Contributi badanti, ecco quando non si pagano

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la nota 521 del 13 marzo 2024 ha ricordato gli sgravi contributivi per l’assunzione di badanti per over 80 titolari di assegno di accompagnamento. Ecco le precisazioni.

Bonus badanti: a chi spetta?

Il decreto legge 19 del 2024, pubblicato in Gazzetta il 2 marzo, prevede all’articolo 29 comma 15-18 l’esonero contributivo per l’assunzione con contratto di lavoro domestico con mansioni di assistente a favore di soggetti anziani, d’età non inferiore a 80 anni già titolari d’indennità di accompagnamento.

Lo sgravio è riconosciuto anche nel caso in cui si trasformi un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane con assistenza personale a casa, quindi non in strutture socio sanitarie e allo stesso tempo favorire l’emersione del lavoro in nero che in questo settore rappresenta un’elevata percentuale.

A quanto ammonta lo sgravio contributivo?

L’esonero dal versamento dei contributi ha un limite massimo di 3.000 euro l’anno per un massimo di 24 mesi. Ci sono però dei requisiti da rispettare, infatti questo sgravio viene riconosciuto hanno un Isee per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria non superiore a 6.000 euro.

Oltre questo requisito oggettivo, ve ne sono ulteriori soggettivi, l’assunzione non può riguardare:

  • parenti o affini;
  • tra lavoratore da assumere e datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani da meno di sei mesi.

Deve però essere ricordato che la misura ancora non è attiva, la decorrenza deve essere fissata dall’Inps a conclusione delle procedure per l’ammissione al finanziamento sul Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027.

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Azzeramento contributi badanti, ultime notizie per chi assume

Novità importanti per chi assume o stabilizza badanti: un emendamento prevede la decontribuzione totale per 3 anni. Ecco i dettagli dell’azzeramento contributi badanti.

Azzeramento contributi badanti, a chi si rivolge?

In Italia vi è una situazione sociale particolare, poche nascite, aumento dell’aspettativa di vita e tutto ciò che ne consegue, cioè persone anziane che hanno bisogno di avere assistenza, spesso continua, e giovani che invece hanno bisogno di lavorare. Al fine di aiutare le famiglie a gestire il welfare vi sono quindi molteplici iniziative, tra queste l’ultima arriva nell’esame in commissione del decreto Lavoro, è stato infatti approvato l’emendamento che prevede l’azzeramento della contribuzione per chi assume o stabilizza badanti.

L’emendamento prevede un esonero contributivo del 100% fino ad un valore massimo di 3.000 euro l’anno. L’agevolazione avrà durata triennale, quindi la decontribuzione si applica per il 2023, 2024 e 2025.

Affinché si possa ottenere l’agevolazione il contratto deve essere stipulato per l’assistenza a persone non autosufficienti di età superiore ai 65 anni.

Limiti alla decontribuzione per l’assunzione badanti

L’ultima condizione prevista per poter usufruire dell’azzeramento dei contributi per l’assunzione di badanti è che tra il lavoratore e il datore di lavoro non sia cessato un rapporto di lavoro precedentemente stipulato da meno di 24 mesi, insomma non si può ottenere per la riassunzione di personale già cessato.

Tale deroga vige anche se il precedente contratto di assunzione era stato stipulato tra il lavoratore e altra persona dello stesso nucleo familiare. Questo implica che se il precedente contratto era stato stipulato dal coniuge A e il lavoratore X e il successivo tra il coniuge B e lo stesso lavoratore X e sia cessato da meno di 24 mesi, non si può usufruire della decontribuzione per l’assunzione di badanti.

L’agevolazione non può inoltre essere sfruttata nel caso in cui l’assunzione riguardi parenti o affini.

Per l’azzeramento degli oneri contributivi per l’assunzione di badanti è stato istituito un fondo del valore di 15 milioni di euro. Naturalmente la decontribuzione non avrà effetti a fini pensionistici sul lavoratore, insomma vengono comunque riconosciuti tutti i diritti previdenziali e assistenziali ai lavoratori.

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