Accordo BNL, Confesercenti e Convig per le Pmi

Per sostenere e permettere lo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane che operano nel commercio, nel turismo e nei servizi, BNL Gruppo BNP Paribas, Confesercenti (Confederazione Italiana Esercenti Attività Commerciali, Turistiche e dei servizi) e Cosvig (Società Consortile s.r.l.) hanno sottoscritto un accordo che prevede, da parte di BNL, un plafond di 1 miliardo di euro.

In concreto, gli aiuti che questa iniziativa vuole portare alle pmi aderenti a Confesercenti, in grande affanno a casa della crisi, sono soluzioni dedicate di finanziamento a medio lungo termine per supportare programmi di investimento, innovazione e sviluppo, come acquisto di nuovi impianti, macchinari ed attrezzature, adeguamento dei locali, spese per programmi di ricerca e sviluppo.

Con l’intervento di Cosvig, i finanziamenti sono supportati da garanzia diretta del “Fondo Centrale di Garanzia”: questo permette di agevolare ulteriormente l’accesso al credito, anche attraverso un iter dedicato per il quale la stessa Cosvig svolge anche un ruolo di assistenza a 360° alle imprese aderenti a Confesercenti.

Completano la piattaforma di offerta BNL, finanziamenti per gestire i processi di internazionalizzazione, sostenendo le attività di import-export delle imprese del settore, e servizi per le esigenze di incasso e di pagamento.

Presenti all’annuncio di questa partnership erano Luigi Abete, presidente di BNL, Luigi Abete; Marco Venturi, presidente di Confesercenti e Gianni Guido Triolo, amministratore delegato di Cosvig.

All’incontro sono intervenuti, inoltre, il Direttore Generale Confesercenti Giuseppe Capanna, il Vice Direttore Generale BNL e Responsabile della Divisione Retail & Private della Banca, Marco Tarantola.

Luigi Abete ha dichiarato: “Questo accordo conferma, ancor più nell’anno in cui BNL compie un secolo di attività, la costante attenzione della Banca allo sviluppo dell’economia italiana, di cui le PMI sono da sempre fattore determinante. Da 100 anni siamo coerenti con la nostra identità di azienda che sostiene il lavoro quotidiano delle persone, privati e imprenditori, oltre che i loro progetti di crescita in Italia come all’estero, grazie alla presenza internazionale del Gruppo BNP Paribas”.

Marco Venturi ha confermato l’entusiasmo che ha accompagnato la firma dell’accordo, poiché rappresenta “un concreto supporto alle pmi che potranno così disporre di interventi finanziari finalizzati alla copertura delle esigenze di capitale circolante e di investimenti. Le garanzie dei Confidi e del Fondo Centrale consentiranno ad un tempo di migliorare la qualità dei crediti e di favorire l’accesso al finanziamento, in particolare, per le piccole e medie imprese associate alla Confesercenti. La lunga crisi dell’economia richiede una sempre più stretta sinergia tra le imprese e le banche, come dimostra l’accodo firmato da Confesercenti e BNL”.

Vera MORETTI

Saldi in Campania al via il 2 gennaio

Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e il consigliere alle Attività Produttive e sviluppo economico Fulvio Martusciello hanno presentato in sala giunta il vademecum per consumatori e operatori del commercio, “E’ tempo di saldi“. Secondo una nota della regione, gli sconti cominceranno il 2 gennaio e si concluderanno il 31 marzo.

Secondo la nota regionale, il negoziante è tenuto ad applicare lo sconto dichiarato per cui, nel caso venga richiesto un prezzo diverso, il consumatore potrà pretendere che ci si adegui a quanto dichiarato sul cartellino. Le merci in saldo devono essere indicate in modo inequivocabile per distinguerle da quelle poste in vendita al prezzo ordinario, evitando ogni possibilità di confusione.

Il negoziante, inoltre, è tenuto a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se non è possibile la sostituzione, il cliente avrà diritto di scegliere se richiedere la riparazione del bene senza alcuna spesa accessoria, una riduzione proporzionale del prezzo o la risoluzione del contratto.

I negozianti convenzionati con carta di credito sono tenuti ad accettarla anche nel periodo dei saldi, così come è ammesso il pagamento a mezzo bancomat se nel negozio è esposto il relativo logo.

Il presidente Caldoro ha sottolineato l’importanza della stagione dei saldi in un momento in cui la crisi “aggredisce e colpisce tutti” e annuncia che “questa è solo una tappa, le istituzioni hanno il compito di sostenere, aiutare e semplificare“. Per Martuscielloin questo modo i saldi sono reali e le regole certe“.

Foccillo: “Il potere d’acquisto è sempre più in calo”

“L’ulteriore riduzione delle vendite al dettaglio anche per questo mese è l’ennesima dimostrazione di come sia sempre più sensibile nella vita degli italiani il calo del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, aggravata da una tassazione sempre piu’ insopportabile e da una continua caduta dell’occupazione”. E’ il commento del segretario confederale Uil Antonio Foccillo ai dati Istat sul commercio al dettaglio diffusi ieri mattina.

“Bisogna prevedere – continua Foccillo – un intervento immediato e deciso per la riduzione, almeno, della tassazione su stipendi e pensioni, invece di pensare a fantasiosi interventi di taglio delle tredicesime che aggraverebbero ancora di più la situazione” conclude.

Sicilia: +60% per le imprese familiari

La piccola e media imprenditoria premia la Sicilia. E’ l’azienda a conduzione familiare a registrare i tassi di crescita maggiori nell’ultimo decennio nell’isola, e anche su scala nazionale.

Nel decennio 2000-2010 le aziende siciliane a conduzione familiare hanno registrato un aumento del fatturato pari al 146%,  60 punti in più rispetto alla media nazionale, secondo  quanto rivela un’indagine condotta dall‘Osservatorio AUB, promosso da AIdAF (Associazione Italiana Aziende Familiari) e dal gruppo UniCredit.

La ricerca è stata avviata dalla Cattedra AidAF – Alberto Falck di Strategia delle aziende familiari, dell’Università Bocconi con il supporto della Camera di Commercio di Milano nel 2009. Il focus dell’indagine si è concentrato su strutture, dinamiche e performance di tutte le aziende familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni.

A Valledolmo, in provincia di Palermo sono stati resi noti i risultati riguardanti le aziende made in Sicily. Il dato emerso è sorprendente: nel decennio 2000-2010 le aziende siciliane a conduzione familiare hanno registrato un aumento del fatturato pari al 146%, mostrando un trend di crescita superiore di oltre 60 punti rispetto alla media dell’Osservatorio AUB.

Ma come si spiegano questi numeri in un momento così difficile e precario per l’economia italiana? La crescita esponenziale è riconducibile, secondo AUB, almeno in parte all’incremento in termini di fatturato del settore del commercio e trasporti, a cui appartengono la maggior parte delle aziende familiari siciliane.

AUB ha poi evidenziato alcune caratteristiche strutturali dei settori impiegati nella piccola e media impresa in Sicilia: prima fra tutte, la minore incidenza del peso degli investimenti nel commercio, ovvero dinamiche competitive meno marcate nei trasporti. La quasi totale assenza di operazioni di M&A avvenute nel corso dell’ultimo decennio sembra confermare come il trend di crescita sia dunque imputabile ad un aumento della domanda interna del settore, e non ad una crescita per linee esterne.

”L’Osservatorio AUB rappresenta una fotografia accurata, basata su un’analisi rigorosa del mondo dell’impresa familiare italiana – ha sottolineato Dario Prunotto, responsabile del Private Banking di UniCredit in Italia. – La conoscenza approfondita del tessuto imprenditoriale e, nello specifico, delle aziende familiari ci ha condotti a un progressivo affinamento del modello di servizio specificatamente destinato a questo segmento di clientela”.

A.C.

Crisi, quando il commercio ci dà un taglio

Vendite al dettaglio in calo ma tanta voglia di fare per i commercianti milanesi. Anche da soli.

Senza consumi non c’è crescita. Ma qual è la temperatura che si registra in questo momento nel mondo del commercio al dettaglio, a Milano? Se l’ultima indagine Istat ha reso noto un calo dello 0,2% per quanto riguarda le vendite del marzo scorso, che fa registrare però un aumento del’ 1,7% rispetto allo stesso periodo del 2011, i commercianti sembrano non essere proprio d’accordo.

Dati troppo ottimistici destinati a scontrarsi con i numeri reali degli scontrini battuti in cassa? ‘Le vendite sono in calo, in media del 30%’ sembra essere il refrain che corre sulle bocche dei commercianti milanesi, da nord a sud della città. In giro per quartieri della ‘capitale della moda’ li abbiamo intervistati, per raccogliere critiche e impressioni. Ma soprattutto abbiamo chiesto loro cosa le istituzioni – governo, banche, Camera di Commercio e Comune – hanno fatto per loro. O forse potrebbero fare.

E alla fine il ritornello, sembra sempre più suonare così ‘Sapessi com’è strano, comprare oggi a Milano…’. Guardate il video e giudicate voi.

Alessia CASIRAGHI

La crisi avanza, le partite Iva anche

La crisi non ferma chi vuole mettersi in proprio: sono infatti aumentate del 7,4% le richieste di apertura di nuove partite Iva nel mese di marzo. E se si fa il confronto con febbraio 2012, l’incremento è del 12,4%.
Ma, vedendo nel dettaglio questi dati, emerge che, per la maggior parte, il 77,7% del totale, si tratta di persone fisiche, che sopperiscono alle perdite relative alle altre forme giuridiche.

Dal punto di vista del territorio, invece, non c’è una netta maggioranza.
Se, da un lato, è il Nord ad aver aperto il più alto numero di partite Iva (il 41,5%), seguito dal Centro (il 23,2%) e dal Sud (il 35,2%), i risultati che riguardano le macro aree geografiche evidenziano differenze sostanziali a livello regionale.

Per fare un esempio concreto, se la Campania ha registrato un aumento del 21% rispetto a marzo 2011, il Molise perde ben 8,8 punti. Tra le due isole maggiori, è la Sicilia a portarsi avanti, con un +16,98%.
E poi, se nel Nord-ovest l’incremento è piuttosto contenuto, con la Valle d’Aosta in testa con un +11,2%, il Nord-est non ha registrato sensibili cambiamenti rispetto ad un anno fa, a parte Bolzano, che spicca con un considerevole +21,53%.
Al Centro, infine, nel Lazio le partite Iva sono cresciute del 13,40%.

Per quanto riguarda i settori di occupazione, molto gettonato il commercio (22,2%), seguito dalle attività professionali (15,8%).
Molto bene è il ramo servizi, che registra il 10,8% di aperture in più rispetto a marzo 2011 e il 51,8% del totale. Anche se, in questo settore, calano del 12,6% le attività immobiliari.
Attività imprenditoriali più in evidenza sono quelle legate all’agricoltura (+14,3%), ed in particolare il comparto pesca acquacoltura che arriva quasi al 40% di crescita.
In discesa il settore industriale, dello 0,8%, a causa soprattutto della crisi dell’edilizia (-2,4%).

Ad aprire nuove partite Iva sono stati, per il 65%, uomini, 31.428 in tutto, mentre le donne sono 16.995, anche se in positivo del 13,60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Dal punto di vista dell’età anagrafica, sono i giovani fino a 35 anni a primeggiare (24.820), rappresentando più della metà dei nuovi entrati a tale criterio.
La percentuale, confrontata con marzo 2011, cresce del 23,38%, 15.710 gli uomini, 9.110 le donne.

Vera MORETTI

Istat: fatturato servizi +0,4%

Nel quarto trimestre l’indice del fatturato dei servizi presenta un aumento tendenziale dello 0,4%. Nella media dell’anno 2011 la crescita è pari al 2,9%. Lo rileva l’Istat sottolineando che nell’ambito del potenziamento delle statistiche sui servizi, si presentano i nuovi indici trimestrali di fatturato relativi al commercio e riparazione di veicoli, ai trasporti, ai servizi di alloggio e ristorazione. Inoltre, continua l’Istat, viene diffuso un indicatore aggregato del fatturato dell’insieme delle attività dei servizi, analogo a quello già disponibile per l’industria.

Nel quarto trimestre 2011, rileva ancora l’Istat, si registrano variazioni tendenziali positive per il trasporto terrestre e per quello mediante condotte (+5,5%), per il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti (+3,0%) e per il commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+1,6%).

Nel quarto trimestre 2011 il nuovo indice dei servizi di alloggio e ristorazione presenta una variazione tendenziale negativa (-0,2%). In particolare, per il settore delle attività di alloggio si registra un aumento del 2,2%, mentre per le attività di ristorazione la diminuzione è pari all’1,0%.

Fonte: adnkronos.it

Mercato del lavoro: “diamo i numeri” sulle nuove assunzioni

Unioncamere e Ministero del Lavoro rivelano che le assunzioni programmate per il trimestre ottobre-dicembre 2011 saranno pari a 91.800.

Tante? Poche? Certamente in numero inferiore rispetto a quelle dello scorso 2010  se badiamo alle assunzioni non stagionali; un dato in aumento, invece, se stiamo ai numeri di quelle stagionali.

A rivelarlo è un’indagine trimestrale del Sistema Informativo Excelsior svolta sulla richiesta di lavoratori dipendenti delle imprese industriali e terziarie che, però, ha registrato per l’ultimo trimestre del 2011 un calo di circa 2.000 assunzioni rispetto al medesimo periodo del 2010.

La difficoltà maggiore ad assumere si colloca nelle aree del Nord-Est, dove si concentrano le piccole imprese maggiormente esposte agli andamenti del mercato; e nel Mezzogiorno, dove la domanda interna è sempre più stagnante.

Ad essere avvantaggiati, invece, soprattutto i giovani sotto i 30 anni, con una stima che si aggira attorno alle 31.400 assunzioni previste.

A pagare il solito scotto, però, sono le donne: hanno solo 15.400 richieste di assunzioni.

Stando alle nostre fonti, l’avvicinarsi del periodo natalizio dovrebbe accrescere la domanda di lavoro stagionale, soprattutto per il settore alimentare e del commercio.

Staremo a vedere.

A.C.

Imprenditoria femminile: il terziario è sempre più rosa

Stando ai dati elaborati dall’ “Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel terziario nel 2011” tenuto dal Gruppo Terziario Donna Confcommercio e il Censis. Grazie alle donne il terziario e altri settori importanti dell’economia crescono dello 0,4%. Il 67,3% delle imprenditrici guida un’impresa del terziario, il 19,8% sceglie l’agricoltura e il 12,8 l’industria. In particolare sono il terziaro e il commerco i settori che attirano maggiormente le donne con un 46% di imprenditrici attive. La percentuale di donne a capo di un’impresa tra i 30 e 49 anni è il 52,8%. Crescono del 6,5% le imprenditrici di nazionalità straniera che nel terziario rappresentano l’8,2% del totale nel particolare il 16% delle straniere è di nazionalità cinese.

Per quanto riguarda il titlo di studio il 24% delle donne imprenditrici è laureata. In prima posizione per numero di donne imprenditrici troviamo la Valle d’Aosta (43,3%. sul totale). Il 31% delle imprenditrici del terziario si concentra al Sud. Marilù Galdieri, Presidente Nazionale di Terziario Donna-Confcommercio commenta: “ancora una volta i dati sulle imprese femminili confermano la capacità delle donne di interpretare un modo di fare impresa che, prendendo in considerazione la fase acuta della crisi, si è dimostrato sano e vitale. I dati sull’età ed il livello di scolarizzazione delle imprenditrici vanno invece letti sotto due diversi aspetti: la riluttanza delle giovani generazioni a mettersi in gioco, aspetto che desta qualche preoccupazione, ma anche la maggiore consapevolezza, determinazione e professionalità della scelta di fare impresa“.

Mirko Zago