Al via la nuova stagione di saldi il 2 luglio

Al via la nuova stagione dei saldi: Ogni famiglia spenderà in media per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo, 274 euro per un valore complessivo di circa 4,1 miliardi di euro.

Renato Borghi, Vicepresidente di Confcommercio e Presidente di Federazione Moda Italia, l’associazione nazionale di categoria aderente a Confcommercio commenta: “I saldi di fine stagione rappresentano sempre un momento di forte impatto nell’immaginario delle famiglie che hanno sempre vissuto l’evento e continueranno a viverlo  come un momento quasi “magico”. Una sorta di rito collettivo che detta modi, tempi e abitudini all’interno delle città: un po’ come succede per le sfilate, le città temporaneamente mutano“.

In tutta la nazione quest’anno i saldi inizieranno il 2 luglio. Una data unica che eliminerà i disguidi e le critiche che ogni anno accompagnano l’avvio dei saldi. Borghi prosegue: “la situazione dei consumi in generale, ma in particolare per l’abbigliamento, permane difficile. Non ci attendiamo, quindi, una stagione di saldi particolarmente effervescente, ma ci aspettiamo una sostanziale tenuta rispetto ai ricavi dello scorso anno. Le stime pessimistiche diffuse in questi giorni dai soliti profeti di sventura ci paiono francamente inattendibili“.

 

Nuovo accordo nazionale in tema di saldi, ora le date sono le stesse in tutto lo “stivale”

La Conferenza delle Regioni e Province autonome hanno finalmente trovato un accordo comune riguardante lo scottante tema dei saldi di fine stagione. Se finora mancava un accordo unitario nazionale, finalmente le cose cambiano con un regolamente che varrà da nord a sud. Le date concordate per i saldi sono il primo giorno feriale prima dell’Epifania e il primo sabato di luglio, per una durata totale di 60 giorni,  così come si legge nel documento ufficiale “al fine di favorire unitariamente misure a tutela della concorrenza“.

In quanto la competenza rimarrà delle amministrazioni locali, saranno le singole regioni a occuparsi dell’attuazione del provvedimento. Quanto deciso era già stato proposto lo scorso ottobre da Confcommercio, auspicando la fine di decisioni differenti regione per regione che ”disorienta i consumatori e danneggia le imprese, anche a causa di una ‘transumanza’ tra le varie Regioni”. Ufficialmente è stata la regione Marche, coordinatrice in materia di attività produttive ad avanzare la proposta alla Conferenza delle Regioni.

Mirko Zago