Cibus e Slow Food insieme per Cibus Connect

Cibus è uno degli appuntamenti più importanti per far conoscere le eccellenze agroalimentari italiane nel mondo. Ecco perché ha una grande importanza la nascita di Cibus Connect 2017, un nuovo format nato dalla collaborazione tra Cibus e Slow Food e dedicato al Made in Italy in Italia. Il debutto di Cibus Connect 2017 è previsto per il 12-13 aprile 2017 alle Fiere di Parma.

Una nota di Cibus spiega come l’accordo tra le due realtà ha come obiettivo la valorizzazione, in Italia e nel mondo, delle competenze e delle esperienze maturate nel B2B con Cibus e nel B2C con il Salone del Gusto, organizzato da Slow Food dal 1996.

In sostanza Fiere di Parma Cibus e Slow Food mettono le rispettive esperienze e competenze al servizio delle aziende alimentari italiane, in modo che si possano affermare sempre più sempre meglio sui mercati nazionali e internazionali.

All’interno di Cibus Connect, oltre agli abituali espositori del salone, è previsto uno spazio apposito dedicato ai produttori selezionati, organizzato da Slow Food, con circa 100 produttori italiani legati all’associazione fondata da Carlo Petrini.

Cibus, i numeri dell’edizione 2016

Si è chiusa la scorsa settimana con numeri da record a Parma la 18esima edizione di Cibus, la fiera internazionale dell’alimentazione organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, con 3mila aziende espositrici su 130mila metri quadri, 72mila visitatori di cui 16 mila operatori esteri e 2.200 top buyer (nel 2014 i visitatori erano 67mila, gli operatori esteri 13mila).

E’ la migliore edizione di sempre, che ha raccolto il testimone di Expo2015 – ha commentato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – e ha visto il comparto agroalimentare italiano presentarsi con circa mille innovazioni di prodotto, pronte a conquistare i mercati esteri e recuperare posizioni sul mercato interno. Abbiamo notizia di un alto volume di affari conclusi o ben avviati, con la piena soddisfazione delle aziende e dei buyer esteri e italiani”.

Una vocazione alla promozione dell’agroalimentare italiano unito al B2B che ha trovato compimento anche nell’ultima giornata della fiera con la presentazione, nel salotto di Gdo Week/Mark Up, di Coop Italian Food s.p.a., una nuova società, guidata da Domenico Brisigotti di Coop Italia, che ha l’obiettivo di divenire il punto di contatto più qualificato tra i produttori alimentari italiani ed i player internazionali che intendono proporre il meglio dell’italian food. Coop mette in campo “reputazione e capacità di selezionare aziende e prodotti – ha spiegato Domenico Brisigotti, Ad di Coop Italian Food – per ricoprire le vesti di aggregatore dell’eccellenza alimentare nazionale e proporla ai singoli retailer internazionali nelle specifiche modalità richieste”.

L’appuntamento, ora, è per aprile 2017 con Cibus Connect, evento che comprende un forum internazionale con esperti di food and beverage da tutto il mondo ed una forma espositiva light finalizzata al matching con la grande distribuzione.

Agroalimentare italiano ed export, i focus di Cibus

Come più volte sottolineato, il Cibus di Parma è anche una strepitosa occasione per l’export dell’ agroalimentare italiano. Non a caso, il salone mondiale dell’alimentazione che si è chiuso ieri ha visto ancora una volta la collaborazione tra ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e Fiere di Parma.

L’attività di incoming curata dall’Agenzia ICE ha infatti coinvolto oltre 370 tra buyer, retailer e importatori da 52 Paesi stranieri, con una forte presenza di operatori dal Nord America. Non è un caso, poiché si tratta di un’area chiave per l’export dell’ agroalimentare italiano, potenziato dal progetto di promozione “Extraordinary Italian Taste” promosso dal ministero dello Sviluppo Economico e dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Durante le giornate di Cibus, le delegazioni di buyer esteri hanno potuto conoscere la migliore offerta espositiva, per tutte le categorie merceologiche della produzione agro-industriale e dell’ agroalimentare italiano.

Quest’anno, poi, un focus rilevante è stato posto sul Giappone, Paese chiave per l’export dell’ agroalimentare italiano. ICE ha infatti presentato un’indagine sull’e-commerce in Giappone, “Selling to Japan Online”, realizzata per supportare e favorire l’entrata nel mercato locale giapponese, attraverso i canali del commercio elettronico, per i settori agroalimentare e vini “made in Italy”.

Si tratta di un mercato strategico, i cui numeri e le cui tendenze sono state ben illustrate dal Direttore Generale dell’Agenzia ICE, Roberto Luongo:”L’indagine è stata realizzata con l’obiettivo di favorire le vendite italiane di agroalimentari e vini tramite i siti di commercio elettronico. I consumatori giapponesi stanno spostando sempre più le proprie scelte di acquisto su prodotti enogastronomici di qualità. Se da un lato entrarvi passando attraverso partner locali è un’opzione consigliabile, molte delle imprese straniere di maggior successo in Giappone oggi lo fanno direttamente. Abbiamo quindi inteso offrire alle aziende italiane uno strumento per entrare nel mercato giapponese dell’e-commerce che nel 2021 avrà un valore totale di 25.6 miliardi di yen, pari al 20% del mercato retail“.

Ma, oltre a supportare i buyer esteri interessati all’ agroalimentare italiano, l’Agenzia ICE ha aiutato gli operatori italiani attraverso diversi desk di assistenza sui mercati esteri, per fornire informazioni alle aziende espositrici interessate a esportare nei Paesi rappresentati. Si tratta principalmente di Giappone, Taiwan, Stati Uniti, Canada, Cina e Cile.

Infine, in collaborazione con Fiere di Parma, l’Agenzia ICE ha poi organizzato alcune visite guidate in realtà produttive e distributive italiane selezionate, come i Retail Tour durante i quali sono state presentate le diverse metodologie di vendita dei prodotti fiore all’occhiello dell’ agroalimentare italiano. Perché mangiare e bere bene fa bene, ma è meglio che faccia anche business.

Cibus, Gdo e made in Italy

Il Cibus di Parma non è solo una grande vetrina per l’eccellenza enogastronomica italiana, ma anche e soprattutto un luogo nel quale si mette in luce il ruolo fondamentale che l’agroalimentare ha nell’economia italiana.

In questo ambito si è il convegno sulla marca del distributore italiana all’estero, con la presenza di catene distributive estere (l’americana Mittel e l’inglese Waitrose) e italiane (Coop, Conad, Auchan, Finiper), organizzato dal Gruppo Food.

Dal convegno di Cibus è emerso che cresce l’interesse della Gdo straniera per la marca del distributore italiana, spesso con rapporti diretti tra le catene e i produttori italiani. Tanto più che il made in Italy, nel retail estero, si distingue come prodotto di alta qualità che nobilita la gamma dell’offerta. Si cerca infatti un prodotto italiano tradizionale autentico e facile da cucinare, e il margine di crescita della marca privata all’estero è ampio.

Un focus particolare è poi stato fatto a Cibus sui cosiddetti alimenti funzionali, ossia, citando Wikipedia, gli “alimenti, freschi o trasformati, naturalmente ricchi di molecole con proprietà benefiche e protettive per l’organismo, importanti nella pratica nutrizionale perché, se inseriti in un regime alimentare equilibrato, svolgono un’azione preventiva sulla salute”. Il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, ha osservato che “il comparto degli alimenti funzionali in Italia ha raggiunto nel 2015 un fatturato di 2,4 miliardi di euro, con un aumento dell’8% sul 2014. E’ evidente la netta differenza di passo col fatturato aggregato del food and beverage italiano che, per il terzo anno consecutivo, l’anno scorso è rimasto fermo a quota 132 miliardi”.

Una importante voce di bilancio per le aziende agroalimentari che se ne occupano. “La voce complessiva ‘integratori alimentari, infanzia e dietetici’ – ha infatti spiegato ancora Scordamagliaha raggiunto nel 2015 una quota di fatturato di 3,4 miliardi di euro con un +5% sull’anno precedente. La crescita è stata inferiore a quella degli integratori (che sono di gran lunga la voce più performante) in quanto il segmento infanzia, al contrario, soffre. Nei prossimi anni è prevedibile una conferma del passo espansivo di questi alimenti che si distinguono come uno dei segmenti a più alto valore aggiunto e maggiormente premianti del mercato alimentare e che comincia a suscitare interesse anche all’estero per l’eccellenza e la qualità delle materie prime”.

Un settore del quale, nel mercato dell’alimentare, non tutti conoscono le potenzialità e che Cibus ha avuto il merito di portare all’attenzione non solo degli operatori, ma anche del pubblico degli appassionati di alimentazione e cucina. Due driver importanti non solo per la vita quotidiana di ciascuno di noi, ma anche per l’economia nazionale.

Cibus 2016 e l’eredità di Expo 2015

È partito ieri a Parma Cibus 2016, l’appuntamento annuale con le eccellenze dell’agroalimentare italiano celebrate come chiave per il successo e lo sviluppo economico dell’Italia nel mondo.

L’evento di Parma arriva in un altro anno importante per l’agroalimentare italiano. Dopo il 2015, nel quale Cibus partì in concomitanza con l’avvio di Expo 2015 e con il suo focus sull’alimentazione, ora è il momento di inquadrare l’appuntamento a un anno di distanza dall’Esposizione Universale di Milano, per valutare l’eredità lasciata da quest’ultima.

Un’analisi alla quale ha pensato Coldiretti, che rileva come un anno dopo l’inizio di Expo 2015 i suoi effetti si sono fatti sentire sul turismo, con un aumento delle spese e degli arrivi degli stranieri nel 2015 che ha fatto registrare il record delle esportazioni di alimenti e bevande: 36,9 miliardi, con un aumento dell’8% rispetto al 2014.

Secondo l’analisi di Coldiretti, un terzo della spesa degli stranieri in vacanza in Italia è oggi destinato a pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici.

Le spese dei viaggiatori esteri in Italia – si legge nel rapporto di Coldirettisono cresciute nel 2015 del +3,8%, superando i 35,5 miliardi di euro con benefici diffusi sull’economia nazionale. Tra i Paesi di provenienza, sono i francesi a registrare l’andamento più dinamico, seguiti dagli abitanti del Regno Unito e dai tedeschi, ma molto positiva è stata anche la crescita della spesa degli statunitensi, secondo i dati del Ciset. Il cibo grazie ad Expo 2015 si consolida come componente determinante della vacanza Made in Italy. Si tratta della principale voce del budget turistico che ha addirittura superato persino quella dell’alloggio. Un risultato reso possibile dal primato nell’enogastronomia conquistato dall’Italia e indubbiamente sostenuto dall’Esposizione Universale che ha fatto conoscere al mondo la realtà enogastronomica nazionale”.

Coldiretti ricorda che “Expo 2015 è stata visitata da 21,5 milioni di persone, un terzo delle quali stranieri che hanno apprezzato l’esposizione ma anche colto l’opportunità di visitare luoghi turistici del Belpaese e di gustare i prodotti del territorio, con il cibo che per quasi 2 turisti stranieri su 3 (62%) è in testa alla classifica degli acquisti in Italia, secondo l’indagine Nielsen”.

I cibi nazionali più apprezzati dagli stranieri – prosegue Coldirettisono il vino, che nel 2015 ha raggiunto un valore record delle esportazioni di 5,4 miliardi che lo colloca al primo posto tra i prodotti della tavola Made in Italy all’estero. Al secondo posto si posiziona l’ortofrutta fresca, con un valore stimato in 4,4 miliardi nel 2015, mentre al terzo posto sul podio sale la pasta, che raggiunge i 2,4 miliardi. Nella top five ci sono anche i formaggi, che hanno raggiunto un export stimato a 2,3 miliardi, mentre la classica “pummarola” fa salire la voce pomodori trasformati a 1,5 miliardi. Infine l’olio di oliva, che raggiunge i 1,4 miliardi a pari merito con i salumi”.

In linea con i risultati dello studio è il commento del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo: “L’Italia ha saputo cogliere l’opportunità di Expo 2015 per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici. L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa con il primato europeo di 282 prodotti a denominazione di origine Dop/Igp riconosciuti dall’Unione, 405 vini Doc/Docg, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati”.

Cibus e l’eccellenza del food made in Italy

Dopo tanta attesa, parte oggi a Parma Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione. Inaugurato dal ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e forte di una expertise di oltre 35 anni, sviluppata ulteriormente nel semestre di Expo2015 con l’arrivo di centinaia di top buyer esteri nel padiglione CIBUSèITALIA, Cibus si conferma la piattaforma per eccellenza dell’industria alimentare per incrementare gli scambi con i mercati esteri.

Il programma completo della 18esima edizione di Cibus – Salone internazionale dell’alimentazione, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare, è stato presentato le scorse settimane alla stampa a Milano.

Sulla scia del dopo Expo anche i numeri sono da record: 3mila espositori su un’area di 130mila metri quadri, 70mila visitatori attesi, di cui 15mila dall’estero. Arriveranno 2mila top buyer da ogni continente, grazie alla collaborazione con ICE Agenzia e ad un investimento complessivo di oltre 3 milioni di euro, grazie anche all’importante contributo da parte del Governo, nel quadro di programma promozionale del made in Italy agroalimentare “The Extraordinary Italian Taste”. In concomitanza con l’evento fieristico si terranno anche il “World Food Research and Innovation Forum” e l’assemblea annuale di Federalimentare.

Cibus è una fiera in continua crescita – ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma – per il volume d’affari che genera, per notorietà internazionale ed anche come numeri: gli espositori aumentano dell’11% rispetto alla precedente edizione e i metri quadrati lordi d’esposizione dell’8%. Il quartiere fieristico è sempre più moderno e funzionale: all’ingresso ovest è stato rimontato il padiglione che ha ospitato CIBUSèITALIA ad Expo2015 offrendo un ingresso di oltre 1.300mq; i parcheggi antistanti a questo ingresso sono stati totalmente asfaltati e l’esterno dei padiglioni è stato rimodellato da un ammodernamento grafico”.

Nel 2015 l’export del comparto alimentare ha raggiunto i 37 miliardi di euro, facendo ben sperare per l’obiettivo, delineato dal premier Matteo Renzi, di raggiungere i 50 miliardi entro il 2020.

In termini qualitativi, di valore aggiunto e conseguentemente di prezzi riconosciuti ai nostri prodotti sui mercati internazionali, l’esportazione agroalimentare italiana non ha concorrenti – ha sottolineato Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare -. Il traguardo di 50 miliardi di euro a fine decennio garantirebbe un aumento degli occupati diretti e indiretti di circa 100mila unità e permetterebbe al Made in Italy alimentare di entrare nella leadership europea colmando in parte il gap con gli altri Paesi. Con un 6-7% di aumento dell’export l’anno, l’obiettivo è alla nostra portata. Oggi la sfida è quella di trasformare quei progetti capaci di creare occupazione e ricchezza, in investimenti e in risultati in termini di esportazione del food and beverage italiano per consolidare un trend di crescita positivo. E se Expo ha consacrato nel mondo il modello alimentare italiano come modello di riferimento internazionale, quest’edizione record di Cibus sarà l’occasione per ribadirlo. Stiamo già guardando oltre, per rafforzare in futuro la presenza internazionale di questa manifestazione con modalità che diano sempre più servizi e vantaggi competitivi alle aziende italiane che promuovono i loro prodotti nel mondo“.

Cibus intanto procede con la sua evoluzione da fiera leader di settore a piattaforma permanente di conoscenza e promozione per supportare l’export agroalimentare italiano.

Cibus 2016 è il traguardo di anni di lavoro – ha sottolineato Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma – durante i quali abbiamo accompagnato le imprese alimentari italiane nelle più importanti fiere internazionali di settore (da Pechino a Bangkok, da Chicago a San Francisco), organizzando road show (Tokio, Dubai, Singapore) e incontri con i buyer esteri nel Cibus Market Check (da Mosca a New York, da San Paolo a Shanghai). La sfida per i prossimi anni è trasformare Cibus in una piattaforma permanente per la promozione all’estero a disposizione del food made in Italy e delle istituzioni. Con le 3mila aziende espositrici, tutte espressioni del made in Italy alimentare, daremo al mondo una rappresentazione straordinaria del nostro patrimonio di competenze lungo tutte le filiere”.

Vedremo domani gli highlights di Cibus 2016.

Cibus 2016 scalda i motori

Se il 2015 è stato il grande anno dell’alimentazione grazie a Expo 2015, quest’anno i temi del cibo e dell’alimentazione sostenibile rimangono comunque al centro dell’attenzione grazie a manifestazioni come Cibus, giunta ormai alla sua 18esima edizione.

Cibus 2016, Salone Internazionale dell’Alimentazione organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare, si terrà a Parma dal 9 al 12 maggio. Anche in questa edizione saranno presidiati tutti i settori: carni e salumi, formaggi e latticini, gastronomia, ultrafresco e surgelati, pasta, conserve, condimenti, prodotti dolciari e da forno, la Quarta Gamma, le bevande, prodotti tipici e regionali, e altro ancora. Grande spazio avranno i prodotti vegetariani e vegani, ma anche prodotti biologici e prodotti con meno grassi, meno sodio, senza glutine e via dicendo.

A Cibus 2016 saranno presidiati quattro ambiti di interesse: Sezioni Speciali, Convegni & Workshop, Incoming ed Eventi in Città. Non mancherà un particolare focus sul retail, con un convegno che si concentrerà sul ruolo della Marca del Distributore nello sviluppo dell’export italiano.

Altro spazio dedicato all’approfondimento dei temi legati al retail sarà un’area workshop all’interno del padiglione 7 dove saranno organizzati incontri pomeridiani dedicati all’analisi degli scaffali all’estero e a come vengono presentati i prodotti made in Italy nei principali mercati obiettivo.

L’attività incoming realizzata in collaborazione con ICE/Italian Trade Agency, che svolge da sempre un ruolo chiave nella strategia di Cibus, quest’anno si rafforza con un investimento di oltre 2 milioni di euro, stanziati nell’ambito delle azioni di promozione a sostegno dell’agroalimentare italiano promosse sotto il segno distintivo “The Extraordinary Italian Taste”, per ospitare buyers e importatori internazionali.

Il piano prevede un’offerta che aggiunge alla visita della fiera anche retail tour, gala dinner e post show tour presso alcuni stabilimenti produttivi sul territorio. L’attività di incoming è coadiuvata da un’attività di roadshow internazionale, che ha portato gli organizzatori di Cibus a incontrare professionisti del settore a San Francisco in gennaio per il Winter Fancy Food e continua con una partecipazione al Gulfood a Dubai in febbraio e al Foodex di Tokyo in marzo.

Commenta Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager: “Cibus 2016 si conferma la fiera alimentare più conosciuta e rilevante in Italia e nel mondo. L’adesione delle aziende alimentari è fin qui numerosa ed entusiasta. Sanno di trovare una piattaforma che si modella in tempo reale alla domanda del mercato, sia in termini di innovazione che di tipicità. Gioca a nostro favore anche l’incredibile esperienza dei 6 mesi in Expo, col padiglione Cibus è Italia che ha ospitato centinaia di buyer esteri”.

Cibo Made in Italy il più amato

Si è appena concluso il 17° Salone Internazionale dell’Alimentazione che si è tenuto a Parma fino all’8 maggio.

Ciò che è emerso, è che il cibo italiano è sempre il più richiesto ed apprezzato, grazie a tradizione ed alta qualità delle materie prime.
Il successo che i prodotti Made in Italy hanno riscosso potrebbe segnare un passo importante, ovvero l’uscita dalla “nicchia” in cui erano stati relegati, poiché accessibili solo ai più benestanti, e approdare alla grande distribuzione estera.

Questo era l’obiettivo delle 2700 aziende alimentari italiane che hanno partecipato a Cibus, che aveva il valore di prova generale per l’ormai imminente Expo 2015.

Tra i Paesi presenti all’evento, per un totale di circa diecimila operatori, spiccavano, per l’Europa, Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera e Benelux. Dal resto del mondo, invece, Stati Uniti d’America, Canada, Brasile, Giappone e Russia del resto del mondo.
Sorvegliati speciali i Paesi del mercato del Sud Est Asiatico, i cosiddetti ASEAN.

A sentire gli italiani, a rendere la nostra cucina così richiesta è un ritorno alle origini e ai sapori di una volta. Un italiano su due, infatti, si ispira alla cucina della nonna, non solo per ricette ma anche per la scelta di prodotti di qualità, senza i quali ogni sforzo viene vanificato.
Non a caso, i piatti più amati sono lasagne, polpette e torte tradizionali, ma anche l’intramontabile parmigiana, le focacce, le frittelle e le cotolette.

A confermarlo è anche uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, in occasione del Cibus, condotto su circa 1.200 Italiani tra i 20 e i 55 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community per capire qual è il loro rapporto con il cibo.

E’ intervenuto al Salone Internazionale dell’Alimentazione anche Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, che ha tenuto una conferenza stampa sui temi più rilevanti del comparto agroalimentare.
Ovviamente, sono passati da Parma anche grandi chef come Carlo Cracco, Davide Oldani e Gianfranco Vissani, che hanno animato show cooking e degustazioni.

Vera MORETTI

Internazionalizzazione, il Cibus 2014 ci prova


Internazionalizzazione, sostenibilità e lotta agli sprechi, sono le parole chiave dell’edizione 2014 del Cibus che si concluderà domani a Parma. “La richiesta di cibo made in Italy da ogni angolo del pianeta – sottolinea Fiera di Parma Spa – sta rapidamente crescendo e la nostra produzione sta cercando di divenire prodotto di largo consumo, arrivando sugli scaffali della grande distribuzione estera”. Immagina il tuo nuovo business nel food è il leitmotiv della manifestazione concentrata soprattutto sulla nuova passione degli italiani per i cibi biologici e salutistici.

Anche sull’incoming Cibus ha investito pesantemente (anche guidando vari tour delle Pmi presso le catene internazionali) ritenendolo, giustamente, uno snodo di fondamentale importanza per se stessa e per le aziende italiane del food, “costrette” a conquistare mercati esteri per sfuggire alla sempre più evidente stagnazione domestica. L’anno scorso a fronte di un calo dei consumi alimentari in Italia, l’export tricolore dell’industria del food è cresciuto del 5,8% a 26,2 miliardi su 132 miliardi di fatturato, quest’anno le previsioni sono ancor più positive. “Di dolente ci sono invece i dati sulla produzione industriale del comparto e sui consumi interni in continua discesa. Il 2013, con il suo -4% in termini di fatturato a valori costanti e del -2,1% in quantità, è stato l’anno peggiore per i consumi interni. Sono le discese più marcate degli ultimi anni, che fissano il calo dei consumi interni in quasi 14 punti dal 2007” ha dichiarato Filippo Ferrua Modigliani, presidente di Federalimentare. Un trend negativo che continua, pur se attenuato leggermente, anche nel primo trimestre del 2014 con cali prossimi a 2 punti percentuali in termini di fatturato vendite in valuta costante, e a 1 punto in termini quantitativi. “In 10 anni abbiamo visto chiudere 12 mila microimprese nonostante un andamento decennale assai più dinamico (+8% contro -22%) rispetto al resto dell’industria italiana” conclude Ferrua.

Spazio dunque al commercio al dettaglio, oltre che alla grande distribuzione, al food service e alla ristorazione fuori casa, ai prodotti biologici, gluten free, halal e kosher, alle Pmi regionali, alla ristorazione con il ruolo attivo di Alma, la Scuola di cucina internazionale.

Jacopo MARCHESANO

Cibus 2014, vetrina dell’agroalimentare italiano

Apre oggi a Parma Cibus 2014, la fiera internazionale dell’alimentare italiano che resterà aperta fino all’8 maggio. Un’edizione che si presenta forte e chiara sotto il segno del made in Italy. La richiesta di cibo italiano, infatti, sta rapidamente crescendo da ogni angolo del pianeta e la produzione tricolore sta cercando di uscire dalla classificazione di prodotto di nicchia per diventare un prodotto di largo consumo, arrivando sugli scaffali della grande distribuzione estera.

Ecco perché l’edizione 2014 di Cibus vedrà 2700 aziende alimentari italiane tra gli espositori, che si faranno conoscere dai circa 10 mila operatori commerciali attesi a Parma (dei 65mila globali) e provenienti da 115 Paesi. Quest’anno I Paesi “Focus” della fiera saranno Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera e Benelux in Europa; Stati Uniti, Canada, Brasile, Giappone e Russia nel resto del mondo. Naturalmente, un’attenzione particolare sarà riservata ai Paesi del mercato del Sud Est Asiatico, vera frontiera tutta da esplorare e conquistare.

E proprio per conquistare i mercati esteri, le aziende alimentari hanno messo a punto centinaia di nuovi prodotti che saranno presentati a Cibus 2014 per la prima. L’aumento di questi nuovi prodotti è un altro dato che testimonia dello sviluppo della fiera biennale di Parma, passata dai 2100 espositori del 2010 ai 2300 espositori del 2012, fino ai 2700 dell’edizione 2014.

Anche in questa edizione di Cibus 2014, l’esposizione dei prodotti sarà affiancata da convegni, eventi, degustazioni e workshop. Per quanto riguarda i convegni, si va dalla presentazione in dettaglio del padiglione “Federalimentare4Expo” di Federalimentare e Fiere di Parma a EXPO 2015, alla Assemblea annuale dei soci di Federalimentare; dal convegno della Fondazione Barilla sul “Milan Protocol” al convegno di Assocarni sulle certificazioni Halal; dal convegno sulla grande distribuzione estera “Promuovere il Made in Italy” del Gruppo Food a “Quale futuro per la promozione delle vendite”, di Nielsen e Università di Parma. Insomma, cibo e business sempre al centro, per un settore vitale per l’economia e le Pmi italiane.

Complementare a Cibus 2014, si terrà la 5° edizione di “Pianeta Nutrizione & Integrazione”, il forum interdisciplinare sulla sana nutrizione con seminari di medici e società scientifiche e una sezione espositiva di prodotti alimentari salutistici. Per finire, come prevede la moda di questi ultimi anni, anche Cibus avrà il suo “fuori salone”, “Cibus Land”, con degustazioni, spettacoli ed eventi di ogni tipo nelle strade di Parma, oltre una grande lounge “After Cibus” riservata a visitatori ed espositori all’interno del palazzo del Governatore.

Se l’economia italiana deve ripartire dalle proprie eccellenze, Cibus 2014 è uno degli appuntamenti da non perdere.