Giordano: “Nuova normativa sui saldi? Liberalizziamo il settore”

Dopo aver ascoltato nei giorni scorsi gli interessanti pareri di Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, di Stefano Pizzolato, Presidente dell’Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma e Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I., oggi abbiamo incontrato il Presidente nazionale di Adiconsum, Pietro Giordano, per una breve chiacchierata sulla sessione estiva di saldi che scatterà questo fine settimana.

Dott. Giordano, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno, nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
I saldi, così come sono strutturati ora, non hanno più senso d’esistere. La normativa sui saldi viene disattesa dagli stessi commerciati che, attraverso sms e mail, promuovono dei pre-saldi ai clienti più affezionati mettendo loro a disposizione la merce migliore, creando, inevitabilmente, discriminazione tra gli acquirenti. Per questo chiediamo l’apertura al più presto di un Tavolo concertativo con Confcommercio e Confesercenti che affronti il tema di una reale liberalizzazione del settore.

I saldi non sono solo l’occasione per fare acquisti, ma anche per capire lo stato di salute del Paese…
Non proprio. Infatti, data la crisi, la maggior parte dei consumatori attende gli sconti dei saldi per effettuare i propri acquisti. Pertanto l’incremento delle vendite di questo periodo potrebbe essere scambiato per un Paese con un discreto potere d’acquisto, mentre invece è tutto il contrario.

Quali sono i consigli di Adiconsum per vivere al meglio questa sessione di saldi?
Non posso fare altro che citare il decalogo che abbiamo diffuso nei giorni: sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale; è meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo, per esempio sconti superiori al 50-60 per cento nascondono spesso merce non proprio nuova; confrontare i prezzi con quelli di altri negozi, magari annotando il prezzo di un capo o della merce a cui si è interessati.

Jacopo MARCHESANO

Saldi estivi: al via con scetticismo

Nonostante le previsioni non siano particolarmente ottimistiche, la settimana prossima partirà la sessione estiva dei saldi. I primi a partire saranno il Lazio, il Piemonte, la Toscana ed il Veneto che daranno il via il prossimo 5 luglio. Il 6 luglio sarà la volta della Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, mentre il 7 luglio i saldi prenderanno il via in Abruzzo, Basilicata, Campania (con l’eccezione di Napoli che sarà la prima città ad anticiparli il 2), Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta. A Milano, Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Napoli dureranno un massimo di 60 giorni, a Torino terminano dopo 8 settimane e a Roma dopo 6. Genova riduce la durata a 45 giorni, a Venezia, Ancona e Reggio Calabria finiscono il 31 agosto. Bari e Palermo invece fissano lo stop al 15 settembre.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi, con uno scontrino medio che non supererà i 65 euro: 2,2 miliardi di euro in meno in soli sei anni.

«Meno di una famiglia su due (il 45% circa) approfitterà dei saldi per fare qualche acquisto – prosegue il rapporto del Codacons – prestando molta più attenzione degli anni passati al fattore prezzo e confrontando i listini dei vari negozi prima di effettuare compere».

Jacopo MARCHESANO

Russo: “Rivedere il calendario dei saldi”

“Napoli rispetto alle altre città del nostro Paese risente maggiormente della crisi economica e le previsioni su questa tornata di saldi non posso che essere ancor più negative rispetto alle stime, già disastrose, della scorsa sessione”. Dopo Milano, con l’intervista al segretario generale di Federazione Moda Italia Massimo Torti, e Roma, con l’incontro con il presidente dell’Associazione via Condotti Gianni Battistoni, oggi facciamo tappa nel capoluogo partenopeo dove abbiamo incontrato Pietro Russo, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Napoli. “Noi come Campania abbiamo anticipato al 2 di gennaio l’inizio dei saldi, ma questo non ha portato modifiche all’andamento piuttosto lento, per usare un eufemismo, delle vendite” ha dichiarato sconsolato Russo, che successivamente ha aggiunto: “La crisi purtroppo si è estesa a macchia d’olio anche ai beni di primissima necessità e quindi il problema non sta tanto nella sensibilità della clientela, ma sulla reale mancanza di risorse”.

Secondo il presidente Russo, la partenza a rilento dei saldi sarebbe dovuta anche a politiche non sempre azzeccate della nostra classe dirigente e agli “aumenti abnormi delle tasse sui pubblici esercizi, che già non riescono a mantenersi, figuriamoci a proporre alla clientela merce di qualità a prezzo troppo vantaggiosi”. Interessante, invece, la proposta di “modificare le date dei saldi che, se devono essere ipotizzati ancora in questa logica con delle finestre in determinati periodi dell’anno, tanto verrebbe posizionarli magari prima delle feste per incoraggiare gli acquisti”, senza dimenticare però il vero origine del problema cioè “se i soldi non ci sono, possiamo posizionare la sessione di vendite promozionali quando vogliamo e proporre delle percentuali di sconto ai limiti dell’incredibile, ma gli acquisti soffriranno sempre…”

“Non dobbiamo accontentarci che Napoli rimanga la capitale degli acquisti nel Sud Italia, dobbiamo tornare a ragionare per ricollocarla nei primissimi posti nel commercio mediterraneo…” ha concluso, con un pizzico di ottimismo, il presidente Russo.

Jacopo MARCHESANO