Prestiti INPS: chi può richiederli e perché sono convenienti?

I prestiti INPS sono finanziamenti erogati direttamente dall’INPS attraverso i Fondi dell’INPS, quindi in forma di prestiti diretti oppure attraverso convenzioni con istituti di credito. La caratteristica principale dei prestiti INPS è il loro tasso agevolato.

Cosa sono i prestiti INPS

La prima cosa da sottolineare è che non tutti possono accedere ai prestiti INPS, questi infatti sono diretti solo ad alcune categorie di persone e in particolare i pensionati, i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, gli insegnanti (piccolo prestito gestione assistenza magistrale) e i dipendenti pubblici iscritti alla Gestione Unitaria. Gli importi possono essere richiesti direttamente all’INPS che ogni anno destina una quota di fondi ai prestiti a dipendenti e pensionati. In caso di incapienza, cosa che succede frequentemente, sarà possibile rivolgersi a banche convenzionate con l’INPS, queste potranno erogare i prestiti alle stesse condizioni e con gli stessi requisiti dell’INPS. Naturalmente viste le convenzioni, anche le pratiche saranno più veloci.

Quali sono i prestiti INPS? Piccoli prestiti e prestiti pluriennali

Le forme dei prestiti erogati o convenzionati dall’INPS sono diverse e quindi si può accedere a piccoli prestiti, prestiti pluriennali, cessione del quinto. Per controllare tutti i prestiti erogati dall’INPS, in forma diretta o indiretta puoi controllare la pagina INPS, dove potrai avere accesso anche a simulazioni.

I piccoli prestiti prevedono la possibilità di ottenere somme di denaro da restituire nell’arco di 24 mesi. Ad esempio il prestito con gestione assistenza magistrale può essere richiesto per un importo massimo corrispondente in due mensilità in godimento al momento della richiesta.

Il prestito pluriennale diretto della Gestione Unitaria, invece è diretto esclusivamente a dipendenti pubblici iscritti al fondo da almeno 4 anni oppure pensionati ex dipendenti pubblici. Un’altra peculiarità di questo prestito è il fatto viene erogato solo a fronte di determinate esigenze familiari o personali, quindi è necessario indicare il motivo per il quale occorre utilizzare il denaro.  Prevede la possibilità di ottenere importi anche di una certa entità, fino a 60.000 euro da restituire secondo un piano di rimborso che può avere una durata massima di 10 anni.

La cessione del quinto

Tra i prestiti agevolati c’è la cessione del quinto dello stipendio INPS. Si tratta di un prestito particolarmente apprezzato in quanto se nell’arco del periodo di restituzione dovessero esservi dei problemi, ad esempio la perdita di lavoro, oppure in caso di morte, sarà la compagnia di assicurazione a dover rimborsare il prestito. Di conseguenza per poter ottenere le somme non è necessario che siano stipulate delle garanzie, ad esempio ipoteche su beni immobili, oppure la presenza di un garante. Un’altra caratteristica che rende questa formula molto apprezzata è il fatto che non è necessario indicare il motivo per il quale si ha bisogno di avere le somme richieste.

La cessione del quinto prevede che l’importo della rata sia detratto direttamente dallo stipendio o dalla pensione e che esso corrisponda a 1/5 dell’importo della pensione o dello stipendio. Può essere richiesta anche da pensionati che non siano ex dipendenti pubblici.

L’importo massimo erogabile dipende da diversi fattori, infatti la legge 184 del 1950 per la cessione del quinto prevede che il piano di ammortamento debba avere una durata massima di 10 anni, inoltre è previsto il limite di età di 87 anni e 11 mesi. Questo implica che  cioè il piano di ammortamento dovrà comunque terminare entro il compimento di tale età. Di conseguenza un ottantenne non potrà chiedere un prestito con cessione del quinto per la durata di 10 anni.

Perché chiedere i prestiti INPS?

Questa è la domanda che molti si pongono, cioè perché invece di rivolgersi a una banca oppure a una finanziaria per ottenere un prestito, una persona dovrebbe rivolgersi all’INPS o a un istituto di credito convenzionato? La risposta è molto semplice, infatti i tassi di interesse applicati sulle varie forme di prestito sono bassi rispetto ai tradizionali finanziamenti. Ad esempio la cessione del quinto, viste le sue peculiarità solitamente ha un costo non basso, infatti prevede che sia stipulata un’assicurazione a copertura del rischio di perdita di lavoro o perdita vita, ma nonostante questo con l’INPS diventa economicamente vantaggioso accedervi.

Pensioni, cos’è e come funziona la cessione del quinto dell’assegno mensile?

Analogamente ai lavoratori, i pensionati hanno la possibilità di ottenere prestiti personali da estinguere poi mediante una trattenuta diretta sull’assegno di pensione. Si tratta della cessione del quinto di pensione che permette, peraltro, di ottenere prestiti a tassi agevolati rispetto a quelli praticati sul mercato. Pertanto, il rimborso del prestito avviene attraverso la trattenuta sulla mensilità di pensione a tasso fisso e a rata costante.

Condizioni e requisiti per accedere al prestito col quinto di pensione

Per poter beneficiare dei prestiti da restituire tramite il quinto di pensione, il primo passo del debitore è quello di ottenere la comunicazione di cedibilità della pensione che viene rilasciata dall’Inps. Nel documento si specifica, inoltre, anche l’importo massimo della rata del prestito. A differenza di varie finanziarie, non ci sono limiti di età per la stipula. Tuttavia, normalmente si accede al prestito con il quinto della pensione fino a un’età tra i 75 e gli 80 anni. Il prestito, in ogni modo, deve essere estinto interamente entro l’85esimo anno di vita del pensionato.

I passaggi per ottenere il prestito col quinto di pensione

Il primo passaggio per ottenere il prestito con la cessione del quinto della pensione è, dunque, l’ottenimento della comunicazione di cedibilità della pensione da parte dell’ente previdenziale. La richiesta va fatta presso una delle sedi dell’Inps o recandosi a un altro ente di riferimento. La comunicazione deve essere successivamente consegnata alla banca o alla società finanziaria che concede il prestito. In presenza di una convenzione, la richiesta può essere inoltrata direttamente alla banca o a un altro intermediario. Saranno questi ultimi istituti a interfacciarsi direttamente con l’Inps.

Cosa è necessario nel prestito con cessione del quinto della pensione?

Nel prestito con la cessione del quinto della pensione è importante che il rimborso avvenga nel massimo di dieci anni dal momento in cui viene contratto. Inoltre, la quota di rimborso non può essere superiore al 20% (quindi, un quinto) dell’importo della pensione mensile. Infine, al contratto di prestito deve essere associata una copertura assicurativa per l’eventualità di premorienza del titolare della pensione e del prestito.

Come si calcola la rata del quinto della pensione?

Per calcolare il 20% come quota a rimborso del prestito occorre far riferimento alla pensione percepita mensilmente, al netto delle ritenute fiscali e previdenziali. Non può comunque essere erosa la parte minima della pensione, fissata per il 2021 a 515,18 euro. La quota di pensione cedibile, fino a un massimo di un quinto della pensione, dipende dall’importo della rata o delle rate pensionistiche mensili percepiti. Di conseguenza, più alto è l’importo della pensione, maggiora sarà la quota che potrà essere messa a rimborso. C’è bisogno, in ogni caso, dell’accordo dell’ente previdenziale.

Quali pensioni non possono richiedere il prestito con il quinto dello stipendio?

Alcune formule di pensionamento non possono richiedere prestiti con la cessione del quinto dello stipendio. Come spiegato dall’Inps rientrano tra queste pensioni:

  • gli assegni sociali;
  • le pensioni sociali;
  • l’invalidità civile;
  • gli assegni mensili per l’assistenza ai pensionati per inabilità;
  • le pensioni con contitolarità, in particolare per la quota parte non pertinente del soggetto richiedente il prestito;
  • gli assegni a sostegno del reddito;
  • i trattamenti di esodo ex comma dal 1° al 7° ter, dell’ex articolo 4 della legge numero 92 del 2012;
  • l’anticipo pensionistico Ape sociale;
  • gli assegni al nucleo familiare.

Cessione del quinto sulla pensione, cosa c’è da sapere sul prestito?

In merito alla cessione del quinto sulla pensione, il legislatore ha previsto particolari situazioni di vantaggio sul prestito a favore dei pensionati. La ragione risiede nel maggiore tutela accordata in riferimento all’età avanzata e alla prestazione sulla quale si applica la cessione del quinto, ovvero la pensione. Il Tasso Effettivo Globale (TEG) applicato al prestito non può essere maggiore della soglia di usura che viene rilevata ogni tre mesi ai sensi della legge numero 108 del 1996.

Strumenti a tutela del pensionato nella cessione del quinto

Inoltre, il contratto del prestito deve riportare tutti gli oneri inerenti al prestito stesso. Pertanto, vanno indicate le spese di istruttoria, di estinzione anticipata, di premio assicurativo per la possibilità di premorienza, le commissioni e gli interessi. Infine, lo stesso ente previdenziale ha sottoscritto una convenzione con varie banche e società di credito per garantire tassi più agevolati rispetto a quelli praticati sul mercato. L’elenco di questi istituti finanziari e delle banche è disponibile sul sito dell’Inps.

Novità riguardo la cessione del quinto

E’ stata pubblicata dalla Banca d’Italia la comunicazione del 4 giugno 2015 relativa ai criteri di segnalazione delle operazioni di finanziamento contro la cessione del quinto dello stipendio e della pensione.

Tale comunicazione riepiloga le modalità da adottare per effettuare segnalazioni di vigilanza nel caso in cui le operazioni si dovessero verificare, inoltre introduce nuove evidenze informative nel modello segnaletico della Centrale dei rischi che permetteranno di individuare i finanziamenti concessi contro cessione del quinto dello stipendio e della pensione e fornisce indicazioni specifiche in merito alla corretta rappresentazione delle CQSP caratterizzate da temporanee disfunzioni organizzativo-procedurali, in linea con l’esito della consultazione pubblica effettuata a tale riguardo.

Queste novità entreranno in vigore a partire dalle segnalazioni riferite al 30 novembre 2015 e verranno applicate anche ai finanziamenti erogati a dipendenti pubblici, per i quali è prevista l’estinzione mediante l’istituto della delegazione di pagamento.

Vera MORETTI

Agli anziani piacciono i prestiti

Sarà la crisi economica, sarà l’accresciuta propensione degli italiani a utilizzare il credito al consumo, fatto sta che il settore dei prestiti nel nostro Paese non accenna a dare segni di flessione, anzi, tiene bene.

C’è però un dato che, analizzando la tipologia di prestiti e, soprattutto, il profilo medio della persona che li richiede, salta all’occhio: nel settore del credito al consumo le domande di prestiti da parte dei più anziani continuano ad essere tantissime, oltre il 9% del totale, con un importo medio richiesto di 13.400 euro.

Il dato emerge da un’analisi condotta dal portale Facile.it in collaborazione con Prestiti.it, dalla quale risulta anche che il tempo medio per la restituzione dei prestiti è abbastanza lungo, 67 mesi, da rimborsare con uno stipendio o pensione di circa 1.600 euro. Tra tutte le domande pervenute ai siti, più di una su tre (il 36%) riguarda richieste di cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Ma quali sono le motivazioni che spingono gli over 60 a contattare gli istituti finanziatori per farsi concedere dei prestiti? Uno su 3 punta a ottenere liquidità (32,6%), mentre uno su 5 (il 19,2%) vuole ristrutturare la casa. Il consolidamento dei debiti arriva al 13,4%, scalzando dal podio i prestiti per l’acquisto di un’auto usata che solo qualche anno fa rientravano tra le motivazioni più comuni, anche tra gli ultrasessantenni.