Inps: il datore è obbligato a versare le ritenute ai collaboratori

L’Inps con circolare n.71 del 4 maggio 2011 pone chiarezza sui tempi e modalità dell’illecito contributivo che compie il datore di lavoro che non versa le ritenute in merito a collaborazioni coordinate e continuative. L’omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali operate sui compensi dei lavoratori a progetto e titolari di collaborazioni coordinate e continuative, iscritti alla gestione separata, è considerato reato, così come il mancato versamento delle ritenute operate ai lavoratori dipendenti.

I committenti tenuti al versamento alla gestione separata che hanno omesso il versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali, è possibile attivare un procedimento che comporta l’obbligo della contestazione o della notifica dell’avvenuto accertamento della violazione contenente l’intimazione ad adempiere al pagamento entro il termine di tre mesi. Il responsabile dell’omesso pagamento è la persona che riveste il ruolo di attuare l’adempimento entro il termine previsto per legge.

Le “pillole fiscali” della settimana [15 – 19 marzo 2010]

Caro Lettore, di seguito ti riproponiamo le “pillole fiscali”  pubblicate nella finestrella dedicata sulla destra durante questa settimana (15 – 19 Marzo 2010). Buona lettura e soprattutto week-end!

  • Le imprese che effettueranno investimenti in ricerca industriale e in sviluppo pre-competitivo, avranno la possibilità di detassare dal reddito d’impresa una quota, ancora tutta da determinare, dell’investimento sostenuto. Per tale agevolazione, dovrebbe essere disponibile un budget di 70 milioni di Euro.
  • Le risultanze del software Gerico da sole sembrerebbero non essere sufficienti agli studi di settore. Quindi, essendo necessari ulteriori chiarimenti è più motivato l’invito al contraddittorio.
  • Il Ministero dell’Economia sta studiando delle misure che mirano a potenziare gli strumenti che permettono di disinnescare il contenzioso fiscale. Tali misure saranno contenute nel decreto sviluppo che dovrebbe contenere una disposizione secondo la quale, se le somme contestate dall’Amministrazione Finanziaria sono inferiori ad Euro 50mila, i contribuenti potranno accedere alla conciliazione, all’acquiescenza o alla definizione in contraddittorio senza essere obbligati a prestare garanzie fideiussorie per ottenere la rateazione del debito.
  • dal prossimo 1° Aprile la comunicazione unica per l’attività d’impresa diverrà obbligatoria; con tale procedura si potrà avviare un’attività d’impresa con un unico invio al Registro delle Imprese. La comunicazione unica permette di chiedere codice fiscale e partita Iva, aprire la posizione assicurativa Inail, chiedere l’iscrizione all’Inps dei dipendenti o dei lavoratori autonomi e al Registro delle Imprese.
  • Con l’entrata in vigore del decreto collegato lavoro, sono stati sensibilmente ridotti i tempi per promuovere ricorso in giudizio contro un licenziamento ritenuto illegittimo o contro un recesso di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Infatti, se a seguito dell’impugnazione del licenziamento, né il lavoratore né il datore di lavoro promuovono il tentativo di conciliazione o di arbitrato, il ricorso dovrà essere presentato in Tribunale entro 180 giorni dalla data dell’impugnazione stessa.

Consulenti del lavoro, la riforma non più rinviabile.

Roma, 26 febbraio (AdnKronos) “La querelle sorta attorno all’ormai imminente riforma contenuta nel collegato lavoro merita alcune puntualizzazioni. Sulla necessità di un ammodernamento dell’intero impianto processuale, nessun giuslavorista può essere in disaccordo. Troppo palese e grave è la situazione creatasi nella fase sia pre-contenziosa che contenziosa da non dover giustificare l’intervento del legislatore. In ballo c’è la necessità di dare certezza ai diritti e ai doveri delle due parti del rapporto di lavoro, cosa al momento assolutamente non esistente”. Lo afferma, in una nota, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, in riferimento alla riforma del processo del lavoro.

“La quasi paralisi delle commissioni di conciliazione – avverte – e l’ingolfamento delle sezioni Lavoro dei Tribunali impediscono il dipanarsi di un circuito virtuoso in cui lavoratori e datori di lavoro possano sentirsi egualmente tutelati. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Negarlo va nella direzione dell’illegalità”.

“Allora, l’ammodernamento è indispensabile – conclude – e i contenuti del ‘collegato lavoro’ vanno nella direzione giusta, particolarmente con l’ampliamento delle possibilità deflative preventive del contenzioso insorgente”.