Modello Irap 2015, disponibile la bozza

L’Irap è una delle tasse più odiate dalle imprese e una di quelle di cui ogni governo fa a gara per promettere la cancellazione. Eppure e sempre lì. Tanto per non farci sentire la mancanza dell’imposta, è stata pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate la bozza del modello Irap 2015 e relative istruzioni.

La bozza del modello Irap 2015 contiene interessanti novità in tema di agevolazioni e semplificazioni, tra le quali la deduzione, fino a 15mila euro per dipendente, del costo sostenuto in caso di assunzioni a tempo indeterminato che incrementano la base occupazionale. L’agevolazione è valida per il periodo d’imposta durante il quale è avvenuta l’assunzione e per i due periodi successivi.

Il modello Irap 2015 recepisce inoltre la novità che riguarda la nuova modalità di opzione, concessa alle società di persone e alle imprese individuali in regime di contabilità ordinaria, per determinare il valore della produzione netta secondo le regole previste per le società di capitali, vale a dire direttamente con la dichiarazione, e non più attraverso un’ apposita comunicazione.

Un’altra novità di rilievo contenuta nella bozza del modello Irap 2015 è la possibilità di trasformare l’eccedenza di deduzione dell’Aiuto alla crescita economica (Ace), evidenziata nel modello Unico, in un credito d’imposta utilizzabile, ai fini Irap, in cinque quote annuali di pari importo, secondo quanto è stato previsto dal “decreto competitività” D.L. n. 91/2014.

Ritorna il bonus per i beni strumentali

Il Decreto Competitività ha dato il via libera per il riconoscimento di un credito d’imposta per gli investimenti effettuati dalle imprese in beni strumentali nuovi.

Il credito d’imposta è del 15% delle spese sostenute dal 25/06/2014 al 30/06/2015 in eccedenza rispetto alla media degli investimenti, sempre in beni strumentali agevolabili realizzati nei 5 periodi di imposta precedenti.

Il costo unitario dell’investimento deve essere pari o superiore a € 10.000.

Gli investimenti in beni strumentali agevolabili vanno confrontati con la media degli investimenti in beni effettuati nei 5 periodi d’imposta precedenti.
Sull’eccedenza eventualmente risultante spetta il credito d’imposta del 15%.
E’ prevista la facoltà di escludere dal calcolo della media il periodo in cui l’investimento è stato maggiore.

Il calcolo della media è “mobile”, nel senso che, per i soggetti con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare:

  • per gli investimenti realizzati nel periodo 25.06.2014 – 31.12.2014, va considerato il quinquennio 2009-2013;
  • per gli investimenti realizzati nel periodo 01.01.2015 – 30.06.2015, va considerato il quinquennio 2010-2014.

Premesso questo, a seconda della data in cui i soggetti beneficiari risultano in attività è possibile distinguere le seguenti casistiche:

  • imprese già attive alla data del 25.06.2014 da almeno 5 anni: il credito d’imposta è calcolato tenendo conto della media degli investimenti dei 5 periodi d’imposta precedenti;
  • imprese già attive alla data del 25.06.2014 ma da meno di 5 anni: il credito d’imposta è calcolato con le stesse modalità previste per le imprese attive da almeno 5 anni, ma tenendo conto della media degli investimenti effettuati nei periodi d’imposta antecedenti a quello in corso al 25.06.2014 anche se inferiori a 5 nel caso di specie;
  • imprese costituite dal 26.06.2014: si applica l’interpretazione contenuta nella Circolare n. 90/E/2001 in base alla quale tali soggetti potranno usufruire dell’agevolazione anche per il primo periodo d’imposta, nonostante non esista un periodo precedente con cui effettuare il confronto.

Il credito d’imposta va determinato con riguardo agli investimenti effettuati nel periodo “agevolato”, cioè il credito è pari al 15% dell’intero ammontare degli investimenti realizzati nel periodo 26.06.2014 – 30.06.2015.

Il credito d’imposta va ripartito e utilizzato in 3 quote annuali di pari importo esclusivamente in compensazione.

La prima quota annuale é utilizzabile a decorrere dal 1° gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui é stato effettuato l’investimento, per cui:

  • per gli investimenti effettuati nel periodo 25.06.2014 – 31.12.2014, il credito d’imposta è utilizzato: dal 01.01.2016 per 1/3, dal 01.01.2017 per 1/3, dal 01.01.2018 per 1/3;
  • per gli investimenti effettuati nel periodo 01.01.2015 – 30.06.2015, il credito d’imposta è utilizzato: dal 01.01.2017 per 1/3, dal 01.01.2018 per 1/3, dal 01.01.2019 per 1/3.

Il credito d’imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi nei quali il credito è utilizzato, ma non è soggetto al limite annuale di € 250.000 previsto dall’art. 1, comma 53, Legge n. 244/2007 per i crediti d’imposta.

Vera MORETTI

Rete Imprese Italia: “Decreto competitività incompleto”

 

Il Senato nei giorni scorsi, con il voto di fiducia, ha dato il via libera definitivo al decreto competitività (Dl 91/2014) con 155 voti a favore e 27 contrari (tra cui anche Forza Italia). Diventa legge, dunque, il decreto che reca disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa Ue.

«Nel decreto legge 91/2014 – ha commentato Rete Imprese Italia – apprezzabile per alcune misure che alleggeriscono gli oneri a carico delle imprese, manca un approccio sistematico capace di aggredire tutti gli aspetti che frenano la ripresa e di sostenere la competitività del sistema produttivo. La situazione dell’economia italiana, in conclamata recessione, impone e rende urgente un piano strategico complessivo e coordinato di rilancio dello sviluppo. Il Paese ha bisogno di un disegno compiuto di politica economica a sostegno dell’impresa diffusa, con misure di ampio respiro che affrontino in una logica di ‘filiera’ il rilancio del sistema imprenditoriale italiano. Con urgenza, quell’urgenza che il Governo sta dedicando ad altre questioni che non sono l’economia reale».

JM