Architetti e Stati Generali delle Costruzioni insieme

Il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – CNAPP ha deciso di aderire agli Stati Generali delle Costruzioni con l’obiettivo di dare il proprio contributo affinché le diverse componenti del Sistema Italia lavorino insieme “nell’intento comune di aiutare il Paese ad uscire dalla crisi e nella realizzazioni di progetti veri sui quali costruire il futuro delle nuove generazioni“.

Una novità importante per il mondo delle professioni: per la prima volta una categoria professionale si siede al tavolo di confronto con organizzazioni sindacali e associazioni delle imprese artigiane, delle cooperative e di tutta la filiera delle costruzioni. “Il momento di così grave crisi del settore – sottolinea in un comunicato il Consiglio Nazionale degli Architettirende sempre più necessaria la condivisione di strategie per il rilancio e lo sviluppo”.

Le difficoltà politiche e strutturali dell’Italia hanno reso immediato e necessario il confronto: “A causa delle prospettive incerte per il futuro è ormai ineludibile il confronto – sia pure nel rispetto delle singole specificità – tra le diverse componenti del sistema dell’edilizia, per identificare delle strategie finalizzate al miglioramento della qualità progettuale e costruttiva“.

A.C.

Per uscire dalla crisi serve un Patto per la crescita

Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari. Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia“. Questa la preoccupazione sollevata in un comunicato congiunto firmato dalle sigle ABI, ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE (CONFCOOPERATIVE, LEGA COOPERATIVE, AGCI, CGIL, CIA, CISL, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFINDUSTRIA, RETE IMPRESE ITALIA, UGL, UIL, CONFARTIGIANATO, CNA.

Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori“. La situazione internazionale è aggravata anche dalla crisi statunitense, debiti pubblici allarmanti e poter d’acquisto in continuo calo.

Per risollevarsi da questa situazione si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione“.

Imprenditoria femminile: Lombardia ai primi posti


Le imprese femminili attive in Lombardia nel 2010 erano oltre 171mila, il 13,4% del corrispondente totale italiano. Pesano il 20,8% sul totale delle imprese attive in regione e per oltre la metà sono concentrate tra Milano (circa 57.000, 33,3% del totale), Brescia (13,6%) e Bergamo (10,6%). E crescono rispetto al 2009, +0,4%, più della crescita media nazionale delle imprese in rosa che si ferma per lo stesso periodo al +0,2%. E meglio dei colleghi uomini che hanno chiuso l’anno con un –0,1%. Le donne quindi reagiscono meglio alle difficoltà, magari associandosi in consorzi e cooperative, entrambe le forme giuridiche registrano infatti una crescita su base annua nel numero di imprese attive superiore al 7% ma crescono anche come piccole realtà, +1,2% in un anno le ditte individuali.

Tra le province con più alta presenza femminile sono Sondrio, Pavia e Varese rispettivamente il 26,1%, 22,9% e 22% del totale. Commercio (27,2%), servizi generici (11,2%), attività immobiliari (9,3%) e servizi di alloggio e ristorazione (9%) i settori di attività preferiti dalle donne. Questi i dati evidenziati da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al quarto trimestre 2010 e 2009.

Le donne – ha commentato Gianna Martinengo, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano – sono sempre più attive e protagoniste sul mercato del lavoro specie grazie alle loro qualità, ma c’è ancora molto da fare per promuovere la presenza femminile. A partire dal lavoro autonomo e dalle imprese che giocano un ruolo importante. Nella crescita della competitività bisogna premiare il capitale umano, l’istruzione e il lavoro della conoscenza, elementi presenti e diffusi nell’universo in rosa”.