Made in Italy verso nuove mete

Si è discusso della diffusione del Made in Italy nel mondo, durante il XII Forum del Comitato Leonardo, appuntamento annuale dedicato al confronto tra istituzioni, imprenditori e mondo del credito sullo stato attuale del Made in Italy.

Non si punterà solo alle grandi griffe di moda e design, ma, al contrario, ciò che si vuole esportare è l’arte del saper fare, che da sempre rappresenta la miglior qualità dei prodotti nostrani.

Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo, ha puntualizzato: “Mentre la nostra economia continua a subire arretramenti del Pil, perdite di lavoro e chiusure di aziende, con lo Stato che non riesce a pagare le imprese e imprese che non riescono a pagare lo Stato, la burocrazia frena anche il mecenatismo. Per ritrovare la via della crescita e riconquistare quote di mercato all’estero dobbiamo, pubblico e privato, far leva su 2 nostri grandi vantaggi competitivi: la vocazione manifatturiera, i prodotti di qualità totale; e la vocazione culturale e ambientale, i servizi per la qualità della vita”.

E anche l’export amplierà i suoi orizzonti, uscendo dalla rotta dei paesi Brics ed estendendosi a tutti i paesi emergenti. A questo proposito, una ricerca condotta dall’Ice in collaborazione con Prometeia ha individuato ben 25 paesi verso i quali le imprese italiane possono dirigersi per proporre i loro prodotti.

Dalla ricerca emerge una geografia dei mercati del futuro che cambia in funzione della specializzazione delle imprese. Per i beni di consumo, la variabile considerata più rilevante è la soglia di reddito (stimata in 11.500 dollari pro capite a parità del potere d’acquisto, poco meno di 9.000 euro) da cui si innesca un processo di consumo più dinamico di questi beni.

Per i beni di investimento, il motore principale è costituito dal livello di industrializzazione del Paese, che dà una misura potenziale di quanti macchinari saranno necessari a sostenerne la convergenza industriale verso le economie mature. Per le opere infrastrutturali, infine, sono determinanti la qualità e la quantità delle infrastrutture già presenti e i piani di investimento previsti.

Per quanto riguarda i beni di consumo Made in Italy, i Paesi a più alto potenziale di sviluppo risultano essere Emirati Arabi, Cile e Malesia, seguiti da Qatar e Arabia Saudita. Al vertice della classifica dei mercati più attrattivi per i beni di investimento si collocano Arabia Saudita, Messico, Indonesia, Thailandia e Cile, mentre i Paesi che offrono le maggiori opportunità per le imprese italiane delle costruzioni sono i mercati asiatici di Indonesia, Pakistan, Vietnam e Thailandia, seguiti dal Messico.

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha commentato così i risultati: “Dalla ricerca emerge come sia nelle infrastrutture, sia nei beni di investimento, sia nei beni di consumo l’offerta italiana debba rafforzare ulteriormente la propria presenza sui mercati extraeuropei. L’Africa sub-sahariana, con un fabbisogno stimato di quasi 270 miliardi di investimenti al 2020, il Far East e l’America Latina, sono aree da cui si attende grande dinamismo e noi abbiamo ottime carte da giocare, grazie a una offerta che si incontra con la domanda locale di macchinari e tecnologia e con quella di beni di consumo del nuovo ceto medio. In questi mercati l’Agenzia ha predisposto nuovi programmi di promozione e sta per aprire nuovi Uffici. Un rafforzamento del presidio diretto dei mercati culturalmente e geograficamente più lontani sarà uno strumento fondamentale per una maggiore diffusione del Made in Italy”.

Vera MORETTI

Nasce il Premio Speciale Start-up

Quest’anno il Comitato Leonardo, in accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia ICE, ha deciso di promuovere un Premio Speciale Start-up, che va ad aggiungersi agli ambiti riconoscimenti già conferiti dal Comitato Leonardo: il Premio Leonardo, i Premi Leonardo Qualità Italia, il Premio Leonardo International ed il Premio alla Carriera.

Potrà ottenere il premio una start-up innovativa che si sarà distinta per:

  • innovazione, ovvero avanzamento dello stato delle conoscenze;
  • successo, qualificato in termini di velocità di crescita dell’impresa e di ricadute positive anche sul resto del tessuto produttivo;
  • internazionalizzazione: la capacità di raggiungere e offrire i propri prodotti o servizi sui mercati esteri;
  • occupazione, in particolare giovanile;
  • impatto sociale: contributo alla risoluzione di problemi di cittadini.

Sono state coinvolte alcune associazioni rappresentative, come l’Associazione italiana del private equity e venture capital (AIFI), l’associazione Italian Angels for Growth (IAG), l’Associazione parchi scientifici e tecnologici italiani (APSTI), l’Associazione degli incubatori e delle business plan competition accademiche italiane (PNICUBE), e l’associazione Italia Startup, che avranno il compito di proporre per il premio 2 start-up ciascuna, appartenenti a settori differenti.

Le dieci start-up nominate, selezionate tra quelle che maggiormente si saranno distinte in termini di innovazione e di contributo alla costruzione di un’immagine dell’Italia nel mondo, verranno indicate in una lista che sarà pubblicata e dalla quale verrà scelta la start-up vincente, la prima che si aggiudicherà il Premio Speciale Start-up.

Il premio sarà conferito dal Presidente della Repubblica in occasione della Giornata della Qualità Italia, che si svolgerà in Quirinale ad inizio del prossimo anno.

Vera MORETTI