Più imprese insieme? Potresti godere della contabilità semplificata!

Gli imprenditori, e non solo, che si trovano a svolgere più attività contemporaneamente possono godere del regime della contabilità semplificata. Ma devono rientrare in determinati parametri di ricavi e costi.

A stabilirlo è il Decreto legge sullo Sviluppo 2011 che ha elevato l’ammontare dei ricavi al di sotto dei quali è possibile optare per il regime di contabilità semplificata.

Queste le condizioni:

  • che siano imprese individuali
  • che siano società di persone

Entrambe possono godere del regime della contabilità semplificata, a condizione che i ricavi conseguiti in un anno intero non abbiano superato:

  • Euro 400.000,00 per le imprese aventi per oggetto prestazione di servizi;
  • Euro 700.000,00 per gli esercenti altre attività.

I contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi e altre attività e non provvedono all’annotazione in maniera distinta dei corrispettivi il limite resta quello più alto di 700.000,00 euro.

E se manca la distinta annotazione dei ricavi? Si considerano prevalenti le attività diverse dalle prestazioni di servizi.

P.P.

Equitalia inaugura il suo nuovo portale online

Equitalia, società incaricata della riscossione nazionale dei tributi, presenta il suo nuovo portale online che raccoglie informazioni e servizi riguardanti i tributi precedentemente divisi in 17 siti separati. Il nuovo sito www.gruppoequitalia.it è bilingue (italiano e tedesco) e di facile consultazione.

Il direttore generale  Marco Cuccagna esprime soddisfazione per la nascita del nuovo sito: “La nascita di un portale unico per tutto il Gruppo Equitalia segna un traguardo importante perché, oltre a determinare numerosi vantaggi per gli utenti web, rafforza anche il senso di integrazione degli agenti della riscossione in un’unica squadra che opera sul territorio con un approccio condiviso e coordinato e che da oggi può dialogare con i cittadini attraverso una piattaforma comune“.

Tra le sezioni più interessanti e utili troviamo al centro della homepage due box interamente dedicati ai cittadini con strumenti online e servizi dedicati. Grazie ad essi diventa più immediato consultare la posizione debitoria attraverso l’estratto conto, pagare online, contattare l’Assistenza contribuenti, scaricare la modulistica o simulare una rateazione. Un apposita voce è dedicata ai servizi per gli enti. Non manca una mappa degli sportelli  rintracciabili per vicinanza geografica. Naturalmente ampio spazio è dato anche all’aggiornamento delle informazioni. La sezione “Primo piano” è interamente dedicata alle notizie più importanti relative all’attività e ai risultati del Gruppo. Uno spazio ben visibile è dedicato alle comunicazioni di servizio mentre il box Sala stampa è riservato a comunicati, eventi e contatti con i giornalisti.

Mirko Zago

Da oggi si comunica con l’Agenzia delle Entrate anche con l’email certificata (PEC)

L’Agenzia delle Entrate ha lanciato un nuovo canale di comunicazione con cui dialogare con i contribuenti, si tratta della Posta Elettronica Certificata (PEC). In particolare il nuovo canale è dedicato ai chiarimenti e informazioni relativi al tema delle compensazioni Iva (chiarimenti sullo scarto di pagamenti telematici eseguiti con compensazione di crediti Iva e segnalare l’avvenuta regolarizzazione, tramite ravvedimento, di indebiti utilizzati in compensazione). L’indirizzo a cui rivolgersi è dc.sac.compensazioni.ivaf24@pce.agenziaentrate.it

La dichiarazione Iva integrativa si attua qualora dall’attività di liquidazione emergesse un credito maggiore rispetto a quello dichiarato e la dichiarazione relativa all’anno successivo fosse già stata presentata. In questo caso è necessario “rigenerare” il maggior credito prima di poterlo utilizzare in compensazione. In sostanza il contribuente potrà decidere di presentare una dichiarazione Iva integrativa nell’anno di riferimento oppure esporre il maggior credito nella dichiarazione Iva relativa all’anno successivo. Le regole sulla compensazione sono stabilite dal Decreto Legge numero 78 del 2009.

Mirko Zago

Dichiarazione dei redditi: obblighi tributari ed esoneri

L’Agenzia delle Entrate in previsione della data per i pagamenti del 730 o modello Unico ha ritenuto necessario precisare con la risoluzione n. 35 del 25 marzo scorso che, in presenza di soli redditi derivanti da terreni e o fabbricati, nel limite di 500 euro, va incluso anche il reddito da abitazione principale.  Per la verifica del rispetto del limite reddituale previsto nell’ipotesi considerata, il reddito derivante dall’abitazione principale e dalle sue pertinenze deve essere sempre incluso nei redditi dei fabbricati, poiché è a tutti gli effetti un reddito fondiario.

Al fine di porre un esempio citiamo quello riportato anche nella risoluzione: “Un contribuente  che possiede un terreno con reddito imponibile di 450 euro ed un immobile adibito ad abitazione principale con reddito imponibile pari a 800 euro. Il reddito complessivo così composto, pur essendo formato esclusivamente da redditi fondiari, ammonta a 1.250,00 euro, valore superiore al limite di 500 euro e, pertanto, non ricorrendo i presupposti dell’esonero, il contribuente è tenuto alla presentazione della dichiarazione. L’imposta dovuta sarà calcolata soltanto sul reddito del terreno, pari a 450 euro, in quanto per l’abitazione principale e sue pertinenze spetta una deduzione corrispondente all’ammontare del relativo reddito pari a 800 euro“.

Gli Italiani guadagnano meno di 35.000 euro all’anno.

Il 27% dei 30,5 milioni di contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi non pagano l’Irpef, o per effetto del basso reddito, o perchè l’imposta dovuta è compensata da deduzioni e detrazioni. È quanto si rileva dall’Analisi delle dichiarazioni dei redditi del 2008, relative ai redditi 2007, delle quali sono state diffuse oggi dal ministero dell’Economia le statistiche complete. Dalle elaborazioni emerge che la metà dei contribuenti non supera i 15.000 euro e che più in generale il 91% dei contribuenti dichiara redditi non superiori a 35.000 euro. Poco meno dell’1% dei contribuenti ha redditi superiori ai 100.000 euro annui. In media i contribuenti italiani hanno pagato nel 2008 un’Irpef pari al 18,4% del proprio reddito, versando 4.670 euro pro-capite. Il tipo di reddito dichiarato – è scritto nella nota diffusa dal dipartimento – deriva per il 78% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, per il 5,5% da redditi da partecipazione, per il 5% da redditi di impresa e per il 4,2% da redditi da lavoro autonomo. Tuttavia, i redditi da lavoro autonomo presentano un valore medio più alto (pari a 37.120 Euro, circa il doppio del reddito complessivo medio), mentre i redditi da pensione quello più basso (pari a 13.436 euro).

fonti: ansa.it | finanze.it