Migliora la fiducia per imprese, commercio e servizi

Nei servizi peggiorano sensibilmente i giudizi sul livello degli ordini, ma migliorano le attese relative alla medesima variabile e quelle riguardanti la situazione economica generale del Paese.

Circa l’occupazione, migliorano le attese, ma peggiorano i giudizi e il saldo relativo all’andamento degli affari. Scendono anche le attese sulla dinamica dei prezzi di vendita.

Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, che rialza la testa dopo una discesa ininterrotta che proseguiva da luglio 2011 e che aveva fatto registrare il minimo storico a gennaio, recuperano sia i giudizi sia le attese sulle vendite, mentre risulta stabile il saldo dei giudizi sul livello delle scorte di magazzino.

Inoltre l’indicatore sale in entrambe le tipologie distributive del commercio al dettaglio, passando da 65,9 a 67,9 nella grande distribuzione e da 89,0 a 92,8 nella distribuzione tradizionale.

Fonte: confesercenti.it

Istat: cala la fiducia nelle imprese

Secondo i dati pubblicati dall’Istat, a gennaio 2012 l’indice destagionalizzato del clima di fiducia nelle imprese del commercio al dettaglio scende al 78,4, segnando il valore minimo dal 2003, ovvero dall’inizio delle serie storiche destagionalizzate.

Nel commercio al dettaglio il clima di fiducia scende in entrambe le tipologie di vendita. In particolare, l’indicatore cala da 68,1 a 65,5 nella grande distribuzione e da 93,5 a 88,6 nella distribuzione tradizionale.

Continuano a peggiorare le attese e, soprattutto, i giudizi sulle vendite, e cala il saldo relativo alle scorte di magazzino.

Fonte: confesercenti.it

Commercio al dettaglio: in un anno calo del 2%

Mobili, articoli tessili ed arredamento. Secondo l‘Istat sono questi i settori ad aver registrato nell’ultimo anno una contrazione nelle vendite al dettaglio maggiore. I dati raccolti nell’ultimo rapporto sulle vendite al dettaglio per i beni di consumo non alimentari attinenti al mese di luglio 2011 mostrano un calo congiunturale dei consumi del 2,06% rispetto allo stesso mese del 2010.

Il rapporto ha riscontrato un calo significativo delle vendite delle principali componenti merceologiche del vestire, arredare e benessere. Se al primo posto fra i settori che hanno registrato una più marcata riduzione dei consumi figurano mobili, articoli tessili ed arredamento, scesi in un anno del 3,2 %, la medaglia d’argento spetta ai prodotti di gioiellerie e orologerie, con un -2% nel 2011. Negativi anche i valori per i settori del vestire: abbigliamento e pellicceria in un anno hanno perso un -1,9%, come anche le calzature, articoli in cuoio e da viaggio scesi del -1,8%. Fanalino di coda i prodotti di profumeria e cura della persona che, dopo un trend positivo negli scorsi anni, hanno visto ridurre nel 2011 le vendite del -1,4%.

La riduzione del clima di fiducia dei consumatori ha contribuito alla contrazione delle vendite, che a settembre 2011 sono scese a 98,5 rispetto al 100,3 del mese di agosto. A peggiorare la situazione sono poi le valutazioni, presenti e prospettiche, sulla situazione economica del paese e della famiglia, nonché i giudizi sul bilancio familiare e sull’opportunità del risparmio.

L’aumento dell’Iva al 21% introdotto dalla nuova Finanziaria rischia inoltre, secondo l’Ufficio Studi di Confcommerciodi bloccare qualsiasi tentativo delle famiglie di reagire alla crisi. E’ dunque prevedibile per i consumi un peggioramento nel terzo e quarto trimestre che comporterà un ulteriore indebolimento delle prospettive di sviluppo dell’economia.”

Alessia Casiraghi

Piccoli negozi in crisi

Se, da un lato, secondo la Camera di commercio di Milano, nell’Italia di oggi esistono alcuni settori d’impresa e lavori manuali che la modernità ha offuscato, ma non cancellato del tutto, sul fronte del commercio continuano le chiusure dei mini-mercati di mobili, arredamento per la casa e abbigliamento, che tra luglio ed agosto hanno visto ridurre le vendite. Emerge da un’analisi di Confcommercio sulla distribuzione del commercio in Italia con le rispettive suddivisioni per dimensioni strutturali e regioni. Secondo l’associazione di categoria, aumentano i negozi di informatica e telecomunicazioni (+2,8%), mentre continua la passione per il comparto mobili, arredamento per la casa e l’abbigliamento.

Nonostante però il piccolo dettaglio rappresenti la componente numericamente più consistente della rete di vendita, subisce le maggiori criticità in quanto risente in misura più significativa della riduzione dei consumi, che blocca o ridimensiona i piani di sviluppo aziendali, con riflessi anche in termini riduzione delle unità locali e della superficie di vendita complessivamente disponibile.

Secondo quanto dichiara in una intervista a Repubblica Renato Borghi, vice presidente delegato di Confcommercio, “la crisi sta facendo una strage di negozi“. Solo relativamente a Milano, Borghi indica che nei soli due mesi di luglio e agosto hanno chiuso circa 110 negozi tra abbigliamento, calzature e mobili. Le cause di questa dinamica pare siano da ritrovare nella riduzione del numero di clienti e nell’aumento degli affitti.

Periodo difficile anche per i Grandi magazzini, in quanto in Italia tale formula non ha trovato grande diffusione e ha registrato periodicamente una revisione della propria identità e della tipologia di offerta, che oggi si caratterizza per un assortimento centrato sull’abbigliamento, gli accessori e i prodotti di bellezza, con estensioni al tessile casa, complementi d’arredo e agli altri articoli per l’abitazione, con un posizionamento medio-alto dal punto di vista della qualità e del prezzo. Comunque, per tale formula è già in atto una fase di rilancio per riprendere spazi di mercato che ipermercati, grandi superfici specializzate, outlet stanno gradualmente acquisendo.

Infine, un ruolo non secondario nel sistema distributivo italiano, viene giocato da altre forme distributive – come il commercio ambulante (mercati quotidiani e periodici, fiere, venditori itineranti), il commercio elettronico e la vendita attraverso i distributori automatici, che negli ultimi anni hanno dimostrato una forte dinamicità.