La crisi abbatte il lavoro, in 5 anni crollati i contratti a tempo indeterminato

 

Mai che dagli studi del Servizio Politiche del Lavoro della Uil arrivassero buone notizie… Ma per quanto drammatici siano i dati comunicati nei giorni scorsi segretario confederale Guglielmo Loy, coordinatore dello studio, mai numeri furono più scontati: in 5 anni di violenta crisi economica i contratti a tempo indeterminato sono crollati del 46,4% con un progressivo e inevitabile spostamento dell’offerta verso i contratti a tempo determinato, aumentati del 19,7% nell’ultimo quinquennio.

Nell’ultimo anno preso in considerazione dallo studio, il 2013, è il Lazio la regione in cui si concentra il maggior numero di attivazioni, circa 1,4 milioni, sorpassando così la Lombardia che ne denuncia 1,3 milioni seguita dalla Puglia con 1 milione di contratti a tempo determinato.

Il trend non si interrompe nel primo trimestre di quest’anno: addirittura il 67% dei contratti sono a termine, circa 1.600.000. Sono state invece, tra gennaio e marzo di quest’anno, solo 420mila le assunzioni con contratti a tempo indeterminato e quasi 190mila, quelle con contratti di collaborazione, mentre i rapporti di apprendistato sono stati poco più di 50mila, il 2,4% del totale.

JM

Il lavoro del futuro? E’ Green

di Alessia CASIRAGHI

La Green attitude invade il mondo del lavoro. Unioncamere, nel corso della ventunesima edizione di JOB&Orienta, svoltasi a Verona, ha rivelato che nel 2011 il 38% delle assunzioni previste dalle aziende ha riguardato posizioni green, ovvero figure professionali legate alla sostenibilità.

Parola d’ordine per il curriculum: green skills. I settori legati alla sostenibilità in senso stretto, sembrano infatti la chiave non soltanto per uscire dalla crisi e far ripartire la crescita economica, ma anche per creare nuovi posti di lavoro.
La conferma arriva dal Rapporto GreenItaly, curato da Symbola e Unioncamere, secondo il quale il 23,9% delle imprese italiane (circa 370mila imprese, di cui 150mila industriali e quasi 220mila di servizi) tra il 2008 e il 2011 ha investito o investirà in tecnologie e prodotti green, scegliendo di coniugare qualità, innovazione e sostenibilità.

Delle 227 mila assunzioni previste per il 2011 in Italia, circa la metà, pari a 97.600 unità , il 16,4% del totale, sono legate alle “professioni verdi”, ovvero ai settori delle energie rinnovabili, della gestione delle acque e rifiuti, della tutela dell’ambiente, della mobilità ed edilizia sostenibile e dell’efficienza energetica.

In cima alla classifica il settore delle costruzioni, con oltre il 70% delle assunzioni programmate, seguito dall’industria manifatturiera. La richiesta riguarda le micro imprese del Sud del Paese.

Le professioni più richieste? L’auditor esperto in emissioni di gas serra in atmosfera, il tecnico superiore per industrializzazione, qualità e sostenibilità dell’industria del mobile, lo statistico ambientale, l’operatore marketing delle produzioni agroalimentari biologiche, il risk manager ambientale, l’ingegnere dell’emergenza, il progettista di architetture sostenibili e l’esperto del ciclo di vita dei prodotti industriali.

Le imprese lamentano però una difficoltà a reperire le figure riconducibili alla green economy e ai green jobs, al punto che quasi il 15% delle posizioni richieste rischia di rimanere insoddisfatto a causa di un’inadeguata preparazione dei candidati.

Un ultimo fattore è degno di segnalazione: il 48% degli impiegati nella green economy riescono a strappare contratti a tempo indeterminato in tempi piuttosto ristretti. E se il green e il colore della speranza…