Aziende cinesi a Prato: sarebbero 10mila i lavoratori in nero

A seguito della pubblicazione dei dati semestrali relativi al lavoro in nero da parte della polizia municipale di Prato, è emerso che ad essere maggiormente coinvolti, e di conseguenza accusati di evasione fiscale, sono le aziende cinesi.

L’assessore alla polizia municipale Aldo Milone ha infatti reso noto che, dal gennaio 2012 al giugno 2013, a seguito di un controllo su circa 400 imprese cinesi, sono stati scoperti 1.846 lavoratori in nero e clandestini, per un’evasione fiscale contributiva di 22 milioni di euro.
L’assessore si è mostrato intenzionato a risolvere questa situazione, che sembra ormai fuori controllo: “Questa città ha bisogno di interventi straordinari. Il governo centrale deve avere la volontà politica di rafforzare i nostri organici per permettere di poter davvero svolgere un’attività contro l’illegalità e non limitarsi solo ad accertarla”.

Il sospetto è che quanto scoperto sia solo la punta dell’iceberg, perché i controlli sono avvenuti su un sesto del totale delle imprese. Per questo, si stima che i lavoratori non in regola siano almeno 10mila, per un’evasione fiscale di addirittura 100 milioni di euro.
Si tratterebbe di un importo che, se recuperato, permetterebbe di evitare l’aumento dell’Iva e il pagamento dell’Imu, perciò i motivi per darsi da fare a caccia del sommerso sono tanti e concreti.

Ma i controlli a tappeto non mancano, perché nella zona, da gennaio ad oggi, sono stati effettuati ben 20 sequestri penali per un totale di 540 pezzi e 40 sequestri amministrativi, all’interno del progetto anticontraffazione portato avanti con successo dalla Polizia municipale. Elevati anche sei verbali per il contrasto all’attività di trasporto merci irregolare con 5 mila capi sequestrati.

Alti i numeri anche dei veicoli sequestrati nei primi mesi del 2013: 755, contro i 597 dell’interno anno precedente, con un incremento del 26 per cento. Relativamente ai macchinari confiscati dal giugno 2012 al giungo 2013 i numeri parlano di 887 totali con 37 provvedimenti di confisca. Sono invece 2840 i macchinari sequestrati alle ditte cinesi in soli sei mesi su 179 aziende controllate e 54 gli immobili sequestrati.
Dal punto di vista economico nei primi sei mesi dell’anno il totale incassato dai dissequestri di questi macchinari, le violazioni per abuso edilizio e presenza di bombole gpl ammonta a 261 mila euro contro i 390 mila di tutto il 2012 e i 327 mila del 2011.

Vera MORETTI

Il cibo italiano conquista l’Oriente

I cinesi amano sempre di più gli alimenti italiani. A certificarlo è l’aumento delle esportazioni del nostro enogastronomici verso Shangai, passato nel 2011 a 276 milioni di dollari, pari a +48% sull’anno precedente. Solo la Francia supera l’Italia nelle forniture. Il trend è confermato anche dai dati Eurostat, relativi ai primi 11 mesi del 2011, che vedono Pechino al 18esimo posto tra i clienti dell’Italia nel comparto agroalimentare, con una quota dell’1,1% e un valore di 211 milioni di dollari. Fra i prodotti più amati, cioccolato, pasta, olio, vino e caffè.

Fonte: fipe.it