Liti fiscali, ecco la riforma in arrivo e come cambierà il rapporto tra Fisco e contribuenti

Diverse novità saranno introdotte in materia di liti fiscali nel nostro ordinamento. Se la riforma della giustizia è un argomento centrale del dibattito politico italiano, non lo è da meno la riforma della giustizia tributaria. Molto potrebbe cambiare per queste pendenze. Lo spiega bene un articolo del quotidiano “Italia Oggi”, i cui si spiega nello specifico tutto quello che cambierà.

Liti fiscali, si cambia, la riforma prosegue

Sono stati ultimati i dettagli di una importante riforma che è quella della giustizia tributaria. Infatti, incardinata in Commissione la riforma sembra in dirittura di arrivo. Oggi tutto sarà più chiaro dal momento che si lavora per la validazione di un decreto legge ad hoc. Le novità principali di cui parla il già citato quotidiano,in riferimento alle liti fiscali sono:

  • un giudice tributario professionale;
  • conciliazione giudiziale potenziata;
  • prove testimoniali;
  • istanza di prelievo per i giudizi di Cassazione.

Le parole di Marta Cartabia in Parlamento

Il Guardasigilli Marta Cartabia ha pubblicamente manifestato l’impegno del governo per l’attuazione del Pnrr e tra i punti salienti proprio la riforma della giustizia tributaria. Il Ministro della Giustizia ha ribadito l’obbligo di rispettare i termini per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, come direttive della UE vogliono.  Il primo passaggio è la nascita di un nuovo giudice tributario professionale. Un professionista di questo genere di contenziosi che saranno inseriti per concorso e che si sostituiranno alle figure oggi presenti, che non  saranno cancellate in maniera imminente, ma che andranno piano piano a scomparire.

Infatti,  nascerà una specie di CSM tributario. Il nuovo giudice tributario sarà retribuito come ogni altro magistrato. La riforma prevede un nuovo bando di concorso per circa 500 nuovi giudici. Magari, facendo confluire su questo settore un centinaio di magistrati ordinari che si specializzerebbero in questa materia.

Le altre novità della riforma sulle liti fiscali

Non cambia solo il giudice interessato a queste materie. Infatti si cambierà anche per quanto concerne le prove testimoniali in questo ambito. Il nuovo processo tributario partirà da una nuova prova testimoniale, prevista per iscritto. Il cambiamento sposterà gli oneri e la pesantezza del procedimento dal  contribuente a all’amministrazione finanziaria.

Viene anche potenziata la conciliazione giudiziale per cause tributarie di basso importo (quelle fino a 50.000 euro ndr). Per quanto riguarda  l’istanza di prelievo, sembra in dirittura di arrivo una novità. La mancata istanza di prelievo presentata potrebbe finire con l’estinguere il giudizio

Cosa sono le liti fiscali?

Cosa si intende con la definizione di liti fiscali, come si possono risolvere e chi vi intacca? A queste annose questioni daremo risposta nella guida di seguito, di paragrafo in paragrafo.

Liti fiscali, cosa vuol dire

Anche note come liti pendenti, andiamo a vedere cosa si intende con questa definizione.

Quando si parla di liti pendenti si intendono tutte quelle controversie per le quali risulta notificato un atto di accertamento, un provvedimento di irrogazione delle sanzioni o un altro atto impositivo, di cui è parte l’agenzia delle Entrate, che il contribuente ha impugnato a partire dalla data del 1° maggio 2011.

Molto più semplicisticamente, possiamo dire che una causa è pendente quando il giudizio fra le parti è in corso. Pendente, quindi, significa che pende, che continua a verificarsi attraverso quella successione di atti e attività processuali (dell’organo giudicante, degli avvocati, delle parti) che caratterizza un processo.

Nel nostro paese, sono circa mezzo milione le liti fiscali pendenti che sono state definite aderendo alle varie forme di condono o rottamazione.

Come condonare le liti fiscali?

Andiamo, quindi a vedere come si possono risolvere e dunque condonare le liti fiscali.

Per porre fine alle liti fiscali, va da se che occorre raggiungere la pace fiscale. La “pace fiscale”, prevista dal decreto legge n. 119 del 2018, comprende una serie di misure che consentono ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, versando le imposte dovute senza applicazione di sanzioni e interessi.

Condono fiscale

Il condono (anche non fiscale) è un provvedimento emanato dal legislatore o dal governo, tramite il quale i cittadini che vi aderiscono possono ottenere l’annullamento, totale o parziale, di una pena o di una sanzione.

In pratica, potremmo dire che viene cancellato ciascun carico che non supera il tetto di 5.000 euro.

Definizione agevolata, di cosa si tratta

Facendo riferimento alla definizione agevolata delle liti pendenti del 2011, la Suprema Corte ha da tempo ritenuto che anche le cartelle emesse a seguito di liquidazione delle dichiarazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate rientrano tra gli atti impositivi, perché costituiscono il primo e, spesso, unico atto che il contribuente riceve e con il quale il Fisco manifesta la pretesa tributaria.

In un caso molto recente, la Cassazione ha statuito che la lite fiscale può essere rottamata quando il contribuente ha impugnato direttamente la cartella di pagamento che gli è stata notificata senza essere preceduta da un avviso di accertamento.

Controversie tributarie

Stando a quanto riporta l’Agenzia delle Entrate, vediamo cosa si intende per controversia tributaria della definizione agevolata.

Le controversie tributarie con l’Agenzia delle Entrate, su atti impositivi, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e anche a seguito di rinvio, possono essere definite con il pagamento di un importo uguale al valore della controversia (il valore della lite è l’importo del tributo al netto degli interessi e delle eventuali sanzioni irrogate con l’atto impugnato; in caso di controversie relative alle sole irrogazioni di sanzioni, il valore è costituito dalla somma di queste.

Qualora ci trovassimo dinnanzi ad un ricorso pendente iscritto nel primo grado, la controversia può essere definita con il pagamento del 90 per cento del valore della controversia.

In deroga alla regola generale che prevede il pagamento di un importo uguale al valore della lite, in caso di soccombenza dell’Agenzia, le controversie possono essere definite con il pagamento:

  • del 40% del valore della controversia (soccombenza in primo grado)
  • del 15% del valore della controversia (soccombenza in secondo grado).

Come fare domanda per ottenere l’ agevolazione?

La domanda per ottenere l’agevolazione può essere presentata da chi ha proposto l’atto introduttivo del giudizio o da chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione.

Si possono definire in maniera agevolata solo le controversie in cui il ricorso in primo grado è stato notificato entro il 24 ottobre 2018 (data di entrata in vigore del decreto legge n. 119/2018) e per le quali, alla data di presentazione della domanda di definizione agevolata, il processo non venga quindi concluso con una pronuncia definitiva.

Questo, dunque, è quanto di più utile ed esaustivo ci sia da sapere in merito alle liti fiscali.

INT contro la decisione del MEF della chiusura agevolata delle liti fiscali

L’Istituto Nazionale Tributaristi ha voluto esprimere la sua opinione circa l’annuncio fatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze riguardo la chiusura agevolata delle liti fiscali pendenti, ribattezzata “rottamazione”, termine che probabilmente calza poco quando si affrontano argomenti delicati.

Se, infatti, ai non addetti ai lavori questa può sembrare una buona notizia, soprattutto in quanto ad oneri fiscali e pendenze, INT sostiene che, al contrario, se all’inizio ogni intervento atto ad eliminare l’eccesso di sedimentazione delle liti fiscali o delle cartelle esattoriali potrà sembrare positivo, avrà in realtà questo effetto solo a breve termine, e anche un temporaneo incremento del gettito nelle casse erariali.

Purtroppo, infatti, questi tipi di intervento non sono in grado di risolvere la situazione alla radice, se alla base non c’è la possibilità e la volontà, di semplificare gli adempimenti fiscali, e non si emaneranno leggi tributarie chiare e durevoli, con una modificazione dell’ intero impianto del sistema sanzionatorio amministrativo.

Queste le parole di Riccardo Alemanno, presidente INT: “ Abbiamo evidenziato al Ministro Padoan che negli ultimi mesi al MEF sono stati ascoltati solo una parte degli intermediari fiscali ed abbiamo chiesto di essere sentiti in merito alle ultime iniziative legislative ed a quelle ancora in cantiere. La sensazione è che il progetto di riforma fiscale previsto dalla Legge delega sia ormai un ricordo, perché pare si stia navigando a vista e questo non può che creare confusione e non risolvere il problema di un sistema fiscale farraginoso e complesso. Noi siamo, come sempre, disponibili a fare la nostra parte, senza pretendere di avere soluzioni miracolistiche che nessuno possiede, ma nella convinzione che attraverso il confronto con gli operatori del settore, ma tutti però, ognuno con le proprie competenze, si possa migliorare l’attuale stato di cose”.

Vera MORETTI