L’allarme Libia colpisce anche le Pmi italiane

La difficoltosa situazione libica non sta colpendo solo le grandi aziende italiane e internazionali che operano nel territorio nord africano ma anche una decina di piccole e medie imprese nazionali. Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo ha affermato che il governo sta valutando di elaborare un emendamento a favore delle imprese che hanno subito danni.

Secondo la Camera di commercio italo-libica le aziende italiane che hanno regolari rapporti con Tripoli sarebbero circa 600, ma di queste risulta a Reuters che solo una cinquantina ha recentemente lamentato alle autorità competenti rischi o problemi.

In testa alla lista ci sono: Architects, Bio Agri Trade, Brunengo, Edilbono, Gem Elettronica, Gemmo, Luilor, Metalprint, Nico, Tai Milano, Technarredi, Sicon Oil & Gas, Sarplast, Siad. Tra i problemi più lamentati ci sono la mancata riscossione di crediti ma non solo. Vi sono anche problemi bancari (diversità di comportamento da parte di istituti italiani sull’accettazione di pagamenti da parte libica; oppure la richiesta da parte delle banche di restituzione di prestiti erogati per investimenti in Libia) e problemi previdenziali (l’impossibilità di accedere alla cassa integrazione per i lavoratori rientrati dalla Libia in questi mesi di guerra).

 

Sicilia: turismo a rischio per colpa della crisi libica

Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Minori della Sicilia tira un grido di allarme in merito ad un possibile tracollo turistico dovuto alla crisi libica: ”Negli arcipelaghi siciliani si sta rischiando una debacle turistica. La crisi libica ha falcidiato le speranze di una, sia pur lenta, ripresa dell’economia turistica siciliana e le piccole isole ne sono state investite particolarmente. Le 14 isole rappresentano un patrimonio di risorse culturali e naturalistiche di primaria importanza, ma sono caratterizzate da ecosistemi fragili ed economicamente poco strutturati”.

Tra i problemi che il sistema turistico si trova ad affrontare ci sono la tardiva gestione del flusso di migranti a Lampedusa o la perdurante chiusura dell’aeroporto di Trapani Birgi, fenomeni di difficile gestione così come lo sono  la gestione del processo di liberalizzazione dei collegamenti marittimi imposta dal governo.

Per garantire un buon flusso turistico accompagnato da qualità dei servizi saranno necessari dunque interventi serti e mirati per evitare il peggio.

M.Z.