Dl Fare 2, accesso facilitato al credito per le Pmi

 

Tra le nuove misure inserite dal ministero per lo Sviluppo economico nel Dl Fare 2, ci sarebbero l’accesso facilitato al credito delle piccole e medie imprese anche attraverso canali non bancari, aiutandole quindi ad emettere obbligazioni ed estendere le compensazioni sia tra debiti e crediti commerciali sia tra debiti e crediti fiscali.

Il provvedimento, che sarà presentato nel prossimo Consiglio dei ministri da Zanonato, conterrà anche disposizioni mirate a far scendere il prezzo dell’elettricità per famiglie e imprese e a promuovere progetti di innovazione industriale in sinergia con la Banca europea degli investimenti, a rivedere il Sistri.

Accordo Abi-Alleanza Cooperative per le pmi

E’ stato firmato un accordo a favore delle pmi tra Abi, Rete Imprese Italia e le altre associazioni di imprese (Alleanza Cooperative), Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confindustria.

L’intesa è stata siglata per favorire le piccole e medie imprese, aggiornando le misure di sospensione e allungando i finanziamenti previsti dai precedenti accordi, in particolare pensando alle pmi che devono fare i conti con oneri fiscali eccessivi, che mettono in evidente difficoltà le loro risorse.

Gli interventi finanziari previsti per le imprese sono di 3 tipi:

Operazioni di sospensione dei finanziamenti.
In questo campo rientrano la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo, e quella per 12 o 6 mesi della quota capitale prevista nei canoni di leasing “immobiliare” e “mobiliare”.
Soggette alla sospensione sono le rate dei mutui e delle operazioni di leasing finanziario delle imprese che non abbiano già usufruito di analogo beneficio.
E’ inoltre possibile sospendere le operazioni di apertura di conto corrente ipotecario con un piano di rimborso rateale. Le operazioni di sospensione sono realizzate allo stesso tasso d’interesse previsto dal contratto originario.

Operazioni di allungamento dei finanziamenti. È prevista la possibilità:

  • di allungare la durata dei mutui, in misura maggiore rispetto al precedente accordo;
  • di spostare in avanti fino a 270 giorni le scadenze del credito a breve termine per esigenze di cassa con riferimento all’anticipazione di crediti certi ed esigibili;
  • di allungare per un massimo di 120 giorni le scadenze del credito agrario di conduzione. Possono essere ammessi alla richiesta di allungamento i mutui che non abbiano beneficiato di analoga facilitazione ai sensi dell’Accordo per il credito alle Pmi del 16 febbraio 2011 e dell’accordo “Nuove misure per il credito alle Pmi” del 28 febbraio 2012, mentre possono essere ammessi all’allungamento anche i mutui sospesi al termine del periodo di sospensione.

Operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività.
Per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale, le banche si impegnano a valutare la concessione di un finanziamento proporzionale all’aumento dei mezzi propri realizzati dall’impresa.

L’accordo prevede, inoltre, una serie di temi strategici di interesse comune per favorire lo sviluppo delle relazioni banca-impresa. A questo proposito, i firmatari si sono impegnati a trovare nuove intese, coinvolgendo il Governo e le istituzioni competenti.
Per questo motivo, il periodo di validità dell’accordo del febbraio 2012, “Nuove Misure per il Credito alle Pmi”, è stato prorogato al 30 settembre 2013.

Vera MORETTI

Regione Veneto: Bilancio “interessante” ma … il Fondo Unico Regionale per le imprese?

“Per la prima volta, nella storia della Regione Veneto si è invertita la tendenza, la lettura del Bilancio Regionale risulta ‘più interessante‘ dal punto di vista delle entrate rispetto alle uscite”. A dichiararlo è stato Claudio Miotto, presidente regionale di Confartigianato nel corso dell’audizione al Ferro-Fini sul Bilancio di previsione 2011.

“In modo particolare – ha sottolineato il presidente – ci hanno colpito alcune voci di bilancio in entrata principalmente a carico delle imprese come ad esempio l’Irap che riporta quasi 3 miliardi di euro. Còi nonostante, alle voci in uscita, sotto il capitolo ‘Sviluppo del sistema produttivo e della piccola impresa‘, il mondo economico regionale si trova a dover segnalare un valore pressoché nullo di risorse a disposizione. Un duro colpo che, per l’artigianato, peggiora una situazione già deteriorata dallo smantellamento della direzione artigianato con buona pace per i principi dello Small Business Act”.

In una Regione dove il Pil del 2010 si attesta a circa 150 miliardi di euro ed il bilancio regionale pari a circa il suo 10%, dove la Sanità Pubblica assorbe il 78% del bilancio e dove il gettito da sola Irap (per non parlare delle varie accise e della quota Irpef), copre 1/3 delle spese del bilancio (tolte le partite di giro nazionali) e circa il 40% delle spese dalla Sanit Pubblica, tale scelta politica, anche se giustificata da una situazione economica difficile incomprensibile.

“Per questo – ha concluso Miotto – abbiamo chiesto di creare una attenta concertazione tra regione ed associazioni di categoria, per ottimizzare l’utilizzo di tutte le risorse finanziarie a disposizione al fine di interpretare innovazione e ricerca in chiave anticrisi. Una di quelle scelte coraggiose e lungimiranti di cui l’economia veneta ha tanto bisogno, assieme all’internazionalizzazione, promozione, qualità e ai processi di aggregazione. Ma la vera grande partita, riteniamo la si dovrà giocare nel Fondo Unico Regionale che, non va dimenticato, di “proprietà” delle imprese. E solo in via straordinaria negli anni precedenti è stato prestato alla Sanità. Tale fondo a nostro avviso, dovrà sostenere il più importante e potenzialmente esplosivo problema delle imprese: il credito“.

Più credito alle piccole imprese bergamasche

E’ quanto si riscontra in questo inizio d’anno a Bergamo e dintorni. In una evidente – e promettente – inversione di tendenza cominciata dal secondo semestre dello scorso anno, gli istituti di credito della zona bergamasca hanno deciso di stanziare un aumento di prestiti alle società, siano esse quelle piccole (cioè con meno di 20 addetti) sia quelle grandi (con oltre i 20 addetti).

A rendere noto questi dati è stata l’Associazione Artigiani di Bergamo, secondo quanto riferito dall’Osservatorio sull’economia della provincia e messo a punto dalla locale Camera di Commercio: l’inversione di tendenza è in corso da marzo per le imprese manifatturiere e più recentemente anche per le imprese delle costruzioni, stando alla composizione per settori di attività economica evidenzia in provincia di Bergamo. Risultano ancora in calo, per ora, i prestiti bancari vivi alle imprese dei servizi. Ma non smettiamo di pensare al 2011 come un grande anno per la ripresa della piccola media imprenditoria del nostro Paese, che ne dite?!

Paola Perfetti