Usavano anziani come prestanome: accusati di evasione fiscale

E’ stata scoperta, dai finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, un’evasione fiscale di 113 milioni di euro, che coinvolge, loro malgrado, alcuni ultra ottantenni.
Gli anziani venivano utilizzati come prestanome, e per questo trovati colpevoli di illeciti fiscali.
I vecchietti risultavano, infatti, titolari di aziende di elettrodomestici, abbigliamento, alimentari e servizi,tutte ree di omissione di dichiarazioni dei redditi.

In realtà, i titolari delle società erano soggetti residenti a Roma, che ora sono stati denunciati per reati tributari.
I colpevoli, 13 in tutto, avevano creato un gruppo di imprese che formalmente si occupavano di commercializzare elettrodomestici, prodotti di abbigliamento e alimentari, nonché di produrre servizi alle imprese ma, di fatto, si trattava di 7 società utilizzate per frodare il fisco e collocare sul mercato prodotti a prezzi stracciati.

Quasi sicuramente gli anziani coinvolti conoscevano sommariamente il ruolo da loro ricoperto all’interno di queste false aziende, che apparivano da loro totalmente gestite.
Funzionava così: le società, una volta attivate a nome degli anziani prestanome, apparivano particolarmente floride e, dopo un periodo relativamente breve di attività, venivano spogliate di ogni bene e trasferivano la loro sede in Bulgaria, evitando di presentare le dichiarazioni dei redditi e di assolvere gli obblighi Iva in Italia.

Ma il meccanismo, che sembrava perfetto e al di sopra di ogni sospetto, è stato gradualmente distrutto dalle indagini che le Fiamme Gialle hanno cominciato a gennaio 2013, incuriosite dalla presenza di imprenditori ottuagenari che, titolari di imprese, cessavano sistematicamente la loro attività senza presentare la prescritta dichiarazione dei redditi, pur in presenza di un gran numero di operazioni imponibili.

Vera MORETTI

Auto tedesche low cost, ma era una truffa

E’ stata denominata Low Cost, ma i costi bassi erano all’origine di una frode finalizzata ad evasione fiscale.
L’operazione della polizia tributaria scoperta in Ciociaria, infatti, aveva al centro delle indagini la vendita, da parte di due società impegnate nel commercio di autoveicoli, di vetture a marchio tedesco, vendute a prezzi stacciati agli ignari clienti.

Titolari delle due agenzie sono componenti dello stesso nucleo familiare, residenti a Frosinone, i quali hanno attuato un sistema di frode ai danni dello Stato introducendo in Italia oltre tremila autovetture nuove e usate provenienti dalla Germania per rivenderle a clienti ciociari.
I finanzieri hanno scoperto che i documenti di accompagnamento e le fatture di acquisto delle vetture indicavano, come soggetti economici di provenienza dei beni, due società, formalmente situate nel sud dell’Italia, ma di fatto inesistenti.

Con l’emissione e l’annotazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre quattro milioni di euro, sono stati sottratti al Fisco ben 2,5 milioni.

Gli indagati erano riusciti ad attuare un meccanismo fraudolento per non versare l’Iva, attraverso il quale riuscivano a ottenere un cospicuo risparmio di imposta e a collocare sul mercato autovetture a prezzi molto convenienti.

Quattro le persone denunciate, che dovranno rispondere di frode fiscale, omesso versamento di Iva e omessa presentazione della dichiarazione annuale. Gli importi dovuti sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione.

Vera MORETTI