Freelance: come scegliere il giusto codice ATECO

Il Freelance è una sorta di dipendente indipendente, ovvero un libero professionista che opera per più aziende, società o organizzazioni, senza averne un rapporto strettamente legato di dipendenza. Restando del tutto autonomo, autogestito per disponibilità e orari, ma nel momento in cui l’attività di Freelance diventa duratura e reiterata, toccherà aprire una partita IVA. E, quindi scegliere un codice ATECO per poterlo fare. Scopriamo come scegliere quello giusto.

Freelance, come scegliere il codice ATECO per la partita IVA

Dunque, non avendo una sezione specifica per il generico ruolo di Freelance, sarà necessario scegliere un codice ATECO inerente alla attività più identificativa di ciò che svolgi. Alcune di esse potrai sceglierle tra le seguenti:

  • Grafico
  • Giornalista
  • Designer
  • Consulente informatico
  • Sviluppatore di software

Questi erano solo alcuni esempi delle possibili attività selezionabili per poter scegliere il vostro tanto ambito codice ATECO come freelance e poter quindi aprire una propria partita IVA. Ad ognuno di essi corrisponderà un codice apposito. Ovvero quel codice che permetterà alla Agenzia delle Entrate (o alla camera di commercio) di identificarvi ed inquadrarvi nella rispettiva categoria statistica, fiscale e contabile.

Come applicare il regime fiscale

Dopo aver scelto il tuo codice ATECO per freelance, dovrai stabilire anche quale regime fiscale applicare. Il cosiddetto Regime Forfettario, applicabile rispettando i requisiti appositi e col quale avrai fornito il reddito imponibile. Pagando così, da tale reddito, imposta e contributi previdenziali.

Dunque, da freelance con il Regime Forfettario, sarai soggetto al versamento dei contributi previdenziali. I contributi previdenziali andranno inevitabilmente a mutare in base all’attività che come freelance svolgi e dal Codice ATECO che avrai applicato.

In base alla attività selezionata ed al codice scelto, potrai infatti essere classificato come:

  • Artigiano o commerciante
  • Professionista

Nel primo caso verserai i contributi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, per un reddito compreso tra 0 e 15.953 euro verserete contributi fissi di circa 3.840 euro, nel caso di un reddito, invece, superiore ai 15.953 euro oltre ai contributi fissi, saranno versati per il 24%.

Mentre nel caso in cui sia classificato come Professionista andrai a versare gli appositi contributi alla Gestione Separata Inps nella misura del 25,72% del proprio reddito e nella cassa professionale..

L’ imposta sostitutiva del codice ATECO per Freelance

Ovviamente, la faccenda non è finita qui. Una volta ottenuto il vostro bel codice ATECO, per la vostra simpatica partita IVA, adottando dunque il regime forfettario, sarete soggetti ad una imposta sostitutiva, corrispondente al 15% del vostro reddito.

Tuttavia, potrete sperare di ridurre alla soglia del 5% tale imposta, per i primi 5 anni di attività. Difatti potrete applicare l’imposta sostitutiva al 5% nel caso rispettaste i requisiti. Dopodiché, al termine dei suddetti primi 5 anni nei quali avrete abbassato l’imposta al 5%, dovrete applicare l’imposta basica al 15%. Per ottenere tale ribasso, per 5 anni dovrai, però rispettare i seguenti requisiti:

  • Nei 3 anni che precedono l’apertura della tua Partita Iva non hai svolto attività di impresa, né in forma individuale, né associata o familiare;
  • L’attività che svolgi in Partita Iva non deve essere una mera prosecuzione di una che già svolgevi, sia come dipendente che in forma associata;
  • Nel caso in cui abbia rilevato l’attività da un altro soggetto, devi assicurarti che questo abbia rispettato il limite dei 65.000 euro di ricavi.

Dunque, questo era quanto necessario conoscere, nel caso la vostra attività di Freelance necessiti di costituire partita IVA. Un modo per essere indipendenti da aziende, società ed organizzazioni e diventare magicamente “dipendenti” dall’ Agenzia delle Entrate.

Partite Iva e regime forfettario: che cosa cambia nel 2016 – Parte II

Dopo aver parlato ieri di condizioni di accesso, requisiti ed esclusioni per le partite Iva dal nuovo regime forfettario previsto per il 2016, oggi dedichiamo un breve approfondimento su coefficienti di reddito, tassazione e previdenza.

Nuovo regime forfettario: coefficienti di reddito e limiti di fatturato o ricavi annuali

I limiti di fatturato o di ricavi per le partite Iva e il loro relativo coefficiente di redditività sono legati alla natura dell’attività svolta, che dipende dai diversi codici ATECO. Per semplificare il quadro, qui sotto un riepilogo di limiti di fatturato, ricavi e redditi, oltre al coefficiente di redditività e le radici dei relativi codici ATECO, in ordine crescente.

  • Industrie alimentari e delle bevande (10-11): coefficiente redditività al 40%, limite fatturato/ricavi 45mila euro;
  • Commercio all’ingrosso e al dettaglio [45 – (da 46.2 a 46.9) – (da 47.1 a 47.7) – 47.9]: coefficiente di redditività al 40%; limite ricavi/fatturato 50mila euro;
  • Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande (47.81): coefficiente di redditività al 40%; limite fatturato/ricavi 40mila euro;
  • Commercio ambulante di altri prodotti (47.82 47.8): coefficiente di redditività al 54%; limite fatturato/ricavi 30mila euro;
  • Costruzioni e attività immobiliari (41-42-43)-(68): coefficiente di redditività all’86%; limite fatturato/ricavi 25mila euro;
  • Intermediari del commercio (46.1): coefficiente di redditività al 62%; limite fatturato/ricavi 25mila euro;
  • Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (55-56): coefficiente di redditività al 40%; limite fatturato/ricavi 50mila euro;
  • Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi (64-65-66) -(69-70-71-72-73-74-75)-(85)-(86-87-88): coefficiente di redditività al 78%; limite fatturato/ricavi 30mila euro;
  • Altre attività economiche (da 01 a 03 a 05 a 09), (da 12 a 33, da 35 a 39), (49-50-51-52-53)-(58-59-60-61-62-63)-(77-78-79-80-81-82)-(84)-(90-91-92-93)-(94-95-96)-(97-98)-(99): coefficiente di redditività al 67%; limite fatturato/ricavi 30mila euro.

Nuovo regime forfettario: tassazione

Viene introdotta l’imposta sostitutiva come unica forma di imposizione fiscale per le partite Iva che godono del regime forfettario, in sostituzione di Irpef e Irap e senza versamento di Iva.

  • aliquota dell’imposta sostitutiva al 5% per i primi 5 anni;
  • aliquota dell’imposta sostitutiva al 15%.dal sesto anno.

Nuovo regime forfettario e regime previdenziale

Con il nuovo regime forfettario per le partite Iva, i contributi Inps saranno calcolati sul reddito determinato a forfait sulla base dei criteri fiscali. In questo modo gli iscritti alla gestione Inps artigiani e commercianti non si vedranno applicato il minimale contributivo, con un vantaggio finanziario immediato ma, sul lungo termine, con un montante contributivo accumulato più basso.

Confermata per il 2016 al 27,72% l’aliquota contributiva per le partite Iva non iscritte agli albi professionali e le partite Iva iscritte alla Gestione Separata Inps. Dall’1 gennaio 2016 sale al 24% dall’attuale 23,5% l’aliquota contributiva dovuta dalle partite Iva o che siano assicurati con altre forme di previdenza obbligatoria.

Partite Iva e regime forfettario: che cosa cambia nel 2016 – Parte I

Se le partite Iva sono a rischio povertà, anzi, sono proprio con l’acqua alla gola, il modo per mettere da parte qualche soldino lo possono trovare se guardano nel dettaglio alle novità che, tra poco meno di un mese (dall’1 gennaio 2016), entreranno in vigore proprio per le partite Iva in scia alla Legge di Stabilità 2016.

La novità più importante riguarda il fatto che le uniche partite Iva a regime agevolato saranno quelle con il regime forfettario, mentre il regime dei minimi potrà essere mantenuto fino alla sua scadenza di 5 anni o fino al compimento del 35esimo anno di età da parte del partitivista.

Chi volesse aderire ancora all’attuale regime dei minimi ha la possibilità di farlo aprendo le partite Iva entro il 31 dicembre 2015, a queste condizioni:

  • tetto di ricavi a 30mila euro/anno;
  • tassazione al 5%;
  • durata del regime dei minimi al massimo per 5 anni; di più solo se il contribuente, al 5° anno, non ha ancora compiuto 35 anni.

Altrimenti, le principali novità per le partite Iva a decorrere dall’1 gennaio 2016 sono le seguenti.

Nuovo regime forfettario: condizioni di accesso e requisiti per accedervi

  • non aver sostenuto spese per collaboratori superiori a 5mila euro lordi;
  • non aver conseguito compensi o ricavi superiori ai limiti indicati nell’allegato della Legge di Stabilità 2016; tali compensi o ricavi variano a seconda del codice Ateco delle diverse partite Iva;
  • non aver superato i 20mila euro lordi di costi per l’ammortamento di beni strumentali.

Nuovo regime forfettario: esclusioni

  • contribuenti non residenti, salvo che non producano almeno il 75% del proprio reddito in Italia, garantendo un cospicuo scambio di informazioni;
  • regimi speciali Iva o regime forfettari per la determinazione del reddito;
  • partite Iva che svolgano come attività principale cessioni di mezzi di trasporto nuovi, fabbricati o terreni edificabili.

Domani ci occuperemo di coefficienti di reddito, tassazione e previdenza.