Sicilia: approvato codice etico per le imprese

di Vera MORETTI

E’ stato approvato il codice etico a cui dovranno attenersi artigiani e piccole e medie imprese di Confartigianato Sicilia, che prevede, in primo luogo, una applicazione rigorosa dei contratti di lavoro e, di conseguenza, rapporti corretti con la pubblica amministrazione e la politica.
Il via libera è stato dato dalla giunta regionale della confederazione e presentato alla Camera di Commercio di Palermo.

Alla firma era presente anche Valeria Grasso, l’imprenditrice “coraggio” che ha denunciato i suoi estorsori, a dimostrazione che il codice vuole essere uno stimolo per osservare la legalità.

Le imprese, però, che si impegneranno ad osservare l’eticità del codice, dovranno sentire l’appoggio delle istituzioni, come ha sottolineato anche Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato: “Noi vorremmo che anche nelle rappresentanze politiche e istituzionali ci fosse un’adesione concreta e fattiva a questo codice per sviluppare l’economia in un ambiente sano“.

L’iniziativa “virtuosa” presto raggiungerà altre regioni d’Italia.

Nuovo codice etico contro la mafia in Sicilia

Sono state approvate all’unanimità da Confcommercio Sicilia le nuove norme del codice etico, sempre più determinato a combattere, e sconfiggere, la mafia. Da oggi, infatti, i commercianti che continueranno a pagare il pizzo senza sporgere denuncia verranno sospesi dall’associazione mentre chi verrà denunciato per reati mafiosi sarà espulso definitivamente.

Si tratta, in tutto, di undici articoli in cui si richiede ai soci di “rifiutare ogni rapporto con le organizzazioni mafiose” e di “fornire una guida morale ai consumatori“.

Il nuovo codice etico è stato presentato dal presidente di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen, Luca Squeri, presidente della Commissione per le Politiche di Sicurezza e Legalità di Confcommercio Nazionale e Claudio Risicato, presidente dell’associazione Antiracket di Catania.

Chi si rifiuterà di firmare verrà allontanato dalla dirigenza perché, come dice lo stesso Agen, “oggi è partita la resistenza. Adesso si tratta di incoraggiare i nostri associati perchè non bisogna più avere paura. Da qui parte una nuova primavera“.

La linea, dunque, è piuttosto dura e accoglie l’invito che era stato fatto da Pietro Grasso, procuratore nazionale Antimafia, il quale aveva chiesto a tutti i dirigenti di dimostrarsi unanimi e fedeli a questa lotta, che ormai si protrae da troppo tempo.

Si tratterà di una campagna alla luce del sole, dal momento che i nomi di chi firmerà verranno resi noti, accompagnati dallo slogan “Io non pago”. E quelli che non firmeranno? Non saranno né ricandidati né rieletti.

Il codice etico prevede, all’articolo 8, che i soci si impegnino a “rifiutare qualsiasi forma di estorsione, usura o ad altre tipologie di reato mafioso e di collaborare con le forze dell’ordine e le istituzioni preposte, denunciando direttamente o con l’assistenza del sistema associativo, ogni episodio di attività illegale di cui sono vittime“.

Tutto questo è importante per dimostrare che i tempi sono diversi e che la società, in Sicilia, sta cambiando e vuole continuare su questa strada. Il tutto, comunque, non sta avvenendo in maniera indolore, dal momento che Pietro Agen ha ammesso di aver ricevuto minacce ma che, nonostante ciò, non si tirerà indietro.

Vero è che, come dichiara Luca Squeri, le nuove norme introdotte all’interno del codice erano già in atto da tempo e che, a questo punto, dovevano solo essere formalizzate.

Anche Rosanna Montalto, dirigente di Confcommercio Sicilia, ha voluto commentare questo passo avanti: “Per Confcommercio oggi è una giornata importante, anche se noi prevediamo l’espulsione dall’associazione già dal 2005 e già da anni ci costituiamo parte civile nei processi di mafia. Oggi dimostriamo ancora una volta che Confcommercio non indietreggia ma va avanti“.

Vera Moretti