Il Cndcec aggiorna le Note interpretative

di Vera MORETTI

La seduta del 1 marzo del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha approvato alcune modifiche alle Note interpretative della disciplina delle incompatibilità diffuse nel 2010.

L’articolo 4 di tali Note sancisce l’incompatibilità della professione di dottore commercialista e di esperto contabile con l’esercizio di alcune professioni quali notaio e giornalista professionista, ma anche di alcune attività come appaltatore di servizio pubblico, concessionario della riscossione tributi e promotore finanziario e l’esercizio di attività d’impresa.

Dopo due anni, perciò, il Cndcec ha deciso di aggiornate le Note per dare la possibilità agli Ordini locali di capire se sussistono o meno cause di incompatibilità in alcuni casi che sembrano più complessi.

In particolare, le modifiche che risultavano più urgenti riguardano l’ambito dell’esercizio dell’attività di impresa. A tale proposito è stato chiarito che in caso di attività di impresa agricola, l’incompatibilità con l’esercizio della professione sussiste solo laddove l’iscritto assuma la qualifica di imprenditore agricolo professionale.

Le precisazioni, poi, sono state fatte anche in merito alla sussistenza nelle società di servizi del carattere di strumentalità/ausiliarietà all’esercizio della professione, in merito all’intervallo temporale da prendere come riferimento nell’effettuare il raffronto tra i fatturati della società e dell’iscritto.

Il Cndcec fa chiarezza sulla legge sulle liberalizzazioni

di Vera MORETTI

La legge sulle liberalizzazioni ha creato molta confusione nell’applicazione delle tariffe per alcune professioni.
Tra queste, anche quelle riguardanti le prestazioni dei commercialisti.

A proposito, il Consiglio nazionale di categoria ha ritenuto opportuno fare alcuni chiarimenti.
Prima di tutto, importante è sapere che la tariffa professionale del consiglio nazionale dei dottori commercialisti resta in vigore per gli incarichi presi dal professionista prima dell’entrata in vigore del decreto legge sulle liberalizzazioni (il 24 gennaio 2012).
Al fine di non avere brutte sorprese, è auspicabile, da parte del professionista, presentare sempre al cliente un preventivo scritto. In esso devono essere indicati la pattuizione del compenso e l’indicazione degli estremi della polizza assicurativa. Ricordiamo, però, che quest’ultima sarà obbligatoria dal 13 agosto 2012, pertanto, fino a quella data, il professionista dovrebbe indicare espressamente al cliente l’eventuale assenza di una copertura assicurativa.

La liquidazione giudiziale del compenso, invece, potrà esservi anche nelle ipotesi in cui il compenso non sia stato determinato fra le parti al momento del conferimento dell’incarico. In questo caso, infatti, l’articolo 9 del decreto sulle liberalizzazioni non prevede la nullità del contratto. Pertanto ogni qualvolta il compenso non sia stabilito fra le parti, il commercialista potrà ricorrere al giudice per la liquidazione di quanto dovuto ai sensi dell’articolo 2233 del codice civile.

Per quanto riguarda, i compensi per l’esercizio delle funzioni giudiziarie o ausiliarie, continuano a fare riferimento alle apposite tariffe in uso ai giudici. Le tariffe giudiziarie costituiscono cosa diversa dalle “tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordini stico” e che presentano carattere di specialità, secondo il consiglio nazionale i giudici continueranno ad utilizzarle.

Calderone: siamo meno preoccupati di prima

“Ci sentiamo meno preoccupati di prima, perché abbiamo avuto modo di iniziare un percorso di attuazione della riforma, da cui dovranno partire tutti gli altri interventi”. Così Marina Calderone, presidente del Cno dei consulenti del lavoro e del Comitato unitario delle professioni, si è espressa a proposito del consiglio dei ministri che si terrà domani sul tema delle liberalizzazioni.

Calderone è intervenuta questa mattina al VideoForum 2012 su ‘Fisco, lavoro e previdenza. Tutte le novità. Tutte le risposte’, organizzato da ItaliaOggi e Ipsoa, Gruppo Wolters Kluwer, in collaborazione con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) e con il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro. All’iniziativa è intervenuto anche Claudio Siciliotti, presidente Cndcec.

La presidente Calderone ha aperto il forum con un intervento sulla lotta all’evasione fiscale e sulle varie manovre finanziarie, affermando come ci sia ” preoccupazione per tutte le manovre che abbiamo visto da luglio: comportano un grosso esborso di denaro e sacrifici, oneri per le banche e per i cittadini”.
“Il nostro contributo alla lotta all’evasione fiscale -ha continuato Calderone- ha cambiato anche il modo di lavorare; e oggi abbiamo necessità di parlare di crescita”. Tornando a parlare di riforma degli ordinamenti professionali, la presidente Calderone ha sottolineato che “le professioni attueranno la riforma con responsabilità, parlando di tirocinio e di norme, come quella sulle società tra professionisti, per cui ci è stato garantito un tavolo di confronto”.
“Come presupposto, c’è il fatto che -ha concluso Calderone- i presidenti degli ordini e gli iscritti alle varie categorie sono uomini e donne delle istituzioni, e hanno un forte senso di appartenenza al paese e di responsabilità”.

Fonte: adnkronos.com

Pressione fiscale alle stelle anche nei prossimi anni

di Vera MORETTI

La pressione fiscale, già alle stelle, rischia di aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni e soffocare definitivamente il Paese.

E’ quanto emerge dai dati elaborati dall’ufficio studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, CNDCEC, determinati da una revisione al ribasso del PIL.

Le previsioni parlano di un aumento che nel 2012 arriverà a 45,5%, nel 2013 supererà il 46% e nel 2014 sfiorerà il 47%. Nel 2012 sarà già al 45,54%.

Anche se finora la soglia della pressione fiscale non era mai salita oltre il 43%, si era fatta abbondantemente sentire sui cittadini, i quali non riuscivano a trarre benefici circa qualità ed efficienza del servizi pubblici e del welfare. Ma se questi dati saranno confermati, la situazione diventerà quantomai critica, con una possibilità di crescita pari a zero.

Le nuove entrate fiscali aggiuntive previste dalla manovra del Governo Monti, dunque, rischiano di danneggiare ulteriormente l’Italia, contrariamente a quanto si auspicava.

Ma la situazione rischia di essere ancora più nera. I commercialisti, infatti, spiegano che questi dati sono stati calcolati alla luce di previsioni di crescita del Pil, ipotizzando un tasso di crescita nominale dell’1% sul 2012, del 1,5% sul 2013 e del 2% sul 2014. Ma se la manovra confermerà le previsioni, bisognerà rivedere tali dati in difetto.

Appuntamento a Bari per un convegno sulla manovra finanziaria

Si terrà a Bari il 4 ottobre un importante convegno dal titolo: La manovra finanziaria: misure di politica tributaria e di contrasto all’evasione. L’incontro, organizzato dal Cndcec, dall’Odcec di Bari e dall’Agenzia delle Entrate, si aprirà alle 14.30 presso il Palazzo del Mezzogiorno della Fiera del Levante.

Si prevedono argomenti e tematiche di grande interesse, poiché si farà il punto sulle nuove misure adottate dalla manovra finanziaria: dai provvedimenti per contrastare l’evasione alle novità in materia di incentivi fiscali, dalle limitazioni all’utilizzo del contante al delicato ruolo del professionista, dalle tecniche di riscossione con la nascita di Equitalia sud alle novità in materia di reddito d’impresa.

Ad inaugurare l’evento saranno Claudio Siciliotti e Giorgio Treglia, rispetticamente presidenti di Cndcec e Odcec di Bari, Aldo Polito, direttore dell’Agenzia delle Entrate della regione Puglia e Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze, alla quale è stata affidata l’introduzione del convegno.

Tra i relatori invitati, Paolo Moretti, consigliere del Cndcec codelegato all’area fiscale, interverrà sulle limitazioni all’utilizzo del contante e sul ruolo del professionista.

Prevista la presenza anche di Luigi Magistro, direttore centrale Accertamento dell’Agenzia delle entrate; Paolo Puglisi, direttore della Direzione legislazione tributaria del ministero dell’Economia e delle finanze; Alessandro Migliaccio, direttore regionale Puglia di Equitalia sud; Maurizio Leo, presidente della commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

La partecipazione al convegno è gratuita e darà diritto a otto crediti agli iscritti agli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ai fini della formazione professionale continua.

Vera Moretti

On-line il software gratuito per calcolare la “Tariffa professionale”

Tariffa Professionale, che giunge a soli pochi mesi dal Commentario alla tariffa, è sviluppato dal Cndcec con Datev Koinos.

Predisposto dal Consiglio nazionale della categoria e scaricabile gratuitamente dal sito, si tratta di un insieme di servizi e strumenti di ausilio per i commercialisti in materia di onorari, indennità e rimborsi spese: dagli e-book ai corsi e-learning, ai pareri degli esperti.

Il software guida nella corretta determinazione dei compensi per le prestazioni rese, applicando la nuova tariffa della categoria, in vigore dall’ottobre 2010. Il programma sarà scaricabile gratuitamente e istallabile sul proprio computer dal sito del Consiglio nazionale.

Semplice da usare: un’apposita procedura guida infatti passo dopo passo nel calcolo della tariffa, dalla scelta del cliente alla selezione dell’articolo della tariffa corrispondente alla prestazione eseguita, dalla determinazione delle voci di compenso da quantificare (che avviene rispondendo a una serie di domande proposte in automatico dal software), al calcolo del compenso fino alla stampa, esportazione ed archiviazione dei valori elaborati. In questa prima fase i compensi sono elaborabili per 24 tipologie di prestazioni.

Entro la fine dell’anno saranno messe a disposizione le ulteriori 6 procedure che consentiranno di completare il panorama delle prestazioni previste dalla tariffa professionale. Il software sarà inoltre costantemente aggiornato anche grazie ai suggerimenti che perverranno dai commercialisti che lo utilizzeranno.

Per fornire assistenza sulla procedura, gli utenti possono contattare un team di supporto dedicato. Non mancano naturalmente le guide in formato PDF. Uno strumento fondamentale per la corretta applicazione della tariffa è senza dubbio il Commentario, che infatti è consultabile sia direttamente nel software, sia on-line in formato.

Marco Poggi

Dottore commercialista: in Spagna si gioca facile

Il Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) ha approvato un documento relativo al riconoscimento delle qualifiche professionali dell’ordine in seguito al caso Spagna-Economistas. Il documento analizza in particolare le pratiche elusive per il conseguimento della qualifica professionale di dottore commercialista ed esperto contabile attraverso una qualifica estera.

Il Cndcec è intenzionato ad arginare il fenomeno introducendo misure per tutelare i professionisti che hanno conseguito il titolo nel nostro Paese. La Spagna non è nuova a questo tipo di cose: caso simile si è registrato in passato per l’avvocatura per differenze sostanziali nel periodo di praticantato per l’abilitazione. Appare evidente che servano leggi europee in difesa dei titoli di studio e norme per l’equiparazione più rigide.

Il documento è disponibile in pdf.

Il Consiglio Nazionale Commercialisti ad Entrate si difende: il nostro impegno è per una maggiore giustizia tributaria!

Vi riportiamo alcuni estratti del comunicato che Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili hanno diffuso in difesa e in risposta alla lettera dell’Agenzia delle Entrate.

“I vertici del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, per riprendere l’espressione usata dall’ufficio stampa dell’Agenzia delle Entrate nella sua lettera, hanno sottolineato in questi giorni quello che dicono da sempre: avanti con la lotta all’evasione, perché uno stato più intransigente con il cittadino nel chiedere sarà finalmente più intransigente con se stesso nel dare al cittadino”. Comincia così la replica del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili alla lettera dell’Ufficio stampa delle Entrate, pubblicata oggi dal quotidiano Italia Oggi. Nella loro risposta, i commercialisti sottolineano la collaborazione alla quale sono stati sempre improntati i rapporti con le Entrate e il costatante impegno della categoria sul fronte della lotta all’evasione, ma tornano a denunciare l’aumento degli adempimenti a carico dei professionisti contabili e un sostanziale sbilanciamento nelle scelte di politica fiscale a favore unicamente della riscossione e non anche di misure a favore dei contribuenti onesti e quindi di maggiore giustizia tributaria.

“Le nostre critiche – si legge nella nota dei commercialisti – non riguardano tanto l’operato dell’Agenzia, con la quale abbiamo anzi sempre tenuto rapporti improntati alla massima collaborazione, pur nella inevitabile diversa valutazione di alcune scelte adottate dal legislatore fiscale. Le nostre critiche non riguardano nemmeno tanto le misure recentemente introdotte in se stesse, pur avendo qualcosa da dire a riguardo. Le nostre critiche si concentrano sulla sempre più evidente e sempre meno sostenibile dilatazione della forbice tra: 1. aumento esponenziale degli adempimenti di dichiarazione telematica con attività di front office pro fisco svolta dai liberi professionisti intermediari fiscali a titolo sostanzialmente gratuito; 2. progressiva introduzione di limiti dei diritti di compensazione dei debiti e crediti fiscali e mancata attuazione tempestiva delle norme compensative pro contribuente; 3. accelerazione delle procedure di riscossione dei ruoli senza paralleli interventi sulla giustizia tributaria”.

Di tutto questo, sottolineano i commercialisti “si dice poco nella nota dell’Agenzia delle Entrate e sono invece i tre temi che noi poniamo con forza proprio perché, senza questi tre paletti i commercialisti e gli altri liberi professionisti continueranno a sentirsi sudditi vessati due volte e i cittadini non percepiranno alcun cambiamento culturale”.
“Il tutto
– proseguono i commercialisti  – senza nemmeno entrare nel merito del fatto che, adempimenti come quello che comporta l’obbligo di identificazione con codice fiscale per ogni cittadino che effettua acquisti di importo superiore a 3.600 euro, sono ben lungi dall’interessare una platea ristretta di contribuenti e, inoltre, non rappresentano una norma “normale”, ma fortemente invasiva della privacy, sia se paragonata ai molti maggiori scrupoli che il legislatore si pone con riferimento a mezzi di indagine che riguardano ambiti diversi da quello prettamente fiscale (intercettazioni telefoniche), sia se paragonata a quello che accade nella generalità degli altri Paesi europei. Se indispensabile per fronteggiare l’emergenza, siamo disposti ad accettare come necessaria anche una misura così invasiva, ma chiediamo pari determinazione sulle questioni che poniamo, relativamente alle quali, se alziamo la voce, è solo perché notiamo una persistente distrazione”.

L’Agenzia – concludono i commercialisti –  nel riconoscere nella  sua nota che più del 60% delle dichiarazioni dei redditi di imprese e lavoratori autonomi sono predisposte e inviate dai commercialisti italiani, anziché chiedersi soltanto se ce ne siano di consapevoli dell’evasione, si chieda anzitutto se è essa stessa a sua volta consapevole che una parte così rilevante del gettito erariale è veicolata dalla preziosa attività di liberi professionisti che forniscono ai loro clienti una consulenza evidentemente finalizzata anzitutto alla dichiarazione dei redditi all’Erario, piuttosto che alla loro sottrazione”.

Alla lettera delle Agenzia replicano anche le sigle sindacali di categoria. “I dottori commercialisti sono sicuramente lontani dal favorire l’evasione nel proprio lavoro quotidiano ma sono altrettanto lontani dal condividere l’operato dell’Agenzia”: scrivono Ungdcec, Aidc, Anc, Unagraco,Adc e Andoc.   “Ai commercialisti – si legge nella nota congiunta – bene sta, anzi benissimo, una più efficace lotta all’evasione, ma è inevitabile constatare la deriva verso lo Stato di polizia fiscale se essa non viene accompagnata di pari passo con misure che garantiscono maggiore efficienza alla giustizia, maggiore equità per i cittadini, maggiore rispetto per i professionisti coinvolti nella moltiplicazione degli adempimenti telematici”.

via |  Cndcec

ABI, Commercialisti, Unioncamere: insieme per l’accesso al credito delle imprese

Migliorare la quantità e la qualità dell’informazione finanziaria, aumentare la possibilità di accesso al credito delle piccole imprese e sostenere percorsi virtuosi tesi a migliorare l’attendibilità e la trasparenza informativa aziendale, nonché a promuovere la legalità dei comportamento economici. Sono questi gli obiettivi del Protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 22 ottobre 2010, a Napoli, durante il secondo Congresso Nazionale del CNDCEC tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) e Unioncamere. La firma dell’intesa è avvenuta nell’ambito del secondo Congresso nazionale del CNDCEC in programma nella città partenopea, i cui lavori si concludono domani.

Ai sensi del Protocollo, i soggetti firmatari si impegnano – tra le altre cose – a:

  • diffondere i progetti avviati dall’ABI in tema di autodiagnosi dell’impresa tramite piattaforme web;
  • condividere ed avviare iniziative di educazione finanziaria rivolte ai piccoli imprenditori e,
  • implementare, a livello locale e come prima applicazione sperimentale, un progetto per l’attestazione degli asset aziendali volta a favorire un processo di convergenza tra i valori contabili e i valori oggetto dell’informativa trasmessa alla banca.

Resta ferma la assoluta libertà e responsabilità delle banche di applicare i propri modelli di analisi del rischio di credito e, ovviamente, di assumere le decisioni conseguenti.

L’iniziativa pilota prevede l’identificazione della figura di un professionista dotato di requisiti di onorabilità e professionalità, nonché di autonomia e di indipendenza rispetto alle singole imprese interessate – secondo un apposito elenco tenuto dalle Camere di Commercio con l’ausilio di rappresentanti degli Ordini territoriali dei Dottori Commercialisti – il cui compito è quello di attestare l’esistenza di taluni specifici asset (crediti vantati nei confronti di terzi, rimanenze di magazzino, ecc.), ivi inclusi anche asset immateriali. Ad attestazione avvenuta, il professionista rilascerà all’impresa una dichiarazione che quest’ultima potrà utilizzare nei rapporti con il sistema bancario, al momento della richiesta di finanziamento. Le banche aderenti all’iniziativa avranno così un supporto informativo aggiuntivo da considerare nel proprio processo di valutazione del merito creditizio.

Per quanto riguarda l’individuazione dei soggetti abilitati, Unioncamere coordinerà le attività delle Camere di Commercio locali. A queste spetta di redigere e gestire l’Elenco dei professionisti autorizzati allo svolgimento delle suddette attività, su base nazionale, nel quale possono essere inclusi esclusivamente i professionisti iscritti nella sezione A-Commercialisti dell’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili istituito ai sensi del d.lgs 28 giugno 2005, n. 139 e Revisori Legali iscritti ad Ordini professionali, a condizione che ne facciano domanda e siano dotati dei requisiti previsti, secondo apposito regolamento.