Crisi, quando il commercio ci dà un taglio

Vendite al dettaglio in calo ma tanta voglia di fare per i commercianti milanesi. Anche da soli.

Senza consumi non c’è crescita. Ma qual è la temperatura che si registra in questo momento nel mondo del commercio al dettaglio, a Milano? Se l’ultima indagine Istat ha reso noto un calo dello 0,2% per quanto riguarda le vendite del marzo scorso, che fa registrare però un aumento del’ 1,7% rispetto allo stesso periodo del 2011, i commercianti sembrano non essere proprio d’accordo.

Dati troppo ottimistici destinati a scontrarsi con i numeri reali degli scontrini battuti in cassa? ‘Le vendite sono in calo, in media del 30%’ sembra essere il refrain che corre sulle bocche dei commercianti milanesi, da nord a sud della città. In giro per quartieri della ‘capitale della moda’ li abbiamo intervistati, per raccogliere critiche e impressioni. Ma soprattutto abbiamo chiesto loro cosa le istituzioni – governo, banche, Camera di Commercio e Comune – hanno fatto per loro. O forse potrebbero fare.

E alla fine il ritornello, sembra sempre più suonare così ‘Sapessi com’è strano, comprare oggi a Milano…’. Guardate il video e giudicate voi.

Alessia CASIRAGHI

Cesti natalizi, feste ghiotte nonostante la crisi

di Alessia CASIRAGHI

Le imprese in Italia si confermano generose nonostante la crisi. Strenne in arrivo per clienti e dipendenti delle grandi aziende in Italia. Il classico cesto contenente panettone, cioccolata, pandoro, torrone, lenticchie e spumante, busserà alla porta delle famiglie italiane anche quest’anno.

Niente cali in picchiata per gli ordini di strenne natalizie da parte delle aziende, ma offerta differenziata a seconda dei destinatari: “Le aziende ordinano pacchi dono in particolare per terzi e per dipendenti dell’azienda stessa – spiega Roberto Castroni, titolare dell’omonima pasticceria romana. – Non abbiamo registrato cali per quanto riguarda i pacchi dono che le aziende acquistano per inviare a loro clienti o comunque a persone, enti e società esterne all’azienda. Si è verificato invece un calo del 50% tra le strenne che le aziende acquistano per i dipendenti”.

“Il business ‘strenne aziendali’ ha mantenuto lo stesso numero di clienti, che però, rispetto agli anni scorsi, si sono concentrati su un budget di fascia bassa – spiega Corrado Castrovillari, di Nestlé Italiana. -Si registra quindi una riduzione del valore del regalo e la scelta del regalo più essenziale, come ad esempio la scatola di cioccolatini senza oggetto di lusso”.

Le modifiche più sostanziali rispetto al 2010 riguardano quindi il valore della strenna e la tendenza ad acquistare i prodotti più a ridosso delle feste natalizie, magari confidando in qualche offerta o riduzione: “fino alla scorsa settimana la richiesta era piatta, adesso qualcosa si sta muovendo – dichiara Sebastiano Caffo, produttore di liquori. – Le aziende aspettano l’ultimo momento per fare ordini, anche per via della situazione di incertezza che sta caratterizzando questo momento economico”.

I commercianti hanno trovato però un escamotage per superare l’ostacolo crisi. Come? Offrendo cesti con prodotti diversificati in varie fasce di prezzo a seconda del contenuto, come spiega Castroni, “abbiamo predisposto un cesto natalizio, del costo di 55 euro che contiene un pezzo di tutti i prodotti, dallo spumante al panettone fino al torroncino, tutti a marchio Castroni e di qualità. Ne abbiamo venduti tantissimi”.