Fondi per l’export, in arrivo 130 milioni

 

Dopo mesi di preparazione, il piano straordinario per il Made in Italy è pronto ad essere inserito all’interno del Dl Sblocca Italia previsto per fine agosto. Per riallinearsi con Paesi come Spagna, Francia e Germania, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e dal viceministro Carlo Calenda hanno optato per una prima tranche minima da 130 milioni per l’internazionalizzazione delle imprese. Obiettivo dichiarato, nel medio e lungo periodo, favorire la nascita di 22mila nuovi esportatori incrementando il giro d’affari dell’export nostrano.

Expo 2015, al netto di polemiche e giochi di palazzo, viene considerato il volano per rafforzare 15 grandi eventi fieristici italiani. Il modello è Pitti e tra le priorità per indirizzare altri 30 milioni ci sono eventi di portata internazionale come Salone Nautico, Emo, Marmomacc, Salone del Mobile, Vinitaly, Tuttofood, Milano Unica, Panoramico/Altagamma.

«Queste risorse sprigionano nuovo entusiasmo e saranno un volano per le Pmi, che andando all’estero faranno da prestigiosa vetrina per l’Italia – ha commentato speranzosa Licia Mattioli, presidente del Comitato di Confindustria per l’internazionalizzazione e l’attrazione di investimenti esteri –. Con il viceministro Calenda si sta facendo un ottimo lavoro, che parte dalle reali esigenze delle aziende e questo ci rassicura su come verranno impiegati questi 130 milioni».

JM

Tanti “più” e buona crescita l’export italiano dentro e fuori l’Europa

L’export italiano ha segnato ad aprile 2011 un +2,8% verso i Paesi extra Unione Europea e un +0,8% verso i Paesi europei.

I settori più dinamici all’export sono quelli dei beni strumentali (+16,6% in termini tendenziali), con il maggior contributo positivo al saldo commerciale, e i prodotti intermedi (+13,1%).

Nel mese di aprile 2011 l’Istat registra un aumento congiunturale dello 0,8% sia per l’export, sia per l’import. La crescita deriva dall’interscambio con i paesi extra Ue (+2,8% per l’export e +2,4% per l’import), mentre quello con i paesi Ue risulta in lieve flessione.
La crescita tendenziale registrata ad aprile è pari al 12,9% per l’export e al 20,7% per l’import. L’incremento rilevato nei primi quattro mesi del 2011 è del 16,9% per le esportazioni e del 22,5% per le importazioni.

L’aumento tendenziale dei volumi esportati (+4,3%) è pari a quasi la metà di quello degli importati (+8,3%). La crescita dei valori medi unitari rallenta ed è pari all’11,5% per l’import e all’8,3% per l’export.

Da segnalare è il calo dell’interscambio in volume di beni di consumo durevoli (-4,1% all’export e -2,1% all’import) e il rallentamento della crescita dei valori medi unitari dei prodotti energetici (+26,9% all’import e +29,1% all’export).

La crescita dell’export è trainata dalla vendita di mezzi di trasporto (escluso autoveicoli) verso gli Stati Uniti (circa due punti della crescita complessiva) e verso la Francia, di metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) verso la Germania, la Svizzera e la Francia (per un totale di 1,5 punti percentuali della crescita).

Doc. Istat

Vola l’export in Italia, percentuali in forte ripresa

Il rapporto di Unioncamere evidenzia una buona ripresa dell’economia dell’Italia grazie in particolare all’export. La variazione più consistente “dovrebbe registrarsi al Nord-Est e al Nord-Ovest (+1,4% Pil, con Lombardia e Veneto a far da locomotiva ai primi posti della classifica) e decisamente meno significativa al Centro (+0,9%) e soprattutto al Mezzogiorno (+0,6%), con la Sardegna che dovrebbe chiudere l’anno con un modesto +0,3%”.

Le regioni trainanti ancora una volta sono Lombardia e Veneto con un aumento atteso del Pil le ”locomotive d’Italia” (+1,6%), seguite nelle stime da Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna (1,3%), Trentino Alto Adige (1,2%), che dovrebbero registrare nel 2011 uno sviluppo del Pil superiore alla media nazionale (+1,1%). Le regioni che cresceranno meno sono tutte nel Mezzogiorno: Sardegna (0,3%), Campania e Molise (0,5% entrambe). Per nord-ovest e nord-est e’ prevista una crescita dell’1,4%, per il centro 0,9%, per il Mezzogiorno 0,6%”.

Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, sottolinea: “Sono 13mila le Pmi manifatturiere che stanno scommettendo sulle opportunità del gioco di squadra e fanno gia’ parte o hanno intenzione di inserirsi all’interno di una rete ma perchè le reti possano svilupparsi e raggiungere i mercati globali, c’è bisogno di favorire il loro raccordo con i centri di ricerca e con le università. Anche attraverso le reti si può disegnare un percorso di uscita del Mezzogiorno da quell’isolamento in cui continua, in gran parte, a restare ancora prigioniero. Un lavoro di raccordo, di supporto e di promozione che le Camere di commercio possono svolgere meglio di chiunque altro, perchè su questo ruolo si costruisce la loro identità“.

M.Z.