Comprare casa sì, ma con quanto?

Se la casa resta per gli italiani l’investimento più tradizionale e comprare casa il loro primo obiettivo nella vita, i soldi che servono per comprare casa da qualche parte vanno pur trovati. Se non sono i risparmi, sono quelli del proprio sudato stipendio.

Ebbene, nei primi mesi del 2014 si sono registrati prezzi ancora in discesa e compravendite in lieve aumento in tutte le realtà territoriali, in particolare sul segmento residenziale. Continua dunque la ripresa della domanda immobiliare, incentivata da prezzi più accessibili. L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato quanti anni di stipendio occorrono per comprare casa.

A livello nazionale Tecnocasa rileva che sono necessarie 5,8 annualità per comprare casa, in leggera diminuzione con quanto rilevato nel 2013 (6 annualità). Anche a livello locale non ci sono state variazioni di rilievo: con un calo pari a -0,6 annualità, fa eccezione Napoli (dove ne servono 6,7), seguita da Genova e Roma (entrambe in calo di 0,3 annualità), mentre si mantiene costante Bologna (5,7 annualità). La Capitale è sempre la città in cui serve il maggior numero di annualità per comprare casa: 9,5; stacca Milano ferma a 7,9 annualità (in calo di 0,2 rispetto al 2013). A Palermo e Verona ne servono meno: 3,6 nel capoluogo siciliano e 3,9 nella città veneta.

L’analisi si è basata sui prezzi al metro quadro di un immobile medio usato, raccolti dalle agenzie Tecnocasa e Tecnorete delle grandi città e riferiti a giugno 2014, e sulle retribuzioni contrattuali annue di cassa per dipendente a tempo pieno per attività economica e contratto (al netto dei dirigenti), ricavate dalla banca dati Istat. Si è inoltre ipotizzato che il reddito fosse destinato interamente per comprare casa, supposta di 65 mq. In questa analisi il valore finale della retribuzione è stato ottenuto da una stima.

Effettuando un confronto a distanza di dieci anni, Tecnocasa evince che a livello nazionale la differenza è stata più consistente: si è passati da 7,8 annualità per comprare casa nel 2004 a 5,8 nella prima parte del 2014. In questo lasso temporale è Milano la città in cui si è avuta la variazione più consistente: dalle 11,1 annualità del 2004, infatti, si è passati alle 7,9 di quest’anno. Altri due capoluoghi fanno segnare variazioni interessanti: -3,1 a Firenze (7,2 annualità) e -3 a Bologna (5,7 annualità). Bari, Genova, Torino e Verona hanno evidenziato un andamento in linea con il dato nazionale: nel capoluogo pugliese servono 2,1 annualità in meno per comprare casa, mentre le altre tre città segnano -1,9.

I notai europei sperimentano il network EUFides

Approvata all’unanimità lo scorso giugno dall’assemblea generale del CNUE (Consiglio dei notariati d’Europa), inizia ufficialmente la sperimentazione del progetto EUFides, piattaforma del notariato europeo che faciliterà le transazioni immobiliari tra i 21 Paesi Ue, dove è in vigore il sistema di notariato latino.

Grazie al network EUFides, i cittadini dell’Unione Europea potranno in futuro, con facilità e certezza giuridica, acquistare un bene immobile in un altro Stato membro con risparmio di tempo ed evitando le ingenti spese di spostamento.

Nello specifico il sistema permetterà ai cittadini di contattare il proprio notaio di fiducia che seguirà direttamente per via telematica la compravendita in collaborazione con il notaio straniero dove è situato l’immobile da acquistare. La piattaforma EUFides consentirà, quindi, in futuro di poter svolgere a distanza tutte le pratiche tipiche per l’acquisto di un immobile: dal trasferimento dei dati all’esecuzione delle diverse procedure amministrative imposte dai singoli Stati, fino alla conclusiva firma dell’atto di vendita.

Immobili, dove comprano gli stranieri

L’incertezza economica che ha caratterizzato gli ultimi anni ha avuto anche ricadute sul mercato immobiliare; in particolare gli stranieri trovano molto conveniente comprare casa in Italia.
Sono principalmente francesi, tedeschi e inglesi che storicamente arrivano nel nostro Paese per investire nel mattone, anche se con mete estremamente diverse: i tedeschi preferiscono zone in cui le loro seconde case possono essere molto sfruttate, come i laghi del nord Italia e la riviera romagnola, anche se ora a queste località si sono affiancate la costa del Veneto, quella della Liguria, il Conero Marchigiano e il Salento. Nel 47% dei casi l’investimento tedesco nel mercato immobiliare italiano si orienta nella fascia di spesa compresa fra i 200.000 e i 300.000 euro.

Stesso budget per i francesi, che però continuano a non volersi allontanare troppo da casa scegliendo la Liguria: fra Ponente e Levante si concentra il 21% delle richieste provenienti da questa nazione. Al secondo posto delle preferenze la Toscana, seguita da Roma: la capitale è il luogo in cui il 5% degli investitori francesi vorrebbe comprare casa.
Gli inglesi in Italia sono ormai numerosissimi e si concentrano in Toscana e nel centro Italia, nella zona collinare tra Siena e Firenze. La regione raccoglie il 29% delle richieste inglesi, staccando nettamente Venezia (19%) e Roma (18%), mentre Roma raccoglie il 16% delle preferenze. Il budget che stanziano gli inglesi per comprare casa in Italia è compreso fra i 300.000 e i 500.000 euro.

Un’analisi di Immobiliare.it ha però evidenziato altri due profili di acquirenti che recentemente si stanno interessando agli immobili nel nostro Paese: russi e austriaci. A disporre del budget più alto sono i primi, che nel 77% dei casi sono disposti a spendere non meno di 500.000 euro per la loro casa italiana, ma che in genere non ne spendono meno di 900.000.
Le loro ricerche si focalizzano su Roma e Sardegna, dove, neanche a dirlo, cercano ville di lusso. Anche gli austriaci sembrano sempre più interessati al mattone italiano: la ricerca più frequente è quella di un trilocale a Lignano Sabbiadoro, ma non disdegnano Veneto e Umbria.

Francesca SCARABELLI

Ad Andria insegnano a comprar casa senza rischi

di Vera MORETTI

Come acquistare casa senza prendere solenni fregature?

Ad Andria si affronterà questo argomento, che in tempi di crisi è assolutamente fondamentale, sabato 21 aprile dalle ore 9.30 alle ore 12.30, presso la Sala del Consiglio Provinciale della BAT (provincia di Barletta, Andria e Trani).

In questa sede, infatti, i notai ed i rappresentanti dei consumatori presenteranno quattro guide realizzate in collaborazione tra il Consiglio Nazionale del Notariato e le Associazioni dei Consumatori che riguarderanno : Mutuo informato; Acquisto in costruzione: la tutela nella compravendita di un immobile da costruire; Garanzia preliminare: la sicurezza nel contratto di compravendita immobiliare; Acquisto certificato: agibilità, sicurezza ed efficienza energetica degli immobili.

Durante l’incontro, i cittadini potranno rivolgersi ai relatori e porre domande per chiarire i dubbi che spesso assalgono quando ci si accinge ad acquistare una casa. Inoltre, tutti coloro che parteciperanno riceveranno anche una copia delle Guide al Cittadino.
Per tutti gli altri, le guide possono essere scaricate anche dal sito Notariato.it.

Mutui: dopo un 2010 di crescita, ora le richieste stanno rallentando

Nel 2010 le richieste di mutuo sono cresciute, anche se in rallentamento nell’ultimo trimestre. Questo quanto evidenziato dall’indagine messa a punto dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa. L’aumento sarebbe dell’11,5% ma considerando l’ultimo trimestre si vedrebbe un calo del 2,34% confrontando con lo stesso periodo del 2009.

E’ in Piemonte dove si registra l’aumento nazionale più sostenuto con un +21,67%, seguito dalla Sardegna (+18,3%) e il Lazio (+8,33%). Cali marcati invece in Lombardia, prima per volumi assoluti, ma con una diminuzione delle erogazioni nell’ordine del 12,34 per cento. In ribasso anche la Toscana (-10,9%) e il Veneto (-9,59%). In riferimento al 2010, si assiste a un generale aumento in tutte le regioni. Le erogazioni in Lazio registrano un +22,77%, un +20,78% anche in Basilicata e un +19,42% in Piemonte. Più contenuti gli aumenti del Trentino Alto Adige (+2,92%), Lombardia (+5,21%) ed Emilia Romagna (+5,5%).

Renato Landoni, presidente Kiron Partner, Gruppo Tecnocasa afferma: “i segnali di miglioramento complessivo registrati su base annua lasciano ipotizzare un trend delle erogazioni sostanzialmente simile anche per l’anno 2011. Di contro le tensioni inflazionistiche in corso potranno spingere la Bce a ulteriori seppur minimi ritocchi del tasso di riferimento e quindi è ipotizzabile che a sua volta i costi dei prodotti per l’acquisto dell’abitazione potrebbero subire degli aumenti, comportando di fatto una potenziale uscita di una parte della clientela dall’accesso al credito“.

M. Z.

Si allungano i tempi per vendere immobili in Italia

Secondo un’analisi svolta dall’Ufficio Studi Tecnocasa, che mette in relazione i dati di gennaio 2010 con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso si sottolinea come si siano allungati i tempi per vendere case e immobili in Italia. Nelle grandi città i tempi medi di vendita di un immobile si aggirano intorno ai 168 giorni contro i 156 di gennaio 2010. Sono in particolare i capoluoghi di provincia a riportare i tempi maggiori di vendita di immobili, con 201 giorni di gennaio contro i precedenti 167.

Non meglio va nell’hinterland, i comuni delle periferie delle grandi città si attestano sui 206 giorni di gennaio 2011 rispetto ai 188 dell’anno scorso. Una delle città più difficili in cui vendere un immobile sarebbe Verona, con un tempo d’attesa stimato in 215 giorni, seguita da Palermo e Bari.

Mirko Zago