Boom import ed export con le Filippine

Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo trimestre 2011 presentato in occasione del Convegno “Nuove strategie in Asia: il “modello” Filippine” organizzato da Promos – azienda speciale della Camera di commercio di Milano, Newsmercati, Sole 24 ore Radiocor, Regione Lombardia, Istituto nazionale per il Commercio Estero é emerso che la Lombardia é ai primi posti per quanto riguarda import ed export con le Filippine.

Si tratta di un interscambio di 44 milioni di euro tra la Lombardia e le Filippine nei primi tre mesi del 2011. Nell’ultimo anno la Lombardia è passata da importatore a esportatore di prodotti manifatturieri, grazie al balzo dell’export (+155%) mentre crescono meno le importazioni (+20%). Tra le province Milano e Brescia prime per import (64% e 13% del totale), Varese, Milano e Monza per export (37%, 34% e 10%). La Lombardia pesa un quinto dell’import nazionale e ben il 29% dell’export.

Riassumendo i dati emerge che Milano e Brescia sono prime per import, Varese, Milano e Monza per export.

 

Milano e Brescia prime per import, Varese, Milano e Monza per export

Gioielleria: flessione del 4,9% nel 2010

Federorafi-Confindustria in collaborazione con la Camera di Commercio di Arezzo ha diffuso i dati del sesto comparto produttivo per saldo commerciale attivo con l’estero, ma al primo tra quelli del comparto moda ed accessori. Il settore con le esportazioni rappresenta i 2/3 della produzione italiana ma a causa di nuovi competitor ha ormai iniziato a perdere colpi.

Arezzo, Firenze, Milano, Macerata, Napoli/Caserta, Padova, Palermo, Roma, Treviso, Valenza e Vicenza, città maggiormente attive in questa produzione stanno risentendo come non mai della crisi. A conclusione del 2010 l’oreficeria ha chiuso i propri conteggi con una flessione produttiva del 4,9%. A pesare sul bilancio generale sono stati gli ordini provenienti dal mercato nazionale (-8% rispetto al 2009) mentre sostanzialmente stabili sono apparsi quelli dell’estero (+0,2%).

Ad aprile 2011 il settore orafo aretino ha presentato una flessione del 3,7% nel dato delle imprese attive rispetto alla situazione del corrispondente mese del 2010, registrando un calo in linea con l’intero comparto nazionale: Vicenza è arretrata infatti del 4,6% ed Alessandria del 2,0%, con la media nazionale che si attesta a -2,5%. Nonostante tutto Arezzo è rimasta comunque, in termini numerici, il principale polo nazionale con 1.271 imprese attive. Tra i principali Paesi di destinazione dell’export orafo italiano ci sono gli Emirati Arabi Uniti (circa un terzo del totale dei flussi), Francia e Stati Uniti.

Mercato calzaturiero si rialza e si prepara ad uscire dalla crisi

L’ANCI, l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani ha presentato l’analisi del quadriennio da giugno 2007 ad oggi)per il settore calzaturiero evidenziando un superamento del periodo di crisi molto spedito.

Il presidente Vito Artioli ha commentato: “l’intero settore è stato colpito pesantemente. L’industria calzaturiera italiana in un solo anno, nel corso del 2009, ha perso oltre il 12% in termini di produzione e il 16% in termini di fatturato export; Consola poco sapere che abbia retto l’urto molto meglio di tanti altri comparti. Penso al tessile, alle altre componenti della filiera pelle o, soprattutto, ai beni di investimento, come i macchinari industriali». Ha poi proseguito dicendo che «nonostante il sistema calzaturiero italiano in questi 17 mesi abbia perso circa il 5,9% delle aziende ed il 5,7% degli addetti, ha dimostrato ancora una volta di saper reagire e adattarsi alle mutazioni del quadro economico”.

I saldi negativi registrati nel numero di imprese attive a consuntivo 2009 e 2010 (rispettivamente ‐235 e ‐224 unità produttive) sono risultate inferiori in termini assoluti rispetto al dato 2005 (‐253) e ai marcati decrementi della seconda metà degli anni ’90 , periodo in cui sono state registrate 394 chiusure nel solo 1996, e 317 durante l’anno successivo. Inoltre, bisogna ricordare che nel 2010 sono stati persi solo 2.754 addetti, corrispondenti esattamente alla metà di quelli persi nel 2007 (‐5.475, pari al ‐5,8% in una sola annata).

Riassumendo i dati positivi: I volumi produttivi, dopo anni di continue erosioni hanno, infatti, invertito la rotta, tornando sopra 200 milioni di paia (202,5, +2,3%) per oltre 6,7 miliardi di euro (+4,4%). Anche le esportazioni sono cresciute, segnando incrementi del 13,7% in valore e del 15,2% in quantità rispetto al 2009. Il rientro rispetto ai livelli di fine 2008, ovvero all’inizio della crisi, si è sostanzialmente compiuto in termini di quantità con 221,4 milioni di paia, mentre in valore il gap è risultato ancora pari al 4,4%.