Crisi del Mercato immobiliare, in caduta libera le compravendite

La crisi del mercato immobiliare è ormai ufficiale. A denunciarlo anche i Notai italiani, ecco quindi cosa sta succedendo nel nostro Paese.

Crisi del mercato immobiliare, il punto della situazione

La casa è sempre un elemento essenziale nella vita di una persona. In locazione o di proprietà la casa racconta una storia. Ma ciò che si sta verificando nel mercato immobiliare, non promette nulla di buono. Infatti il mercato è ufficialmente in crisi. Ebbene, le compravendite immobiliari sono in netta diminuzione in tutta Italia. Lo dicono i maggiori operatori del settore. Tra questi ci sono senza dubbio i notai.

Secondo il Consiglio nazionale dei notai, alla fine del 2023 il mercato delle compravendite immobiliari subirà un calo del 10,7%, rispetto al 2022. Nel frattempo, il primo bimestre dell’anno vede già la discesa, a livello nazionale, del 2,7%. Malgrado il calo generale degli acquisti di case, ci sono valori positivi “a Torino (+3,26%), Bologna (+2,88%), Bari (+1,14%) e Palermo (+2,11%)”, male, invece, Milano (-3,74%), Verona (-1,45%), Roma (-2,09%), Firenze (-5,28%) e Napoli (-14,9%).

L’analisi dei Notai italiani

Secondo quanto dicono i Notai, si immagina una riduzione del 17,1% per l’acquisto di prime case tra privati e del 16,1% di prime case da impresa.  Mentre gli scambi delle seconde abitazioni, pur se in calo, dovrebbero attestarsi a un -2,5% di acquisti tra privati e a un -7,7% prese tramite impresa.

Legato al settore dell’acquisto casa, c’è anche quello dei mutui. I primi due mesi dell’anno, inoltre, hanno visto un crollo dei mutui per l’acquisto della casa: la percentuale di diminuzione è stata, infatti, del 23,56%, al confronto con lo stesso periodo del 2022. A gennaio, spiegano i professionisti, “la diminuzione dei prestiti bancari è stata pari al 15,8% per accentuarsi a febbraio, con un decremento del 29,3%. Non c’è da stupirsi visto le elevate garanzie richieste dagli istituti di credito e i tassi di interesse che continua a crescere a livello europeo.

In discesa, di conseguenza, “anche il numero delle persone fisiche che hanno contratto un mutuo (-21,15%), Si passa da un -19,3% della fascia di età 18-35 anni a un picco del 33,3% della fascia 66-75 anni. I notai evidenziano, a seguire, come, “nonostante il calo del 23,56% del numero dei mutui (dai 61.581 nel primo bimestre 2022 a 47.070 nel primo bimestre 2023), la riduzione del capitale erogato è, in realtà, inferiore ed è pari al 20,7% (da 10,2 miliardi nel primo bimestre 2022 a 8,1 miliardi nel primo bimestre 2023). La differenza di questi due dati percentuali è data da una riduzione inferiore e pari all’8,46% dei mutui concessi per cifre superiori ai 500.000 euro, rispetto, ad esempio, al -20,9% della fascia 100.000 – 150.000 euro e del – 30,2% della fascia 150.000 – 200.000 euro”.

Clerici: “La ripresa economica passa dall’edilizia”

Come già raccontavamo ieri, non serve certo un particolare esperto per ragionare sugli effetti e sulle cause della drammatica situazione della filiera edilizia fotografata nei giorni scorsi dall’Istat, ma per analizzare meglio i dati resi noti dall’ente di ricerca pubblico oggi abbiamo interpellato Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia.

Dott. Clerici, andiamo subito al sodo: secondo gli ultimi dati contenuti nelle stime preliminari dell’Istat, nel primo trimestre dell’anno, l’Ipab, ovvero l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia ad uso abitativo sia come investimento, è calato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente; rispetto, invece, allo stesso periodo del 2013, i prezzi hanno subito una caduta del 4,6%. Come possiamo leggere questi dati?
I dati ufficiali Istat sono parametrati alla domanda di mercato soddisfatta e non viceversa alla offerta insoddisfatta e ciò significa che non fotografano esattamente la situazione economica del settore. I proprietari mantengono a denti stretti e con enormi sacrifici gli immobili nei quali hanno investito i propri risparmi. Se son costretti a vendere, cedono a condizioni decisamente inferiori a quelle rilevate dai dati in esame: in taluni casi si son registrate transazioni ad un prezzo quasi dimezzato.

Il trend negativo del mercato immobiliare italiano è in atto da almeno due anni e che, con le stime dell’ultimo trimestre, la riduzione dei prezzi delle abitazioni ha superato il 10%, attestandosi su una flessione del 10,4% dal 2010. Quando saranno riscontrabili le prime inversioni di tendenza?
È ancora troppo presto per prefigurare inversioni di tendenza del mercato, ma l’economia immobiliare è alla base della riprese economica generale: la fiscalità che soffoca la prima impedisce la crescita dell’altra.

Quali sarebbero le contromisure necessarie per rilanciare la filiera edilizia?
Se si vuole l’ auspicata ripresa dell’economia immobiliare, occorre puntare non solo sulle infrastrutture (grandi appalti edilizi o edilizia scolastica ), ma anche su un alleggerimento del carico fiscale, che non deve riguardare solo il settore dell’attività di produzione edilizia o costruttiva in generale o in particolare nel settore della riqualificazione, oppure gli investimenti dei gestori intermediari del risparmi, ma deve estendersi all’intero universo degli investitori del risparmio diffuso, con particolare attenzione alla locazione che va defiscalizzata, non solo nella forma del contratto a canone concordato per gli usi abitativi, ma soprattutto nella forma della locazione abitativa libera e per usi diversi.Tutto ciò al fine di suscitare nel nostro Paese una risposta di sistema per la ripresa edilizia e non una limitata risposta di nicchia. Mentre invece, tra misure fiscali già adottate ed altre in itinere (una fra le altre la riforma del Catasto), la prospettiva è quella comunque di una grande incertezza nella fiscalità immobiliare (causa peraltro di sfiducia nel mercato da parte degli investitori ) ed in ogni caso di un appesantimento del carico fiscale.

Jacopo MARCHESANO

Mercato immobiliare italiano, è ancora notte

Non ci voleva certo un genio dell’economia per prevedere che il mercato immobiliare italiano stentasse a uscire dalla crisi anche in questo 2014. Una difficoltà che ha radici lontane che affondano anche nella crisi senza fine della filiera dell’edilizia, massacrata di tasse e burocrazia fino allo sfinimento.

Dicevamo che non ci voleva un genio dell’economia per certificare lo stato di sofferenza del mercato immobiliare italiano e infatti ci ha pensato l’Istat. Secondo gli ultimi dati contenuti nelle stime preliminari dell’Istituto Nazionale di Statistica, nel primo trimestre dell’anno, l’Ipab, ovvero l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia ad uso abitativo sia come investimento, è calato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente; rispetto, invece, allo stesso periodo del 2013, i prezzi hanno subito una caduta del 4,6%.

Èevidente, quindi, che non si arresta il crollo delmercato immobiliare italiano e che, se i prezzi continuano a scendere e la cosa dovrebbe favorire gli acquisti, significa che perdurano condizioni economiche poco rassicuranti.

L’Istat ricorda che il trend negativo del mercato immobiliare italiano è in atto da almeno due anni e che, con le stime dell’ultimo trimestre, la riduzione dei prezzi delle abitazioni ha superato il 10%, attestandosi su una flessione del 10,4% dal 2010, anno in cui l’indice ha iniziato ad essere pubblicato.

Il calo su base trimestrale è il frutto, da un lato, di una diminuzione dello 0,8% dei prezzi delle abitazioni esistenti, dall’altro di una diminuzione dello 0,1% dei prezzi di quelle nuove. Su base annuale, invece, si osserva un calo del 5,3% tra le abitazioni esistenti e del 2,6% tra quelle nuove.

Si costruiscono meno case, si tende a comprare (quando si compra) più l’usato che il nuovo, i prezzi calano ma la gente non compra. Tutti segnali che chi si occupa di edilizia e di mercato immobiliare italiano deve considerare attentamente per cercare di far uscire dalle secche uno dei settori una volta portanti della nostra economia che, dalla crisi che ormai morde da 6 anni, ha avuto i colpi più duri.