vede uomini e donne ugualmente penalizzati. E questo, per qualche animo più debole, significa dire addio a sogni di lavoro.

I lavori stagionali saranno d’aiuto? Il lavoro nobilita l’uomo ed è un diritto sancito dalla Costituzione italiana. Un articolo troppo in incipit perché qualcuno se ne ricordi a buon diritto.

 

Paola PERFETTI

L’assunzione di giovani madri viene premiata a Piacenza

di Vera MORETTI

Buone notizie per le giovani madri con contratto di lavoro atipico che desiderano rientrare nel mondo del lavoro e che abitano nella provincia di Piacenza.

Sono, infatti, in arrivo incentivi che potrebbero aiutarle, a patto che abbiano alcuni indispensabili requisiti. Oltre ad essere iscritte alla Banca dati giovani genitori gestita dall’INPS, devono essere:

  • di età tra i 30 e i 35 anni;
  • madri di figli minori – legittimi, naturali o adottivi – ovvero affidatari di minori;
  • titolari di uno dei seguenti rapporti di lavoro: lavoro subordinato a tempo determinato, lavoro in somministrazione, lavoro intermittente, lavoro ripartito, contratto di inserimento, collaborazione a progetto o occasionale, lavoro accessorio, collaborazione coordinata e continuativa.

In alternativa al requisito di cui al punto 3) persona cessata da uno dei rapporti indicati ed in possesso dello stato di disoccupazione attribuito da un Centro per l’Impiego.

Beneficiarie del contributo sono le imprese private, ivi comprese le imprese sociali, e le società cooperative.
Per accedere al beneficio, devono inoltre sussistere le seguenti condizioni:

  • Il datore di lavoro non deve aver effettuato, nei sei mesi precedenti l’assunzione, licenziamenti per giustificato motivo oggettivo o per riduzione del personale, fatta salva l’ipotesi in cui l’assunzione sia finalizzata all’acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori licenziati.
  • Il datore di lavoro non deve avere in atto sospensioni dal lavoro o riduzioni dell’orario di lavoro per crisi aziendale, ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione industriale, salvo il caso in cui l’assunzione sia finalizzata alla acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori sospesi o in riduzione di orario.
  • Il lavoratore assunto non deve essere stato licenziato, nei sei mesi precedenti l’assunzione, dalla medesima impresa ovvero da impresa collegata o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti.

L’incentivo viene concesso per l’assunzione a tempo indeterminato, anche parziale, ovvero per la trasformazione a tempo indeterminato (anche con orario parziale) di un rapporto a tempo determinato.

Con riferimento alle società cooperative, l’incentivo è riconosciuto, altresì, per l’assunzione di soci lavoratori, purché venga stipulato con gli stessi un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche parziale.
Il contributo forfettario provinciale di Euro 1.000, 00 può essere riconosciuto, in aggiunta a quello nazionale (pari ad Euro 5.000,00).