Contributi a fondo perduto commercianti, le nuove domande al via, ecco di cosa si tratta

Con un provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico presieduto da Giancarlo Giorgetti, ecco che prendono il via le nuove domande per i nuovi contributi a fondo perduto per le Partite Iva. Infatti, è operativo il Fondo costituito proprio per queste domande e questa nuova tornata di aiuti.

Il Fondo dedicato al rilancio delle attività economiche e di commercio al dettaglio, è dotato di 200 milioni di euro di risorse per il solo anno 2022. Ma di che genere di contributi parliamo, quali sarebbero queste attività destinatarie degli aiuti e quali sono le scadenze, sono tutte informazioni che hanno bisogno di un approfondimento.

200 milioni di euro per l’anno 2022, questa la dotazione per il nuovo contributo a fondo perduto

Come si legge sul quotidiano Italia Oggi, dal tre maggio prossimo e fino al 24 maggio, ci sarà tempo per presentare le domande per richiedere contributi a fondo perduto a sostegno di quelle attività che sono state maggiormente colpite dalla grave crisi economica e dalla altrettanto grave emergenza pandemica.

Il Ministero dello Sviluppo economico ha di fatto reso operativo il Fondo dedicato al rilancio delle attività economiche e di commercio al dettaglio. Un fondo che come detto ha 200 milioni di euro in cassa, soldi quindi da dividere tra i richiedenti. Tutto ciò che ha previsto uno dei tanti decreti emergenziali introdotti dal governo per l’emergenza Covid, diventa realtà. Infatti fu il decreto Sostegni ter a introdurre questo nuovo aiuto, sotto la spinta del titolare del dicastero, il già citato Ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.

A chi si rivolge la nuova tornata di aiuti per le Partite Iva

I beneficiari di questo nuovo bonus saranno tutte quelle attività che tra 2019 e 2021 hanno subito cali di fatturato. Il limite è sempre lo stesso. Il calo di fatturato deve essere in misura pari o superiore al 30%. Devono inoltre essere attività che non hanno dichiarato ricavi nel 2019, in misura superiore a 2 milioni di euro.

La notizia, sempre come si legge sul quotidiano Italia Oggi, è stata confermata proprio da Giorgetti. Il numero uno del Ministero dello Sviluppo Economico è il timoniere di questa operazione di aiuto. Giorgetti è colui  che ha sottolineato come il Ministero dello Sviluppo Economico  è al fianco delle attività commerciali e produttive. E non poteva essere altrimenti. Anche perché si tratta di attività che, dopo aver affrontato con coraggio e fiducia la fase dell`emergenza Covid, si trovano adesso davanti alle difficoltà. problematiche che derivano dall’aumento dei costi delle materie prime anche in conseguenza del conflitto in Ucraina.

Anche la crisi Ucraina incide sulla crisi di queste attività

Effettivamente questi ultimi mesi non sono stati certo i migliori di sempre. Prima i postumi di quanto accaduto nei due anni di pandemia. Effetti che ancora si sentono e che continuano visto il perdurare dell’emergenza (anche se lo stato di emergenza è cessato, il Covid c’è ancora). E adesso la crisi Ucraina, con un conflitto che interessa l’Europa intera. Una guerra sporca e assurda, che presenta non poche problematiche economiche. Infatti,  visto lo scambio economico che da sempre anche l’Italia ha con i Paesi in guerra come Russia ed Ucraina, le conseguenze non sono marginali.

Ma adesso il Ministero dello Sviluppo Economico lancia a tutti gli effetti una misura molto attesa.Una misura che, come lo stesso Ministro sottolinea, servirà per rilanciare le attività. Il nuovo fondo infatti serve per erogare agli interessati, sostegni diretti ed utili ad accompagnare gli stessi,  nel rilancio delle loro attività imprenditoriali. Questo perché si parla di attività che rivestono un ruolo fondamentale per l’economia italiana, per il PIL e per  l’intero Paese.

Contributi a fondo perduto fino a 130.000 euro, dal 26 febbraio la procedura di richiesta del nuovo ISI

Presto si riparte con i nuovi contributi ISI Inail per imprese ed enti. Infatti dal 26 febbraio tutto sarà pronto per presentare domanda per il contributo a fondo perduto. Verrà pubblicato il nuovo bando con tutte le informazioni utili sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Un appuntamento che ogni anno si ripete e che molti potenziali beneficiari attendono con impazienza.

Tutto confermato quindi per il giorno 26 febbraio quando saranno note, sempre sul portale dell’Inail, le date di avvio e scadenza delle domande. Come si legge sul sito “tg24.sky.it”, la struttura del provvedimento non presenta differenze rispetto allo scorso anno e agli ultimi anni, quindi è già possibile delineare le linee guida del provvedimento che presto verrà ufficializzato.

Nuovi contributi a fondo perduto fino al 65% delle spese ammissibili

Confermato anche per il 2022 il contributo ISI Inail per le imprese e gli enti che lo richiederanno. Un contributo sulle spese ammissibili fino a un massimo di 130.000 euro. E come dicevamo il 26 febbraio tutto sarà più chiaro, con la fuoriuscita della procedura utile alle richieste con tutte le informazioni utili per partecipare, dalle date di apertura e chiusura della procedura informatica, fino alle linee guida operative per le richieste. Come al solito il bando nasce come incentivo (contributo a fondo perduto) a queste attività a dotarsi dei migliori strumenti e delle migliori apparecchiature in materia di sicurezza sul lavoro.

Ma è altrettanto vero che si tratta di un contributo utile a piccole e medie imprese, anche del settore agricolo, per dotarsi di strumenti produttivi eco-sostenibili. In pratica, una misura che opererà a 360 gradi in materia di dotazioni riguardanti la sicurezza sul posto di lavoro, la sostenibilità ambientale e le condizioni di salute degli addetti.

Alcuni esempi di interventi ammissibili per il contributo a fondo perduto

Proprio sull’agricoltura prima citata si può fare un esempio di ciò che si prefigge di fare il bando ISI Inail. Infatti come testualmente si legge sul sito Inail dove si da notizia della imminente partenza della procedura, l’incentivo serve ad  “incoraggiare le micro e piccole imprese, operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità globali e, in concomitanza, conseguire la riduzione del livello di rumorosità o del rischio infortunistico o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali”.

Lo strumento che molte aziende hanno utilizzato in questi ultimi anni, per il 2022 prevede un contributo pari al 65% delle spese ammissibili fino al tetto massimo di 130.000 per richiedente.  Non ci sono vincoli territoriali o di zona in materia contributo ISI. Infatti lo strumento potrà essere utilizzato su tutto il territorio nazionale, da tutte le imprese, anche in forma individuale. Fattore essenziale la loro iscrizione alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura. Ma da qualche anno la novità è che tale contributo può riguardare pure chi opera nel terzo settore, anche se con lacune limitazioni.

Il bando ISI Inail, la struttura in sintesi

Per le imprese del terzo settore, o meglio per gli enti del terzo settore, il contributo è utilizzabile, ma solo per quanto concerne la parte relativa all’asse 2 di finanziamento. Infatti, sempre come si legge sul già citato sito di Sky, il bando ISI prevede cinque assi di finanziamento. Nello specifico:

  • Finanziamento per nuovi progetti di investimento o di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
  • Finanziamento di nuovi progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi;
  • Finanziamento per nuovi progetti di bonifica amianto;
  • Finanziamento per nuovi progetti per micro e piccole imprese che operano in determinati settori o aree;
  • Finanziamento per le imprese, anche piccole e medie che operano nel settore agricolo, con produzione di prodotti agricoli.

Il contributo è sfruttabile partendo da una spesa minima di 5.000 euro ed una massima di 130.000 euro. Molto cambia in base all’asse di intervento tra i 5 prima citati. Il contributo è pari al 65% della spesa sostenuta. Per l’asse 4 la spesa massima è pari a 50.000 euro e quella minima a 2.000 euro. Per l’asse 5, quello delle imprese agricole invece, la percentuale di fondo perduto concessa rispetto alla spesa sostenuta passa dal 65% al 40% (ma 50% se trattasi di giovani imprenditori agricoli). In questo settore le soglie minime e massime di investimento sono pari, rispettivamente, a 1.000 e 60.000 euro.

Contributo a fondo perduto Partite IVA: attenzione ai controlli del Fisco

Il contributo a fondo perduto per le partite Iva non ha cambiato il modo di controllare da parte del Fisco, anche sulle richieste.

Contributo a fondo perduto Partite Iva, quando avvengono i controlli

Il contributo a fondo perduto per le Partita Iva è stato istituto con il Decreto sostegni, ed ha permesso a molte aziende e professionisti di andare avanti. Soprattutto in questa situazione pandemica, sono molti i contribuenti che hanno tentato ed ottenuto dei sostegni.

Tuttavia il fatto che le imprese chiedano contributi o li ottengano, non fa si che il Fisco non possa effettuare i sui controlli. Anzi, i controlli possono essere fatta sia preventivamente che a seguito dell’erogazione di qualsiasi aiuto. Dunque per errata dichiarazione dei dati, è prevista una sanzione che va da 100% al 200% dei contributo non spettante senza applicazione della definizione agevolata. Infine è prevista anche una reclusione che oscilla da 6 mesi a 3 anni. Ecco i tipi di controlli previsti, sia preventivi che successivi al contributo.

Su cosa si fanno i controlli preventivi?

I controlli sono effettuati sia dall’Agenzia delle entrate che dalla Guardia di Finanza. I primi controlli che vengono fatti sono quelli riguardanti il possesso dei requisiti definiti dalla legge:

  • avere una partita Iva, attiva da prima del 23 marzo 2021,
  • essere residenti all’interno del territorio italiano;
  • svolgimento di attività d’impresa, arte o professione o di attività da cui deriva “reddito agrario”, che alla data del 23 marzo 2021 non risulti cessata (il contributo non spetta agli enti pubblici e alle società di intermediazione finanziaria o di partecipazione finanziaria);
  • avere ricavi non superiori a 10 milioni di euro;
  • aver registrato una perdita sui ricavi almeno del 30% rispetto al 2019.

Una volta presentata l’istanza parte il primo controllo sulla corrispondenza tra i requisiti definiti dalla legge e quelli dichiarati sulla domanda. Quindi potrebbe già esserci qui una sospensiva o un rifiuto dell’istanza. Di solito questo avviene entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.

Su cosa si fanno i controlli successivi?

L’art. 1, comma 9, del decreto Sostegni prevede l’applicazione delle disposizioni di cui all’art. 25, commi da 9 a 14 del decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020), “con riferimento alle modalità di erogazione del contributo, al regime sanzionatorio e alle attività di controllo”. Si tratta di controlli che vengono fatti dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle entrate relativi ai controlli antimafia o per avere contributi non spettanti da soggetti criminali.

Questo perché esiste un Protocollo d’intesa tra i due operatori. Infatti l’agenzia delle entrate mette a disposizione della Guardia di Finanza tutte le informazioni e i dati relativi alle istanze. Dunque è più semplice effettuare tutte le attività di controllo, verifica ed ispezione sulla sussistenza dei requisiti richiesti e sul corretto beneficiario. Saranno poi le autorità a provvedere alle sanzioni, qualora dovessero occorrere. Del resto questi enti esistono anche per questo.

Contributo a fondo perduto, le sanzioni previste

Qualora il contributo sia erogato, ma in realtà non vi è il superameno della verifica antimafia, l’Agenzia delle entrare può metterci una pezza. Infatti può provvedere al recupero del contributo applicando le disposizioni previste in materia di compensazione di crediti inesistenti.

Il decreto di recupero deve essere notificato entro il 31 dicembre dell’ottavo anno successivo all’erogazione del contributo. La sanzione prevista va dal 100% al 200%. Non solo in caso di percezione del contributo in tutto o in parte non spettante è prevista anche una sanzione penale che prevede una reclusione che va da 6 mesi a 3 anni. Questa si applica soprattutto nel caso di truffa nei confronti dell’ Erario.

Infine quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 5.164 a euro 25.822 (comunque non superiore al triplo del beneficio conseguito).