Asti, finanziamenti alle startup

 

Al fine di favorire la diffusione di servizi avanzati di Information and Communication Tecnology nelle piccole e medie imprese, la Camera di Commercio di Asti ha messo a disposizione delle Pmi del territorio 106 mila euro di contributi per la copertura parziale delle spese materiali e immateriali connesse.

Saranno ammesse a contributo le spese riconducibili alla nuova impresa sostenute a partire dal 31 ottobre 2013 e fino al 31 ottobre 2014 per un massimo di 5000 euro a impresa. Ci sarò tempo fino a fine ottobre per le pmi con sede in provincia per presentare la domanda. Un secondo bando, invece, sarà destinato agli imprenditori che attiveranno nei prossimi mesi collegamenti a Internet più veloci e performanti (rete fissa, satellitare, via radio o wi-fi banda larga, Hiperlan, WiMAX). Il contributo massimo è di 700 euro ad azienda.

JM

 

Tassi: “Mettere in gioco le proprie idee, solo così può funzionare una startup”

 

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle startup più innovative del panorama italiano e oggi abbiamo incontrato Tiziano Tassi, socio fondatore di Caffeina, uno dei team di web developer, designer e marketing specialist più innovativi della Rete. Ma nel dettaglio è proprio colui che ha dato vita alla startup, insieme ai soci Henry Sichel e Antonio Marella, a spiegarci le loro attività.

Dott. Tassi, di cosa si occupa la vostra associazione nel dettaglio?
Caffeina è una società che lavora come agenzia digitale su progetti web, social e mobile seguendoli dal punto di vista del marketing, della tecnologia e del design.

Da dove nasce l’idea?
Nasce dall’esperienza universitaria, da quando abbiamo fondato, a Parma, Oikosmos (un’associazione di studenti) che aveva l’obiettivo di fornire servizi innovativi per gli studenti: il primo progetto è stata una web tv. La prima, nel 2007, a fornire contenuti universitari di qualità insieme a Stanford e all’MIT su YouTube.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Non c’è un “perché”. Non è una decisione da prendere alla leggera o in modo avventato. L’entusiasmo rischia di spegnersi davanti alle difficoltà iniziali e a quelle che seguono. Per questo una solida motivazione personale e professionale è preferibile al semplice entusiasmo di sentirsi startupper. E’ una strada (quasi) “senza ritorno”, dove si può fare molto bene e avere una bella storia da raccontare, ma dove si rischia tanto e di proprio. Dopotutto, è una impresa, no?

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
La gestione della cassa è fondamentale: il denaro è molto facile da spendere e difficile da guadagnare. E poi focalizzarsi sul modello di business, sapendo che a fronte degli investimenti iniziali va raggiunta la piena sostenibilità il prima possibile. Bisogna essere pronti a mettere completamente in discussione le proprie idee e le proprie convinzioni, perché è il mercato (e i clienti) che decidono dove bisogna andare.

Jacopo MARCHESANO

Ciotola: “Creare una startup per mancanza di lavoro? L’errore più grande”

 

“L’errore più grande e comune che può esser fatto da un giovane è creare una startup per rispondere alla mancanza di lavoro”, parola di Pietro Ciotola, fondatore di Enjinia. La startup che ha creato dal nulla realizza infrastrutture IT virtualizzate on site ed on cloud principalmente avvalendosi di prodotti open source, personalizzati all’occorrenza, ma è lui stesso a spiegarlo meglio…

Dott. Ciotola, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
Enjinia è un App Farm inserita nell’incubatore ICT di Città della Scienza a Napoli. Si occupa dello sviluppo di App per il mondo Android ed Apple iOS. Partendo dalle fasi iniziali di analisi dell’idea seguiamo i nostri clienti in tutte le fasi di realizzazione arrivando anche oltre la pubblicazione nello store. Quest’anno, oltre a lavorare per terzi abbiamo anche lanciato un nostro prodotto , BeApp, un’app mobile social che permette di recuperare sconti e promo sfruttando la geo localizzazione e di stare in contatto con i propri amici.

Da dove nasce l’idea?
L’idea nasce di Enjinia nasce dal voler fare qualcosa di diverso rispetto a quanto presente già sul mercato. Noi adottiamo un metodo di lavoro innovativo basato su task. Non ci sono orari di lavoro, non c’è obbligo di venire in sede se non per riunioni o urgenze, ognuno è responsabile del proprio task e può portarlo avanti come e dove meglio crede. Grazie alle piattafome cloud poi riusciamo a seguire tutto in maniera efficiente e precisa, dal project fino all’hangout col team e col cliente.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Pechè sente il bisogno di creare qualcosa di innovativo o semplicemente si sente imprenditore. L’errore più grande e comune che può esser fatto da un giovane è creare una startup per rispondere alla mancanza di lavoro. La domanda di lavoro altamente qualificato c’è ed è molto alta, per essere al timone di un’azienda e soprattuto di una startup ci vuole ben altro.

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
L’assenza totale di supporto da parte delle istituzioni. La legge startup che definisce le startup innovative è vecchia e poco chiara e soprattutto non aiuta fattivamente le aziende startup. Noi di Enjinia ci riteniamo molto fortunati ad operare in un contesto come quello di Città della Scienza di Napoli. Grazie a questo siamo in contatto quotidiano con tantissimi professionisti che ci affiancano e ci guidano a superare le difficoltà gestionali che possono venirsi a creare.
Inoltre vivere in incubatori validi come quello di Città della Scienza, permette di accedere a tante informazioni ed agevolazioni per allacciare rapporti con l’estero, altra cosa vitale per una startup.

Jacopo MARCHESANO