Ingegneri al lavoro per i protocolli ProRete

E’ avvenuto presso la sede del Consiglio nazionale ingegneri il tavolo di lavoro sui protocolli ProRete Pa, previsto nell’ambito del protocollo di intesa firmato dal dipartimento delle Pari Opportunità della presidenza del Consiglio e i seguenti organismi che rappresentano il mondo delle professioni: Cni, Confprofessioni, Consiglio nazionale Notariato, Consiglio nazionale consulenti del lavoro, Cassa forense, Consiglio nazionale forense, Consiglio nazionale commercialisti.
Ogni Consiglio ha delegato un proprio consigliere per rappresentarlo al tavolo che si riunisce con periodicità mensile.

Durante i lavori, è stato fatto il punto della situazione sul progetto ProRete, una banca dati delle professioniste per le pubbliche amministrazioni. La finalità è quella di avviare una campagna di sensibilizzazione per favorire l’iscrizione delle donne professioniste, in modo che la Pa possa attingere ad essa nell’azione di reclutamento di professionisti da inserire all’interno dei consigli di amministrazione.

Il tavolo ha anche avviato la discussione relativa all’istituzione di un corso di formazione di base che offra alle professioniste una preparazione completa, che vada oltre i loro abituali ambiti lavorativi, in modo che possano affrontare adeguatamente il compito di consigliere di amministrazione.

Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale ingegneri, ha dichiarato: “E’ un grande piacere per il Cni ospitare questo tavolo di lavoro. Consideriamo di grande importanza questo protocollo d’intesa Pro-Rete col dipartimento di Pari Opportunità perché può aiutare le nostre professioniste ad affermarsi, dimostrando di avere notevoli qualità che oggettivamente possiedono ma che non sempre riescono ad emergere”.

Monica Parrella, dirigente generale del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, ha aggiunto: “Accrescere la presenza di professioniste negli organi di amministrazione e controllo delle società pubbliche è una esigenza posta dalla legge sulle quote genere, ma con il progetto ProRete Pa stiamo facendo un passo avanti: maggiore trasparenza delle nomine pubbliche e più opportunità per tutte di candidarsi”.

Ha poi concluso Ania Lopez, consigliere junior del Cni: “Crediamo fermamente nella necessità e nella utilità della presenza delle donne ingegnere nei consigli di amministrazione delle aziende. Esse rappresenterebbero, infatti, una presenza qualificata, soprattutto nelle aziende che per essere ben amministrate necessitano di conoscenze di tipo tecnico”.

Vera MORETTI

Ingegneri italiani al Cern di Ginevra

Gli ingegneri italiani saranno protagonisti a livello europeo grazie a un protocollo di reciproca collaborazione con il Cern di Ginevra. Il protocollo, firmato nel giugno scorso, diventa ora pienamente operativo grazie alla partecipazione di 50 ingegneri italiani a corsi di formazione scientifica presso il prestigioso centro di ricerca ginevrino.

Il Consiglio nazionale degli ingegneri, cui spetta il compito di selezionare i professionisti per il progetto, ha appena emanato un bando di selezione tra gli ingegneri italiani per procedere alla scelta dei primi tre partecipanti. Il termine per la presentazione della domanda è il 5 novembre alle 12.

L’obiettivo dell’accordo tra Cern e ingegneri italiani resta quello di innalzare ulteriormente il livello della formazione della categoria in materia di information technology, elettricità, elettromagnetismo, meccanica, ingegneria civile, criogenia. Un’ulteriore conferma della capacità degli ingegneri italiani di stringere sinergie con le più autorevoli realtà scientifiche internazionali.

Come spiegano i vertici del Consiglio nazionale degli ingegneri, l’intesa non è un punto di arrivo per la propria attività, “al contrario, essa rappresenta l’incentivo a costruire una rete di collaborazioni sempre più stretta e fertile contando sulla trasversalità e multidisciplinarità della nostra professione, orientata ad far crescere i molteplici campi in cui ha la possibilità di applicarsi“.

La collaborazione tra Cni e Cern nasce attraverso il format Scintille, piattaforma dedicata alla valorizzazione dell’innovazione nell’ecosistema degli ingegneri italiani, in grado di offrire opportunità crescenti per i giovani professionisti, ma non solo, nel mondo della ricerca così come nel mercato del lavoro.

Ingegneri, crescono le assunzioni

Quando un ragazzo è di fronte alla scelta della facoltà universitaria cui iscriversi, oltre che alle proprie inclinazioni dovrebbe guardare anche a quelle che sono le professioni più ricercate dal mercato del lavoro in quel momento, per poter sperare di non ritrovarsi, dopo pochi anni, laureato e disoccupato. Se lo facesse, forse andrebbe a infoltire le schiere degli ingegneri.

Il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri ha infatti comunicato, attraverso una nota, che nel 2014 la richiesta di ingegneri da parte delle imprese in Italia ha visto un’impennata del 9% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, il numero degli ingegneri in cerca di lavoro è sceso del 6,8% rispetto al 2010.

Tradotte in numeri, queste percentuali dicono che il numero degli ingegneri disoccupati è passato dai circa 30mila del 2013 ai 27.300, del 2014; i posti di lavoro destinati agli ingegneri e occupati sono passati invece dai 16.360 del 2013 ai 17.840 dello scorso anno.

È pur vero però che, come ricorda il Consiglio Nazionale Ingegneri, il miglioramento della situazione occupazionale non nasconde comunque che, almeno in Italia, i livelli di disoccupazione che interessano gli ingegneri sono ancora troppo alti rispetto alla media europea e rispetto a quelli che erano i livelli pre-crisi. Sono infatti oltre 27mila i laureati in ingegneria in cerca di occupazione e 150mila gli ingegneri disoccupati che, però, non sono in cerca di un lavoro.

Anche sul fronte degli ingegneri, poi, il Cni rileva che, l’Italia è spaccata in due. Mentre al Nord e al Centro i minimi segnali di ripresa ci sono, al Sud le offerte di lavoro per i laureati in ingegneria sono scese del 21,4% dal 2013 al 2014.

Split payment e professionisti, i dubbi degli ingegneri

Come era prevedibile, la norma sullo split payment approvata nei giorni scorsi dal governo sta creando fibrillazione nel mondo professionale. In questo articolo di Infoiva avevamo spiegato che cosa è lo split payment ed espresso i nostri dubbi su un meccanismo che, se indicato come strumento valido per la lotta alla corruzione, potrebbe creare problemi di liquidità alle imprese. Non ai professionisti, che dovrebbero essere esclusi dallo split payment. Dovrebbero, perché molte Pubbliche Amministrazioni intendono applicarlo anche a loro, alcune di esse in modo retroattivo.

Una possibilità e un dubbio legislativo che hanno indotto il Consiglio Nazionale degli Ingegneri a intervenire sul meccanismo di liquidazione dell’Iva legato allo split payment, per bocca del presidente Armando Zambrano: “Norma poco chiara. Auspichiamo un intervento urgente ed esplicativo da parte dell’Amministrazione finanziaria”, ha affermato.

L’intendimento è infatti quello di lasciare i professionisti al di fuori del meccanismo dello split payment, consentendo loro di continuare a ricevere dal committente l’Iva dovuta per le proprie prestazioni contestualmente al compenso, provvedendo poi essi stessi al versamento nei tempi e secondo le modalità vigenti.

Tuttavia – dice Zambranononostante le prescrizioni normative, il nostro Consiglio ha ricevuto, già nel mese di gennaio 2015, numerose segnalazioni di Amministrazioni Pubbliche che intendono applicare lo split payment per la liquidazione dei compensi ad ingegneri per lavori debitamente svolti. In alcuni casi, addirittura, le Amministrazioni intendono applicare il meccanismo anche in modo retroattivo, ovvero per versamenti Iva riguardanti attività svolte nel 2014”. “E’ evidente – conclude Zambranoche tale situazione deriva dalla scarsa chiarezza della norma. A questo proposito, auspichiamo un intervento urgente ed esplicativo da parte dell’Amministrazione finanziaria”.

Regime dei minimi, l’ira degli ingegneri

La recente modifica del regime dei minimi che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno, approvata nel giorni scorsi alla Camera, ha fatto saltare i nervi a più di un’associazione professionale, dalle più strutturate a quelle di recente creazione. Quello che principalmente ha causato le ire dei professionisti è stato il dimezzamento della soglia di applicazione, che passerà (salvo improbabili modifiche al Senato) da 30 a 15mila euro.

Una delle voci più dure contro la modifica del regime dei minimi è quella del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni) il cui presidente Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, si era battuto per la modifica della soglia reddituale convincendo il sottosegretario all’Economia Zanetti a introdurre un emendamento (soglia a 30mila euro e imposta sostitutiva all’8% anziché al 15%), bocciato però in Commissione bilancio.

Ora Zambrano è tornato a tuonare contro l’illogica piega presa dall’affaire sul regime dei minimi: “La modifica testimonia il totale distacco tra politica e mondo del lavoro. Colpiti i professionisti a basso reddito, una categoria già gravemente in difficoltà. Esprimiamo forte dissenso”.

Secondo il Cni, l’abbassamento della soglia reddituale per accedere al regime dei minini dagli attuali 30mila euro a 15mila riduce drasticamente la possibilità per molti professionisti a basso reddito e fortemente provati dalla crisi di usufruire di un regime fiscale agevolato, andando nella direzione opposta a quella per la quale queste misure erano state pensate.

Alcune simulazioni curate dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, rilevano che in determinate situazioni il nuovo regime dei minimi risulta non avere alcuna convenienza rispetto a quello ordinario. “Modificare il regime dei minimi – dice Zambranoè un segno del totale distacco tra classe politica e mondo del lavoro. Nel momento in cui il sistema delle professioni registra un drammatico calo dei ricavi, soprattutto tra i professionisti più giovani e meglio formati, si tagliano alcune agevolazioni fiscali proprio a chi è in difficoltà. Come sempre la classe politica si dimostra incapace di guardare al mercato del lavoro nella sua interezza. Ingegneri e professionisti vedono ridursi drasticamente un’agevolazione fiscale che ha un’incidenza minima sul bilancio dello Stato. Al tempo stesso, il Governo stanzia risorse per rifinanziare il bonus degli 80 euro per i dipendenti pubblici, prevede un taglio dell’Irap alle imprese, oltre alle agevolazioni per il contributo dei minimi per artigiani e commercianti”.

La conclusione di Zambrano sul nuovo regime dei minimi è netta: “Il Cni esprime tutto il proprio dissenso rispetto a questo provvedimento, ora in esame al Senato. Ancora una volta cercheremo di fare sentire la nostra voce. Il lavoro professionale è una parte importante dell’economia di questo Paese e deve essere incentivato, non mortificato”.

Crediti PA, gli ingegneri incontrano l’Abi

Quello dei debiti e dei crediti PA è un cancro del quale ogni tanto ci si dimentica di parlare, ma che continua a corrodere e far morire imprese e professionisti. Tra questi ultimi, gli ingegneri sono molto sensibili al problema, tanto che mercoledì 3 dicembre incontreranno l’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, per fare il punto sullo stato dell’arte dei crediti PA.

Circa un mese fa Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni), aveva denunciato il fatto che le banche non vogliono i crediti PA, dando voce alle segnalazioni inviate dai professionisti. Ora anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha preso atto del fatto che la cessione alle banche dei crediti PA fatica a partire, per due motivi principali: il primo riguarda la possibilità, da parte della PA, di effettuare verifiche ed eventualmente bloccare i crediti PA ceduti al fine di accertare eventuali inadempienze contributive; il secondo è connesso ad alcune criticità della piattaforma elettronica, tra cui l’impossibilità di tracciare gli eventuali rifiuti della PA, debitrice sui crediti ceduti. Il Sottosegretario ha preso atto della necessità di affrontare e risolvere queste problematiche.

Armando Zambrano ha commentato: “Prendiamo atto con soddisfazione della posizione espressa dal Sottosegretario Zanetti che dimostra di avere piena coscienza della problematica e condivide con noi del Cni la necessità di un intervento. Da parte nostra, al fine di trovare una soluzione, abbiamo programmato un incontro con l’Abi”.

Cni: sì alla bozza di regolamento per l’obbligo del POS

Approvazione, da parte del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, per la bozza di regolamento relativa all’obbligo di accettazione dei pagamenti con carte di debito.
Lo schema del documento è stato elaborato dal ministero dello Sviluppo economico e inviato alla Banca d’Italia per l’acquisizione del parere, ma è necessario anche il via libera da parte del ministero dell’Economia e delle finanze.

A questo proposito, Armando Zambrano, presidente del Cni, ha dichiarato: “La prima valutazione degli ingegneri italiani è positiva. La bozza di decreto, infatti, ha accolto tutte le richieste avanzate dalla Rete delle professioni tecniche, condivise dagli ingegneri. Il regolamento, ad esempio, si applica soltanto per le attività svolte all’interno degli esercizi e degli studi. Inoltre, la soglia di fatturato oltre il quale scatta l’obbligo è congrua ed è relativa soltanto ai servizi resi a consumatori e utenti, non alle imprese e ai professionisti. Naturalmente occorrerà vigilare perché l’impostazione del provvedimento si mantenga sul tracciato dello schema elaborato dal ministero dello Sviluppo economico“.

Vera MORETTI

I tre temi caldi del Cni per il nuovo Parlamento

Il Consiglio nazionale forense, nell’ambito di un talk evento avvenuto presso il Tempio di Adriano di Roma, ha redatto la propria agenda con le proposte da presentare a quello che sarà il futuro parlamento e a chi, in particolare, formerà il prossimo esecutivo.

Titolo dell’assise è “Al governo che verrà. Sicurezza, ambiente, open data: gli ingegneri per il futuro dell’Italia” e le tematiche trattate sono essenzialmente tre, considerate “sinonimi di altrettanti programmi generali che possono risollevare l’Italia dalle secche della recessione ed essere quel volano utile per far ripartire la crescita economica”.

Primo tema “caldo” è quello della sicurezza, ovvero il “riassetto del territorio flagellato dal dissesto idrogeologico, sicurezza per la non più rinviabile ristrutturazione antisismica del nostro patrimonio abitativo, privato e pubblico”.
Si fa anche riferimento all’adozione di una politica ambientale che si basi sull’efficienza energetica, che vede nelle energie rinnovabili “la risorsa di qualità per la modernizzazione del Paese”.

Altrettanto importante è considerata “una politica dei rifiuti virtuosa, incentrata su scelte moderne e all’avanguardia, anche come strumento fondamentale per sottrarre, soprattutto al Sud, ma non solo, il business alle mafie”.

Un passo fondamentale rimane, per gli ingegneri, l’accesso sempre più esteso alla tecnologia e agli open data da parte della pubblica amministrazione.
Senza questo, è considerato impossibile progredire, a livello nazionale ma anche mondiale.

Vera MORETTI

Il CNI scrive all’Assessorato delle Infrastrutture e Mobilità

Ingegneri contro Geometri?

Certo è che il trattamento riservato a questi ultimi da parte dell’Assessorato Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana non è piaciuto al Consiglio Nazionale degli Ingegneri, perché “stupisce che un pronunciamento così incisivo e su una materia così delicata sia avvenuto interloquendo soltanto con le rappresentanze istituzionali dei Geometri, senza avvertire il bisogno di confrontarsi e sentire l’avviso delle rappresentanze istituzionali di altre Categorie interessate, quali gli Ingegneri e gli Architetti, per garantire il contraddittorio e soprattutto la completezza istruttoria, mettendola al riparo da vizi ed omissioni”.

La questione, quindi, riguarda le competenze professionali dei Geometri, innescato dalla nota dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità e, a questo proposito, il CNI ha inviato una nota all’Assessorato stesso, agli Uffici del Genio civile provinciali, agli Ordini degli ingegneri della Sicilia ed alla Consulta regionale degli Ingegneri.

In particolare, la questione riguarda le competenze professionali dei Geometrie e soprattutto il divieto, secondo la norma vigente, di intervenire sulle strutture di cemento armato, anche alla luce di alcuni fatti:

  • il criterio per accertare se una costruzione sia da considerare modesta consiste nel valutare le difficoltà tecniche che la progettazione e l’esecuzione dell’opera comportano e le capacità occorrenti per superarle;
  • l’incompetenza professionale del Geometra non è sanata dall’eventuale controfirma dell’Ingegnere o dal fatto che un Ingegnere esegua i calcoli del cemento armato;
  • l’art.16 del RD Il febbraio 1929 n.274 ammette la competenza dei geometri per quanto riguarda le costruzioni in cemento armato solo relativamente ad opere con destinazione agricola, che non richiedano particolari operazioni di calcolo e che, per la loro destinazione, non comportino pericolo per l’incolumità delle persone, mentre per le costruzioni civili che adottino strutture in cemento armato, sia pure modeste, ogni competenza è riservata agli ingegneri ed architetti iscritti all’albo;
  • è escluso che una costruzione in zona sismica possa considerarsi modesta ed è escluso quindi che i geometri siano abilitati alla progettazione in dette aree.

La richiesta finale che il CNI ha fatto all’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana riguarda il pronto ritiro della nota o il suo annullamento in via di autotutela, per contrarietà alle norme vigenti, per come interpretate dalla giurisprudenza dello Stato.

Vera MORETTI

Il Pat non teme la riforma del lavoro

di Vera MORETTI

Armando Zambrano, coordinatore del Pat (Professioni area tecnica) nonché presidente del Consiglio nazionale ingegneri, in occasione della riunione del Pat, ha dichiarato di non avere nulla da temere dalla riforma del lavoro, piuttosto la speranza che questa possa portare: “modifiche migliorative ai provvedimenti emessi dal governo per quanto attiene al mondo delle professioni“.

Nell’ambito di quell’incontro, è stata definita una proposta da sottoporre all’attenzione del ministro della Giustizia, Paola Severino, in vista dell’emanazione del decreto che riformerà gli ordinamenti delle professioni.

Si tratta di un documento che racchiude in sé tutte le novità introdotte negli ultimi mesi in materia di accesso ed esercizio delle attività professionali: libero accesso, formazione permanente continua, assicurazione per l’esercizio della professione, istituzione degli organi disciplinari, pubblicità informativa, ma anche società tra professionisti, compenso e preventivo della prestazione e tirocinio.

Ciò a cui mira Armando Zambrano sono “semplificazione, qualità della prestazione e tutela del committente in un processo riformatore che non può vedere le professioni come vittime, ma piuttosto come protagoniste“.