Il Natale ai tempi della crisi, c’era una volta la vacanza

Se proprio a Natale bisogna rinunciare a qualcosa, meglio sacrificare le vacanze. Il Centro Studi del Touring Club Italiano ha diffuso in questi giorni i risultati raccolti da un’indagine sulle intenzioni di vacanza degli italiani per le prossime festività. Dagli interessanti dati emerge come quasi il 40% degli italiani rinuncerà alle gite fuori porta per rimanere a casa in famiglia, cercando di spendere gli ultimi rimanenti risparmi per regali e cenoni vari ed eventuali e il 75% di coloro che trascorreranno un periodo di ferie resterà nel nostro Paese.

Vista la drammatica situazione economica, un italiano su tre destinerà non più di 500 euro alle ferie e il 72% non più di 1.000 euro. In pochi, il 14%, supereranno i 1.500 euro.Confrontando le risposte di coloro che andranno in Italia con quelle di coloro che sceglieranno di varcare i confini nazionale, emerge che nei viaggi domestici l’uso dell’auto è ancora nettamente preponderante (80%), seguita a notevole distanza dal treno (11%).

Nonostante la crisi, gli alberghi detengono ancora il primato  per quanto riguarda le strutture ricettive, mentre le seconde case e le case di amici o parenti rappresentano un’alternativa. Percentuali decisamente inferiori per il settore extralberghiero professionale, con Breakfast e campeggi che non fanno breccia nel cuore degli italiani. Se proprio deve essere vacanza, allora che la sia davvero…

Jacopo MARCHESANO

Ferie d’agosto? No, grazie

Con l’approssimarsi del mese di agosto, c’è chi si appresta a fare i bagagli e partire per le tanto sospirate vacanze.
Se già nel 2012, però, molti viaggiatori avevano dovuto accorciare la loro permanenza nei luoghi di villeggiatura, causa la crisi e la ridotta disponibilità di denaro, quest’anno la situazione si preannuncia ancora più grave.

Non si tratta solo di tagliare su qualche giorno di vacanza, ma addirittura di rinunciare a partire.
Rispetto all’anno scorso, infatti, quasi la metà degli italiani rimarrà a casa, sognando paesi esotici o verdi vallate nel caldo della sua abitazione cittadina.
Sono aumentati di 5 milioni, infatti, coloro che non faranno neppure un giorno di vacanza, contro i 25.700.000 che, invece, partiranno.

In pochi anni si è quasi dimezzato il popolo dei partenti, passando dall’80% del 2010 al 58% del 2013, con un calo in un solo anno di otto punti.

In tutto, per andare in vacanza si spenderanno 24,5 miliardi di euro con una spesa media a persona di 961 euro, inferiore ai 1056 euro di prima della crisi, vale a dire nel 2008.
Niente tutto esaurito, dunque, nelle località turistiche, nemmeno in agosto, che quest’anno segna una flessione di 3 punti, passando dal 55 al 52%. E sicuramente i prezzi gonfiati, per le settimane intorno a ferragosto, hanno contribuito a scoraggiare i partenti, che hanno preferito scegliere giugno e luglio, mesi più a buon mercato.

Responsabile della rinuncia alle vacanze, infatti, è per un italiano su due la mancanza di disponibilità, mentre aumenta di tre punti, dal 4 al 7%, l’esercito di chi non “stacca” a causa del troppo lavoro. E in tempi di crisi, chi ha un impiego se lo tiene stretto, anche a costo di rinunciare alle ferie.
Tra coloro che decidono di partire, sono addirittura 10 milioni coloro che partono senza staccare la spina, portando il fedele computer anche sotto l’ombrellone o in una pineta montana.

Chi invece riesce a partire, lo fa per almeno 12 giorni, che erano 14 solo nel 2008, ma niente “stessa spiaggia stesso mare”: agli italiani piace cambiare meta ogni volta, anche se re indiscusso anche di questa estate 2013 rimane il mare, preferito dal 50% dei turisti, ma al 53% nel 2012 e al 73% nel 2006.

I luoghi del cuore sono in Italia Emilia Romagna e Sicilia (14%), mentre all‘estero la Spagna (27%).
Exploit per la Germania, che passa dall’11 al 18%, e per le città d’arte italiane, ora al 14%, mentre l’anno scorso all’11%.

In forte calo sono la Francia (dal 31 al 24%) la Grecia (dal 25% al 16%) e la Croazia (dal 19 al 12%), mentre si fanno apprezzare Gran Bretagna e Danimarca con un aumento di tre punti.

Stabile la montagna che non viene tradita da alcuni anni dal 12% dei vacanzieri. Un passo in avanti lo fa pure la campagna, dal 4 al 5%.

Le motivazioni che portano gli italiani a partire sono: riposo (24%), passeggiate (15%), attività culturali (13%). Mentre segue a ruota un 11% che punta decisamente al divertimento ed un altro 11% che si fa sedurre dai piaceri della tavola e del buon vino.

Il mezzo preferito con cui raggiungere il luogo di villeggiatura rimane la macchina per il 64% degli italiani, ma l’aereo strappa maggiori consensi, passando dal 23 al 25%. Stabili navi e traghetti (7%), mentre scende all’8% il treno.

Il 34% dei villeggianti alloggeranno in alberghi e pensioni, ovvero il 34% contro il 37% dell‘anno scorso.
Cresce la ricerca di una casa in affitto e si accetta volentieri l’ospitalità degli amici e dei parenti. In risalita anche i bed & breakfast, mentre segnano il passo l’agriturismo ed i campeggi. Gli alberghi a tre stelle sono i più ricercati (si passa dal 59% del 2012 al 64%) inseguiti da quelli a quattro stelle (dal 22 al 25%).
Ed in camera ci si aspetta soprattutto il collegamento ad internet (dal 23 al 26%).

Vera MORETTI