Donne imprenditrici sempre più numerose e innovative

Le donne hanno risorse infinite, non solo nella gestione della vita quotidiana, ma anche quando si tratta di lavoro, e se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, ecco una serie di dati e cifre che confermano le ottime performance delle imprese femminili.

In tempi di crisi, soprattutto, le aziende in rosa hanno dimostrato di reggere i ritmi, a volte anche meglio rispetto a quelle condotte da uomini, e non è ancora tutto.
Nel focus di Censis – Confcooperative “Donne al lavoro, la scelta di fare impresa”, fra il 2014 e il 2016 l’incremento è stato dell’1,5%, il triplo rispetto alla crescita del sistema imprenditoriale che non è andato oltre lo 0,5%. Proprio in questo periodo, inoltre, hanno registrato una notevole impennata i settori considerati tipicamente maschili, appartenenti all’area dell’energia e delle costruzioni, dove la crescita è stata del 2,6%, a fronte di una diminuzione del comparto del 2,1%.

Nei settori fondamentali del Made in Italy, che sono moda, turismo e agroalimentare, le imprese femminili stanno aumentando costantemente dal 2014, con un tasso superiore a quanto si registra sul totale delle imprese in questi comparti: si colloca abbondantemente sopra all’1% la parte di imprese femminili impegnate nel turismo (+5,1%, ma raggiunge l’11,5% nelle attività di accoglienza), nei servizi per la ristorazione (+4,4%) e nell’industria alimentare (+4,0%).

L’incremento delle imprese rosa è maggiore nelle regioni centrali (+2,0%) e al Sud (+1,8%), mentre il Nord Ovest e il Nord Est presentano crescita più contenuta(1% circa). Le regioni a più alto tasso di crescita sono il Lazio e la Calabria (entrambe con un +3,1%), mentre, all’opposto, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche segnalano una dinamica negativa.

Ma le donne imprenditrici sanno essere anche innovative, se, dalle recenti iniziative proposte dal Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, su 2.184 nuove imprese finanziate nel 2016, il 43% (940) è costituito da imprese femminili.
Inoltre il 91% delle imprese finanziate e guidate da donne ha sede nel Mezzogiorno, avendo le diverse iniziative di finanziamento e agevolazione diretto la propria azione soprattutto nelle regioni meridionali.

In particolare, nel progetto Smart & Start, che finanzia le startup innovative, a giugno di quest’anno il numero delle imprese finanziate ha raggiunto la quota di 761, con 242 milioni di euro in investimenti attivati e 230 milioni di agevolazioni concesse.
Tra i settori innovativi, spicca quello delle web technologies, che copre il 45% delle imprese, mentre gli altri settori come bioscienze, smart cities ed energia si aggirano intorno al 10%.

Tra gli startupper, ancora oggi domina la presenza maschile, al 75,5%, con le donne al 24,5%, ma si tratta di un dato che sale al 31,4% nel segmento più giovane. Inoltre, tra gli under 36, si sale a 46,7%, superando gli uomini che si fermano a 36,4%.

Maurizio Gardini, presidente Confcooperative, ha commentato questi dati: “Le donne hanno avuto il talento di trasformare fattori di svantaggio, tra pregiudizi e retaggi culturali, in elementi di competitività, riuscendo ad anticipare i fattori di novità del mercato, tanto che la ripresa è trainata dalle imprese femminili. Nelle cooperative, fanno meglio. Perché 1 su 3 è a guida femminile, è donna il 58% degli occupati e la governance rosa si attesta al 26%. Le donne hanno trovato nelle cooperative le imprese che più si prestano a essere ascensore sociale ed economico perché sono le imprese che coniugano meglio di altre vita e lavoro. La conciliazione resta il prerequisito per accrescere la presenza delle donne nelle imprese e nel mondo del lavoro”.

Vera MORETTI

Dalle banche in arrivo 100mila finanziamenti

Le imprese italiane hanno costantemente bisogno di liquidità e per poterne reperire, un ruolo importante è quello rivestito dalla moratoria delle banche nei confronti delle imprese.

Lo strumento “Nuove misure per il credito alle Pmi” siglato il 28 febbraio 2012 dall’Abi e da Alleanza Cooperative Italiane (che riunisce Legacoop, Confcooperative, AGCI); Assoconfidi, CIA, CLAAI, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confindustria, Rete Imprese Italia, prevede tre tipi di interventi finanziari previsti:

  • operazioni di sospensione dei finanziamenti;
  • operazioni di allungamento dei finanziamenti;
  • operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività.

Abi ha affermato che a giugno 2013 le banche hanno sospeso 101.247 finanziamenti a livello nazionale, per un controvalore di 31,3 miliardi. Da qui deriva la maggiore liquidità a disposizione delle imprese pari a 4,2 miliardi.

In precedenza, con l’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011 erano stati rinviati 260mila prestiti, pari a 70 miliardi di debito residuo e ad una maggiore liquidità di 15 miliardi a disposizione per le imprese.

L’obiettivo delle misure è quello di “assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie per le imprese che pur registrando tensioni presentano comunque prospettive economiche positive“.
Da qui è partita l’azione per “creare le condizioni per il superamento delle attuali situazioni di criticità ed una maggiore facilità nel traghettare le imprese verso un’auspicata inversione del ciclo economico“.

Vera MORETTI

Zanonato incontra le associazioni di giovani imprenditori

Il ministro dello Sviluppo Economico Fravio Zanonato ha voluto incontrare i giovani imprenditori che appartengono alle principali associazioni di categoria di tutti i settori economici.

Si tratta di Confcommercio e Confesercenti per il commercio, Confindustria, Confapi e Ance per l’industria, Confartigianato e Cna per l’artigianato, Confagricoltura, Agia e Coldiretti per l’agricoltura, Confcooperative e Legacoop per le cooperative.

Il motivo di questo importante incontro sono le problematiche che stanno attanagliando il Paese, accesso al credito e burocrazia in testa, ma anche semplificazioni ed internazionalizzazione, alla base del successo delle imprese.

Le parole di Zanonato a proposito: “Si è trattato di un confronto aperto e costruttivo sui più pressanti temi legati alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sostenibile. Al termine dell`incontro le parti si sono impegnate, in vista di un nuovo appuntamento previsto a fine mese, a collaborare nella formulazione e condivisione di proposte legislative miranti a risolvere le principali criticità legate ai temi trattati”.

Vera MORETTI

Le donne toscane alla conquista del mare

Il settore della pesca è stato, finora, quasi esclusivamente ad appannaggio maschile.

Solo da pochi anni le donne si sono, seppur timidamente, affacciate a questo mondo e tuttora le presenze femminili sono ridotte ad un ristretto 12%, che diventa però 30% se si considerano piscicoltura ed acquacoltura.

Nonostante questi dati, esistono alcune “isole felici” che vedono le donne in primo piano in questo settore e una di queste si trova in Toscana, come spiega Federcoopesca-Confcooperative,
A Marina di Carrara ha sede Bio e Mare, prima ed unica cooperativa italiana di pesca tutta al femminile.

Si tratta di una coop giovane, fondata nel 2010, che ha unito donne di diverse nazionalità con la stessa passione: questa sinergia, che vede italiane collaborare con brasiliane, colombiane, bulgare e polacche, riesce a coprire l’intera filiera, dalla pesca in mare alla vendita del prodotto, dando un peso importante al rispetto di salute, sostenibilità ed ambiente.
Bio e Mare, infatti, utilizza solo metodi biologici e l’intero pescato, trasformando il pesce invenduto in creme, sughi, sott’oli, sott’aceti.

E proprio questa concezione, moderna e green, della professione, ha portato la cooperativa alla conquista del Premio Bellisario 2012.

Vera MORETTI

Donne nelle pmi: non più una sorpresa, ma una realtà?

di Vera MORETTI

La Commissione Ue ha approvato, e presentato ieri nel corso di un seminario promosso dalle Commissioni Pari Opportunita’ di Agci, Confcooperative e Legacoop, un importante progetto europeo dal titolo: “Donne attive nelle pmi: pratiche innovative di promozione della donna co-imprenditrice nelle pmi europee e nelle relazioni industriali”.

Di cosa si tratta? L’iniziativa è ambiziosa, e si occupa di rafforzare la capacità imprenditoriale, di assunzione delle decisioni e di iniziativa privata delle donne attraverso l’analisi delle situazioni nazionali sui modelli esistenti e in via di sperimentazione in materia di pari opportunità ed eguaglianza di genere.
Ma non solo: l’attenzione sarà rivolta anche a percorsi innovativi riguardanti la negoziazione collettiva sui meccanismi che possono favorire il processo di leadership e di partecipazione delle donne nei Cda, oltre che approfondire le misure di negoziazione collettiva tese a conciliare vita privata e professionale.

La carriera delle donne, dunque, non sarà più vincolata dalla vita personale? Così sembra, ma certo significherebbe un bel passo avanti per l’affermazione delle imprese femminili e della loro professionalità.

Manovra economica: il contributo di solidarietà non convince Confcooperative

La scelta del governo di mettere mano ai costi del sistema istiuzionale è corretta da Luigi Marino presidente di Confcooperative e portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, in rappresentanza dei presidenti Rosario Altieri di Agci e Guliano Poletti di Legacoop, sulla manovra straordinaria da 45,5 miliardi varata dal Consiglio dei Ministri.

Per recuperare economicamente occorre rivedere le spese della politica e ridurre gli sprechi il più possibile per poter reinvestire le risorse recuperate.

Relativamente alla manovra straordinaria da 45,5 miliardi approvata dal Consiglio dei Ministri del 12 agosto si aggiunge: “Il cosiddetto contributo di solidarietà – aggiunge la nota – è una misura che rischia di alimentare il differenziale nel prelievo tra chi ha redditi alla luce del sole e chi ridimensiona il proprio imponibile attraverso l’evasione. In una situazione straordinaria, come questa, occorre ricercare una soluzione che allarghi la platea di chi deve sostenere il paese”.

“Avremmo auspicato – dice Marino – un intervento più strutturale sugli assetti previdenziali. Purtroppo ciò che non è stato fatto oggi dovremo, probabilmente, farlo domani. Conosceremo solo alla prova dei fatti l’efficacia delle diverse misure mirate a rilanciare la crescita. Ora – conclude il comunicato – sono decisivi tre passaggi: cercare miglioramenti rafforzativi in Parlamento; dare coerenza e concretezza all’attuazione, coordinare in una visione lucida i diversi interventi anticrisi già adottati con lungimiranza. Confidiamo che rimanga unito il tavolo delle organizzazioni datoriali per sostenere le iniziative del governo finalizzate alla crescita e al risanamento“.

Confcooperative: domani al via l’assemblea annuale

Domani, 7 giugno 2011, al Palazzo della Cooperazione di Roma, il Presidente Marino darà il via all’assemblea annuale di Confcooperative.

L’assemblea, come da consolidata tradizione, rappresenta l’occasione per fare il punto sullo stato e sulla condizione della cooperazione italiana, confrontandosi con i numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle forze parlamentari e di governo che interverranno ai lavori.

Laura LESEVRE

Moratoria dei debiti: oggi la firma della proroga

La tanto attesa proroga della moratoria dei debiti per le Pmi sta per concretizzarsi. Le parti sono state convocate dal Ministero dell’Economia per oggi, 16 febbraio. Come già annunciato (l’incontro per definire il piano d’azione è avvenuto il il 31 gennaio) l’accordo prevede una proroga di sei mesi della moratoria e l’allungamento fino a 3 anni dei debiti per le imprese che hanno usufruito della precedente moratoria. Parteciperà al vertice anche il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. I soggetti coinvolti sono l’Abi insieme a Confindustria, Coldiretti, Legacoop, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti e Confetra.

Lo stesso Ministero dell’Economia ha fatto sapere che a fine dicembre hanno superato quota 252mila le domande di sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese a dimostrare che si tratta di qualcosa di molto sentito visto l’elevato numero di richieste. Oltre alla proroga di 6 mesi e l’allungamento fino a 3 anni per imprese che già hanno usufruito della precedente moratoria verrà discussa anche la possibilità di una copertura per il tasso di rischio.

Mirko Zago

Pmi e camere di commercio uniti contro il rinvio della mediazione obbligatoria

Le camere di commercio, le imprese e i professionisti chiedono all’unisono al governo che non vi sia alcun rinvio della riforma della mediazione civile e commerciale (come previsto dal decreto legislativo28/2010). Le parti scese in campo in particolare sostengono che la “condizione di procedibilità”, ovvero l’obbligo di tentare una conciliazione delle controversie in modi “alternativi”, prima di appellarsi al giudizio di un tribunale ordinario dovrebbe essere applicata con una certa urgenza. Viene inoltre chiesto che a un anno dall’entrata in vigore del provvedimento sia compiuta una analisi per valutare l’introduzione di eventuali manovre correttive favorendo la realizzazione di iniziative di promozione della cultura della mediazione.

La “condizione di procedibilità” dovrebbe diventare efficace a partire dal 20 marzo prossimo, un suo rinvio causerebbe  di vanificare un importante sforzo riformatore perseguito dal Governo, come ricordato in una nota. Le parti schierate a favore di una applicazione immediata della norma ricordano il loro impegno  e gli investimenti compiuti per realizzare strumenti di giustizia alternativa al fine di ridurre i costi e i tempi della giustizia.

Il Documento è stato inoltrato al Ministro di Giustizia, Angelino Alfano, sottoscritto dai vertici di Unioncamere, di tutte le Confederazioni imprenditoriali (Cia, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confagricoltura, Confapi, Confcooperative, Confindustria, Lega delle cooperative, Rete Imprese Italia) e degli Ordini professionali (Consiglio nazionale degli Architetti, Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti ed esperti contabili, Consiglio nazionale dei Geometri e dei Geometri laureati, Consiglio nazionale degli Ingegneri).

Mirko Zago