Decreto Superbonus verso l’approvazione definitiva, le novità

La Camera dei Deputati ha approvato senza alcuna modifica la conversione del decreto Superbonus, atteso ora il passaggio al Senato, ma anche in questo caso con molta probabilità i tempi saranno brevi e non ci saranno brutte sorprese. La Maggioranza serra le file in vista delle Europee, si vota compatti.

Superbonus, brutte notizie per chi ha eseguito i lavori

Il decreto Superbonus deve essere convertito in legge entro il 27 febbraio 2024, ma molto probabilmente i tempi saranno molto più brevi, hanno determinato tale celerità l’assenza di emendamenti discussi e approvati sono stati infatti tutti cassati. La scelta era prevedibile visto che il Governo fin dal suo insediamento ha sottolineato che il Superbonus è tra i provvedimenti che devono essere decisamente ristretti e superati. Elevato, infatti, è il costo di questa agevolazione, numerose sono le frodi e il debito pubblico è alle stelle. Diversi sono stati gli emendamenti presentati, tra cui quelli volti ad ampliare nuovamente la platea dei lavori che possono beneficiare del bonus barriere architettoniche.

A questo punto i 4 articoli del decreto 212 del 2023 possono essere considerati definitivi.

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Cosa prevede il decreto Superbonus?

L’articolo 1 prevede che per i lavori Superbonus per i quali si sia fruito dello sconto in fattura e cessione del credito, anche se non ultimati entro il 31 dicembre 2023, non sono oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate, le stesse regole non trovano applicazione nel caso in cui il contribuente abbia optato per le detrazioni fiscali.

I beneficiari con reddito non superiore a 15.000 euro, che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, possono ottenere uno specifico contributo.

L’articolo 2 del provvedimento limita, invece, la possibilità di ottenere lo sconto in fattura e la cessione del credito er gli interventi connessi al sismabonus.

Accesso limitato al bonus barriere architettoniche

L’articolo 3 limita l’accesso alle agevolazioni fiscali per l’abbattimento delle barriere architettoniche che sono limitate a installazione di ascensore, piattaforme elevatrici e servoscala, creazione di rampe, eliminazione di scale. Non si possono più ottenere per infissi, porte, portoni, rifacimento bagni, domotica.

Limitate anche le possibilità di accesso a sconto in fattura e cessione del credito. Tali opzioni possono essere esercitate:

  • dai condomini per gli interventi abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi comuni;
  • dai proprietari di unità abitative, ma solo in presenza di un disabile ( senza limiti di reddito);
  • nuclei con redditi non superiori a 15.000 euro.

L’articolo 4 del decreto si occupa invece delle disposizioni inerenti l’entrata in vigore.

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Decreto superbonus, confermata la cessione del credito

Il decreto superbonus approvato dalla Camera vola al Senato per la decisione finale. Tutto quello che è stato approvato e prorogato in tema edilizio

Decreto superbonus, arriva l’approvazione

Il superbonus è uno dei temi più caldi degli ultimi anni. Il Governo Meloni ha subito dimostrato la voglia di mettere un freno a questa agevolazione che ha creato non pochi problemi ad aziende edili e cittadini. E così arriva il via libera della Camera al testo che vola al Senato per la delibera finale. Tra le novità ci sono le detrazioni in dieci anni per il superbonus e la riapertura dei termini per le cessioni delle spese 2022. Il testo è approvato con 172 voti favorevole, 114 contrari ed un astenuto, ed ecco cosa prevede.

Lo stop alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura è diventato definitivo. Ma rimane solo nel caso di eliminazione delle barriere architettoniche per le case popolari, per i lavori su immobili colpiti da terremoti e dall’alluvione nelle Marche. Infine hanno preso una bocciatura anche gli F24 per lo scarico dei crediti. Però le spese sostenute nel 2022 per il superbonus 11% possono essere recuperate in dieci anni, anziché in quattro, di detrazione.

Le alternative per i crediti incagliati

A questo punto il Governo ha pensato a due strade differenti per risolvere il problema dei 19 milioni di crediti incagliati. Un emendamento approvato prevede che le banche, gli intermediari finanziari e le assicurazioni possano sottoscrivere emissioni di Btp. Titoli che hanno una scadenza inferiore a 10 anni e nel limiti del 10% della quota annuale accedente i crediti di imposta. Ma non è l’unica soluzione.

Infatti il Governo sta lavorando ad un nuovo veicolo finanziario che permette tramite un sistema risolutorio di poter comprare e rivendere i crediti incagliati. Saranno impegnate le grandi aziende pubbliche, con Enel X in prima fila. I dettagli saranno sul tavolo del Consiglio dei ministri.

Decreto Superbonus, le proroghe approvate

Per villette e case unifamiliari c’è la proroga al 30 settembre 2023 del superbonus edilizio al 110% nel caso in cui al 30 settembre dello scorso anno sia stato eseguito il 30% delle opere. Inoltre sono salve le cessioni 2022, anche se con il pagamento di una sanzione di 250 euro a partire dal primo aprile 2023. Tra le novità della legge di conversione entra anche la possibilità di effettuare la comunicazione nel caso in cui il contratto di cessione non si sia concluso alla data del 31 marzo 2023: si potrà arrivare al 30 novembre 2023. Non resta che aspettare l’approvazione o meno da parte del Senato.