Decreto Irpef, c’è l’ok definitivo

La Camera ha dato l’ok definitivo al disegno di legge che riguarda la conversione, con modificazioni, del decreto legge del aprile 2014, n. 66, recante Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale.

L’approvazione è stata data lo scorso 18 giugno, ed il Senato ha già dato il via libera.

Il decreto legge Irpef è relativo alle deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l’adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria.

Vera MORETTI

La promessa di Renzi: “giù le tasse per le partite Iva”

Mentre nel pomeriggio di ieri nell’Aula di Montecitorio, il governo Renzi otteneva la fiducia sul decreto lavoro (344 sì, 184 no) che ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in commissione dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti e i mal di pancia del Ncd, via Twitter arrivava l’ultima promessa al mondo del lavoro autonomo del premier: «ho preso un impegno serie e importante con le partite Iva, gli incapienti e i pensionati di proseguire il lavoro iniziato con i dipendenti di abbassamento delle tasse». 

Renzi ha anche ribadito quanto annunciato venerdì scorso poco dopo aver blindato il decreto Irpef: «lo Stato deve restituire qualcosa è sacrosanto, per la prima volta abbasseremo le tasse – ha spiegato il premier durante il #matteorisponde – e dopo le elezioni europee arriveranno anche gli 80 euro in busta paga, si tratta di una rivoluzione nel concepire il rapporto tra Stato e cittadini, non c’entra niente con la campagna elettorale».

A proposito di Europa, l’ultima battuta è sui fondi comunitari: “dobbiamo utilizzare meglio il denaro stanziato dall’Ue, che è tanto e spesso speso male. La settimana prossima faremo un incontro ad hoc. Ci rimango male se penso a come abbiamo buttato via i soldi che arrivavano dall’Europa. Se quei soldi sono stati spesi male, la colpa è dei politici italiani. Ma “della questione “ne riparleremo”.

Il vento è finalmente cambiato?

Jacopo MARCHESANO